Ferrovia di Baghdad

linea ferroviaria internazionale

La cosiddetta ferrovia di Baghdad (in turco Bağdat Demiryolu, in tedesco Bagdadbahn, in francese Chemin de Fer Berlin-Baghdad) è un percorso ferroviario costruito tra il 1903 e il 1940. Copriva una distanza di 1679 chilometri e aveva come stazione di partenza la città di Konya in Turchia e come capolinea la città di Baghdad in Iraq. Inoltre, se si prendono in considerazione la linea anatolica Istanbul - Konya e le diramazioni secondarie in Siria e Iraq, arrivava a coprire la lunghezza di 3205 km.

Konya–Baghdad
Stati attraversatiTurchia (bandiera) Turchia
Siria (bandiera) Siria
Iraq (bandiera) Iraq
InizioKonya
FineBaghdad
Attivazione1903/1940
GestoreFerrovie Statali della Repubblica Turca, Chemins de fer syriens, Iraqi Republic Railways Company
Lunghezza1679 km
Scartamento1435 mm
Ferrovie

La sua realizzazione, nella sua interezza, è da considerare un vero e proprio capolavoro di ingegneria ferroviaria e uno dei più articolati progetti infrastrutturali dell'epoca.

Il percorso derivante dal bivio, che dalla penisola anatolica converge verso Damasco proseguendo per Medina, conosciuto come Ferrovia dell'Hegiaz o Hedschasbahn, è stato progettato e costruito contemporaneamente. Può considerarsi come parte integrante dello stesso progetto.

Inizialmente era stata concepita come la tratta meridionale di una moderna ferrovia che avrebbe potuto salvaguardare l'integrità dell'Impero ottomano, ormai in disfacimento. In effetti, però, ambiva a diventare, da parte degli imperi centrali, l'asse di penetrazione in quelle zone del Medio Oriente che erano poste a sudest del continente europeo. L'obiettivo era il raggiungimento delle risorse e di sbocchi sul Golfo Persico.[1]

Percorso

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Stazioni e fermate
 
Ferrovia Anatolica da Istanbul a Baghdad
 
0,0 Konya
 
20,4 Kaşınhan
 
44,2 Çumra
 
61,9 Arıkören
 
80,6 Demiryurt
 
102,3 Karaman
 
119,0 Sudurağı
 
147,8 Ayrancıderbent
 
172 Böğecik
 
189,2 Ereğli
 
193,3 Gazhane Cami (dismessa)
 
198,9 Bulgurlu (dismessa)
 
224,3 Osmanköseli
 
da Ankara
 
230 Tauro Culmine della linea 1478 m s.l.m.
 
235,2 Kardeşgediği
 
237,6 Ulukışla 1200 m s.l.m.
 
Galleria sotto la catena del Tauro
 
250,9 Gümüş
 
Galleria sotto la catena del Tauro
 
257,7 Tosundili
 
Galleria sotto la catena del Tauro
 
266,0 Çiftehan (Distretto di Ulukışla)
 
Galleria sotto la catena del Tauro
 
281,6 Pozantı 780 m s.l.m.
 
Galleria Galleria sotto la catena del Tauro
 
291,3 Belemedik 700 m s.l.m.
 
Galleria sotto la catena del Tauro
 
299,4 – 303,2 Tunnel 3.795 m
 
303,6 – 305,7 Tunnel 2.102 m
 
306,1 Hacıkırı 600 m s.l.m.
 
307,1 Viadotto Gavurdere
 
312,6 Karaisalıbucağı
 
315,3 Kelebek
 
328,1 Durak 140 m s.l.m.
 
336,7 Topçu
 
per Mersin
 
346,0 Yenice (Distretto di Tarso) 30 m s.l.m.
 
