Carona (Lugano)
Carona è un quartiere di 916 abitanti del comune svizzero di Lugano, nel Canton Ticino (distretto di Lugano).
Carona quartiere | |
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Localizzazione | |
Stato | Svizzera |
Cantone | Ticino |
Distretto | Lugano |
Comune | Lugano |
Territorio | |
Coordinate | 45°57′18″N 8°56′01″E |
Altitudine | 602 m s.l.m. |
Superficie | 4,69 km² |
Abitanti | 916 (2019) |
Densità | 195,31 ab./km² |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 6914 |
Prefisso | 091 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice OFS | 5170 |
Targa | TI |
Cartografia | |
Localizzazione del quartiere di Carona nel territorio comunale di Lugano | |
Sito istituzionale | |
Geografia fisica
modificaStoria
modificaNel Medioevo Carona, con il vicino abitato di Ciona, costituiva una castellanza, i cui terreni appartennero alla diocesi di Como finché nel 1472 divenne una parrocchia indipendente. La sua fedeltà ai Visconti, duchi di Milano, fruttò al piccolo borgo privilegi ed esenzioni fiscali fino oltre l'epoca medievale[1]. Una fitta rete di mulattiere collegava il quartiere di Carona al Lago di Lugano in diversi punti, ma alla fine del XIX secolo venne costruita una strada per favorire i collegamenti con il centro di Lugano[senza fonte].
Carona è conosciuta anche per il porfido rosa del Ceresio, una pietra naturale tipica della regione del lago di Lugano che qui veniva estratta e lavorata. Si tratta di un materiale che si contraddistingue per la sua durezza e per il suo colore rosso-rosato e che caratterizza diversi edifici del suo territorio come ad esempio la Chiesa di Santa Maria Assunta (Torello) o il campanile della Chiesa dei Santi Giorgio e Andrea. I primi utilizzi di questa pietra risalgono all'epoca romana[2]. Nel corso del XX secolo entro il territorio di Carona erano presenti varie cave, in particolare nella zona della Madonna d'Ongero[3] e della collina di San Grato[4]. Con questa tipica pietra sono state pavimentate numerose strade e sono stati realizzati diversi edifici in tutto il canton Ticino.
Già comune autonomo che si estendeva per 4,68 km², nel 2013 è stato accorpato a Lugano assieme agli altri comuni soppressi di Bogno, Cadro, Certara, Cimadera, Sonvico e Valcolla. La fusione è stata decisa con votazione popolare nel 2012[senza fonte].
Monumenti e luoghi d'interesse
modifica- Chiesa parrocchiale dei Santi Giorgio e Andrea, attestata dal 1425[1];
- Chiesa di San Siro;
- Chiesa di Santa Maria Assunta;
- Chiesa di Santa Marta, già chiesa dei Santi Pietro e Paolo, del XIV secolo[1];
- Chiesa di Santa Maria d'Ongero, eretta nel 1624[1];
- Chiesa di San Salvatore, attestata dal XIII secolo[5];
- Oratorio di Santa Maria delle Grazie in località Ciona, eretto nel XVII secolo[1];
- Loggia comunale, eretta nel 1591-1592[6];
- Parco di San Grato[7].
Società
modificaEvoluzione demografica
modificaL'evoluzione demografica è riportata nella seguente tabella[1]:
Abitanti censiti[8]
Istituzioni, enti e associazioni
modificaFra i più antichi enti del quartiere (censita già nel XV secolo), l'arciconfraternita del Gonfalone maggiore di Santa Marta ha sede nella chiesa di Santa Marta, di cui è proprietaria, sita nei pressi del cimitero. Quali organi dispone di un'assemblea (legislativo) e di un consiglio direttivo (esecutivo) e di due revisori, a cui spetta di preavvisare le decisioni assembleari[senza fonte].
Amministrazione
modificaOgni famiglia originaria del luogo fa parte del cosiddetto comune patriziale e ha la responsabilità della manutenzione di ogni bene ricadente all'interno dei confini del quartiere. L'ufficio patriziale, rieletto nel 2017, è presieduto da Ares Bernasconi[9].
Note
modifica- ^ a b c d e f Antonio Gili, Carona, in Dizionario storico della Svizzera, 26 giugno 2017. URL consultato il 23 ottobre 2017.
- ^ (IT) Nei palazzi degli imperatori c’era il porfido estratto a Carona, su cdt.ch, 14 novembre 2020. URL consultato il 10 gennaio 2021 (archiviato dall'url originale il 12 gennaio 2021).
- ^ Monte Arbostora: arte, natura e storia - Vivere la montagna - Rivista, su viverelamontagna.ch. URL consultato il 10 gennaio 2021 (archiviato dall'url originale il 12 gennaio 2021).
