Cemmo
Cemmo, (Hèm in dialetto camuno[1]) frazione di Capo di Ponte, è situato a destra del Fiume Oglio, ai piedi del Monte Concarena.
Cemmo frazione | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Lombardia |
Provincia | Brescia |
Comune | Capo di Ponte |
Territorio | |
Coordinate | 46°01′40″N 10°20′05″E |
Abitanti | |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 25044 |
Prefisso | 0364 |
Fuso orario | UTC+1 |
Nome abitanti | cemmesi |
Patrono | santo Stefano |
Cartografia | |
Fu uno dei primi centri abitati della Val Camonica, come dimostrano le numerose incisioni rupestri presenti sul territorio; attualmente è popolato da circa 600 abitanti. È sede della Pieve di San Siro, parrocchiale fino al secolo XVI.
La chiesa Parrocchiale, dedicata a Santo Stefano e posta nel centro dell'abitato, risale al secolo XVI.
Buona parte del nucleo centrale di Cemmo è occupato dal convento e dagli spazi scolastici delle Suore Dorotee da Cemmo, che qui hanno la loro Casa-Madre. L'originario nucleo monastico ebbe origine nel XVII secolo e nei tempi successivi si è ingrandito fino a inglobare quasi completamente la parte alta del Paese.
Geografia fisica
modificaIl paese sorge sul versante occidentale del fiume Oglio, in posizione dominante rispetto al capoluogo.
È attraversato a sud dal torrente Clegna.
Storia
modificaIl 6 marzo 1206 la famiglia Avogadro riceve dal vescovo di Brescia Giovanni da Palazzo l'investitura della corte di Cemmo, Mù, Pisogne e Gratacasolo.[2]
Sabato 4 aprile 1299 Cazoino da Capriolo, camerario del vescovo di Brescia Berardo Maggi, si trasferisce da Edolo a Cemmo per continuare la stesura dei beni vescovili in Val Camonica. I consoli ed i vicini di Cemmo e di Pescarzo giurano secondo la formula consueta fedeltà al vescovo, e pagano la decima dovuta. A breve saranno chiamati a far lo stesso atto le comunità di Cerveno, Cimbergo, Paspardo, Paisco Loveno, Nadro, Saviore, Berzo Demo, Grevo e Sellero. Il castello di Cemmo era affidato alla custodia degli uomini di Pescarzo e Sellero. Sono enumerati 40 manenti.[3]
Il 14 ottobre 1336 il vescovo di Brescia Jacopo de Atti investe iure feudi dei diritti di decima nei territori di Incudine, Cortenedolo, Mù, Cemmo, Zero, Viviano e Capo di Ponte a Maffeo e Giroldo Botelli di Nadro.[4]
Alla pace di Breno del 31 dicembre 1397 i rappresentanti della comunità di Cemmo, Tonerio Bonfadini e il notaio Giorgio Orsatti, si schierarono sulla sponda ghibellina.[5]
Il 17 settembre 1423 il vescovo di Brescia Francesco Marerio investe iure feudi dei diritti di decima nei territori di Monno, Cevo, Andrista, Grumello, Saviore, Cemmo, Ono, Sonico, Astrio, Malegno, Cortenedolo, Vione, Incudine e Berzo Demo a Bertolino della Torre di Cemmo.[6]
Cemmo nel XIV secolo era chiuso dalle porte Nosedema, Azema e Nosmola sul Clegna.[7]
Qui di seguito viene riportato il testo della donazione dogale:[8]
«Francesco Foscari, per grazia di Dio doge dei veneziani (...) il predetto spettabile e generoso uomo signor Bartolomeo di Cemmo e i suoi discendenti maschi procreati da legittimo matrimonio, per la linea maschile, li fece e li crò conte e conti di Cemmo e Cimbergo e insignì lo stesso luogo di Cemmo e Cimbergo nella dignità di contea cosicché i predetti discendenti e qualsivoglia di loro, per sempre possono usare detto titolo e tenerlo. La contea e tutti i luoghi ad essa pertinenti il doge esime e separa dalla giurisdizione e dalla soggezione di qualunque città, terra o luogo che fosse soggetto a diritti feudali»
Feudatari locali
modificaFamiglie che hanno ottenuto l'infeudazione vescovile dell'abitato:
Famiglia | Stemma | Periodo |
Avogadro | 1206 - | |
Botelli | 1336 - | |
Della Torre | 1423 - |
Il centro storico
modificaIl centro storico di Cemmo presenta numerosi edifici antichi addossati l'uno all'altro con numerosi portali, tetti a spioventi e cortili. Il paese disponeva anticamente di quattro porte difensive che danno il nome alla manifestazione annuale "4 Porte 4 Piazze". Le piazze principali del borgo sono:
- Piazza Morciuolo, che presenta un'antica fontana coperta tradizionale con lavatoio;
- Piazza Pietro da Cemmo, sede della chiesa parrocchiale dedicata a Santo Stefano;
- piazzetta di via San Faustino, antistante la chiesa di Santa Maria;
- Spiazzo della Berlina, così chiamato perché vi si svolgevano un tempo i processi pubblici; vi aveva sede l'antico municipio di Cemmo.