Tratto del collegamento MersinAdana
 
348,5 Arıklı
 
353,9 Zeytinli
 
357,0 Dikili
 
360,2 Küçük Dikili Mekan İöo
 
363,1 Şehitlik
 
367,1 Şakirpaşa
 
370,0 Adana
 
374,0 Kiremithane
 
380,8 İncirlik
 
387,7 Cezaevi
 
389,5 Kürkçüler
 
396,8 Yakapınar
 
404,2 Çakaldere
 
411,3 Sirkeliköy
 
417,9 Ceyhan
 
430,7 Günyazı
 
435,0 Yassıca
 
448,3 Toprakkale
 
da e per Alessandretta (Iskedurun)
 
457,2 Osmaniye
 
466,8 Mamure
 
471,5 Şekerdere
 
479,6 Yarbaşı
 
485,9 Taşoluk
 
489,4 Nohut
 
493,0 Bahçe
 
495,4 Bahçeşehir
 
Gallerie sotto i Monti Nur
 
500,9 Ayran (Şanlıurfa)
 
Galleria di Bahçe (8 km)
     
Ramo turco della Ferrovia di Bagdad
     
511,4
0,0
Fevzipaşa
     
515,2 Hanağzı
     
520,7 Islahiye
     
(Tratto per costruzione diga)
     
531,2 Güvercinlik
     
544,6 Tahtaköprü
     
(Tratto per costruzione diga)
     
Confine turco siriano
     
549,8
0,0
Maydān Akbis
     
9,8 Radschu
     
15,3 Kurt-Kulac
     
26,5 Afrin
     
32,3 Kafar Jana
     
36,6 Qatma
     
43,1 Izaz
     
49,3 Tall ar-Rifat
     
75,3 Asras
     
Al-Tschachba-Cementeria
     
     
85,5
0,0
Muslimiya
     
Arabian Cement Co.
     
Babennes-Cementeria
     
Halab-Cokeria
     
100,1 Aleppo
     
per Damasco
     
16,5 Ta’an
     
32,1 Achtarin
     
45,0 ar-Ra’y
     
Confine siriano turco
     
59,7 Çöbanbey
     
80,6 Akköyunlu
     
101,2 Oncüler
     
104,1 Arslanli
     
10,0 Kozdere
     
14,0 Nurdağ
     
28,6 Beyoğlu
     
40,6 Türkoğlu
     
49,6 Sevendig
     
per Kahramanmaraş
     
53,2 Köprüağzı
     
68,7
0,0
Narlı
     
per Malatya
     
20,6 Salmanlı
     
24,8 Konakoba
     
27,8 Keleş (Pazarcık)
     
