Chiesa di San Pellegrino (Giornico)
La chiesa di San Pellegrino è un luogo di pellegrinaggio sito ad Altirolo, frazione del comune svizzero di Giornico, lungo l'antica Via Francisca. La chiesa, fondata prima del 1451,[1] conserva il più vasto ciclo di affreschi tardocinquecenteschi del Canton Ticino.[2]
Chiesa di San Pellegrino | |
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Esterno | |
Stato | Svizzera |
Cantone | Ticino |
Località | Giornico |
Indirizzo | Via San Pellegrino, 6745 Giornico |
Coordinate | 46°24′42.8″N 8°51′44.68″E |
Religione | cattolica di rito ambrosiano |
Titolare | Pellegrino di Auxerre |
Diocesi | Lugano |
Consacrazione | 1345 |
Stile architettonico | barocco |
Inizio costruzione | secolo XIII |
Completamento | secolo XVI |
Il Santo
modificaProbabilmente il Pellegrino qui venerato fu un eremita che visse in una grotta nei pressi della chiesa e che venne tumulato in essa nel secolo XV. Forse il suo nome non era Pellegrino, ma viene ricordato dalla tradizione in quanto pellegrino diretto probabilmente a Roma o in Terra santa. Le vicissitudini e il tempo ne hanno quasi completamente cancellato la memoria e quasi sicuramente non venne mai santificato. Il fatto che il sarcofago contenente il corpo non sia più presente nella chiesa da oltre duecento anni, ha anche contribuito a cancellarne il ricordo. La festa viene celebrata il 16 maggio, data in cui la Chiesa ricorda San Pellegrino d'Auxerre[3].
Le visite pastorali del 1577 e 1745 testimoniano della presenza nella chiesa di un sarcofago contenente le spoglie. In quella del 1745 si fa riferimento a una ricognizione fatta da San Carlo Borromeo. In un voluminoso manoscritto del 1835, redatto dal parroco di Giornico, non viene più menzionato questo fatto e si dice che il santo venerato nella chiesa era un francese prete e martire. Nell'ultimo secolo la vita attorno al santuario si è molto ridotta. Le cause possono essere identificate nelle nuove vie di comunicazione che passano altrove e che hanno trasformato un luogo di forte transito, in un luogo appartato e solitario.
La gestione dell'edificio è sempre stata affidata a laici che hanno seguito nel tempo il sentire della popolazione: quando esso era forte, forti furono gli sforzi e gli interventi; quando a poco a poco si spense, anche le cure diminuirono. Attualmente è il suo valore artistico e storico, più che quello devozionale, ad animare gli sforzi del mantenimento.
Descrizione
modificaEsterno
modificaL'edificio rivolto ad oriente è concluso da un coro poligonale, con una cappella laterale. La chiesa, consacrata nel 1345, anticamente era preceduta da un portico sotto cui passava la strada[4]. Nel secolo XVI fu ingrandita, tamponate le arcate del portico, rialzate le pareti della navata e impostate le volte a crociera; nel 1591 fu aggiunta la cappella dedicata alla Madonna. Nel 1923 le pareti interne e le volte della parete ovest della navata e della cappella laterale, con affreschi degli anni 1589-1592, furono dipinte da Pompeo Maino (1883-1944)[5]. [Subì un restauro nel biennio 1966-1967 diretto da Guido Borella.
Interno
modificaL'interno presenta affreschi di Giovanni Battista Tarilli e di Giovanni Domenico Caresana (1589), vi sono inoltre altri affreschi del 1630 ed opere su tela del 1816.
Galleria d'immagini
modificaAffreschi di Giovanni Battista Tarilli e di Giovanni Domenico Caresana
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Il Giudizio universale in controfacciata
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Giudizio universale, particolare
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Sant'Agostino sulla parete nord
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Parete nord e parte del soffitto ligneo
Note
modifica- ^ Bernasconi Reusser, 2010, 216 e nota 64, 241.
- ^ Borrani, 1896, 243.
- ^ San Pellegrino d'Auxerre
- ^ Borrani, 1896, 243-245.
- ^ Sikart: Pompeo (Angelo) Maino
Bibliografia
modifica- Adelaide Trezzini, "San Pellegrino tra Mito e Storia in Europa" Ed. Gangemi 2009
- Siro Borrani, Il Ticino Sacro. Memorie religiose della Svizzera Italiana raccolte dal sacerdote Siro Borrani prevosto di Losone, Tip. e Libreria Cattolica di Giovanni Grassi, Lugano 1896.
- Piero Bianconi, Arminio Janner, Arte in Leventina, S. A. Grassi & Co, Lugano-Bellinzona 1939.
- Emilio Clemente, San Pellegrino di Giornico, Casagrande S. A., Bellinzona, 1967.
- Bernhard Anderes, Guida d'Arte della Svizzera Italiana, Edizioni Trelingue, Porza-Lugano, 1980.
- AA.VV., Guida d'arte della Svizzera italiana, Edizioni Casagrande, Bellinzona 2007.
- Marina Bernasconi Reusser, Monumenti storici e documenti d'archivio. I «Materiali e Documenti Ticinesi» (MDT) quali fonti per la storia e le ricerche sull'architettura e l'arte medievale delle Tre Valli, in Archivio Storico Ticinese, seconda serie, 148, Casagrande, Bellinzona 2010.
Voci correlate
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