Chet Baker

trombettista e cantante statunitense

Chesney Henry Baker , Jr., detto Chet (Yale, 23 dicembre 1929Amsterdam, 13 maggio 1988), è stato un trombettista e cantante statunitense di musica jazz, noto per il suo stile lirico e intimista e per essere stato tra i principali esponenti del genere conosciuto come cool jazz.

Chet Baker
Baker nel 1983
NazionalitàStati Uniti (bandiera) Stati Uniti
GenereCool jazz
Periodo di attività musicale1949 – 1988
Strumentotromba, voce

Biografia

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Chet Baker nel 1955

Figlio del chitarrista Chesney Henry Baker, Sr. e di Vera Moser, ex pianista che lavorava in una profumeria, Chet Baker nacque nel 1929 a Yale nello stato americano dell'Oklahoma. Nel 1940 la sua famiglia si trasferì a Glendale in California. Da bambino si avvicinò alla musica cantando in concorsi amatoriali e nel coro della chiesa. Da giovane, il padre gli comprò un trombone, che fu poi sostituito da una tromba essendo il primo troppo grande per il ragazzo. La sua prima formazione musicale si tenne presso la Glendale Junior High School, anche se il suo apprendimento fu principalmente intuitivo (in un'intervista degli anni 1970, Baker dichiarò di essere in grado di leggere una melodia, ma che le sigle degli accordi non avevano per lui alcun significato). Nel 1946, a sedici anni, lasciò la scuola e si arruolò nell'esercito.

Inviato a Berlino, suonò nella Banda del 298ª Armata dell'Esercito. Dopo il suo ritorno nel 1948, studiò teoria e armonia musicale al El Camino College di Los Angeles; nel frattempo si esibiva in jazz club, finendo per abbandonare gli studi al secondo anno di corso. Nel 1950 si arruolò nuovamente nell'esercito e divenne membro della Banda della Sesta Armata dell'Esercito al Presidio di San Francisco. Nella città continuò a esibirsi in numerosi club, tra cui il Bop City e il Black Hawkin. In seguito a test psichiatrici, fu ritenuto inadatto alla vita militare: ottenne così il congedo definitivo dall'esercito che gli permise di dedicarsi alla carriera professionistica nel mondo del jazz.[1]

Carriera

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Baker e Franco Cerri nel 1962

Dopo essersi trasferito nella California meridionale, le prime performance notevoli furono con la band del sassofonista Vido Musso e con il sassofonista tenore Stan Getz. Ebbe però maggiore successo come trombettista a partire dall'estate del 1952, quando fu scelto da Charlie Parker per suonare nella sua band in una serie di concerti sulla West Coast. Alla fine del tour, iniziò a suonare nel quartetto di Gerry Mulligan, un gruppo composto solo di sax baritono, tromba, basso e batteria, senza pianoforte, che acquistò notorietà esibendosi nella discoteca Haig e ottenendo un contratto con la nuova etichetta discografica Pacific Jazz Records (poi noto come World Records Pacific). La band si distinse per l'interazione tra il sax baritono di Mulligan e la tromba di Baker. Piuttosto che suonare linee melodiche all'unisono come i giganti del bebop Charlie Parker e Dizzy Gillespie, i due svilupparono frasi musicali attingendo a tecniche contrappuntistiche. Baker divenne una delle punte di diamante del quartetto per via delle sue capacità espressive fuori dal comune: in particolare, divenne noto grazie all'interpretazione di My Funny Valentine nel primo LP della band, Gerry Mulligan Quartet.

Dopo il declino quasi immediato del gruppo per via dei problemi di droga di Mulligan (che fu in carcere per un certo periodo) e per i disaccordi economici e caratteriali fra lui e Gerry, Baker fondò una propria jazz band, in cui, oltre a suonare la tromba, copriva anche il ruolo di cantante. Nel 1954 Chet Baker vinse il premio di migliore strumentista nel sondaggio della rivista Down Beat, battendo tra gli altri anche Miles Davis, Dizzy Gillespie e l'astro nascente Clifford Brown. Nel corso delle sue tournée suonò spesso in Italia, dove nel 1959 e nel 1960 incise alcuni dischi con l’orchestra del Maestro Ezio Leoni (pseudonimo artistico Len Mercer) che includeva musicisti italiani quali Franco Cerri, Gianni Basso, Renato Sellani, Glauco Masetti, Franco Mondini e Fausto Papetti. Suonò anche con il pianista Luca Flores, morto poi suicida. Di rilievo anche le sue collaborazioni con il compositore Piero Umiliani, tra cui quella per i molto conosciuti brani del film Audace colpo dei soliti ignoti. La sua presenza in Italia gli permise di acquisire un discreto uso della lingua italiana.

