Bristol Bulldog
Il Bristol Bulldog era un biplano da caccia prodotto dall'azienda britannica Bristol Aeroplane Company dalla fine degli anni venti.
Bristol Bulldog | |
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Un Bulldog della Royal Air Force in volo | |
Descrizione | |
Tipo | aereo da caccia |
Equipaggio | 1 |
Progettista | Frank Barnwell |
Costruttore | Bristol Aeroplane Co. |
Data primo volo | 21 gennaio 1928 |
Data entrata in servizio | 1929 |
Data ritiro dal servizio | 1937 |
Utilizzatore principale | RAF |
Altri utilizzatori | RAAF SI SF |
Esemplari | 441 |
Dimensioni e pesi | |
Tavole prospettiche | |
Lunghezza | 7,67 m (25 ft 2 in) |
Apertura alare | 10,34 m (33 ft 10 in) |
Altezza | 2,67 m (8 ft 9 in) |
Superficie alare | 28,47 m² (307 ft²) |
Peso a vuoto | 998 kg (2 200 lb) |
Peso max al decollo | 1 586 (3 490 lb) |
Propulsione | |
Motore | un radiale Bristol Jupiter VII |
Potenza | 440 hp (328 kW) |
Prestazioni | |
Velocità max | 287 km/h (178 mph, 155 kt) |
Autonomia | 443 km |
Tangenza | 8 930 m (29 300 ft) |
Armamento | |
Mitragliatrici | 2 Vickers da 7,7 mm (.303 in) |
Bombe | 4 da 20 lb (9 kg) |
Note | dati riferiti alla versione Bulldog II |
dati tratti da Bristol Aircraft since 1910[1] | |
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Costruito in oltre 400 esemplari fu utilizzato principalmente dalla Royal Air Force divenendone uno dei più rappresentativi caccia usato dai britannici nel periodo interbellico.
Storia del progetto
modificaNel settembre 1926, l'Air Ministry britannico emise una richiesta, la specifica F9/26, per la fornitura di un caccia monoposto utilizzabile sia per operazioni diurne che notturne, dotato di 2 mitragliatrici Vickers da 7,7 mm (.303 in) e spinto da un motore radiale raffreddato ad aria.
Il Bulldog fu disegnato da Frank Barnwell, il progettista capo della Bristol, (che servì con il grado di capitano nella British Army durante la prima guerra mondiale), su propria iniziativa sulle specifiche della richiesta. Il prototipo del Bulldog, il Bulldog Mk. I venne portato in volo per la prima volta il 17 maggio 1927.[2] Dopo le valutazioni iniziali sui vari progetti inviati per soddisfare le specifiche, vennero scelti il Bulldog e l'Hawker Hawfinch per una successiva valutazione.[2] Benché il Bulldog risultò fin dall'inizio apprezzato per la sua manovrabilità e potenza dal personale RAF,[3] inizialmente aveva scarsa attitudine ad uscire dalla vite, quindi venne modificato dotandolo di una fusoliera leggermente più allungata posteriormente. In questa versione, venne dichiarato vincitore del concorso, dopo aver dimostrato di possedere una velocità leggermente superiore[4] una minor necessità di manutenzione,[4] e un minor numero di modifiche necessarie ad avviare una produzione in serie di un velivolo operativo rispetto al concorrente Hawfinch.[2]
Il modello di produzione di serie venne denominato Mk.II, che a parte qualche lieve differenza nella struttura risultava identico alla versione modificata del prototipo iniziale. Era caratterizzato dall'adozione di un radiale Bristol Jupiter da 450 hp (336 kW) e che gli consentiva di raggiungere una velocità massima di poco meno di 180 mph (290 km/h) ed un'autonomia di 300 mi) (480 km). L'armamento era affidato a 2 mitragliatrici Vickers da 7,7 mm (.303 in), inoltre aveva la possibilità di essere equipaggiato con 4 bombe da 20 lb (9 kg).
Il Bulldog Mk.II entrò in produzione nel 1928 cominciando ad essere consegnato ai reparti operativi dall'anno successivo diventando, nel corso degli anni trenta, il velivolo più utilizzato nella Royal Air Force. Questo era dovuto anche alla sua capacità di esigere una ridotta manutenzione quindi, in un momento di vincoli di bilancio nel settore difesa, risultò essere l'opzione preferibile a qualsiasi altra proposta concorrente. Il successivo Mk. IIA differiva anch'esso per pochi particolari, soprattutto legati all'irrobustimento strutturale legato all'adozione di una versione più recente e potente del Bristol Jupiter.
