Voce principale: Taoismo.

Per etica del taoismo si può intendere la ricerca di criteri di autodeterminazione tratti dall'intero canone taoista. Il taoismo filosofico è fondamentalmente amorale.

La natura dell'uomo e del mondo è di per sé buona, quanto lo è tutta la natura dell'universo, dato che l'uomo stesso ne è parte. Le azioni umane sono quindi volte innanzitutto alla ricerca di un equilibrio con il tutto.[senza fonte]

«Guarda la tela della vita,
Tesa nell'esistenza.
Tutto ciò che osserviamo,
Si muove in un cerchio,
La vita è un continuo ritorno,
Alle radici,
All'Origine.»

Essa è la fonte della vita, di tutte le cose: per questo l'uomo deve rispettarla, imparando innanzitutto a rispettare la sua stessa interiorità — la natura della sua persona — accettandola e non lasciando che essa venga sminuita e repressa.

I desideri sono la fonte delle aspettative e le aspettative provocano sofferenza. Il superamento dei desideri è una caratteristica comune del taoismo con il buddismo. I taoisti auspicavano una condizione in cui si desidera non aver più desideri.[1].

«L'uomo non è il centro della vita, la misura delle cose, ma è totalmente e soltanto parte della natura.»

«Un giorno fu chiesto ad un maestro Zen: "Che cosa è il Tao?" Rispose: "Continua a camminare!"»

Il Tao è increato e in sé completo. È inesauribile, è l'origine di tutte le cose, dà la vita a tutto senza agire. È l'ordine, la legge invariabile della natura: controlla tutto senza mantenere una forma, governa senza imporsi, è presente in ogni cosa ma non possiede nulla. È la stessa struttura delle cose in cui agisce senza esserne cosciente. È come l'acqua del fiume che scorre, che cambia continuamente forma, rimanendo sempre se stessa, senza mai mantenere alcuna delle diverse forme che assume in ogni istante. È una realtà ineffabile che non può essere nominata e rappresentata, in quanto la parola Tao non è il suo vero nome — indicibile, incomprensibile e inconoscibile — , bensì solo un appellativo pratico. Il Tao di cui si può parlare non è l'eterno Tao, come afferma il primo verso del Libro della Via e della Virtù.

«Conoscere gli altri è intelligenza; ma conoscere se stessi è saggezza superiore. Imporre la propria volontà agli altri, è forza; ma imporla a se stessi, è forza superiore. Essere sufficienti per se stessi è la vera ricchezza; governare se stessi è il vero carattere.»

La vita e la morte

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Il problema della vita, e della morte, ricorre spesso negli scritti taoisti. L'esistenza universale non è altro che un perpetuo avvicendarsi di trasformazioni e di fenomeni: il fatto più evidente di questa vicenda è il continuo ed eterno alternarsi di esistenza e cessazione di questa. Secondo le idee occidentali, la morte è l'antitesi della vita: sono due termini diametralmente opposti, senza alcuna attinenza, assolutamente antitetici. Il taoismo al contrario considera la vita e la morte in stretta relazione tra loro, come due stadi necessari della vita universale sulla terra, e della vita individuale degli esseri.

La morte è dunque vista come un processo, naturale e persino positivo. Il taoismo ha però ben chiara la differenza fisica che si ha tra vita e morte, sia Laozi che Zhuāngzǐ spiegarono questo concetto, il primo più sinteticamente, il secondo in modo più concreto. Tutte le cose che esistono sono costituite da tante sottoparti; il loro mantenersi congregate è la vita, il loro disgregarsi è la morte. Il vivere della natura e il vivere degli individui consiste in questo interminabile alternarsi di fatti opposti in apparenza: così fu, sin dall'origine dell'universo.[2] Il paragone tra la vita e la morte e il sorgere e tramontare del sole, si ripete più volte in Zhuāngzǐ. Il medesimo concetto viene, in forma diversa, esposto da Liezi.

«La vita umana nasce da una certa condensazione di Etere primordiale: fin che tale condensazione persiste viviamo; quando essa si discioglie e disperde, la morte ci coglie.»

«Un fascio di ramoscelli esiste come tale finché è legato e stretto; quando viene sciolto i ramoscelli si disperdono ed esso non è più un tutt'uno. Così è dell'uomo: esso è uomo finché tutte le sue parti costituiscono un tutt'uno: cessata tale unione, cessa l'individualità umana. È da avvertire però che il fascio, se incendiato, può trasmettere il fuoco a un altro fascio, innanzi che il primo sia del tutto disfatto e consumato, e così di seguito il fuoco e la luce vengono trasmessi da fascio a fascio: i fastelli a mano a mano vengono composti e disfatti, come le persone vivono e muoiono, compaiono e scompaiono; ma il fuoco e la luce, o l'esistenza e la vita, continuano perenni nel mondo.»

«Mentre Liezi, insieme con un suo discepolo, stava passeggiando, vide in terra un vecchio cranio. Raccogliendolo lo mostrò al compagno, e gli disse: "Soltanto io e costui sappiamo che non vi è sulla Terra né vita né morte; ma un eterno avvicendarsi di forme, prodotto dal continuo trasformarsi della materia. Le piante, gli animali e tutti gli esseri derivano l'un dall'altro, in virtù di cause esterne, le quali li portano a cambiare natura. Anche il genere umano è nato in questo modo; e dopo la durata della sua esistenza sulla Terra, anch'esso rientrerà nel meccanismo universale del cosmo. Tutti gli esseri emergono da questo meccanismo, e vi rientrano in un ciclo perpetuo. Lo spazio infinito è colmo di semenze e di germi, ognuno dei quali evolve diversamente".»

Una frase famosa, molto taoista, che ben esemplifica i concetti sopra riportati, non è però di autore taoista classico. Dice infatti:

(EN)

«What the caterpillar calls the end of the world, the Master calls a butterfly»

(IT)

«Quello che il bruco chiama la fine del mondo, il Maestro chiama farfalla»

solitamente attribuita a Laozi. Trattasi invece di Richard Bach nel suo libro Illusioni.

Massime etiche

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È difficile sostenere che si possa realmente semplificare una tale religione in "tesori" o "precetti". Comunque nel corso del processo di formazione e crescita del taoismo, sono stati generati.

Tre tesori

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Compassione; Semplicità; Pazienza

Cinque precetti

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I cinque precetti del taoismo sono:

  • primo precetto: non uccidere
  • secondo precetto: non rubare
  • terzo precetto: non condurre una vita sessuale irresponsabile
  • quarto precetto: non mentire, offendere, creare pettegolezzi o calunnie
  • quinto precetto: non usare sostanze tossiche o abusare di alcool
  1. ^ Leonardo Vittorio Arena, Vivere il taoismo, Mondadori 1996 pag.21
  2. ^ Divine Tao - eternal Archiviato il 2 maggio 2012 in Internet Archive.

    «Le dimensioni sono eterne,
    L'universo è vecchio quanto il tempo,
    Sostiene la vita,
    anche oltre la morte.»

Voci correlate

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INTERN 1
Note 2