 
Stan Getz e Baker nel 1983

A partire dai primi anni sessanta, Baker iniziò anche a suonare il flicorno soprano durante le sue esibizioni. Tuttavia, la carriera di Chet Baker fu caratterizzata dai suoi problemi di droga, che ebbero un impatto notevole sul successivo declino della stessa. In particolare, la sua dipendenza dall'eroina gli causò numerosi problemi legali, inclusa una detenzione di oltre un anno in Italia nel carcere di Lucca[2], così come le successive espulsioni da Germania Ovest e Inghilterra.

Nel 1966 Baker sparì dalla scena a causa di gravi problemi ai denti anteriori, che dovette farsi estrarre. La causa di questi problemi non è mai stata completamente chiarita. Baker raccontò spesso di essere finito in una rissa dopo un concerto e di essere stato aggredito da alcuni uomini di colore che gli avevano spaccato una bottiglia in faccia, lacerandogli le labbra e danneggiandogli i denti anteriori. La veridicità di questo racconto è sempre stata dubbia: molti amici e conoscenti parlarono di un confronto con uno spacciatore dovuto a problemi di pagamento di una fornitura di droga. Pare anche che l'uso dell'eroina avesse già lasciato il segno sulla sua dentatura. È comunque certo che dovette farsi estrarre i denti perché non riusciva più a suonare a causa del dolore che gli provocavano. Dopo qualche tempo, Dizzy Gillespie lo riconobbe come commesso di una pompa di benzina e lo aiutò a rimettersi in sesto, facendogli anche trovare i soldi per sistemarsi la bocca. Baker capì che era arrivato il momento di trovare la strada per tornare a fare musica[3], ma dovette imparare a suonare la tromba con la dentiera, cosa considerata estremamente difficile, e il suo stile dovette adeguarsi.

Parzialmente disintossicato, Chet Baker si trasferì a New York, dove ricominciò a registrare con altri rinomati musicisti jazz, come Jim Hall (con cui incise l'ottimo "Concierto"), per poi infine ritornare a vivere in Europa. Famosa la sua collaborazione con l'artista inglese Elvis Costello, e celebre il suo commovente assolo di tromba nella canzone Shipbuilding. Baker si trasferì quasi permanentemente fuori dagli Stati Uniti, frequentando soprattutto l'Europa - dove aveva diversi amici tra i musicisti - e tornando spesso in Olanda, dove le permissive leggi sui narcotici gli permettevano di soddisfare in maniera relativamente facile la sua dipendenza, che era ormai tornata ai livelli consueti.

 
Targa commemorativa di Baker, sulla facciata del Prins Hendrik Hotel di Amsterdam

Durante gli anni ottanta Baker frequentò molto il pianista italiano Enrico Pieranunzi. Un famoso brano che erano soliti suonare è Night Bird, scritto dallo stesso Pieranunzi. Chet Baker amava molto questa melodia che fu incisa con vari musicisti tra cui Charlie Haden e Billy Higgins. Nell'ultimo periodo Baker collaborò anche con il flautista italiano Nicola Stilo, che era una sua scoperta e che gli rimase accanto fino agli ultimi giorni di vita.[4] Durante le sue visite in Italia, amava fermarsi a Roma dove la sera sapeva di poter incontrare molti dei suoi amici musicisti in un locale di Trastevere, il Manuia, in voga negli anni ottanta e ritrovo di musicisti e gente dello spettacolo. Al Manuia incontrò il pianista e cantante brasiliano Jim Porto con cui poi avrebbe inciso Rio, vinile prodotto nel 1983 da Sandro Melaranci con arrangiamenti di Rique Pantoja, e venne in contatto con Monique Gardenberg, a quel tempo produttrice e agente di Djavan, che lo invitò come ospite a due eventi del Free Jazz Festival del 1985 di Rio de Janeiro e di San Paolo, dove Chet poté lasciare, come era suo desiderio, una testimonianza del suo talento al Brasile.

