Area archeologica di Poggio Sommavilla

L'area archeologica di Poggio Sommavilla è un sito archeologico che si trova a Poggio Sommavilla frazione del comune di Collevecchio nella valle del Tevere.

Area archeologica di Poggio Sommavilla
Oinochoe a figure rosse, scena festante, danza di una Ninfa che suona il tamburello insieme ad un Satiro, tomba 48 necropoli di Poggio Sommavilla
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
ComuneCollevecchio

Epoca preistorica

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Reperti preistorici paleolitici di industria litica, Poggio Sommavilla-Grappignano, Valle del Tevere.[1][2][3]

L'entità morfologica del terrazzo fluviale di Poggio Sommavilla-Grappignano alla confluenza del Tevere e del Torrente Aia di fronte al Treja (paleotevere), geologicamente costituito da depositi ghiaioso sabbiosi, costituisce senza dubbio la zona che vanta la maggiore densità e i giacimenti più rilevanti della valle del Tevere a sud della confluenza con il Nera, durante la Preistoria nel periodo paleolitico. La rilevanza delle risorse naturali dell'area, che coniuga estesi pianori coltivi con abbondanza di risorse idriche identificabili con la presenza di due corsi d'acqua di rilevante portata come il Tevere e L'Aia di fronte al fiume Treja (Paleotevere), oltre che con i fossi di Colle Rosetta e di Grappignano, ha certamente inciso in modo determinante sulle scelte dell'habitat in epoca preistorica. I giacimenti del periodo Paleolitico, con stratificazione in tutte e tre fasi del periodo, individuati nelle località di Grappignano e di Colli Oti a Poggio Sommavilla i giacimenti di industria litica, si possono considerare un unico ambito insediativo.[4] Ai Colli Oti di Poggio Sommavilla è attestata un'area di industria litica, cronologicamente rappresentante tutte le fasi del Paleolitico, localizzata prevalentemente sul pianoro di sommità dell'altura più occidentale dei Colli Oti, con una superficie stimata di ca. mq 1000. Si rinvengono sul terreno strumenti litici finiti, molti dei quali classificabili come raschiatoi, punte di lancia, frecce, matrici di lavorazione, nonché schegge di scarti di lavorazione.[5] Strumenti litici e schegge di lavorazione relativi al paleolitico medio sono stati rinvenuti in un'area di ca. 100  di estensione localizzata alle pendici meridionale del colle su cui sorge attualmente il centro storico di Poggio Sommavilla, sul fondo di proprietà Moreschi, che si estende lungo l'attuale via La Valle.[6][7]

Età del bronzo

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Nell'età del bronzo si intensificano insediamenti di cultura protovillanoviana[8] nei costoni in località "i Grotti", ritrovamenti di aree necropolari sono attestati nella proprietà Moreschi all'incrocio di via La Valle con via S. Antonio, e nei pianori sopra la fascia che sovrasta i terrazzi fluviali della valle del Tevere, si consolida una costante attività di scambio con le popolazioni dell'opposta sponda con il guadi del fiume Tevere a Campo Rampone e alla zona di confluenza del Torrente Aia opposto al Treja con il Tevere.[9][10][11][12]

Età del ferro

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Nell'età del ferro si insediano nuclei sparsi di capanne intervallate ad ampi spazi destinati alla coltivazione, nei pianori dei terrazzi fluviali che sovrastavano la valle del torrente Aia e quella del Tevere formando un triangolo abitativo con le zone di Grappignano Ponte del Peccato e i Colli Oti a Poggio Sommavilla. Inizia la fase proto arcaica del centro che si svilupperà a Poggio Sommavilla[13][14]

Età arcaica orientalizzante ellenistica

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Il completo silenzio delle fonti classiche sul centro di Poggio Sommavilla, del quale non conosciamo neppure il nome originario, è un dato che di certo osta con la ricostruzione storica esaustiva di questo territorio, e che parallelamente ne rende difficile una lettura interpretativa sulle modalità della genesi. È possibile ipotizzare, sulla base della sola cultura materiale, uno stretto rapporto di collegamento e di scambi con Veio, che esercita nel periodo arcaico una funzione egemone sui traffici della valle del Tevere[15] e l'area falisco-capenate.

Abitato arcaico (acropoli)

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Resti delle strutture murarie dell'abitato arcaico di Poggio Sommavilla, terrazzi fluviali del Tevere, Archivio SBALazio Etruria meridionale.[16]

Il centro arcaico di Poggio Sommavilla si sviluppava sui terrazzi fluviali del Tevere. L'abitato principale si ipotizza comprendesse un'area di circa 30 ettari, pressappoco nella quale insiste l'insediamento moderno che secondo gli studi dei dati raccolti ebbe vita e sviluppo quanto meno dall'età preistorica fino all'età ellenistica, verosimilmente fino all'epoca della distruzione da parte dell'esercito romano guidato dal tribuno consolare Marco Furio Camillo di Veio, Capena e di Falerii Veteres, città con le quali ebbe intensa continuità di rapporti nel corso della sua storia culturale.[17]

 
Carta archeologica del centro arcaico di Poggio Sommavilla, Flaminia Verga

L'avvento del periodo orientalizzante, nell'ultimo quarto dell'VII sec a.C., coincide per l'abitato con l'adozione di un modello urbano come conseguenza di un processo di organizzazione socio-economica sollecitato dal contatto con il mondo etrusco. Dal punto di vista logistico l'insediamento di Poggio Sommavilla sulle sommità dei pianori ricopre un ruolo di controllo strategico del corso del Tevere in un tratto di particolare importanza perché interessato dal collegamento con Falerii Veteres e con l'area Capenate.[15]

Necropoli

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La necropoli venne indagata in tre periodi differenti a partire dal 1836, sebbene si fosse già a conoscenza della presenza di resti antichi.[18] Le ultime campagne di scavo, condotte tra il 1983 e il 1986 dalla Soprintendenza archeologica del Lazio e dell'Etruria meridionale, hanno consentito il recupero di 48 tombe di tipo a fossa, a camera, a fossa con dromos e a incastro. Il numero rilevante delle sepolture, oltre che la presenza della tipologia architettonica della tomba a camera, individuano un'organizzazione urbana già evolutasi secondo gli schemi culturali delle coeve società falische, etrusche, capenate e latine del periodo orientalizzante.[19] Gli scavi della Necropoli furono intrapresi a marzo del 1837 in seguito alle scoperte fortuite di tre tombe avvenute da febbraio a dicembre dell'anno precedente presso i terreni della famiglia Piacentini e terminati nel 1839. Le esplorazioni furono condotte da Benedetto Piacentini in società con l'imprenditore di scavi archeologici Melchiade Fossati.[20] Molti materiali rinvenuti nei sepolcreti sono stati trafugati e venduti, oggi si trovano in tutto il mondo. La descrizione dello scavo nella proprietà Ara dei Gelsi, contiene una puntuale descrizione della zona interessata e l'ipotesi dell'ubicazione dell'insediamento sulla cima del colle occupata dal borgo di Poggio Sommavilla.[21]

 
Tomba 14, necropoli di Poggio Sommavilla, Columen centrale, Mutuli e Cantherii scolpiti a formare il tetto displuviato decorato, chiusura con tegole poste a incastro, fondo Stallone, Archivio SBALazio Etruria meridionale.[16]