39,2 Akçagöze
     
59,0 Sehitarif
     
71,6 Dülük
     
75,6 Beylerbeyi
     
Gaziantep Şarap Fabbrica
     
84,0 Gaziantep
     
89,3 Mustafayavuz
     
100,2 Hayrat
     
114,6 Türkyurdu
     
121,3 Yuva
     
133,4 Nizip
     
141,5 Bozalioğlu
     
144,5 Bağlica
     
147,7 Tilmyen
     
153,5 Yesildağ
     
156,0 Bayındır
     
159,0 Kumulca
     
161,1 Elifoğlu
     
165,5 Tosunlar
     
169,5 Türkburcu
     
 
115,0
174,9
Karkamiş in precedenza: Jarabulus
 
Eufrate
 
189,0 Göksu
 
200,4 Mutluca
 
212,6 Mürşitpınar
 
232,9 Bekçiler
 
253,8 Gültepe
 
273,8 Akçakale in precedenza: Tell Abyad
 
294,4 Zenginova
 
315,0 Goçar
 
336,5 Sayarlı in precedenza: at-Tu'aim
 
358,1 Gökçayır
 
377,9 Ceylanpınar in precedenza: Ras al-Ain
 
399,6 Gürpınar
 
416,8 Akdoğan (Türkei) Akdoğan
 
Alaki Fabbrica di cemento
 
440,0 Şenyurt in precedenza: Derbisiye
 
per Mardin
 
454,0 Arpatepe
 
462,2 Toruntepe
 
483,6 Serçehan
 
498,6 Nusaybin
 
Confine turco-siriano
 
503,7 Qamischli 2
 
da Qamischli 1
 
510,0 Tall Ziwan
 
529,0 Kabur al-Bid
 
551,0 Umm Qaif-Faukani
 
552,0 Demir Kapi
 
562,0 Tall Hadsch
 
586,7 al-Yarubiyya in precedenza: Tall Kushik
 
Confine siriano-iracheno
 
608,0 Abu Hudschaira
 
615,3 Tall al-Uwainat
 
638,5 Tall-Hugna
 
649,6 al-Wa’ailiyya
 
671,2 Abtir
 
677,0 as-Sabuniyya
 
697,0 Hayy al-Yarmuk
 
702,6 Mosul
 
707.0 Abu Saif
 
716,0 al-Qasr
 
724,9 Hammam al-Alail
 
734,0 Munira
 
748,7 ath-Thaura
 
per Nika’a
 
757,1 Schuwairat
 
765,0 al-Kais
 
773,7 Qayyara
 
Tall Azba
 
786,6 Wadi al-Murr
 
803,5 al-Dscharnaf
     
(Pista per mezzi cingolati)
     
 
826,6 Tulul al-Baq
 
837,1 Umm Ghurba
 
844,0 asch-Scharqat
 
855,6 Ain Dais
     
     
867,6 al-Haliwat
     
896,2 Baidschi
     
860,0 Aran
     
868,0 al-Haliwat
     
Fabbrica fertilizzanti
     
per Kirkuk
     
896,0 Schuraimiyya
     
     
     
per al-Haqlaniyya
     
da al-Haqlaniyya
     
899,0
 
909,6 Abu Radschasch
 
914,2 Qalʿat Rayyasch
 
916,9 Piazzola di sosta di Abu Radschasch
 
924,1 Imam Makarim
 
936,2 Tikrit
 
952,5 Imam Dur
 
954,7 Daur
 
960,3 Daur-Posto di ristoro
 
967,6 Makafascha
 
970,0 Muhaidschir
 
977,6 al-Abbassiyya
 
982,9 al-Adschik
 
990,9 Samarra
     
1007,0
27,4
     
25,6 Istabular
     
Ahal Ghidhab
     
5,0 Piazzola di sosta Harbi
     
1013.2 al-Ischaqi
     
1031,6 Balad
     
1034,0
0,0
 
1049,6 Sumaitschach
 
1051,0 per Sadiyya
 
1051,0 ad-Dudschail
 
1062,0 Nabiriyyat
 
1069,4 al-Muschachada
 
1084,8 per Kala Asim al-Muhammad
 
1090,6 al-Tadschi
 
1094,0 dalla Hadschim-as-Sagam- Raffineria Gas
 
1097,0 Tha’alibach
 
1101,0 da/per Aeroporto Internazionale di Baghdad
 
da/per Bassora
 
1109,6 Baghdad Ovest
Il progetto della ferrovia Berlino-Baghdad
Ferrovia Konia-Baghdad nel 1918


Il percorso[1] si configurava come una continuazione della ferrovia anatolica della tratta "Istanbul-Konya-Ankara", per raggiungere Adana e Aleppo e collegarsi poi a Mosul e Baghdad. Era prevista un'ulteriore continuazione per arrivare fino a Bassora e successivamente sul Golfo Persico.

Unito alla Ferrovia dell'Hegiaz, che da Damasco, con la diramazione per Tripoli arrivava fino a Medina, costituiva un sistema ferroviario profondamente inserito nel sud dell'Impero Ottomano.

La sezione che si snoda nella parte meridionale della penisola anatolica è stata costruita a debita distanza dalla costa, per non renderla vulnerabile, in caso di conflitti, a possibili bombardamenti provenienti da artiglieria navale.

Infine, per non escludere l'importante terminale portuale di Alessandretta dal tracciato, è stato necessario realizzare una galleria lunga otto chilometri, sotto il massiccio dei Monti Nur, per creare un collegamento con Aleppo.

Realizzazione dell'opera

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Sultano Abdul Aziz
Sultano Abdul Hamid II.

Nel corso del XIX secolo gli equilibri geopolitici del medio oriente e della penisola balcanica erano divenuti molto precari, a causa del progressivo indebolimento della Sublime porta, che viveva un periodo di profondo disagio. Se da una parte l'eccessiva incidenza della burocrazia negli affari di stato ne era responsabile, dall'altra era soprattutto il modello della società ottomana, così legato agli splendori del passato, ad esserne la principale causa.