La morte

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Il 13 maggio 1988 Chet Baker morì cadendo da una finestra del Prins Hendrik Hotel di Amsterdam; secondo le indagini si trattò di suicidio o caduta accidentale sotto l'effetto di droghe. Secondo altre versioni, considerate inattendibili, potrebbe essere stato gettato dalla finestra da uno spacciatore dopo una rissa.[5] La targa posta a memoria all'esterno dell'albergo recita:

«Il trombettista e cantante Chet Baker morì in questo luogo il 13 maggio 1988. Egli vivrà nella sua musica per tutti quelli che vorranno ascoltarla e capirla»

Chet Baker fu sepolto nel cimitero di Inglewood, in California. Baker ha lasciato numerosissime registrazioni, molte delle quali eseguite essenzialmente per il suo continuo bisogno di soldi per le droghe. Di conseguenza, la sua discografia è considerata poco omogenea, sebbene secondo alcuni critici sia intuibile una maggiore maturità artistica nelle ultime registrazioni.

Premi e riconoscimenti

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  • Nel 1987 è stato incluso nella Big Band and Jazz Hall of Fame.
  • Nel 1989 è stato inserito nella Jazz Hall of Fame da un sondaggio della rivista Down Beat.
  • Nel 1991 è stato incluso nella Oklahoma Jazz Hall of Fame.
  • Nel 2005 il governatore dell'Oklahoma Brad Henry e la Camera dei rappresentanti dell'Oklahoma hanno proclamato il 2 luglio il "Chet Baker Day".

Curiosità

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  • Chet Baker suonò diverse trombe durante la sua carriera, in particolare una Martin Committee negli anni '50 e una Conn Constellation dagli anni '60 in poi.
  • Una versione di WordPress, la piattaforma di "personal publishing", è stata denominata in onore del famoso trombettista e vocalist (Wordpress 2.8 Baker)[6].
  • Chet Baker, in trasferta in Italia nel 1960, partecipò con un piccolo ruolo al film musicale Urlatori alla sbarra.
  • Ha posseduto una Alfa Romeo 75 Twin Spark rossa di cui andava orgoglioso e che guidava durante le sue tournée in Italia e in Europa.
  • Nel 2019 esce per la casa editrice Shockdom il volume “5 minuti 2 volte al giorno” scritto da Marco Di Grazia e disegnato da Cristiano Soldatich che narra del suo periodo di detenzione a Lucca.

Discografia

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Filmografia

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  1. ^ http://www.zam.it/biografia_Chet_Baker Biografia di Chet Baker su Zam
  2. ^ Chet, una tromba dietro le sbarre, su LaStampa.it. URL consultato il 14 gennaio 2016.
  3. ^ rendarte piaz, Chet Baker interview about drug and jazz1980, 27 gennaio 2014. URL consultato il 15 marzo 2019.
  4. ^ Beat onto Jazz Festival Archiviato il 3 febbraio 2014 in Internet Archive.
  5. ^ Pompeilab Homepage - Il portale del centro di aggregazione sociale e culturale di Pompei, su www.pompeilab.com. URL consultato il 20 gennaio 2024.
  6. ^ Post del blog di Wordpress in cui si annuncia l'uscita della versione 2.8 Baker

Bibliografia

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  • Chet Baker, Come se avessi le ali. Le memorie perdute, Roma, minimum fax, 2009, ISBN 9788875212261.
  • Massimo Basile, Gianluca Monastra, Un’estate con Chet, Roma, Nutrimenti, 2004, ISBN 9788888389240.
  • Paola Boncompagni, Aldo La Stella, Chet Baker in Italia. Racconti di vita e di musica: 1955 - 1988, Stampa Alternativa, 2007, ISBN 9788872260449.
  • Roberto Cotroneo, E nemmeno un rimpianto. Il segreto di Chet Baker, Milano, Mondadori, 2011, ISBN 9788804608035.
  • James Gavin, Chet Baker. La lunga notte di un mito, Milano, Baldini & Castoldi, 2013, ISBN 8868522403.
  • Domenico Manzione, Il mio amico Chet. Storia un po' vera un po' no del processo a Chet Baker, Lucca, Pacini Fazzi, 2011, ISBN 9788865500774.
  • Matthew Ruddick, Funny Valentine. La vita di Chet Baker, Roma, Arcana, 2014, ISBN 9788862313469.
  • Alessandro Volpi, Parole ribelli. Storia di una frattura generazionale (1950-1960), Pisa, Pisa University Press, 2019, pp. 218–220, ISBN 9788833392615.
  • Jeroen de Valk, Chet Baker. Vita e musica, edizione italiana e traduzione dall'inglese a cura di Francesco Martinelli, Siena : Siena Jazz - Torino : EDT, 2022, ISBN 9788859282327.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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