Buddha Bar
Buddha Bar è una catena di bar, ristoranti e alberghi fondata originariamente a Parigi nel 1996 dal ristoratore franco-rumeno Raymond Vișan e dal DJ e disegnatore d'interni franco-algerino Claude Challe[1].
Il locale divenne un luogo di riferimento per gli yuppie, con una clientela fatta anche di turisti danarosi in visita nella città[1], generando da lì in poi un certo numero di imitatori[2]. La notorietà del locale fu poi legata alle scelte musicali del DJ, eclettico e spesso avanguardista. Nacquero gli album compilation intitolati appunto Buddha Bar, che divennero popolari proponendo generi che andavano dalla lounge alla chill-out alla world music. Fu poi fondata la George V Records che "si fece un nome con i suoi CD di musica lounge zen, rimanendo un caso di successo, soprattutto con i turisti"[3].
Storia e tematiche
modificaIl bar appare inserito in un ambiente che ricalca lo stile dei templi asiatici: accoglie al centro dell'atrio una statua dorata di Buddha. La cucina propone menù prevalentemente asiatici, presentando vari piatti vietnamiti e thailandesi, oltre a un menu giapponese al sushi bar.
Negli anni sono state inaugurate altre sedi Buddha Bar in diversi paesi del mondo: Madrid (Spagna), Beirut (Libano), Dubai (Emirati Arabi), New York e Las Vegas (Stati Uniti), Stoccolma (Svezia), Il Cairo e (Egitto), Amman (Giordania), Lisbona (Portogallo), Londra (Gran Bretagna)[4], San Paolo (Brasile), Monte Carlo (Principato di Monaco), Marrakech (Marocco), Budapest (Ungheria).
Eredità musicale
modificaPrecursore del fenomeno musicale parigino è considerato lo spagnolo Café del Mar, con una lunga serie di compilation musicali ispirate ai tramonti di Ibiza. Sull'onda del successo di Café del Mar e di Buddha Bar, sono state pubblicate successivamente numerose compilation che ripropongono sonorità chillout, lounge ed ethno beat: Siddharta (di Ravin), Nirvana Lounge, Karma Lounge, Barrio Latino, Hotel Costes, Barlotti, Chillout in Paris, The Putumayo Lounge Series, Café Solaire, Bargrooves e molte altre.
Le compilation
modifica«La musique, musique du voyage, nous raconte une histoire qui se vit entre les mystiques et les rythmes du monde. Le Buddha Bar est un endroit où il fait bien-etre.»
Il ristorante divenne noto internazionalmente per la pubblicazione di una serie di compilation musicali che raccolgono brani di musica lounge, chillout, ethno beat e a volte dance. Successivamente, la serie è stata pubblicata con la partecipazione di diversi produttori e deejay, come Ravin, David Visan e Sam Popat.
Ogni compilation, sulla quale è presente l'immagine della statua di un Buddha meditante, consiste in un cofanetto contenente due CD audio di diversa natura: il primo è caratterizzato da sonorità soft e contemplative; il secondo, da un ritmo più caldo e incalzante.
Gli album si presentano come una fusione di generi, nelle raccolte si alternano artisti con brani dalle sonorità di bossa nova o nuevo tango, nu jazz o asian underground, ritmi cubani e sonorità chilling, percussioni arabe e deep house, il tutto rivisitato in chiave elettronica e downtempo.
In un'intervista lo stesso Claude Challe ha dichiarato di essere consapevole che il prodotto Buddha Bar sia rivolto ad un pubblico appartenente, o certamente affascinato, dal mondo del jet-set.[5]
Sono 2 milioni le copie di compilation Buddha Bar vendute nel mondo – di cui 400 000 solo in Italia.[6]
La fama delle compilation è probabilmente dovuta ad un interesse crescente del pubblico nei confronti di sonorità di frontiera provenienti da vari paesi riscontrato dall'incremento di vendite di CD audio nel settore World Music, ma anche alle numerose attività e iniziative legate alla spinta commerciale.