Una seconda relazione del Fossati[22] contiene annotazioni sulla topografia interna della necropoli; la descrizione dei materiali recuperati, oggi in parte dispersi e in parte reidentificati in musei stranieri, si trova in Fossati 1838.[23] A maggio del 1896 riprendono gli scavi dopo una nuova scoperta casuale di una tomba a camera in località Grotti avvenuta l'anno precedente[20]. Le esplorazioni nei terreni della famiglia Piacentini, affidate a Fausto Benedetti, consentono di rintracciare numerose tombe a camera, delle quali solo cinque e con diversi errori, furono presentate in Pasqui 1896.[24] Molti reperti trovati dal Benedetti sono stati venduti dallo stesso e si trovano in molte parti del mondo. È proprio in questi scavi che è venuta alla luce la nota fiaschetta con iscrizioni conservata al Museum of Fine Art di Boston. Disegni di alcuni ipogei messi in luce in quello stesso intervento sono pubblicati in Martelli 1977.[25] In base ai vecchi dati catastali si nota che la dizione "i Grotti" comprende sia l'odierno sito Casale Tosti sia la contigua proprietà fondo Scucchia, ed è in questa zona che gli scavi ripresero nel 1980 nell'ambito della ricerca del Centro Studi per l'archeologia etrusco italica, dal 1983 la Soprintendenza Archeologica del Lazio e dell'Etruria meridionale ha intrapreso un corso di scavi regolari sulla collina più orientale interessata dagli scavi del Fossati, oggi fondo Stallone.[26][27] Ancora oggi aree necropolari dei terrazzi fluviali relative al centro arcaico di Poggio Sommavilla non sono state soggette a scavi archeologici e rimangono ancora in gran parte inediti i risultati degli scavi più recenti.

Viabilità antica

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Poggio Sommavilla arcaica e i possibili passi del Tevere, (Quaderni di archeologia etrusco italica) Stefania Q. Gigli

La viabilità antica è caratterizzata dall'assetto viario connesso in modo diretto con l'ambiente falisco-etrusco-capenate attraverso la valle del Tevere accogliendo l'ipotesi che l'area abitata acropolare del pagus sorgesse sullo stesso terrazzo fluviale oggi occupato da quello moderno, la sua posizione apparirebbe leggermente arretrata rispetto al fiume. La strada che ancora oggi scende diretta a sud al Tevere a Campo Rampone segue la direttrice più corta e agevole per il fiume e induce ad ipotizzare un approdo al suo sbocco, e il ricongiungimento con la viabilità oltretevere attraverso un ponte di connessione alla zona di Monte Ramiano dove era presente un abitato arcaico, a Coste di Manone[28] dove è attestata una necropoli[29] e in località Brecceto dove è stata trovata un'iscrizione arcaica con dedica a una divinità, dal quale si può ipotizzare l'intersezione con la viabilità Tiberina[30][31] e del Soratte dove si trovava il centro del culto di Soranus[32]. Nell'area di Campo Rampone sono presenti resti di basolati e frammenti fittili, ceramica tegole arcaiche, materiali in bucchero, e materiale di epoca romano imperiale connessi all'area portuale. Le comunicazioni con Falerii Veteres e l'Etruria meridionale interna appaiono invece aperte poco a monte della foce del torrente L'Aia e dalla valle del Treja attraverso la sella di via del sacramento, contigua all'area archeologica di Grappignano.[33] La posizione geografica di Poggio Sommavilla posta sulle direttrici che sfruttano i corsi d'acqua legati al Tevere e i tratturi di origine preistorica aperti e battuti per la transumanza, collegavano il centro arcaico in un flusso di scambi culturali commerciali, dall'area tirrenica all'area adriatica. Oltre che nell'affine cultura falisco-capenate, la diffusione degli oggetti materiali ritrovati è stata riscontrata nell'area Etrusca di Chiusi, l'Alto Fiora, il distretto Vulcente Orvietano e attraverso la valle del Nera e la conca Velina nell'area Osco-Sannita-Sabellica-Sabina, sino all'area medio-adriatica picena.

Età romana repubblicana

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Durante il periodo romano repubblicano, il centro arcaico di Poggio Sommavilla rimase attivo, verosimilmente, fino all'epoca della distruzione, da parte dell'esercito romano guidato dal tribuno consolare Marco Furio Camillo, di Veio, Capena e di Falerii Veteres, città con le quali ebbe intensa continuità di rapporti nel corso della sua storia culturale[17]. In questo periodo si genera una nuova organizzazione sociale ed urbana del territorio. Nelle parti più alte nascono strutture abitative più complesse, le villae, residenze estive dei patrizi, con abitazioni organizzate all'attività produttiva pars rustica che comprendeva un fondo generalmente in relazione agli schiavi posseduti. La distribuzione delle terre meno fertili veniva assegnata alla popolazione locale. Nella Valle del torrente Aia, in località fontanile Madonna del Piano, dove sono visibili i resti della costruzione a Torre romana[22][34][35][36], si suppone sia stato parte di un insediamento a pianta militare romana poi trasformato in un Foro romano[37] dopo la distruzione del centro arcaico di Poggio Sommavilla.

Età romana imperiale

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In epoca romana imperiale, nella seconda metà del I sec d.C. l'area fu assoggettata al municipio romano di Forum Novum assegnato alla tribù Crustumina, regio IV Samnium et Sabina, che cessa la propria funzione nella media età imperiale nel III d.C. Ipotesi indicano il nome "Novum" in relazione al Foro romano di età repubblicana sorto dopo la distruzione da parte dei romani del centro arcaico di Poggio Sommavilla.[38] L'area si presume venne accorpata tra il 365 e il 399 d.C. circa, alla provincia romana Flaminia et Valeria della Dioecesis Italiciana imperiale suburbicaria. Nel 420 nella provincia Valeria della Prefettura del pretorio diocesi d'Italia romana imperiale.[39] Singolare è l'assetto catastale romano che accomuna ancora in età alto medioevale l'agro foronovano all'agro falisco[40] direttamente collegato attraverso la valle del torrente Aia con l'asse viario della via Tiberina e del Treja alla Flaminia.[41]

Reperti archeologici

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  • Tomba I, Calice con coperchio da decorazione graffita di un Cavallo, Alabastron a fondo piatto con fregio di cani in corsa, Aryballos con sfingi e cigni (perduti) ceramica etrusco-corinzia VI sec. a.C. rinvenuti nella tomba ad un solo loculo nel 1896, si trovano Museo Archeologico di Firenze.
 
