Alan García Pérez

politico peruviano

Alan Gabriel Ludwig García Pérez (Lima, 23 maggio 1949Lima, 17 aprile 2019) è stato un politico peruviano.

Alan García Pérez

Presidente del Perù
Durata mandato28 luglio 2006 –
28 luglio 2011
Vice presidenteLuis Giampietri Rojas
Lourdes Mendoza del Solar
Capo del governoJorge Del Castillo
Yehude Simon
Javier Velásquez
José Antonio Chang
Rosario Fernández
PredecessoreAlejandro Toledo
SuccessoreOllanta Humala

Durata mandato28 luglio 1985 –
28 luglio 1990
Vice presidenteLuis Alva Castro
Armando Villanueva
Luis Alberto Sánchez
Capo del governoLuis Alva Castro
Armando Villanueva
Luis Alberto Sánchez
Guillermo Larco Cox
PredecessoreFernando Belaúnde Terry
SuccessoreAlberto Fujimori

Presidente dell'Alleanza Popolare Rivoluzionaria Americana
Durata mandato15 luglio 1985 –
23 dicembre 1988
Predecessorecarica istituita
Successorecarica abolita

Durata mandato7 giugno 2004 –
17 aprile 2019
Predecessorecarica istituita
Successorecarica vacante, César Trelles Lara eletto nell'ottobre 2019

Segretario generale dell'Alleanza Popolare Rivoluzionaria Americana
Durata mandato9 ottobre 1982 –
15 luglio 1985
PredecessoreFernando León de Vivero
SuccessoreArmando Villanueva

Dati generali
Partito politicoAlleanza Popolare Rivoluzionaria Americana
FirmaFirma di Alan García Pérez

Biografia

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Durante la sua carriera politica, è stato l'unico membro dell'Alleanza Popolare Rivoluzionaria Americana, ad aver mai raggiunto la massima carica dello stato.

A seguito della vittoria delle elezioni è divenuto Presidente della Repubblica del Perù dal 28 luglio 1985 al 28 luglio 1990.

Durante il suo mandato ha attuato una disastrosa politica macroeconomica, con un isolamento internazionale che ha portato l'inflazione al 7.650% nel 1990 e aumentando la percentuale di peruviani che vivevano sotto la soglia di povertà dal 42 al 55%.

Nel 1992, a seguito del colpo di stato di Alberto Fujimori, ha lasciato il paese ed ha vissuto in esilio in Colombia e Francia.

Ha corso nuovamente per la presidenza nel 2001, ma è stato sconfitto al ballottaggio da Alejandro Toledo.

È stato rieletto Presidente, dopo aver vinto il ballottaggio contro il candidato dell'Unione per il Perù Ollanta Humala, alle controverse[1] elezioni generali in Perù del 2006. Nonostante la sua reputazione fosse ancora pessima dopo la sua presidenza degli anni '80, molti peruviani hanno dichiarato di averlo scelto come "minore dei due mali" rispetto all'altro candidato, esplicitamente sostenuto da Hugo Chávez. Il secondo mandato è durato dal 28 luglio 2006 al 6 giugno 2011.

Nel 2006 ha presentato una proposta di legge per reintrodurre la pena di morte, proposta archiviata dal Parlamento peruviano l'anno successivo.[2]

È stato sotto inchiesta per il ruolo avuto nel periodo del terrorismo senderista, ma le leggi peruviane non hanno permesso il processo finché ha ricoperto la carica di Presidente della Repubblica.

Il 17 aprile 2019 si è suicidato all'età di 69 anni sparandosi un colpo di pistola alla tempia nella sua abitazione di Lima, dopo la notifica del suo arresto in relazione allo scandalo Odebrecht (la più grande compagnia di costruzioni di Brasile e America Latina). Ricoverato in gravi condizioni presso l'ospedale Casimiro Ulloa della capitale, è morto poche ore dopo a causa della gravità delle ferite riportate.[3][4]

Lo scandalo corruttivo Odebrecht ha portato all'arresto di tutti i presidenti peruviani che sono stati in carica dopo il 2000: quindi anche Toledo, Humala e Pedro Pablo Kuczynski.

Onorificenze

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Onorificenze peruviane

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Onorificenze straniere

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  1. ^ Garcia Perez, Alan in "Lessico del XXI Secolo", su treccani.it. URL consultato il 17 aprile 2019 (archiviato dall'url originale il 18 aprile 2019).
  2. ^ Perù. Parlamento boccia pena di morte per terrorismo, su nessunotocchicaino.it. URL consultato il 24 giugno 2019.
  3. ^ Perù: ex presidente Alan Garcia muore dopo essersi sparato alla testa, su Agenzia Nova. URL consultato il 17 aprile 2019.
  4. ^ (EN) Tom Phillips Dan Collyns in Lima, Alan García: former Peru president dies after shooting himself before arrest, in The Guardian, 17 aprile 2019. URL consultato il 17 aprile 2019.
  5. ^ (ES) Bollettino Ufficiale di Stato, su boe.es. URL consultato il 30 agosto 2020 (archiviato dall'url originale il 2 settembre 2018).

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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