Nel 2001, la rivista Billboard ha inserito la compilation nella "Top ten" degli eventi musicali dell'anno, affermando che gli album del Buddha Bar sono "uno dei migliori esperimenti musicali creati in Francia negli ultimi anni".[7]
Discografia
modificaBuddha Bar I (1999)
modificaMissato da Claude Challe
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Buddha Bar II (2000)
modificaMissato da Claude Challe
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Buddha Bar III (2001)
modificaMissato da DJ Ravin
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Buddha Bar IV (2002)
modificaMissato da David Visan
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Buddha Bar V (2003)
modificaMissato da David Visan
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Buddha Bar VI (2004)
modificaMissato da DJ Ravin
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Buddha Bar VII (2005)
modificaMissato da DJ Ravin e David Visan
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Buddha Bar VIII (2006)
modificaMissato da Sam Popat
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Buddha Bar IX (2007)
modificaMissato da DJ Ravin
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Buddha Bar X (2008)
modificaMissato da DJ Ravin
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Buddha Bar XI (2009)
modificaMissato da DJ Ravin
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Buddha Bar XII (2010)
modificaMissato da DJ Ravin
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Buddha Bar XIII (2011)
modificaMissato da DJ Ravin e David Visan
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Buddha Bar XIV (2012)
modificaMissato da DJ Ravin
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Buddha Bar XV (2013)
modificaMissato da DJ Ravin
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Siddharta, Spirit Of Buddha Bar Vol.5: Budapest
modifica- OMFO — "Caravanserai" 2:14
- Mathieu "The Indian" (Original Mix) 4:27
- Liquid Stranger Lotus 4:44
- Kaya Project Feat. Deeyah "The Source" 4:14
- Blue Pilots Project Mamouth 6:15
- Lal Meri "Lal Meri" 4:39
- Bahramji "Being With Your" 6:26
- Eso Es "In The Garden" 5:55
- Dj Ipek Istanbul Cocuklari 5:27
- Blank & Jones "Where You Belong" (Poolside House Mix) 6:39
- Volkan Uça Anatolian Sax 4:35
- Fluxx & Lola Romance (Max Moroldo Vs Paul & Luke Reloaded Mix) 6:49
- Zunda Project Sirtaki (Sirtaki Mix) 4:49
- Shantel Binaz In Dub 4:29
- Parov Stelar "Your Man" 2:55
- SALM* feat. Karl Lagerfeld — "Rondo Parisiano" 2:30
Buddha Bar XVI (2014)
modificaMissato da DJ Ravin
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Buddha Bar XVII (2015)
modificaMissato da DJ Ravin
*CD1 (Guembri)
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Buddha Bar XVIII (2016)
modificaMissato da DJ Ravin e Sam Popat
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Note
modifica- ^ a b Anthony D'Andrea, Global Nomads: Techno and New Age as Transnational Countercultures in Ibiza and Goa (2007), p. 93.
- ^ Bethan Ryder, Bar and Club Design (2006), p. 18.
- ^ Stephen Fallon, Paris (2010), p. 294.
- ^ Buddha Bar London- The Parisians are Coming, in The Handbook, 24 ottobre 2012. URL consultato il 5 gennaio 2014 (archiviato dall'url originale il 6 gennaio 2014).
- ^ Ernesto Assante, La musica è sul piatto mangia, ascolta e balla, in la Repubblica, 11 gennaio 2002.
- ^ Il successo globale e discografico di Buddha Bar, su guide.supereva.it. URL consultato il 4 febbraio 2018 (archiviato dall'url originale il 4 febbraio 2018).
- ^ Wolfgang Spahr, The Year in Music 2001 - Critic's Choice, in Billboard Magazine, vol. 113, n. 52, 29 dicembre 2001, p. 39.
Altri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Buddha Bar
Collegamenti esterni
modifica- Sito ufficiale, su buddhabar.com.
- Sito ufficiale di Claude Challe, su claudechalle.com. URL consultato il 19 novembre 2007 (archiviato dall'url originale il 23 novembre 2018).
- Sito ufficiale di dj Ravin, su djravin.com. URL consultato il 20 novembre 2007 (archiviato dall'url originale l'11 novembre 2007).
- (EN) Buddha Bar, su Discogs, Zink Media.