Impiego operativo
modificaIl Bulldog non venne mai impiegato in combattimento con la RAF, benché durante la guerra d'Etiopia del 1935-36, alcuni velivoli vennero inviati dal Sudan per rinforzare il Middle East Command. Douglas Bader, asso dell'aviazione durante la seconda guerra mondiale, perse entrambe le gambe in un incidente a bordo di un Bulldog, schiantandosi a terra mentre stava eseguendo delle manovre acrobatiche non autorizzate, in seguito alle sue imprese ricordato con l'appellativo di Asso senza gambe.
Il caccia Bristol Bulldog ottenne un buon successo di esportazione, venduto in Australia (8 esemplari, designati localmente A.12), Danimarca (4 esemplari), Estonia, Finlandia, Giappone, Lettonia, Spagna, Siam (2 esemplari designati localmente B.K.6) e Svezia (11 esemplari, designati localmente J.7).
Estonia
modificaNel 1930 l'aviazione estone (Eesti õhuvägi) ordinò 12 caccia Bulldog Mk II (matricole 122-136) dotati di propulsore radiale Gnome-et-Rhôme Jupiter VI (su 4 esemplari Jupiter VII)[5] a 9 cilindri, raffreddato ad aria, da 420 hp, insieme a due addestratori Armstrong-Whitworth Siskin Mk.IIIDC[5]. Gli aerei entrarono in servizio presso 3ª Air Division dell'Aviation Regiment basata a Lasnamägi[5]. Nel 1936 gli aerei erano ormai superati e furono resi disponibili per la vendita. Un'organizzazione cecoslovacca ne acquistò 8 per trasferirli all'aviazione repubblicana spagnola[6]. I rimanenti quattro esemplari rimasero in servizio fino al 1º settembre 1940, dopo l'annessione all'Unione Sovietica[5].
Finlandia
modificaTra il 1939 ed il 1940 vennero utilizzati dalla Suomen ilmavoimat, l'aeronautica militare finlandese, 19 esemplari di Bristol Bulldog Mk.II durante la guerra d'inverno contro le forze armate dell'Unione Sovietica, ottenendo ottimi risultati, con l'abbattimento di sei velivoli nemici, 2 Polikarpov I-16 e 4 Tupolev SB-2[7], contro la perdita di un solo pilota,[7] nonostante il divario tecnologico tra i mezzi in favore dei sovietici. Il primo abbattimento ufficiale della Suomen ilmavoimat è attribuito ad un Bulldog pilotato dall'asso finlandese Toivo Uuttu il 1º dicembre 1939.[8] Gli esemplari rimasero in servizio anche nella successiva guerra di continuazione, sempre contro i sovietici, questa volta senza alcun accredito di abbattimento o perdita subita.[7]
Giappone
modificaL'aviazione dell'esercito imperiale (Dai-Nippon Teikoku Rikugun Kōkū Hombu) acquistò 2 esemplari di caccia Bristol Bulldog Mk.IIA, dotati di propulsori Bristol Jupiter VII. Gli aerei erano contraddistinti dalla sigla J.S.S.F. (Japanese Single Seat Fighter), e furono montati in loco dalla Nakajima Aircraft Company nel 1930. Impiegati per estese prove di valutazione, non ottennero l'ordine per la produzione in serie[9].
