Storia della letteratura italiana/Giambattista Felice Zappi

Storia della letteratura italiana

Giambattista Felice Zappi è stato uno dei maggiori arcadi della prima fase della storia dell'Accademia. Imolese, avvocato, ebbe una notevole fama e tenne un rinomato salotto letterario insieme alla moglie.

La vita

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Giambattista Felice Zappi ritratto in un'incisione sul frontespizio del volume delle Rime pubblicato attorno al 1820

Studia nella città natale e poi a Bologna, al Collegio Montalto, dove all'età di soli tredici anni si laurea in legge con Giuseppe Ulisse Gozzadini, vescovo di Imola e futuro cardinale.[1] Nel 1687 si trasferisce a Roma, dove intraprende una fortunata carriera forense, frequentando nel contempo i salotti mondani e letterari. È inoltre nominato dal papa Innocenzo XII Assessore del Tribunale dell'Agricoltura e Fiscale del Tribunale delle Strade. La sua vera passione è però la poesia. A Roma aderisce dapprima all'Accademia degli Infecondi e infine all'Accademia dell'Arcadia, di cui, con il nome di Tirsi Leucasio, è uno dei fondatori.

Nel 1705, su proposta del papa Clemente XI, sposa Faustina Maratti, figlia del pittore Carlo Maratta, donna molto colta e anch'essa poetessa, accolta in Arcadia con il nome di Aglauro Cidonia.[2] Faustina Maratti aveva subito pochi anni prima un tentato ratto da parte del giovane duca Giangiorgio Sforza Cesarini, signore di Genzano, la località dei Castelli Romani in cui risiedeva il padre. Il matrimonio è molto felice, e la loro casa diventa centro di frequentatissime riunioni letterarie. Zappi muore all'età di soli cinquantadue anni verosimilmente in seguito a un attacco di malaria. È sepolto, come peraltro il suocero, nella basilica di Santa Maria degli Angeli in Roma.

Le Rime e le altre opere

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Nel 1723 fu pubblicata una raccolta di Rime che comprendeva anche componimenti della moglie (Rime di Giovanni Battista Felice Zappi e di Faustina Maratti, sua consorte, aggiuntevi altre poesie de' più celebri dell'Arcadia di Roma). La raccolta ebbe varie edizioni.

Le canzoni encomiastiche, decisamente ampollose, tradiscono le origini barocche dello Zappi, il quale riesce meglio nelle poesie amorose, sonetti anacreontici eleganti e misurati, che ne fanno uno dei maggiori esponenti del gusto miniaturistico e melodrammatico del Settecento]]. Su di lui è passata tuttavia in proverbio la feroce e ingiusta stroncatura di Giuseppe Baretti, che definì "inzuccheratissimo" il poeta, e "smascolinati sonettini" le sue composizioni amorose. In realtà, fra le opere dello Zappi, non mancano le poesie "eleganti e non stucchevoli"[3].

Altri progetti

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  1. La biografia di Giambattista Zappi è tratta dalla Prefazione dell'abate Giovanni Battista Catena (1680-1752) alle [http://www.google.it/books?id=0ZdgFSvaLEUC&pg=PR7&dq=Felice+Zappi+Gozzadini Rime dell'avvocato Gio. Batt. Felice Zappi e di Faustina Maratti, sua consorte, sulla XV edizione veneta espurgata ed accresciuta d'altre rime de' più celebri Arcadi di Roma, pp. VII-XI, Napoli, 1833.
  2. Giovanni Battista Corniani, http://www.google.it/books?id=Rh4tAAAAMAAJ&pg=RA1-PA190&dq=avvocato+zappi+maratti I secoli della letteratura italiana dopo il suo Risorgimento, colle aggiunte di Camillo Ugoni e Stefano Ticozzi] e continuato sino a questi ultimi giorni per cura di F. Predari, pp. 188-191, Torino: Pomba, poi Torino: UTET, 1854-1856.
  3. Francesco Flora, RIME degli Zappi in Dizionario Bompiani delle Opere e dei Personaggi di tutti i tempi e di tutte le letterature, Milano: Bompiani, 2005, ISSN 1825-78870.

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