Cristoforo Lombardo

scultore e architetto (c. 1480-1555)

Cristoforo Lombardo, oppure Lombardi, detto il Lombardino (... – Milano, 1555), è stato uno scultore e architetto italiano.

Biografia

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Figlio di Domenico, attivo a Milano dall'inizio del Cinquecento, il Lombardo appartiene a quelle personalità artistiche minori del tardo Rinascimento, che lavorarono assieme ai grandi maestri del tempo, e quindi non realizzarono singoli monumenti, ma contribuirono alla loro realizzazione con apporti parziali, seppur importanti.[1]

La prima informazione certa sul Lombardi riguarda un lavoro per la Fabbrica del Duomo nel 1510, e a parte un breve soggiorno romano e uno bolognese, Lombardo lavorò soprattutto a Milano e nei centri lombardi minori, difatti la sua collaborazione per il progetto del Duomo continuò per tutta la sua vita.[1]

Tra il 1516 e il 1517 eseguì il sepolcro di G. B. Barbavara in Sant'Angelo e l'anno seguente collaborò con Agostino Busti per il sepolcro di Gaston de Foix, il più importante monumento funebre del tempo, per la chiesa di Santa Marta.[2]

Al settembre del 1518 risalì un contratto per una guglia del duomo, ma l'anno successivo eseguì un monumento marmoreo per la cappella della famiglia Tolentini in Santa Maria Incoronata.[2]

Il 17 febbraio 1525, completò l'arca dei Santi Pietro e Marcellino nella chiesa di San Tommaso a Cremona e cinse con un ambulacro il presbiterio della chiesa di Santa Maria presso San Celso.[1][3] La Fabbrica della stessa chiesa lo nominò architetto nel 1538.[1]

Alla morte di Andrea Fusina, il 15 gennaio 1526, Lombardo fu nominato architetto della Fabbrica del duomo.[2][4]

Il primo impegno architettonico del Lombardo si ebbe negli anni 20, per la realizzazione della facciata della chiesa di Santa Caterina alla Chiusa a Porta Ticinese.[2]

Il 1º gennaio 1531 eseguì il monumento funebre per Nicolò Dolzani, da collocarsi nella chiesa di San Sisto a Piacenza.[2]

La porta del capocroce settentrionale del Duomo di Milano fu un lavoro assegnato a Lombardo, che però non fu portato a termine, a causa dell'incertezza sulle scelte formali e stilistiche. [2]

Nel terzo decennio del secolo Lombardo lavorò alla ristrutturazione e all'ampliamento del palazzo Stampa di Milano, con la torre e il cortile.[2][3]

Tra gli anni 30 e gli anni 50 del Cinquecento il Lombardo fu attivo per costruire la cupola ottagonale a due ordini sovrapposti della chiesa di Santa Maria della Passione, annessa al complesso monastico dei canonici lateranensi.[1][3][5]

Nel 1545, Lombardo si recò a Bologna per studiare il progetto della facciata di San Petronio, insieme con Giulio Romano,[1][3] ultimandolo con un disegno del 23 gennaio 1546, evidenziante un interessante utilizzo di elementi ancora medievali su una base ormai classica.[2]

Successivamente Lombardo si occupò di alcuni progetti per il completamento della parte superiore facciata della Certosa di Pavia, proseguendo l'opera dell'Amadeo, dove giunse a soluzioni caratterizzate da una moderata ricchezza decorativa, molto simili a quelle adottate nella facciata di Santa Caterina alla Chiusa.[1][3]

Gli ultimi lavori svolti da Lombardo furono, tra il 1546 e il 1547 la sacrestia del santuario di Saronno,[1] negli anni 50 alcuni progetti per la Conca di Viarenna e nel 1553 il disegnò del sepolcro di Massimiliano Stampa in Santa Maria delle Grazie a Soncino.[2]

Lombardo morì a Milano nel settembre del 1555.[2]

  1. ^ a b c d e f g h le muse, VII, Novara, De Agostini, 1966, p. 30.
  2. ^ a b c d e f g h i j Maria Cristina Loi, Lombardo, Cristoforo detto il Lombardino, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 65, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2005.
  3. ^ a b c d e Lombardo Cristoforo, su italiapedia.it. URL consultato l'8 dicembre 2018.
  4. ^ Memorie dell' J. R. Istituto Lombardo di scienze, lettere ed arti, Volume 1, su books.google.it. URL consultato l'8 dicembre 2018.
  5. ^ Chiesa di Santa Maria della Passione, su fondoambiente.it. URL consultato l'8 dicembre 2018.

Bibliografia

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  • C. Baroni, Intorno a tre disegni milanesi per sculture cinquecentesche, in Rivista d'arte, XX, 1938, pp. 392-410.
  • L. Beltrami, Per la storia della costruzione del duomo di Milano, Milano, 1887-88.
  • H. Burns, Andrea Palladio 1508-1580, Londra, 1975.
  • (EN) N.A. Houghton Brown, The milanese architecture of Galeazzo Alessi, New York, 1982.
  • S. Latuada, Descrizione di Milano ornata con molti disegni in rame…, Milano, 1737.
  • W. Lotz, Studi sull'architettura italiana del Rinascimento, Milano, 1989.
  • P. Mezzanotte, S. Caterina alla Chiusa e Cristoforo Lombardo, in Palladio, VII, 1943, pp. 23-26.
  • (EN) C. R. Morscheck, Relief sculpture for the façade of the Certosa di Pavia, New York, 1978.
  • G. Nicodemi, La scultura milanese dal 1530 al 1630, in Storia di Milano, X, Milano, 1957, pp. 561-577.
  • R. Sacchi, Materiali per una storia della committenza milanese tra l'ultima restaurazione sforzesca e i primi anni della dominazione spagnola, Milano, 1990.
  • C. Torre (1674), Il ritratto di Milano, Milano, 1714.
  • A. P. Valerio, La scultura a Milano tra il 1535 e il 1565: alcuni problemi, in Omaggio a Tiziano, Milano, 1977, pp. 122-131.
  • G. Vasari, (1568), Le Vite…, Firenze, 1880.

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