Lettonia
modificaIl 15 novembre 1929 un'apposita commissione dell'aviazione lettone (Latvijas Gaisa Spēki) selezionò il caccia Bristol Bulldog come sostituto degli Ansaldo Balilla allora in servizio[10]. Il 9 dicembre dello stesso anno i primi cinque esemplari entrarono in servizio in uno Squadron da caccia agli ordini del Capitano A. Dzenitis. Nel luglio 1930 furono ordinati ulteriori sette velivoli. Dei caccia Bristol Bulldog Mk II, dieci erano equipaggiati con motore Gnome-et-Rhône Jupiter VI da 450 hp, mentre due con il Gnome-et-Rhône GR.9 ASB da 440 hp. Tutti i velivoli erano armati con mitragliatrici Oerlikon al posto delle originarie Vickers. Nel 1938 iniziò la loro sostituzione con i caccia Gloster Gladiator Mk.I, ma alla data del 1º settembre 1939 sei Bulldog Mk.II risultavano in servizio presso il 3° Fighter Squadron dell'Aviation Regiment di base a Riga[11]. Il 15 agosto 1940, data dell'occupazione sovietica, gli aerei erano basati a Spilve, da dove decollarono al tramonto per portarsi presso una fattoria agricola dell'Università lettone, vicino a Ramava[10]. Il 18 giugno i sovietici disarmarono gli aerei immagazzinandone due, insieme ai Letov-Smolik S.16 ed a qualche altro velivolo presso un magazzino di pneumatici. La rimasero durante l'occupazione sovietica e quella tedesca, considerati troppo vecchi per qualsiasi uso militare[12]. I rimanenti esemplari vennero immagazzinati in alcuni capannoni di legno situati nella parte orientale della Lettonia[12].
Spagna
modificaNel 1937 le Fuerzas Aéreas de la República Española acquistarono 7 caccia Bulldog Mk.II, ex-estoni, che radiati dal servizio erano stati rilevati da un'organizzazione cecoslovacca[5]. Essi arrivarono via mare a Santander il 5 luglio 1937, sotto la protezione della marina francese, perché Bilbao era già caduta in mani nazionaliste[6]. Gli aerei entrarono in servizio presso una squadriglia comandata dal tenente José Gonzales Feo. Il reparto venne basato sull'aeroporto di El Carreño, vicino a Gijon. I velivoli vennero intensamente usati, parteciparono alla campagna di Biscaglia ed a quelle di Santander e delle Asturie[6]. Si trattava di aerei a quell'epoca già completamente superati, che mancavano di qualsiasi scorta di ricambi. Un aereo fu catturato dalle forze nazionaliste del generale Franco, non fu mai utilizzato e venne relegato all'esposizione del Gran Kursaal in San Sebastián[6].
Versioni
modifica- Bulldog Mk.I
- prototipo della versione da caccia monoposto diurno e notturno. 2 esemplari realizzati dalla Bristol Aeroplane Co.
- Bulldog Mk.II
- versione di serie dell'Mk.I dotata di motore radiale Bristol Jupiter VII da 440 hp (328 kW). 92 esemplari prodotti dalla Bristol Aeroplane.
- Bulldog Mk.IIA
- sviluppo della versione Mk.II dotata di motorizzazione Bristol Jupiter VIIF da 490 hp (365 kW). 268 esemplari prodotti dalla Bristol.
- Bulldog Mk.IIIA
- versione intermedia. 2 esemplari prodotti dalla Bristol.
- Bulldog Mk.IVA
- versione finale del Bulldog dotata di motore radiale Bristol Mercury da 640 hp (477 kW). 18 esemplari prodotti dalla Bristol.
- Bulldog TM (Type 124)
- versione biposto da addestramento. 59 esemplari prodotti dalla Bristol.
- "J.S.S.F."
- 2 esemplari prodotti su licenza dalla giapponese Nakajima Hikōki KK.
Utilizzatori
modifica- Dai-Nippon Teikoku Rikugun Kōkū Hombu (J.S.S.F. prodotti su licenza)
Velivoli comparabili
modifica
Note
modifica- ^ Barnes.
- ^ a b c Mason 1992.
- ^ Barnes 1964, pag. 213.
- ^ a b Barnes 1964, pag. 214.
- ^ a b c d e Humberstone, Richard. Estonian Air Force 1918-1940. Blue Rider Publishing, London, 1999. ISBN 1-902851-00-5.
- ^ a b c d Cerda, Juan Arraez. L'Aviation de Chasse de la République Espagnole 1936-1939. Avions Hors Series N.3, Editions Lela Press, Boulogne sur Mer, 1995.
- ^ a b c (EN) Bristol Bulldog - Mk. IIA and Mk. IVA, su FAF in Color, http://www.sci.fi/~ambush/faf/fafincolor.html. URL consultato il 4 gennaio 2009 (archiviato dall'url originale il 31 ottobre 2001).
