I Barbari della Beozia sono una banda di criminali, ispirati ai Bassotti e forse loro antenati, che appaiono per la prima e unica volta nella storia Petronius Paperonius e la calata dei barbari, paralipomeno della saga Storia e gloria della dinastia dei paperi. I loro nomi sono sconosciuti.
Storia
I Barbari della Beozia, le cui terre sono state conquistate dall'impero romano, decidono di calare sulla penisola italica per tentare di impadronirsi del tesoro di Pah-Peh-Rheo, il tesoriere di Cleopat-Perina, che dopo essere fuggito dall'Egitto si è trasferito a Roma dove ha aperto una locanda e ha cambiato nome in Petronius Paperonius.
I Barbari raggiungono prima la città di Napoli dove si alleano con Amelya, la sibilla vesuviana, poi si recano nell'Urbe per cercare di impossessarsi del favoloso tesoro che Petronius Paperonius custodisce gelosamente in cantina. Sfortunatamente il loro piano, per quanto ben congegnato, fallisce e i Barbari decidono di recarsi in Iberia, terra di facile conquista.
Caratteristiche
I Barbari della Beozia sono un numero indeterminato di criminali identici (nella storia se ne distinguono tre, più il Patriarca), probabilmente fratelli, e fisicamente indistinguibili dai Bassotti, anche per quanto riguarda le tipiche mascherine sugli occhi. Essi sono accompagnati dal loro cane di compagnia Ottofürotto, che è chiaramente ispirato a Ottoperotto.
Essi indossano delle casacche rosse e dei pantaloni blu, inoltre portano delle cinghie di cuoio sul petto, mentre il loro capo ha un mantello di colore verde scuro. Sulla testa hanno il classico elmo a due corna, tipico dei barbari e sono armati di corte spade romane. L'aspetto di questi personaggi si rifà allo stereotipo del tipico guerriero barbaro germanico, benché essi provengano dichiaratamente dalla Beozia, regione centrale della Grecia, governata dalla città di Tebe[1], e quindi teoricamente il loro aspetto avrebbe dovuto piuttosto ricordare quello dei greci antichi.
Sulle tuniche hanno un cartellino con la sigla B.B. e un numero di riconoscimento, dall'1 al 4 in cifre arabe, benché queste fossero sconosciute all'epoca della vicenda. Il loro carattere non è definito, se non per una generica propensione al crimine e per una certa stupidità, infatti Amelya continua a servirsi dell'aggettivo beota per creare doppi sensi che si riferiscano alle loro origini e alla loro poca intelligenza, anche se quest'ultimo significato non viene mai colto.
Il Nonno
Al pari dei Beduini del Basso Nilo, altri personaggi della saga ispirati ai Bassotti hanno un capo riconosciuto, noto come Nonno, ispirato al personaggio di Nonno Bassotto, tanto che viene raffigurato con la pipa in bocca.
Il numero di riconoscimento che lo contraddistingue è il 10 scritto in cifre romane.
Curiosità
- Come avviene per tutti i gruppi di criminali ispirati ai Bassotti nella stessa saga, la denominazione generica con cui sono noti permette l'uso della sigla "B.B." (proprio come Banda Bassotti).
Note