Breguet Bre 19

ricognitore Breguet aviation

Il Breguet Bre 19, citato anche come Breguet XIX, Breguet 19 o Breguet Br.19, era un monomotore biplano multiruolo prodotto dall'azienda francese Société anonyme des ateliers d'aviation Louis Breguet negli anni venti.

Breguet Bre 19
Breguet XIX, Breguet Br.19, Breguet 19
Un Bre 19 A2
Descrizione
Tiporicognitore
bombardiere leggero
Equipaggio2 (pilota ed osservatore)
ProgettistaMarcel Vuillerme
CostruttoreFrancia (bandiera) Breguet aviation
Data primo volomarzo 1922
Data entrata in servizio1924
Utilizzatore principaleFrancia (bandiera) Armée de l'air
Altri utilizzatoriPolonia (bandiera) Siły Powietrzne
Jugoslavia (bandiera) JKRV
Romania (bandiera) Forțele Aeriene Regale ale României
Esemplaricirca 2 700
Dimensioni e pesi
Tavole prospettiche
Lunghezza9,61 m
Apertura alare14,83 m
Altezza3,69 m
Superficie alare49
Peso a vuoto1 387 kg
Peso carico2 229 kg
Propulsione
Motore1 Lorraine-Dietrich 12 Ed
Potenza450 CV (331 kW)
Prestazioni
Velocità max214 km/h
Autonomia800 km
Tangenza7 200 m
Armamento
Mitragliatriciuna Vickers calibro 7,7 mm anteriore
2 Lewis calibro 7,7 mm posteriori brandeggiabili
Notedati riferiti alla versione Bre 19 A2

i dati sono estratti da The Encyclopedia of World Aircraft[1]

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Utilizzato principalmente in patria nei ruoli bombardiere leggero (versione B2) e ricognitore (A2) a lungo raggio dall'Armée de l'air, rimase per molti anni il principale caccia dell'aeronautica militare francese ma ebbe un buon successo commerciale anche all'estero, sia venduto direttamente che prodotto localmente su licenza, dove venne impiegato in diversi eventi bellici in Sudamerica, nel Nordafrica, in Spagna e nella prima fase della seconda guerra mondiale.

Il Bre 19 fu inoltre protagonista del conseguimento di numerosi primati mondiali per velivoli della stessa classe tra i quali spiccano quelli di durata conseguiti con le versioni 19 Bre TR Bidon e 19 TF Super Bidon, quest'ultima appositamente realizzata.

Storia del progetto

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All'inizio degli anni venti, la Breguet ritenne di dover sviluppare un nuovo velivolo che potesse sostituire, ricoprendone i ruoli, il precedente Bre 14 risalente al periodo finale della prima guerra mondiale. Il progetto del nuovo velivolo venne affidato al capo dell'ufficio progetti Marcel Vuillerme che riprese l'impostazione del Bre 14 realizzando un compatto monomotore biplano biposto realizzato completamente in metallo.

Il prototipo, al quale venne assegnata la designazione Bre 19.01, venne presentato ufficialmente alla settima edizione del Salon de l'Aeronautique di Parigi, svoltosi dal 12 al 17 novembre 1921, equipaggiato con un motore sperimentale Breguet-Bugatti dall'archiettura 16 cilindri a V e 450 cv, composto da due motori Bugatti otto cilindri accoppiati, in grado di erogare una potenza di 450 CV (336 kW) ed accoppiato ad un'elica quadripala a passo fisso.

Successivamente venne equipaggiato con un motore più convenzionale, un Renault 12Kb V12, anch'esso capace di 450 CV (336 kW) ma che non presentava i problemi di messa a punto del precedente. In questa configurazione venne portato in volo per la prima volta dal pilota collaudatore Robert Thierynel nel marzo 1922. Le incoraggianti prestazioni ottenute fecero seguire il primo esemplare da altri 11 di preserie costruiti nello stabilimento di Vélizy-Villacoublay i quali effettuarono un intenso programma di sviluppo tra l'altro equipaggiati con diverse soluzioni nella propulsione, per la maggior parte dotati di architettura V12.

Tecnica

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Il Bre 19 era un velivolo che conservava, per l'epoca, un aspetto tradizionale, monomotore biplano con carrello fisso, e realizzato in tecnica mista.

La fusoliera, di sezione ellittica, era realizzata con una struttura tubolare in duralluminio ricoperta anteriormente, fino al posto di pilotaggio, da fogli anch'essi di duralluminio e posteriormente in tela. Era caratterizzata dall'adozione di due abitacoli in tandem, l'anteriore destinato al pilota ed il posteriore per l'osservatore e mitragliere. Posteriormente terminava in un impennaggio tradizionale monoderiva con piani orizzontali a sbalzo.

La configurazione alare era biplano-sesquiplana, con l'ala inferiore di apertura minore della superiore, realizzate anch'esse in tecnica mista e collegate tra loro da un unico robusto montante per lato.

Il carrello d'atterraggio era un semplice biciclo anteriore tradizionale e fisso integrato da un pattino d'appoggio posteriore.

La propulsione venne affidata ad un buon numero di diverse motorizzazioni ed architetture.

Impiego operativo

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Utilizzatori

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  Argentina
operò con 25 esemplari.
  Belgio
operò con 6 Bre 19 B2 di produzione francese più esemplari costruiti su licenza dalla SABCA.
  Bolivia
operò con 15 Bre 19 B2 dal 1928, utilizzati in operazioni belliche durante la guerra del Chaco.
  Brasile
operò con 5 esemplari.
Cina
  Croazia
operò con esemplari acquisiti dopo la caduta del Regno di Jugoslavia.
  Francia
  Giappone
secondo alcune pubblicazioni vennero acquistati due esemplari prima di una produzione su licenza, non suffragata da fonti bibliografiche, dalla Nakajima.
  Grecia
operò durante la seconda guerra mondiale contro l'invasione italiana durante la Campagna italiana di Grecia.
 
Breguet 19, Niru-ye Havayi-ye Shahanshahiy-e Iran
  Iran
operò con due esemplari.
  Italia
acquistò un esemplare per prove di valutazione.
  Jugoslavia
operò con 120 esemplari.
  Jugoslavia
 
Breguet 19, Polonia
  Polonia
  Regno Unito
acquistò due esemplari per valutazioni.
  Romania
 
Breguet 19, Spagna
  Spagna
Spagna
  Spagna
 
Breguet 19, Hava Müsteşarlığı
  Turchia
  Unione Sovietica
acquistò un esemplare per valutazioni.
  Uruguay
  Venezuela

Bibliografia

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  • (EN) Lennart Andersson, A History of Chinese Aviation: Encyclopedia of Aircraft and Aviation in China to 1949, Taipei, Republic of China, AHS of ROC, 2008, ISBN 978-957-28533-3-7.
  • (EN) John Carr, On Spartan Wings, Barnsley, SY, Pens & Sword Military, 2012, ISBN 978-1-84884-798-9.
  • (EN) David Donald (ed.), The Encyclopedia of World Aircraft, 1st Edition, Bookmart Ltd, 1997, ISBN 1-85605-375-X.

Pubblicazioni

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  • William Green, Gordon Swanborough, Pierre Leyvastre, The Saga of the Ubiquitous Breguet, in Air Enthusiast, Seven, luglio-September 1978, pp. 161-181.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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  NODES
Note 3
os 29