Nel 1868, il sultano Abdul Aziz, che era un fervido ammiratore dei progressi scientifici e tecnici europei, nel tentativo di modernizzare il paese, diede alla Chemins de fer Orientaux dell'imprenditore e banchiere tedesco Maurice de Hirsch, la concessione per la costruzione della linea ferroviaria che da Dobrljin (Novi Grad), al confine dell'allora Impero austro-ungarico, avrebbe portato, senza soluzione di continuità, a Costantinopoli, sostituendo il primo avventuroso tracciato dell'Orient Express, già di pertinenza dell'impero Ottomano.[2]

Questa strada ferrata, fu costruita sotto la guida dell'ingegnare tedesco Wilhelm Pressel e fu portata a termine solo nel 1888, quando ormai la Sublime porta, aveva perso le sue province in Europa. Ciononostante nel 1872, Pressel, che aveva ottenuto la carica di Ingegnere imperiale, sollecitato dal sultano, stilò un progetto per una rete ferroviaria lunga 6800 chilometri, per la copertura dei restanti territori dell'impero.

In quello stesso anno, un consorzio finanziario guidata dalla Deutsche Bank ottenne la concessione per la costruzione di una prima linea di 91 chilometri. Fu realizzata sotto la direzione di Pressel e portava da Costantinopoli a Ismid. Era, questa, la tratta iniziale della Ferrovia Anatolica, che avrebbe congiunto, nel 1892 Costantinopoli ad Ankara, e dalla quale poi nacque nel 1896 la diramazione per Konya, da cui partirà la Ferrovia di Baghdad.[3]

Il sultano Abdul Hamid II, anch'egli di cultura filo occidentale, aveva visto come lo sviluppo dei trasporti su rotaia aveva contribuito, in modo determinante, al progresso economico e commerciale dell'Europa e delle Americhe, dove gli Stati Uniti, grazie alla ferrovia, poterono contare su una rapida espansione, con l'acquisizione di nuovi e vasti territori.

Ispirandosi a questi modelli, e all'operato del suo predecessore, fin dagli anni '80 fu determinato, nella nuova situazione geografica del suo paese, a sviluppare una grande rete ferroviaria, che, dopo la perdita dei Balcani, restituisse centralità alla capitale, Costantinopoli.

Nello stesso tempo, trasporti veloci ed efficienti avrebbero reso più efficace il controllo e la stabilità di quelle regioni che, lungo il corso del Tigri e l'Eufrate, si estendevano fino al Golfo Persico. In questo modo oltre ad ottenere una veloce penetrazione commerciale, avrebbe potuto contare, in caso di necessità, anche su una rapida mobilitazione delle sue forze militari.

Va ricordato qui, per inciso, che, già in precedenza, negli anni '30, era maturata l'idea di aprire una via per le Indie, attraverso la valle dell'Eufrate. Si concretizzò negli anni '40, con la spedizione dell'inglese Francis Rawdon Chesney, che, supportato dal favore della Compagnia britannica delle Indie orientali, stilò un rapporto di fattibilità, della nuova strada ferrata.[4] Rapporto, che però non trovò una sua concreta realizzazione, poiché, in quello stesso periodo (1847), fu ultimato un altro progetto, che rivolto alla realizzazione del canale di Suez, spostò, in quella direzione, l'attenzione del governo britannico.[5]

Evoluzione finanziaria del progetto e interferenze diplomatiche

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Georg von Siemens. Deutsche Bank
Kaiser Guglielmo II

Nella seconda metà del XIX secolo, gran parte delle attività finanziarie del grande malato del Bosforo, erano oggetto di interessi stranieri. In particolare l'amministrazione statale del paese possedeva meno del 5% della Banca Imperiale Ottomana, che era saldamente in mano anglo-francese.[6] In particolare la Francia con questa joint venture, controllava l'Amministrazione del debito pubblico ottomano.

Per bilanciare la forte dipendenza finanziaria da questi paesi, il sultano offrì alle banche tedesche la possibilità di finanziare la costruzione della nuova ferrovia. Prospettiva che trovò anche il favore, seppur tiepido, da parte del governo britannico, che, nonostante tutto, aveva a cuore una stabilizzazione del traballante impero mediorientale, la cui disgregazione avrebbe favorito l'Impero austro-ungarico da una parte e quello russo dall'altra.

D'altro canto il Regno Unito non volle entrare in concorrenza con i tedeschi, in quanto non riteneva finanziariamente conveniente la realizzazione di tale ferrovia.

