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Koh-i-Noor

Koh-i-Noor
Il Koh-i-Noor.

Il Koh-i-Noor o Kōh-i Nūr (elugu: కోహినూరు, persiano: کوہ نور, urdu: کوہ نور, hindi: कोहिनूर; "Montagna di Luce"), conosciuto anche con il nome di Syamantaka Mani, è un Frutto dell'Eden creato dalla Prima Civilizzazione. Sotto forma di un diamante, si dice che il Koh-i-Noor sia una grande fonte di energia in grado di unire il fato di tutti gli altri Frutti dell'Eden.

Storia

Di origine misteriosa, il diamante Koh-i-Noor è appartenuto a diversi sovrani indiani e persiani, che hanno combattuto per il suo possesso in momenti diversi della Storia.[1]

All'inizio del XIX secolo, il Koh-i-Noor era in possesso di Ranjit Singh, il fondatore dell'Impero Sikh. A conoscenza del potere e della maledizione del gioiello, per cui solo una divinità od una donna avrebbe potuto maneggiarlo, Singh lo nascose in una sala sotterranea, risalente ai tempi della Prima Civilizzazione, nascosta sotto il suo palazzo di Amritsar. Durante le sua apparizioni pubbliche, Singh indossava invece solo una copia del gioiello.[2]

Nel 1839, il Koh-i-Noor venne rubato dall'Assassino indiano Arbaaz Mir, che lo consegnò al suo servitore muto Raza Soora, affinché lo custodisse mentre lui veniva catturato dalle guardie imperiali. Tuttavia, spinto dalla compassione, il giovane donò poi il gioiello alla principessa Pyara Kaur, nipote di Ranjit Singh.[2]

Dopo la morte di Singh, avvelenato dai Templari inglesi, la giovane Pyara tentò di fuggire dal palazzo con il Koh-i-Noor, ma venne fermata dal Templare Francis Cotton, che tentò di rubarglielo. Vedendo la ragazza in difficoltà, Raza Soora attaccò Cotton graffiandogli la fronte con le unghie, dando il tempo a Pyara di attivare il potere del Frutto dell'Eden. La giovane venne così posseduta da un membro della Prima Civilizzazione, che ricordò ai presenti che gli uomini sono una razza che deve essere unita e pronta a fronteggiare il proprio destino.[2]

Spaventato dalla visione, Cotton sparò alla cieca contro di essa con la propria pistola, colpendo infine il Koh-i-Noor, che si frammentò. L'energia sprigionata dalla distruzione del gioiello sotto forma di una tigre uccise Cotton e distrusse una parte del palazzo imperiale, a cui Arbaaz Mir e Raza Soora si salvarono gettandosi in una delle piscine della corte.[2]

La copia del gioiello divenne poi bottino di guerra e divenne parte dei gioielli della corona britannica quando la regina Vittoria venne proclamata imperatrice dell'India nel 1877. Venne successivamente incastonato sulla corona della regina Elizabeth Bowes-Lyon, che, dopo la sua morte, venne esposta nella Torre di Londra, dove si trova tuttora.[1]

Nel 2013, un discendente di Raza Soora, Jot Soora, era in possesso di un frammento del Koh-i-Noor, che fece incastonare in un anello che donò alla fidanzata Monima Das, discendente di Arbaaz Mir e Pyara Kaur. Dopo la morte di Monima Das, Jot Soora continuò a tenere con sé l'anello in cui era incastonato il frammento del Frutto dell'Eden.[2]

Galleria

Note

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