Necropoli di Poggio Sommavilla, Corredo Tomba II, scavi del 1896
  • Tomba II, Balsamario a forma di cinghiale 136 ceramica etrusco corinzia, Aryballos globulare 135, scavi 1896, Olletta in bucchero con fregio ad aironi VI sec a.C. scavi del 1896, Oinochoe in bucchero con testa femminile fiancheggiata da due serpenti VI sec a.C. Calice 133 in bucchero, Onochoe 141 in bucchero, piattelli in bucchero 139-140, Pezzi adespoti in bucchero; Oinochoe 160, Olpe 164, Kantharoi 161-163 buccheri della prima metà-seconda metà del IV a.C. manufatti con analogie riscontrabili a Vulci, Orvieto, Poggio Buco, Chiusi e alla necropoli della Acciaierie di Terni. Anfora decorata con impressioni a cerchielli punzonati e fregi impressi con cilindretti di produzione artigiana locale, scavi del 1896, Firenze Museo Archeologico. Kylix due, e un certo numero di vasi Attici inseribili nel Leafless Group: Anfora a f.n. colla rappresentazione d'Ercole Musagete, che suona la lira innanzi a Giove,[42] Berlino 1857 VI sec a.C. Pittore di Londra B 228. Kylix a figure rosse, recante medaglione una figura di Nero armato conservata al Louvre VI sec a.C. Kylix, ceramica a figure rosse, Pantera Leopardo, 525-475 a.c necropoli di Poggio Sommavilla, musee du Louvre.[43] Kylix a figure rosse, firmata dal vasaio Hieron riferibile alla prima attività di Makron 490 a.C. conservata al Fitzwilliam Museum di Cambridge.[44]
 
Fiaschetta pendaglio amuleto VII sec A.c iscrizione Poggio Sommavilla tomba III lato B
  • Tomba III, Fiaschetta pendaglio amuleto in impasto bruno VII sec a.C. di Poggio Sommavilla con iscrizione affine all'area falisco-veiente, sigma a quattro tratti, forma dell'ypsilon (Mauro Cristofani)[45], appartenuta ad una donna, conservata dal 1901 nel Museum of Fine Art Boston venduta da Fausto Benedetti.[46]. Vasi delle officine ceramiche tipiche della zona Poggio Sommavilla, Magliano - Otricoli, grandi olle d'impasto bruno lucidato a stecca con il corpo scandito da cordoni plastici, calici a corolla e anforette a corpo ovoide su piede a tromba con decorazione a cilindretto sulla spalla d'impasto, scavi del Pasqui vendute al Museo Nazionale di Copenaghen.[47]. Vasi di impasto del corredo funerario, due Oplai, due Ollette, due Karchesia con cavalli, due Karchesia con triangoli decorati con tecnica a incavo. Coppia di Fuseruole che qualificano la deposizione come femminile. La tecnica graffita affinità ductus in entrambi i vasi è riconducibile allo stesso artigiano, la figura del Cavallo dominante nel territorio falisco ricorre a Poggio Sommavilla.
  • Tomba IV, Piattelli Genucilia, due, con testa femminile del gruppo Falisco, forse oggi negli Stati Uniti.[48]. Cratere a colonna a figure Rosse, scena con musicisti di cetra lira necropoli di Poggio Sommavilla, Harvard Art Museums[49][50], venduto da Fausto Benedetti da Roma a Joseph Clark Hoppin nel 1897 proveniente dalla tomba 4 grotta 5, insieme a un certo numero di vasi, bronzi, perline e altri oggetti non decorati, ceduto poi nel 1925 al Fogg Art Museum.
  • Tomba V, Crateri a calice ceramica a figure rosse del V sec a.C. opere eponime del pittore detto appunto di Sommavilla[51] venduti nel 1841 dal Fossati al Museo delle Antichità di Parma. Deposizioni di epoca arcaica e epoca ellenistica. La tomba V Pasqui (IV Benedetti)[52], in località I Grotti, con tre deposizioni, ha restituito anche il Thymiaterion n.256 falisco associato a un loculo, con oggetti di ornamento personali, anellino d'argento e collana di grani di pasta vitrea, un'anforetta in pasta vitrea e una coppa di ceramica a vernice nera, uno specchio frammentario con manico desinente a testa equina.[53]
 