Inoltre il sultanato, quando all'interno del suo territorio accolse interventi militari da parte della Prussia e della Germania, ebbe sempre delle esperienze più che positive. I tedeschi avevano solo interessi economici da condividere con loro, a differenza degli inglesi e dei francesi, che portavano avanti una politica coloniale e erano interessati a conquiste territoriali.[7] Per questo motivo, Abdul Hamid II, preferì mettersi, di buon grado, sotto la protezione dell'imperialismo tedesco.

Il contratto di finanziamento della Ferrovia di Baghdad, rispetto agli altri concorrenti europei, fu considerato con maggior favore dalle banche tedesche.

Georg von Siemens, amministratore della Deutsche Bank, che all'inizio si era dimostrato alquanto riluttante, mutò atteggiamento dopo l'aggiunta della clausola che prevedeva, per la durata di 99 anni,[8] il diritto allo sfruttamento di ricche miniere per venti chilometri a destra e a sinistra della linea ferrata, e dopo le notizie della scoperta di importanti risorse petrolifere in Mesopotamia ruppe gli indugi.

Dall'altra parte lo stesso imperatore Guglielmo II di Germania scese in campo, personalmente in appoggio dell'impresa, nell'intento di bilanciare lo strapotere delle potenze anglo-francesi. Allo stesso modo il governo voleva riguadagnare quel prestigio internazionale, che in quel periodo era diminuito rispetto agli standards prefissati dall'Intelligence germanica.[9]

Oltre tutte queste considerazioni, il raggiungimento di quelle zone remote del medio oriente, avrebbe favorito un flusso di esportazione di prodotti tedeschi. Lo sbocco, poi, nel Golfo Persico, avrebbe dato, all'opera, una valenza strategica militare, per le operazioni della Marina imperiale tedesca. Tali obiettivi, nel prosieguo entrarono, ineluttabilmente, in contrasto con gli interessi francesi e soprattutto con quelli inglesi che nell'Oceano Indiano non intendevano condividere la loro supremazia.

Questi risvolti con tutte le complicazioni ad essi connessi, all'inizio furono smussati dalla fine diplomazia di Siemens, ma con il progredire dei lavori, emersero ostacoli di natura politica sempre più complessi, che culminarono con'ingresso dell'Impero Ottomano, nella cosiddetta Quadruplice Alleanza.

Sta di fatto che il sindacato, diretto da Siemens, per la costruzione della Ferrovia di Baghdad, denominato Baghdad-Eisenbahngesellschaft, per tutta la sua durata, ebbe una vita estremamente critica.

Obbligazione della Ferrovia di Baghdad emessa dalla Banca Imperiale Ottomana, in quattro lingue. 1903
Georg von Siemens come alfiere della Ferrovia di Baghdad. Caricatura ideo-
logica dell'imperialismo tedesco. 1900.

Nel 1897 un nuovo ambasciatore tedesco fu accreditato presso la corte di Costantinopoli. Era il barone Adolf Marschall von Bieberstein. Fine diplomatico, che, pur essendo anti inglese,[10] riusciva ad intrattenere amichevoli rapporti con la corte britannica. L'anno successivo, riuscì ad organizzare un incontro tra il sultano e Guglielmo II. Nell'occasione venne ufficialmente presentata l'offerta del sindacato tedesco, guidato dalla Deutsche Bank, per ottenere la concessione relativa alla costruzione della ferrovia di Baghdad.

Anche se i tempi non erano maturi, dato che la diramazione della ferrovia Costantinopoli-Ankara, diretta a Konya, non era ancora stata ultimata, con grande soddisfazione del Kaiser e di Siemens, un preliminare di accordo fu approvato.[11] Quando, finalmente, i lavori della ferrovia per Konya, furono ultimati, la Deutsche Bank ottenne la tanto attesa concessione, seppure in via provvisoria, in attesa di recepire tutti i finanziamenti necessari, per la realizzazione dell'intera opera.