Gran parte della zona alta del paese è occupata dall'istituto scolastico delle suore Dorotee e dall'adiacente convento dedicato all'Annunciata Cocchetti.
Appena oltre si trova la contrada "Furen", un gruppo di antiche case poste nelle vicinanze dei resti di un antico forno fusorio, vive testimonianze dell'architettura rurale tradizionale camuna.
Sulla sponda opposta del torrente Clegna si estende una verde zona di campagna, chiamata "Inimara", ricca di sentieri e stradine con "broli" (piccoli orti recintati).
Monumenti e luoghi d'interesse
modificaArchitetture religiose
modificaLe chiese di Cemmo sono:[9]
- Parrocchiale di Santo Stefano, di originaria struttura romanico-lombarda, rimaneggiata a partire dalla visita di San Carlo nel XVI secolo.
- Chiesa di Santa Maria ad Elisabetta, posta su un dirupo sul torrente Clegna, è del XII-XIII secolo. Vi sono tele attribuite al Bate e numerosi ex voto.
- Chiesa di San Bartolomeo degli Umiliati, del secolo XIII, riportata in un documento del 1344. Venne alienata con la soppressione dell'ordine nel 1570.
- Pieve di San Siro, di età romanica, a strapiombo sul fiume Oglio.
Vi è inoltre una chiesetta interna al convento delle Suore Dorotee.
Siti UNESCO
modificaSocietà
modificaAntichi Originari
modificaGli Antichi Originari erano, al tempo delle vicinie, i capifuoco delle famiglie native del paese: essi erano gli unici che avevano il potere di deliberare nei consigli, mentre i nobili, gli ecclesiastici e gli stranieri (anche se residenti da diverse generazioni nel paese) ne erano esclusi. I cognomi degli Originari di Cemmo erano:[10]
- Arimanni
- Cattane
- Bottanelli
- Visnenza
- Murachelli
- Lascioli
- Agostani
- Bona
Tradizioni e folclore
modificaGli scütüm sono nei dialetti camuni dei soprannomi o nomiglioli, a volte personali, altre indicanti tratti caratteristici di una comunità. Quello che contraddistingue gli abitanti di Cemmo è Túrte (torte).[11]
Note
modifica- ^ Lino Ertani, Dizionario del dialetto camuno e di toponomastica, Artogne, Tipografia M. Quetti, 1980, p. 162.
- ^ Roberto Celli, Repertorio di fonti medievali per la storia della Val Camonica, Brescia, Tipolitografia Queriniana, 1984, p. 28, ISBN 88-343-0333-4.
- ^ Gabriele Archetti, Berardo Maggi - Vescovo e signore di Brescia, Brescia, ottobre 1994, p. 317.
- ^ Roberto Celli, Repertorio di fonti medievali per la storia della Val Camonica, Brescia, Tipolitografia Queriniana, 1984, p. 81, ISBN 88-343-0333-4.
- ^ Gregorio Brunelli, Curiosi trattenimenti contenenti ragguagli sacri e profani dei popoli camuni, a cura di Oliviero Franzoni, Breno, Tipografia Camuna, 1998 [1698], pg. 183.
- ^ Roberto Celli, Repertorio di fonti medievali per la storia della Val Camonica, Brescia, Tipolitografia Queriniana, 1984, p. 206, ISBN 88-343-0333-4.
- ^ Marcello Ricardi, Giacomo Pedersoli, Grande guida storica di Valcamonica Sebino Val di Scalve, Cividate Camuno, Toroselle, 1992, p. 289.
- ^ Franco Bontempi, Cimbergo - storia , economia, società, Darfo Boario Terme, Tipografia Lineagrafica, 2004, p. 114.
- ^ Eugenio Fontana, Terra di Valle Camonica, Brescia, Industrie Grafiche Bresciane, 1984, p. 102.
- ^ Felice Murachelli, Cemmo, Gianico, Edizioni Toroselle, 1978, p. 181.
- ^ Lino Ertani, Dizionario del dialetto camuno e di toponomastica, Artogne, Tipografia M. Quetti, 1980, p. 163.
Voci correlate
modificaAltri progetti
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