Kantharos con Cavallo stilizzato inciso su ceramica a impasto bruno, scavi del 1896 necropoli di Poggio Sommavilla, Museo Nazionale di Danimarca
  • Tomaba VII, Ipogeo a camera quadrata a tre loculi con pilastro centrale, con blocchi squadrati lapidei di chiusura. deposizione in loculi parietali note nel periodo arcaico a Capena, Narce, a Vignanello trova analogie nella deposizione in cassa lignea.[54] Documenti grafici, Archivio della Sopraintendenza delle Antichità di Firenze Anno 1909, fascicolo A/31.
  • Gruppo di Tombe scavate nel 1896 da F. Benedetti, reperti venduti al Museo Nazionale di Danimarca: Kantharos con Cavallo stilizzato inciso su ceramica a impasto bruno.[55][56]
  • Tomba 14, Soffitto decorato a doppio spiovente con columen centrale, travi perpendicolari, Mutuli e Cantherii scolpiti a formare il tetto displuviato chiusura con tegole poste a incastro. La tipologia di tomba a soffitto decorata si riallaccia all'architettura funeraria di Ceare Cerveteri, e all'area falisco-capenate, si trova nel fondo Stallone.
  • Tomba 16, Tomba 20, Tomba 36, Semi colonna o unica colonna con funzione statica del tetto, chiusura con tegole poste ad incastro di tipologia architettonica affine all'area falisco-etrusco-capenate, fondo Stallone VII a.C. riutilizzo IV & II a.C.[57]
  • Tomba 27, del tipo a fossa VII VI a.C. Alabastron, ceramica etrusco corinzia, cani in corsa, necropoli di Poggio Sommavilla.[58]
  • Tomba 43, Kylix del tipo ad occhioni con decorazione a vernice nera, conservata al Museo civico di Rieti.[59]
  • Tomba 32, Kylix, ceramica a figure rosse 370 a.C. tomba 32, necropoli di Poggio Sommavilla[58]. Cratere a colonnette, ceramica a figure rosse, danze di satiri 375-350 a.c tomba 32, necropoli di Poggio Sommavilla, SBALazio etruria meridionale.
  • Tomba 39, Kilyx, ceramica a figure rosse 480 a.C. tomba 39, necropoli di Poggio Sommavilla[58]
  • Tomba 48, Oinochoe a figure rosse, scena festante, danza di una figura femminile che suona il tamburello insieme a una figura maschile nuda, Museo archeologico di Villa Giulia, Roma. Oinochoe a impasto grigio, con decorazioni equine VI sec. a.C. Museo civico di Rieti[59]. Spada con fodero in ferro, VI sec. a.C.
  • Stammos Falisco di soggetto dionistico 2953 IV a.C. Il Kylix con Scilla IV a.C. conservato a Bonn.
  • Scudi orientalizzanti e placche da cinturone capenati, materiali più antichi e caratteristici trovati a Poggio Sommavilla.[60]
  • Cratere a figure rosse rappresentazione del Pittore di Sommavilla, scena che descrive un'evocazione festosa affrettarsi verso il simposio, di una figura femminile con satiro che suona la cetra, Dioniso, un mulo sbrigliato e satiro con vaso per mescere il vino, ancora vuoto.[61][62]
  • Pelike a figure rosse con figure femminili che osservano un melogranato, attribuita al pittore di Sommavilla V a.C.[63]
  • In una tomba del VII a.C. è stato trovato un corredo vascolare e ornamenti personali di una donna insieme ai corpi dei suoi cinque cani, necropoli di Poggio Sommavilla, Collina dei Celsi fondo Stallone. (Jacopo de grossi Mazzorin, Claudia Minniti, Archeozologia)[64][65]
  • Kylix del corteggiamento erotico (?) giovani drappeggiati con le borse, donne, con ghirlanda e rametto; , donna che abbraccia uomo coperto con bastone, sgabello, lekythos sospeso; CAVI-Soggetto: int.: donna che abbraccia un maschio; sedia. a-b giovani e donne; Iscrizioni CAVI: sull'area riservata di una maniglia, in bg, dip.: h ιερον εποιεσεν.[66]
  • Corredi funerari della necropoli di Poggio Sommavilla sono esposti al Museo della Ceramica di Sermoneta[67]
  • Disegno della decorazione di un Cratere ceramica a figure rosse 380-360 a.C. Sole sorge tra sei satiri, necropoli di Poggio Sommavilla, Museo archeologico di Parma.
  • Cratere a calice ceramica a figure rosse, raffigurante dio Helios tra i raggi solari, dramma satiresco non identificato, stile eclettico attribuito al ceramografo detto Pittore di Sommavilla V A.c. rinvenuto a Poggio Sommavilla da Melchiade Fossati, venduto nel 1841 all'allora direttore del Museo di Parma Michele Lopez, Museo archeologico di Parma.[68][69]
  • Un piatto con presine in stile lineare e un'olpe del gruppo degli archetti intrecciati ceramica etrusco-corinzia, provenienti da Cerveteri
  • Abitato arcaico, due resti di Strutture di tufo, tegole wikander I di impasto bruno decorate, olle stammoidi a impasto rosso, calici su piede in bucchero, ciotole di argilla decorata, Pesi da telaio con foro passante in argilla, Peso rettangolare con decorazione di sei impressioni a crudo di forma ellissoidale con motivo floreale a sette petali divise da un registro orizzontale, analogo a un ritrovamento nell'abitato di Tarquinia, sul fondo di calpestio i frammenti risultano vistose tracce di bruciato sulla superficie, scavo 1993, fondo Moiani, Soprintendenza Archeologica del Lazio e dell'Etruria meridionale.[70]
  • Abitato arcaico, Resti strutturali di Fondi di Capanne, età del ferro-orientalizzante a forma sub-circolare, analoghi ai centri falisci e dell'etruria meridionale, Coppi a impasto rosso wikander I II, scavi '80 '90 2000, fondi Pinardi, Casale Tosti-Ara dei Celsi, Soprintendenza Archeologica del Lazio e dell'Etruria meridionale.[71] La struttura meglio leggibile è quella individuata dallo scavo effettuato in proprietà Moiani. Essenziali risultano in proposito anche le testimonianze di M.A. Firmani, V. Menicucci e C. Taizzani, presenti al momento dei rinvenimenti effettuati in seguito a scassi edilizi susseguitosi sul territorio nel corso degli anni '80, da ultimo, su l'intervento di scavo citato in[72]. Dai Manufatti e la documentazione dei fondi capannicoli 1-4-5 depositata presso il Museo Civico archeologico di Magliano Sabina, si può osservare la grande quantità di frammenti di ceramica a impasto bruno rispetto a quella di impasto rosso. Inoltre, dal fondo Pinardi provengono due coppi frammentati ad impasto rosso con numerosi inclusi di augite tipo Wikander I e III. b[73] compresa l'area del bocciodromo ex campo di calcio, Archivio Soprintendenza Archeologica del Lazio Etruria meridionale 6-4-1979. Il modello insediativo che appare delinearsi a Poggio Sommavilla nell'età del Ferro con nuclei capannicoli a breve distanza tra loro e aree necropolari sparse sembrerebbe strettamente collegato con il coevo quadro insediativo prodotto dall'abitato di Veio[74]
  • Quota 103, Abitato arcaico e area necropolare, Ciotole monoansate con orlo rientrante o sferico-ovoidale, doli del tipo a maniglia semicircolare.[75][76]
  • Area Portuale di Campo Rampone sono presenti resti di basolati e frammenti fittili, ceramica tegole arcaiche, materiali in bucchero, e materiale di epoca romano imperiale connessi.
  • Fornace del tratturo del sacramento di tipo d1 non ancora scavata appare il prefurnio con frammenti del piano forato, frammenti di laterizio non bollati[77][78] sul terreno intorno, scarti di cottura. Probabilmente la fornace doveva rientrare tipologicamente nella categoria 1d a pianta circolare, con corridoio centrale e piano forato sostenuto da una complessa e organica struttura muraria formata da una successione di archi intervallati ad intercapedini e da una serie di muretti ortogonali all'asse centrale della classificazione formulata da Cuomo[79] A breve distanza della fornace su una scarpata prospiciente il torrente Aia è stata individuata la cava di argilla.[80][81]
  • Area del pozzo votivo del Ponte del Peccato, oggetti votivi[82][83], frammento di colore rossiccio relativo ad un oggetto votivo, due tessere di arenaria e selce di piccole dimensioni, quella in selce quasi integra, terracotta depurata. Frammenti fittili, orlo frammentario di piccola olla, orlo di dolio, parete di dolia con decorazione a didate di impasto bruno e rosso. Elementi architettonici 1 base angolare frammentaria di piccole dimensioni, in argilla giallina di piccole dimensioni.[84][85]
  • Colli Oti Bocciodromo Poggio Sommavilla, elementi architettonici di antefisse in argilla a tre scanalature, materiale ceramico di epoca arcaica bruno rossiccio, nuclei di malta e di coccio pesto di età romana imperiale, sigillata italica, sigillata chiara e numerosi strumenti litici finiti, punte di lancia, frecce, raschiatoi, del Paeleolitico medio[85][86]
  • Scudi in lamina bronzea di produzione Veiente[87]