Fu a questo punto che, per Siemens, iniziò la fase più complessa e difficile. Si adoperò immediatamente per attirare capitali, russi, inglesi e francesi. Ma a mano a mano che la struttura dell'operazione finanziaria, prendeva forma e i protocolli di intesa, con i vari operatori stranieri erano vicini alla firma, aumentò l'ostilità dei relativi governi, che alle opportunità economiche, anteponevano gli interessi politici.[1]

Da una parte lo zar Nicola II temeva che questa nuova ferrovia, in mano ai tedeschi, potesse minacciare i suoi interessi nell'Armenia e nella Persia settentrionale e i suoi confini meridionali nel Caucaso, dall'altra gli Inglesi, che in un primo tempo avevano sottovalutato l'ingerenza tedesca, si resero conto che i loro interessi nel Golfo Persico potevano essere minacciati.[1][12]

Inoltre la valenza politica di questa moderna via di comunicazione, avrebbe procurato all'Impero Ottomano, nuova forza, costituendo una minaccia musulmana per l'India e avrebbe potuto incrinare la sfera di influenza che la Gran Bretagna stava assumendo nella penisola arabica e nei paesi a sud dell'Eufrate. La Francia, dal canto suo, pur non avendo una posizione ben definita, finì con l'allinearsi con i paesi a cui era politicamente più vicina.[1]

Ad ogni buon conto l'Inghilterra, al fine di limitare i possibili aspetti negativi dell'impresa, fece stipulare dall'allora viceré dell'India Lord Curzon, un accordo con l'emiro del Kuwait, Mubarak Al Sabah, con il quale, quest'ultimo si impegnava a non far costruire ferrovie, nel proprio territorio, senza il preventivo consenso della corona inglese.[1][13]

Visti questi insuccessi, Siemens, dopo aver incassato anche il rifiuto di varie banche newyorchesi, scelse l'alleanza di istituti di credito dei paesi più vicini alla Germania, come l'Impero Austroungarico e l'Italia, oltre ovviamente la Banca Imperiale Ottomana.

Alla fine la Deutsche Bank ottenne finalmente la concessione conclusiva.[11]

Dopo Baghdad, la stazione finale sarebbe dovuta essere Bassora, poi successivamente, sarebbe stato scelto un luogo, sulla costa del Golfo Persico.[8]

Il 13 aprile 1903 fu costituita la Société Impériale du Chemin de fer de Bagdad. I principali investitori furono la Deutsche Bank (40%), La Banca imperiale Ottomana (30%), la Ferrovia Anatolica (10%), la Wiener Bankverein (società bancaria Viennese) e il Schweizerische Kreditanstalt (7%), ed infine la Banca Commerciale Italiana (5%).[14]

Il finanziamento si articolò attraverso l'emissione di un prestito obbligazionario, curato dalla Banca Imperiale Ottomana, da collocare tramite le banche investitrici. La prima trance, di 54 milioni di Franchi Francesi, fu collocata nel 1904, la seconda di 108 milioni nel 1910, la terza di 60 milioni nel 1912.

Costruzione

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Heinrich August Meissner

Già negli anni '90 del XIX secolo erano iniziati gli studi di fattibilità, per la costruzione della ferrovia, secondo le linee del progetto. Le spedizioni approntate ebbero, tra l'altro, la sorpresa di incontrare una natura incontaminata, scientificamente inesplorata, che portò, durante la costruzione, a importanti scoperte, sia nel campo dell'archeologia, che in quelli della zoologia e della botanica.[15]

Il 27 luglio 1903 iniziarono i lavori. La costruzione doveva avere la durata complessiva di 10 anni. Obiettivo che non fu possibile raggiungere, non per problemi di ordine tecnico, ma per difficoltà di origine politica e di ordine pubblico, dovuti a sommovimenti provocati dai Giovani Turchi, che bloccarono i lavori da 1904 al 1910.[11]

La ferrovia fu realizzata con il contributo significativo di molte imprese tedesche. La Philipp Holzmann AG, curò la gestione globale della costruzione, comprensiva di molte grandi stazioni. La Friedrich Krupp AG ebbe l'imponente appalto per la fornitura delle rotaie, Le locomotive, infine, vennero fornite da diversi gruppi, quali, la Borsig, la Fives Group, la Hanomag, la Henschel & Sohn e la Maffei.