- ^ Ente Turistico del Luganese, 60º Anniversario Parco San Grato, Carona (PDF), Conferenza stampa del 27.04.2017, 27.04.2017.
- ^ Carona – Luoghi di culto, su sito istituzionale del comune di Lugano, 19 luglio 2017. URL consultato il 23 ottobre 2017 (archiviato dall'url originale il 23 ottobre 2017).
- ^ Carona – Luoghi di interesse, su sito istituzionale del comune di Lugano, 19 luglio 2017. URL consultato il 23 ottobre 2017 (archiviato dall'url originale il 23 ottobre 2017).
- ^ Carona – Parchi e aree di gioco, su sito istituzionale del comune di Lugano, 19 luglio 2017. URL consultato il 23 ottobre 2017 (archiviato dall'url originale il 23 ottobre 2017).
- ^ Dizionario storico della Svizzera, Ufficio cantonale di statistica di Bellinzona
- ^ Ufficio Patriziale 2017-2021, su patriziatocarona.ch.
Bibliografia
modifica- Luigi Brentani, Arte retrospettiva. Nuove opere di Giacomo e Tommaso Rodari, in «Emporium», XLIII, numero 253, 1916, 31-38; Idem, Antichi maestri d'arte e di scuola elle terre ticinesi, I, Como 1937, 112-121.
- Virgilio Gilardoni, Il Romanico. Catalogo dei monumenti nella Repubblica e Cantone del Ticino, La Vesconta, Casagrande S.A., Bellinzona 1967, 37, 266-277, 429, 533, 571, (Torrello) 26, 40, 125, 210, 241, 258, 352, 355, 369, 528, 538, 578.
- Bruno Bordoni, Lugano l'Arciconfraternita della Buona Morte ed Orazione sotto il titolo di Santa Marta e il San Salvatore, Grassi IET, Bellinzona-Lugano 1971.
- Bernhard Anderes, Guida d'Arte della Svizzera Italiana, Edizioni Trelingue, Porza-Lugano 1980, 305-313.
- Rita Camponovo, Carona, un percorso artistico, Arti grafiche Gaggini&Bizzozero, Lugano 1996.
- Giancarlo Gentilini, Virtù ed eroi in un'impresa dimenticata: il monumento di Vitaliano e Giovanni Borromeo, in Mauro Natale (a cura di), Scultura lombarda del Rinascimento. I monumenti Borromeo, Torino 1997, 47-82.
- Edoardo Agustoni, Federica Bianchi, Il caso di Carona, in I Casella di Carona, Lugano 2002, 13-49.
- Luciano Vaccaro, Giuseppe Chiesi, Fabrizio Panzera, Terre del Ticino. Diocesi di Lugano, Editrice La Scuola, Brescia 2003, 20, 57, 58, 233, 287, 295, 296, 369nota, 414.
- Manuela Villani, Scultori lombardi a Savona: alcune riflessioni e qualche proposta, in «Ligures», 4, 2006, 98, nota 94.
- Furio Ciciliot, Arte rinascimentale: piccapietra et alii magistri. (Savona 1506-1570), in «Atti e Memorie. Società Savonese di Storia Patria», n.s., XLII, 2006, 143-161.
- Katja Bigger, Carona, in Guida d'arte della Svizzera italiana, Edizioni Casagrande, Bellinzona 2007, 344-349.
- Ursula Stevens, Die verwandtschaftlichen Beziehungen zwischen den Baumeistern Petrini aus Caneggio im Muggiotal, Tessin, dem Maler Petrini aus Carona, Tessin, und den Baumeistern Serro aus Roveredo, Graubünden, in Bollettino Genealogico della Svizzera Italiana, Anno XII, numero 12, Tipografia Menghini SA, Poschiavo 2008, 84-97.
- Aldo Galli, Introduzione alla scultura di Castiglione Olona, in Alberto Bertoni, Rosangela Cervini (a cura di), Lo specchio di Castiglione Olona. Il palazzo del cardinale Branda ed il suo contesto, Castiglione Olona 2009, 55-73.
- Laura Damiani Cabrini, Emigrazione di «ritorno». Spunti per una ricerca, in Alla ricerca di un'identità. Architettura e cultura artistica ticinese dal XVI al XX secolo. Atti del convegno di studi (Ascona 4-7 novembre 1998), 2011.
- Simone Bonomi, Il Porfido Rosa del Ceresio, Lumino 16.03.2018
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Carona
Collegamenti esterni
modifica- Carona, su sito istituzionale del comune di Lugano. URL consultato il 23 ottobre 2017.
- Antonio Gili, Carona, in Dizionario storico della Svizzera, 26 giugno 2017. URL consultato il 23 ottobre 2017.
- Ufficio di statistica del Cantone Ticino: Carona, su www3.ti.ch.
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