Materiali al Museo Archeologico di Firenze

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  • Tomba I, VII a.C. scavi del Benedetti 1895[88][89] 129 Calice a corolla[90][91] 130 Coperchio con decorazione graffita[92][93] 131 Piatto etrusco corinzio[94][95][96] Oggetti votivi, resoconto di scavo[97]
  • Tomba II, VII a.C. a camera a pianta trapezoidale con un loculo su ciascuna parete ingresso ad ovest, preceduto da breve corsia.[98][99] 132 Olla stammoide d'impasto[100][101] 133 Calice in bucchero nero[101][102] 134 Olletta in bucchero nero[103][104] 135 Aryballos globulare etrusco-corinzio[104][105][106][107] 136 Balsamario Plastico etrusco-corinzio[104][108][109] 137 Oinocoe a becco in bucchero di foggia peculiare dipende da prototipi in lamina bronzea, per la forma si può ricordare una consimile brocca da Numana[110][111][112][113] 138 Anforetta in bucchero grigio[113][114][115] 139 - 140 Piattelli su piede di bucchero[113][116][117] 141 Oinochoe di bucchero grigio[113][118] 142 Kilix Attica a occhioni 500 a.c.[119][120][121] 143 Kylix attica a occhioni[121][122][123]
  • Tomba III, VII a.C. a camera di tipo trapezoidale con una deposizione in cassa lignea, fu rinvenuta ai piedi dell'altura leggermente franata[124][125] 144 Anfora di bucchero grigio con decorazione a cilindretto, cerchielli trattini e fregi zoomofi quadrupedi equini, peculiarità di produzione sommavillana[126][127][128][129] 145 Askos ad Anello, presenta strette analogie di ordine tipologico e decorativo, spirale graffita ricorrente, con un Askos rinvenuto nella tomba LIV della necropoli di Contrada s. Martino a Capena[130][131][132][133] 146 Olla d'impasto con quattro anse, sembra ispirata ad esemplari di Poggio Buco, ma non ignota a Capena[133][134][135][136] 147 Olla a corpo globulare con protomi di grifo di tipo tubolare a becco aperto con motivi di palmetta a petali, assai diffusa nell'agro di Faleri Veteres[137], come quella rinvenuta a Trevignano[138][139][140] 148 Olla d'impasto, graffita come in uso su buccheri nel VII a.C. e decorata a tacche sulle nervature note a Capena[140][141][142] 149 Olla d'impasto buccheroide decorata ad archetti multilineari con protrome di uccello VII a.C.[143][144] 150 Coperchio calicetto d'impasto a piede troncoconico, bacino decorato a graffito ocra rossa da 6 elementi fitomorfi disposti a raggera, stringente è un confronto con un vaso Capenate della necropoli di s. Martino[145][146][147] 151 Piatto d'impasto con orlo decorato e graffito da una catena di archetti intrecciati, morfologia e motivi attestati a Capena[148][149][147] 152 Piatto su piede d'impasto decorazione graffita a zig-zag[147][150][151] 153 Olletta d'impasto bruno su piede a tromba a corpo globulare con decorazione graffita, riscontrata anche a Orvieto[152] e Chiusi[153][154][155] 154 Attingitoio d'impasto decorato con graffiti a temi floreali e fitomorfi, excisa una figura di airone[155][156] 155 Olletta biansata di impasto a corpo globulare decorata a excisione[155][157] 156 Coppa su alto piede con anse a corolla[158][159] 157 Pyxis[160] d'impasto bruno, con prese a linguetta attraversata da un foro pervio per la sospensione, esemplari affini sono stati rinvenuti a Tarquinia[161], a Civita Castellana Faleri Veteres[162] e a Mazzano con decorazione incisa[159] 158 Anfora in bucchero con fregio a cilindretto su piede a tromba a corpo ovoidale, decorazioni a fregio di quadrupedi equidi? alternati a segni ad uncino, protomi di uccelli? uguale al reperto 144 tomba III[163] 159 Coperchio calice in bucchero nero, sotto il piede serie di 7 doppi cerchielli impressi, concentrati ad un cerchiello centrale, all'esterno del bacino sequenza di 15 cerchielli doppi analoghi ai precedenti[164][165] 160 Oinochoe in bucchero nero a bocca trilobata VII a.C.[165][166][167] 161 - 162 -163 Kantharos in bucchero nero forma canonica su piede a tromba, i Kantharoi appartengono al c.d. tipo canonico datato tra il primo quarto del VI a.c.[168] al secondo quarto del VI a.c.[169][170] 164 Olpe di bucchero grigio privo di ornati, uno simile è stato rinvenuto nella tomba C[171] della necropoli capenate di monte Cornazzano[172][173][174] 165 Alabastron corinzio decorato da coppie di fascette a 10 fila di punti guttiformi[174][175] 166 Alabastron etrusco-corinzio vernice evanide, argilla giallina, decorata a fascette paonazze, decorazione comune etrusco-corinzia, datato tra il VII e VI a.C.[176][177][178][179] 167 Alabastron etrusco-corinzio a corpo ovoidale con tondello incavato al centro, decorato sul corpo con fregi di cani in corsa realizzati a macchia, intramezzati da bande brune con suddipinta una lista paonazza, esemplari identici sono pubblicati in The Tombs of Fosso Pietrisco and Valle Vesca[180] Blera [4][179][181][182]

Materiali al Museo Nazionale di Copenaghen

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Corredo tomba III necropoli di Poggio Sommavilla, scavi del 1896

Il Materiale proviene dalla tomba III. Al medesimo complesso appartengono la grande anfora n. 144 al Museo Archeologico di Firenze e una fiasca lenticolare con iscrizione, oggi perduta. Tomba a pianta trapezoidale con calatoia. Complesso piuttosto omogeneo. Gli aryballoi con decorazione a squame nn. 168 e 169 riportano ad una classe piuttosto nota, largamente attestata in molti centri dell'Etruria e del Lazio arcaico in complessi databili all'orientalizzante recente: esemplari simili sono presenti a Caere Cerveteri nella camera degli alari. Ricollegabili al Gruppo a Squame, databili tra il 630-610. Inseribili nel medesimo arco cronologico gli aryballoi con decorazione a giri di petali e a fasce orientalizzanti. Il notevole numero di impasti documentati riportano al repertorio tipico della produzione falisca, sia per le forme, sia per il modulo decorativo. Tipico elemento è il cavallo fantastico equide alato, con ali variamente disposte. Il corredo in questione è il più antico scoperto nella necropoli di Poggio Sommavilla. Può essere inquadrato cronologicamente all'ultimo trentennio del VII secolo A.c.[183]

  • 168 - 169 - 170 - 171- 172 Aryballos Pintiformi[184][185][186] Gli Aryballoi con decorazione a squame n. 168 e 169 riportano ad una classe piuttosto nota attestata in molti centri dell'Etruria e del Lazio arcaico in complessi databili al periodo orientalizzante recente: esemplari sono presenti a Caere Cerveteri nella camera degli alari. Ricollegabili al gruppo a Squame, databili tra il 630-610 a.c.[186] 173 Coppa d'impasto, sull'orlo due piccoli fori per la sospensione[187][188] 174 Olla d'impasto globulare a decorazione incisa teoria di cavalli fantastici contorni bianchi dagli animali si alza una grande ala, piegata ad angolo retto, forma di olla cui si ritrovano esemplari a Capena arcaica, ma soprattutto a Faleri Veteres Civita Castellana e Narce[188][189][190] 175 Olpe d'impasto a decorazione incisa sul corpo due grandi cavalli fantastici con grandi ali[188][191][192] 176 Olpe d'impasto forma e decorazione come la precedente[188][193][194] 177 Piatto su alto piede ad impasto marrone lucidato a stecca, decorazione incisa, i contorni del disegno di ocra rossa su bordo corona di palmette stilizzate[195][196][197] 178 Kotyle d'impasto bruno con decorazione di due cavalli alati gradienti a destra[197][198] 179 Kotyle d'impasto forma e decorazione simile al precedente[197][199][200] 180 Kotyle d'impasto bruno lucidato a stecca, decorazione incisa con una serie di punti sotto l'orlo, sotto a zig-zag a doppio margine, la produzione di Kotyle come anche il n. 178 - 179 è attestata comunemente prima della metà del VII a.c. a Caere Cerveteri in bucchero, ad impasto sono documentati a Veio e Narce[197][201][202] 181 Coperchio con presa a bottone, impasto bruno con decorazione incisa lungo il bordo con serie continua di angoli[203][204][205] 182 - 183 Ollette globulari d'impasto bruno lucidato a stecca, decorazione di due cavalli alati gradienti a destra. Come per la olla n. 174 il corpo del cavallo non ha più niente di naturalistico ma si dissolve in un puro elemento di decorazione[205][206][207] 184 - 185 Kantharos d'impasto bruno lucidato a stecca in superficie, corpo ad alte pareti con profilo concavo, base a calotta emisferica piede a disco; anse bifide, sopraelevate, sormontate da due protomi di ariete rese schematicamente, decorazione ad incavo sul corpo, cavallo alato, equide, gradiente a destra. Produzione falisca, caratteri tipici la terminazione plastica delle anse e la tecnica decorativa[205][208][209] 186 - 187 Kantharos ad impasto bruno lucidato a stecca, decorazione ad incavo, sul corpo alti triangoli con il vertice in alto[183][210][211]