Per i cantieri, furono necessarie numerose maestranze, che in determinati periodi, raggiunsero il numero di 35.000 unità, in particolare quando furono affrontati i tratti più impervi, in cui le condizioni furono spesso estreme e pericolose.

La parte dei lavori, tecnicamente più complessa, fu affidata a l'ingegnere tedesco Heinrich August Meissner, che, per i meriti acquisiti, ricevette dal sultano il titolo di Pascià. Affrontò con perizia difficili sfide, come l'attraversamento delle Porte della Cilicia e delle montagne della catena del Tauro. In particolare per quest'ultimo percorso, che conduce ad un'altezza massima di 1478 metri, fu necessario costruire 37 gallerie, di una lunghezza di 20 chilometri ciascuna, oltre numerosi ponti e viadotti tra cui quello imponente di Gavurdere, nei pressi di Adana.

Come accennato, i lavori furono rallentati a causa della rivoluzione dei Giovani Turchi. In questa nuova situazione il progetto di costruire il prolungamento fino a Bassora fu accantonato, mentre nel 1912, iniziò la costruzione che da Baghdad portava verso nord per la congiunzione con Mosul, sempre sotto la guida dell'ingegner Meissner.

Delegazione turca alla Krupp. 1911
Locomotiva G8 (1913), della Hanomag[16]
Cantiere per il viadotto della Varda. 1913

Conseguenze politiche

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La ferrovia di Baghdad, avrebbe potuto essere un conveniente punto di incontro per tutta l'Europa, instaurando una veloce connessione, attraverso il medio oriente, verso l'India e l'Oceano Indiano con le sue rotte verso l'Africa orientale. Divenne invece il pomo della discordia che catalizzò tutte le incomprensioni e diffidenze europee.

La Gran Bretagna vedeva minacciati i suoi interessi nel continente asiatico e il possibile insediamento di basi militare da parte di una superpotenza straniera nel Golfo Persico, come accennato, turbava i suoi piani strategici nella regione. Inoltre la ferrovia entrò in concorrenza con altri progetti infrastrutturali, come il Canale di Suez e i progetti ferroviari dei Russi in Iran. In questo modo la ferrovia di Baghdad divenne, un elemento catalizzatore delle ostilità della Russia, della Francia e dell'Inghilterra. Sull'altro versante aumentò le tensioni tra la Germania e le potenze mondiali circostanti.

«Ma bisogna riconoscere che le maggiori difficoltà erano provocate proprio dalla condotta dei Tedeschi; a cominciare dall'imperatore (il quale, tra l'altro, nel 1898, aveva fatto a Damasco la solenne dichiarazione di voler prendere sotto il suo alto patronato tutto il mondo musulmano) e venendo ai tanti uomini politici, scrittori anche di valore (si veda, per es., il libro di Rohrbach Die Bagdadbahn) e giornalisti, che imprudentemente mettevano in rilievo le finalità imperialistiche dell'impresa ed acuivano, in luogo di rimuovere, le preoccupazioni delle potenze rivali.»

Va detto che all'inizio il governo inglese, aderendo al punto di vista del diplomatico tedesco Adolf Marschall von Bieberstein, vagliò la possibilità di un'integrazione nel progetto, ma preferì desistere visto che l'opinione pubblica anglosassone, influenzata dalla propaganda imperialistica tedesca, vedeva con timore l'espansione della flotta imperiale germanica,[17] che, con l'apertura di un nuovo punto di riferimento in oriente, avrebbe avuto un'accelerazione.[18]

Nonostante ciò, nel maggio del 1914 i due paesi, raggiunsero un accordo, che prevedeva la rinuncia da parte della Germania al diritto di proseguire la ferrovia oltre Bassora. La Germania, inoltre, si impegnava a non costruire né porti né stazioni sul Golfo Persico, senza una preventiva intesa con l'Inghilterra. Da parte sua, quest'ultima, si impegnava a non costruire linee concorrenti.