- ^ (EN) Håkan Gustavsson, Ylikersantti Toivo Antero Uuttu, su Håkans aviation page, http://surfcity.kund.dalnet.se/, 4 ottobre 2007. URL consultato il 4 gennaio 2009.
- ^ Giuseppe Dicorato (a cura di), Dewoitine D.500, 501, 510, in Storia dell'Aviazione, Milano, Fratelli Fabbri Editori, 1977 [1973], ISBN 0-946495-43-2.
- ^ a b Brūvelis, Edvīns. Latvijas aviācijas vēsture: 1919-1940, Jumava, Riga, 2003. ISBN 9984-05-580-9.
- ^ Humberstone, Richard. Latvian Air Force 1918-1940. Blue Rider Publishing, London, 2000. ISBN 1-902851-04-8.
- ^ a b Andersons, Edgars. Latvijas Brunotie Speki un to Prieksvesture. Daugavas Vanagu Apgads, Toronto, Canada, 1983.
Bibliografia
modifica- (LV) Edgars Andersons, Latvijas Brunotie Speki un to Prieksvesture, Toronto, Daugavas Vanagu Apgads, 1983.
- Enzo Angelucci, Paolo Matricardi, Bristol Bulldog, in Guida agli Aeroplani di tutto il Mondo, vol. 2, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1979, pp. 92-3, Angelucci, Matricardi.
- (EN) C.F. Andrews, The Bristol Bulldog (Aircraft in Profile No.6), Leatherhead, Surrey, UK, Profile Publications Ltd., 1965.
- (EN) C.H. Barnes, Bristol Aircraft Since 1910, Londra, Putnam, 1964.
- Achille Boroli, Adolfo Boroli, Bristol Bulldog, in L'Aviazione, vol. 10, Novara, Istituto Geografico De Agostini, 1983, pp. 85-91.
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- (FR) Juan Arraez Cerda, L'aviation de Chasse de la République Espagnole 1936-1939, AVIONS Hors-Série nº 3, Outreau, Editions Lela Press, 1995.
- Alex Crawford, Bristol Bulldog, Gloster Gauntlet, Sandomierz, Poland/Redbourn, UK, Mushroom Model Publications, 2005, ISBN 83-89450-04-6.
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- (EN) Alfred Granger, The Bristol Bulldog (Data Plan No. 2), Norderstedt, DE, Taurus Press, 1973.
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- (EN) Richard Humberstone, Estonian Air Force 1918-1940, Londra, Blue Rider Publishing, 1999, ISBN 1-902851-00-5.
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- (ES) Rafael A. Permuy López, Artemio Mortera Pérez, Bristol "Bulldog" (I) (Perfiles Aeronauticos: La Maquina y la Historia 8), Valladolid, ES, Quiron Ediciones, 2006, ISBN 84-96016-03-X.
- (ES) Rafael A. Permuy López, Artemio Mortera Pérez, Bristol "Bulldog" (I) (II) (Perfiles Aeronauticos: La Maquina y la Historia 9), Valladolid, ES, Quiron Ediciones, 2006, ISBN 978-84-96016-04-0.
- Francis K. Mason, The British Fighter since 1912, Annapolis, Maryland, USA, Naval Institute Press, 1992, ISBN 1-55750-082-7.
Altri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Bulldog
Collegamenti esterni
modifica- (EN) Maksim Starostin, Bristol 105 Bulldog, su Virtual Aircraft Museum, http://www.aviastar.org/index2.html. URL consultato il 27 dicembre 2015 (archiviato dall'url originale il 3 marzo 2016).
- (EN) Bristol Bulldog MkIIA, su RAF Museum, London, http://www.rafmuseum.org.uk/london/index.cfm. URL consultato il 4 gennaio 2009 (archiviato dall'url originale il 6 luglio 2008).
- (EN) Lars Henriksson, J 7 - Bristol Bulldog Mk IIA (1930-1940), su avrosys.nu, http://www.avrosys.nu/. URL consultato il 4 gennaio 2009 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2007).
- (RU) Bristol Bulldog, su Уголок неба, http://www.airwar.ru. URL consultato il 27 dicembre 2015.
Controllo di autorità | LCCN (EN) sh89004466 · J9U (EN, HE) 987007530049505171 |
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