Bestiario fantastico

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Dagli animali fantastici incisi nei reperti della necropoli del centro arcaico di Poggio Sommavilla, emergono analogie strettissime con i materiali di area capenate e falisca. Con questi condividono chiari contatti con la ceramica etrusca, quella geometrica – databile a una fase più antica – e la coeva etrusco-corinzia: elementi comuni appaiono sia nella scelta dei soggetti che nella resa dei fregi zoomorfi. La tomba 3 di Poggio Sommavilla ha rilasciato un corredo caratterizzato da unità di impianto decorativo e attribuibile a una sola officina Locale, prevalgono figure equiniformi, simili sono state ritrovate su olle nella necropoli del Giglio.[212]

 
9 animale alato, excisione su Olla composita, VI a.C. tomba II necropoli di Poggio Sommavilla, archivio Soprintendenza Archeologica del Lazio e dell'Etruria Meridionale
  • 1. chimera equina: muso cuoriforme, dorso segnato da doppio contorno campito con tratteggio obliquo nella porzione anteriore, con fila di puntini in quella posteriore, corpo con decorazione a rete sul quarto posteriore, coda desinente in protome equina. Tecnica: incisione Attestazioni: Poggio Sommavilla, scavi Benedetti, (olla)[213]
  • 2. equide alato, 2a: corpo assottigliato, un’ala sottile conformata a ricciolo sulla schiena. Tecnica: excisione Attestazioni: Poggio Sommavilla, scavi Benedetti, spor. (coperchio)[214] 2b: muso triangolare, dorso disegnato a contorno doppio e campito con segmenti obliqui, due piccole ali sulla schiena campite con linee tremule Tecnica: incisione Attestazioni: Poggio Sommavilla, scavi Benedetti, (coperchio)[215] 2c: corpo allungato, larghe ali conformate a uncino impostate sulla schiena e sul ventre, zampe segnate da speroni, coda piuttosto corta e lievemente ricurva Tecnica: excisione Attestazioni: Poggio Sommavilla, scavi Benedetti, (kantharoi ad alto collo)[216] 2d: corpo allungato, collo e cosce segnate da contorno doppio campito da segmenti obliqui, larghe ali conformate a uncino impostate sulla schiena, sul ventre e sulla zampa anteriore, campite con fasci di linee oblique o con linee a zig-zag, lunga coda diritta o leggermente ricurva). Tecnica: incisione Attestazioni: Poggio Sommavilla, scavi Benedetti, (olletta[217], kotyle, olpai[218]), Poggio Sommavilla, scavi Soprintendenza Archeologica del Lazio e dell'Etruria meridionale, sulla collina dei Gelsi (coperchio del calice a corolla e olla)
  • 3. equide con protome caprina: corpo allungato, collo e cosce segnate da contorno doppio campito da segmenti obliqui; ali disposte sulla schiena, sul ventre e sulle zampe anteriori; piccolo elemento ricurvo sulla fronte e talora una sorta di barbetta triangolare sotto il muso che rimandano alla pro-tome caprina; campiture a fasci di linee oblique e tremule; lunga coda diritta o leggermente ricurva. Tecnica: incisione Attestazioni: Poggio Sommavilla, scavi Benedetti, (kotylai[219], olpai[220])
  • 4. equide con caratteri felini: corpo equino allungato, collo e cosce segnate da contorno doppio campito da segmenti obliqui, ali disposte sulla schiena, sul ventre, sulle zampe anteriori, sul posteriore oltre alla lunga coda rettilinea equina, una seconda coda volta verso l’alto e desinente in ricciolo di aspetto felino. Tecnica: incisione Attestazioni: Poggio Sommavilla, scavi Benedetti, (olletta)[217]
  • 5. leone alato con caratteri equini: corpo snello, cosce campite con linee che seguono l’andamento del profilo, criniera segnata da linee tremule, ala a doppio contorno campito con segmenti obliqui, zoccoli equini, lunga coda in movimento Tecnica: incisione Attestazioni: Poggio Sommavilla, scavi Benedetti, sporadico (coperchio)[221]
  • 6. ippogrifo, 6a: protome con criniera equina, bocca grifoide, sul profilo anteriore doppio contorno campito con linea ondulata (o a zig-zag), profilo interno sottolineato da linea continua e serie di tacchette. Tecnica: incisione Attestazioni: Magliano S. necropoli del Giglio (olla)[222] 6b: orecchie equine, occhi prominenti, bocca grifoide con denti acuminati. Tecnica: plastica Attestazioni: Poggio Sommavilla, scavi Benedetti (olla a elementi compositi)[223]
  • 7. quadrupede con corpo presumibilmente equino e caratteri felini: corpo equiniforme, coda a freccia e artigli felini. Tecnica: excisione Attestazioni: Poggio Sommavilla, scavi Benedetti (frammenti di parete)[224]
  • 8. pesce/serpente con protome tauriforme: corpo con squame e pinnette laterali, testa taurina con occhi, orecchie e lingua. Tecnica: incisione Attestazioni: Poggio Sommavilla, scavi Benedetti, spor. (ansa a nastro)[225]
  • 9. animale alato non identificato, 9a: corpo affusolato, coda rettilinea, dorso e addome segnato da ali, quattro zampe. Tecnica: excisione Attestazioni: Poggio Sommavilla, scavi Soprintendenza Archeologica del Lazio e dell'Etruria meridionale, tomba sulla collina dei Gelsi (olla)[226] 9b: corpo affusolato, coda rettilinea, dorso e addome segnato da ali, due zampe. Tecnica: excisione Attestazioni: Poggio Sommavilla, scavi Soprintendenza Archeologica del Lazio e dell'Etruria meridionale, tomba sulla collina dei Gelsi (coperchio di olla).
 
Cratere a figure rosse con Sfinge solare V sec. a.C. tomba V necropoli di Poggio Sommavilla Museo Archeologico di Parma

Pittore di Sommavilla

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Ceramografo a cui vengono attribuite opere attiche a figure rosse in stile etrusco-falisco-"sommavillano" del V sec a.C. [5]

  • Due Crateri a figure rosse, ora al Museo Archeologico di Parma, cui si aggiungono due frammenti di uno skỳphos ed uno stàmnos a Firenze.[227]
  • Stamnos a figure rosse, attribuito al Pittore di Sommavilla, Museo civico archeologico Ligure di Genova, quartiere Pegli. [6]
  • Cratere a figure rosse rappresentazione del Pittore di Sommavilla, scena che descrive un'evocazione festosa affrettarsi verso il simposio, di una figura femminile e satiro che suona la cetra, Dioniso, un mulo sbrigliato e satiro con vaso per mescere il vino, ancora vuoto. Civico Museo di Archeologia ligure di Genova, Pegli. [7][62] Collezioni di Vulci, Beazley[228] [8]
  • Pelike a figure rosse con figure femminili che osservano un melogranato, attribuita al pittore di Sommavilla V a.C. Museo Etrusco "Caludio Faina" Orvieto [9]

Galleria d'immagini

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  1. ^ Museo Civico Archeologico di Magliano Sabina, su soi.cnr.it (archiviato dall'url originale il 29 agosto 2019).
  2. ^ Flaminia Verga, Ager Foronovanus I, Forma Italiae 44, pp. 50, 75, 77
  3. ^ Massimo Ernesto Santucci, archeologo paleontologo, locale, ha consegnato dopo ricognizioni archeologiche in loco, materiali paleoarcheologici e preistorici al Museo Civico Archeologico di Magliano Sabina
  4. ^ Flaminia Verga, Ager Foronovanus I, Forma Italiae 44, p. 77
  5. ^ Flaminia Verga, Ager Foronovanus I, Forma Italiae 44, p. 50
  6. ^ Flaminia Verga, Ager Foronovanus I Forma Italiae 44, pag 75
  7. ^ Museo Civico Archeologico di Magliano Sabina Preistoria (archiviato dall'url originale il 29 agosto 2019).
  8. ^ Museo civico archeologico di Magliano Sabina: primo piano, sala 1
  9. ^ D'Atri, 2002
  10. ^ Quilici Gili, 1986, pp. 75-76
  11. ^ Camilli Vitali Rosati, 1993, p. 406
  12. ^ Flaminia Verga, Ager Foronovanus I, Forma Italiae 44, p. 880
  13. ^ Petroni Di Gennaro 1986, pp193-200
  14. ^ Flaminia Verga, Ager Foronovanus I, Forma Italiae 44, p. 81
  15. ^ a b Flaminia Verga, Ager Foronovanus I, Forma Italiae 44, p. 30
  16. ^ a b c Home - Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per l'area metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo e l'Etruria meridionale, su sabap-rm-met.beniculturali.it.
  17. ^ a b Paola Santoro, Rilettura critica della necropoli di Poggio Sommavilla, Roma, 1977, p. 20
  18. ^ Melchiade Fossati, BullInst, 1837, p. 65.
  19. ^ Flaminia Verga, Ager Foronovanus, Forma Italia 44, p. 59
  20. ^ a b MATERAZZI 2022
  21. ^ Fossati, 1837, pp. 65-67
  22. ^ a b c Resti di marmo sono conservati nel giardino del caseggiato di fronte al fontanile opposto alla Strada Statale ex Lambruschina
  23. ^ Fossati, 1838, p. 71
  24. ^ Pasqui, 1896, p. 486
  25. ^ MARTELLI 1977 fig.1.2
  26. ^ ALVINO SANTORO, pp 93-98
  27. ^ Paola Santoro, Archeologia Classica, Poggio Sommavilla: note sull'insediamento arcaico (Vol. 43, Tomo Promo): MISCELLANEA ETRUSCA E ITALICA in onore di Massimo Pallottino (1991), pp. 349-362
  28. ^ [1]
  29. ^ Catalogue of the Etruscan Gallery of the University of Pennsylvania Museum of Archaeology and Anthropology, University of Pennsylvania Press, ISBN 9781934536254.
  30. ^ Carbonara A., Messineo G., Via Tiberina («Antiche strade» Lazio), Roma 1994
  31. ^ La Via Tiberina e i territori di Capena e del Soratte nel periodo romano. Tommaso Ashby, 1924 - Roma
  32. ^ Il Monte Soratte prima della conquista romana si trovava tra l'area falisca e quella capenate. Sul Monte Soratte doveva essere adorato, da parte di queste popolazioni, il dio Soranus santoreste.rm.gov.it, https://web.archive.org/web/20200219021922/http://www.santoreste.rm.gov.it/storia/storia (archiviato dall'url originale il 19 febbraio 2020).
  33. ^ Il tevere e le altre vie d'acqua del Lazio antico, Quaderni di archeologia etrusco italica p. 75-76, STEFANIA QUILICI GIGLI
  34. ^ a b N.42 sulla Carta Archeologica di Flaminia Verga
  35. ^ Pasqui descrive la Torre romana e dei resti di Emplèkton Opus Ceamenticium ora non più visibili, a circa m 1 dal suolo a basa quadrata di circa 3,80 che si trovava tra la Torre e la strada a fianco di un avvallamento, Pasqui Carta Archeologica pp. 347-348
  36. ^ Reggiani considera la Torre un resto di mausoleo romano di tipo a torre sul tracciato viario che dalla Flaminia attraverso la valle del Tevere seguendo la valle del torrente Aia va a Forum Novum a circa 10 km, in Reggiani 180b, p 10, fig 10
  37. ^ Umberto Mattei, La Sabina tiberina dalla preistoria alla fine dell'impero romano, 2004 p, 56
  38. ^ Umberto Mattei, La Sabina tiberina dalla preistoria alla fine dell'impero romano, 2004
  39. ^ Thomsen 1947, pag 217-218
  40. ^ Marazzi F, Potter TW, King AC (1989), Mola di Monte Gelato (Mazzano Romano): notizie preliminari sulle campagne di scavo 1986-1988 e considerazioni sulle origini dell'incastellamento in Etruria Meridionale alla luce dei nuovi dati archeologici, ARCHEOLOGIA MEDIEVALE, vol. 16, p. 103-119,
  41. ^ Flaminia Verga, Ager Foronovanus I (Forma Italiae, 44), Firenze 2006
  42. ^ Bullinst 1837, p 72
  43. ^ [2]
  44. ^ BullInst 1837, p. 71: CVA Cambridge 1, tavvv. 25,5-28, 1 a-b
  45. ^ PAOLA SANTORO ROMA 1977, Rilettura critica della necropoli di Poggio Sommavilla, p 104
  46. ^ (EN) Small canteen-shaped vase with inscription, su collections.mfa.org. URL consultato il 28 dicembre 2019.
  47. ^ Età orientalizzante, su soi.cnr.it. URL consultato il 28 dicembre 2019.
  48. ^ EVP, p 1777: M.A. Del Chiaro, The Genucilia Group: A Class of red-figures plates, cit, p.826 s, n. 2953 "on the basis of a photograph shown to me by Dr. Dietrich von Bothmer, I am certain that the Genucilia plates discovered at Poggio Sommavilla and reported in NSc (1896), p 486) belong the Faliscian Branch
  49. ^ (EN) Harvard, Column Krater (mixing bowl for wine and water): Youth Playing a Lyre | Harvard Art Museums, su harvardartmuseums.org. URL consultato l'11 febbraio 2024.
  50. ^ Provenance, su beazley.ox.ac.uk. URL consultato il 28 dicembre 2019.
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  71. ^ Santoro-Zarattini 1993 p, 625
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  122. ^ inv. 96839
  123. ^ Bibl; NSc, 1896, p. 479, n. 4
  124. ^ La quasi totalità dei corredi è stata acquisita dal museo di Copenaghen, una fiaschetta d'impasto con decorazione incisa risulta introvabile
  125. ^ Vedi Tomba III, in reperti archeologici
  126. ^ acq 190: inv. 79312 Tav. XXI a
  127. ^ Bibl; Nsc, 1896, pp. 481-482, n 2 fig.5
  128. ^ Proveniente dalla tomba V Poggio Sommavilla un vaso a decorazione a cilindretto, segnalato da G. Camporeale corrispondente a un'anfora che entrata a far parte nel 1920 del Fogg Museum - 1920.44.27 CVA Fogg Museum and Gallatin Colletions, tav 27,3
  129. ^ Marina Cristofani Martelli, Catalogo della mostra maggio-luglio 1973, Poggio Sommavilla, pag 88, a cura di Paola Santoro
  130. ^ cfr. CVA, pigorini, tav. 3,9
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  134. ^ CVA Pigorini, tav 9,6 Olle consimili sono state rinvenute a Pitini Annibaldi, art. cit. tav VIII
  135. ^ inv. 79308 acquisto F. Benedetti 1901-1902
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  205. ^ a b c Paola Santoro, Catalogo Mostra maggio-luglio 1973, p. 101
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  209. ^ NSc VI 1896, p. 483, n. 6,7; CVA, Copenhague, TAV. 202 1,2
  210. ^ Inv. nn. 4781 - 4782
  211. ^ NSc VI 1896, p. 483, n. 7,8; CVA, Copenhague, TAV. 202 5,4
  212. ^ M. Cristina Biella, Lucio G. Perego, Enrico Giovanelli, Il bestiario fantastico di età orientalizzante nella penisola italiana p, 147-153
  213. ^ MAGDA CANTU' 2012, p. 72, fig. 9b. Una seconda attestazione del motivo è ipotizzabile su un’olletta da Magliano S. necropoli del Giglio (Ivi, pp. 65-66)
  214. ^ Biella 2007a, p. 89, n. 27, fig. 43, tav. XLIII
  215. ^ Cristofani-Martelli 1977, p. 21, tav. Ia-b.
  216. ^ Cantù 2012, p. 74, figg. 10a-b
  217. ^ a b Cantu' 2012, p. 73, fig. 9c
  218. ^ Ivi, p. 73, fig. 9h 9e-f
  219. ^ Cantù 2012, p. 73, fig. 9g; Muller 1999, p. 11, n. 6
  220. ^ Ivi, p. 73, fig. 9e-f
  221. ^ Cantù 2010, p. 186, n. 21, fig. 51
  222. ^ PAOLA SANTORO 2005, p. 437, fig. 13
  223. ^ Cristofani-Martelli1977, tav. IXa-c
  224. ^ BIELLA 2007a, pp. 89-90, n. 29, fig. 43, tavv. XLIII, XLIV
  225. ^ Cantù 2010, p. 191, n. 38, fig. 53
  226. ^ Alvino 1997, p. 74, fig. 6.38
  227. ^ J. D. Beazley, Etr. Vase-Paint., p. 37-39; id., Etruscan Red-figure in Rome and Florence, in Annual Brit. Sch. Athens, XXIV, 1950, p. 141.
  228. ^ Corpus Vasorum Antiquarium, Ceramiche a Figure Rosse p. 1980
  229. ^ Europa in greco antico: Εὐρώπη, Eurṑpē è una figura della mitologia greca; Secondo la mitologia fu principessa di Tiro città Fenicia nell'odierno Libano e regina di Creta ed è l'eponima del continente europeo. Fu rapita da Zeus che prese le sembianze di un Toro, il Ratto di Europa.
  230. ^ Trafugata nel 1994 a Tivoli nei magazzini della Sovraintendenza archeologica del Lazio e dell'Etruria meridionale, apparse nel 1995 sulla copertina del catalogo d'asta inglese Sotheby's, fu acquistata da un certo Zimmermann e trovata nel 2000 nella collezione privata della propria abitazione in Germania, dove non è stato possibile verificare il possesso e la provenienza di altri reperti archeologici.
  231. ^ Tra il n. 63 e il n. 64 sulla Carta Archeologica di Flaminia Verga.
  232. ^ Fitzwilliam Museum GR.12.1927 - John D. Beazley, , Oxford 1963, 468, 144 - Norbert Kunisch, Makron, Mainz 1997, cat. 143, scena A.
  233. ^ Fitzwilliam Museum GR.12.1927 - John D. Beazley, , Oxford 1963, 468, 144 - Norbert Kunisch, Makron, Mainz 1997, cat. 143, scena b.
  234. ^ a b Umberto Mattei, La Sabina tiberina dalla preistoria alla fine dell'impero romano, 2004 p, 102
  235. ^ a b CIL IX 4827 4828 Corpus Inscriptionum Latinarum - volume XI, Mommsen Theodor - 1883 https://www.trismegistos.org/text/553299
  236. ^ Chronicon 33 di Benedetto del Soratte p. 46 (TXT), su archive.org.
  237. ^ Umberto Mattei, Storia di Collevecchio sede della diocesi e della provincia di Sabina, 2004
  238. ^ foto tratta da Flaminia Verga, Ager Foronovanus I Forma Italiae, vol. 44. 2006
  239. ^ Umberto Mattei, La Sabina tiberina dalla preistoria alla fine dell'impero romano, 2004 p, 70
  240. ^ Pasqui descrive la Torre Romana e dei resti di Emplèkton Opus Ceamenticium ora non più visibili, a circa m 1 dal suolo a basa quadrata di circa 3,80 che si trovava tra la Torre e la strada a fianco di un avvallamento, Pasqui Carta Archeologica pp. 347-348
  241. ^ Si suppone sia stato parte di un insediamento a pianta militare romana poi sede di un Foro Romano di epoca repubblicana, dopo la distruzione del centro arcaico di Poggio Sommavilla. Umberto Mattei, La Sabina tiberina dalla preistoria alla fine dell'impero romano, 2004 p, 56
  242. ^ Reggiani considera la Torre un resto di mausoleo romano di tipo a Torre sul tracciato viario che dalla Flaminia attraverso la valle del Tevere seguendo la valle del torrente Aia va a Forum Novum a circa 10 km, in Reggiani 180b, p 10, fig 10
  243. ^ Prende il nome dall'omonima via del Barcone o Balcone, luogo che fino alla meta' del 1900 era utilizzato come aia collettiva dove veniva stipato il grano in così detti Barconi
  244. ^ Le statue di Gordiano III e altre provenienti da Poggio Sommavilla, probabilmente furono collezionate dal gesuita tedesco Athanasius Kircher nel 1600 e tramite la collezione Khircheriana sono patrimonio oggi del Museo Nazionale Romano. Umberto Mattei, La Sabina tiberina dalla preistoria alla fine dell'impero romano, 2004 p, 103
  245. ^ Notizie degli scavi di antichità (1876-1891) p, 282 https://archive.org/stream/notiziedegliscav13realrich/notiziedegliscav13realrich_djvu.txt
  246. ^ Accademia dei Lincei, 1916, Serie quinta, Notizie degli Scavi di Antichita', Volume XIII, Poggio Sommavilla, pag 281, F. Fornari (PDF), su ia804506.us.archive.org.
  247. ^ «Fundum Antiscanis, vinealis petite sex, toti in massa de Tocie petite de tera hubi dicutur a Saline, tres petite de terra a fundum Antiscanu a Monumento usque ad ripam castri Summa villa, fundum Antiquum cum aliis nominibus integro, fundum Casali hubi est ecclesia Sancti Valentini, cum fundu Carpiniano, fundum Musiniano cum omnia sua adiacentia»

Bibliografia

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  • M. Cristina Biella, Lucio G. Perego, Enrico Giovanelli, Il bestiario fantastico di età orientalizzante nella penisola italiana, 2012.

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