Lo schema dell'accordo con la firma dell'imperatore, fu consegnato alle autorità inglesi il 30 luglio 1914, ma in quei giorni scoppiava il primo conflitto mondiale e l'intesa non ebbe più luogo.[1][11][19]

Cronologia delle aperture

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La ferrovia di Baghdad è stata gradualmente aperta al traffico in tratte, vedere la tabella seguente:[20]

Percorso
Lunghezza
(km)
Apertura
Annotazioni
Konya–Bulgurlu 200 25 ottobre 1904
Bulgurlu–Ulukışla 38 1 luglio 1911
Ulukışla–Karapınar 53 21 dicembre 1912
Karapınar–Dorak (Tarso) 37 9 ottobre 1918 Attraversamento della catena del Tauro
Dorak–Yenice 18 27 aprile 1912
Yenice–Adana 24 30 giugno 1886 Questo tratto faceva parte della Ferrovia Mersin–Adana
Adana–Toprakkale–Mamure 97 27 aprile 1912 Diramazione a Alessandretta, inaugurata il 1º novembre 1913
Mamure–İslahiye 54 1 agosto 1917 Attraversamento della catena dei Monti Nur
İslahiye–Radschu 46 19 ottobre 1915
Radschu–Muslimiyya–Dscharablus 188 15 dicembre 1912
Muslimiyya–Aleppo 15 15 dicembre 1912
Dscharablus–Tall Abyad 101 11 luglio 1914
Tall Abyad–at-Tu'aim 62 1 giugno 1915
at-Tu'aim–Rasulain 41 23 luglio 1915
Rasulain–Darbiziyya 61 1 febbraio 1917
Darbiziyya–Nusaybin 59 30 giugno 1918
Nusaybin–Tall Ziwan 11 30 giugno 1933
Tall Ziwan–Tall Kushik 71 2 maggio 1935
Tall Kushik–Samarra 384 15 luglio 1940 Furono utilizzati tratti costruiti in precedenza
Samarra–Istabulat 21 7 ottobre 1914
Istabulat–Sumika 37 27 agosto 1914
Sumika–Baghdad 61 2 giugno 1914

La Prima guerra mondiale e le ripercussioni sul progetto

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Volantino della Crewe House che respingeva l'offerta di pace degli Imperi centrali (1916)

Le difficoltà politico finanziarie ed alcuni problemi di carattere tecnico, riscontrati nell'attraversamento della catena del Tauro, causarono un notevole ritardo rispetto al programma stilato nel progetto iniziale. L'inizio della prima guerra mondiale finì per focalizzare lo sviluppo dei lavori, soprattutto in quei settori che avevano valenza strategica.

Sia per i Tedeschi che per gli Ottomani, il completamento della ferrovia rivestiva un ruolo di primaria importanza e decisivo per le sorti della guerra in Medio Oriente. In particolare la Germania dipendeva, per i rifornimento di petrolio, dagli Stati Uniti. Il raggiungimento dei ricchi giacimenti del sud rappresentava la più valida alternativa.

Parallelamente, per l'Impero ottomano, la rete era di vitale importanza, perché solo fornendo adeguati approvvigionamenti sul fronte meridionale del canale di Suez, con armi e truppe, la lotta contro i ribelli arabi sarebbe stata efficace.

Nel 1914 erano stai completati solo 1094 chilometri del percorso. I tratti mancanti furono surrogati con ferrovie a scartamento ridotto, ovvero ferrovie Decauville, con un calibro di 600 mm, che però comportavano, per ogni trasbordo, lo scarico e il carico di tutte le merci.

Nel 1918 il percorso della ferrovia di Baghdad era completato, in direzione sud, da Istanbul-Konya fino a Nusaybin e, in direzione nord, da Baghdad fino a Samarra e copriva, comprese le diramazioni, una lunghezza di circa 2.000 chilometri. Così, come stilato nel progetto originario, le due linee avrebbero dovuto congiungersi a Nusaybin. Gran parte dei notevoli danni inferti alla rete ferroviaria furono riparati già durante lo svolgimento del conflitto. I primi treni, così, poterono percorrere quello che era stato il territorio ottomano, ora sotto la giurisdizione degli occupanti francesi e britannici, che ne avevano l'amministrazione.

Solo nel 1920, con il trattato di pace di Sèvres, la ferrovia ritornò sotto la giurisdizione turca. Ma la mappa geografica della regione era stata ridisegnata.[11]

Sotto la guida di Mustafa Kemal Atatürk, il 29 ottobre 1923, era nata la Repubblica di Turchia, ma il percorso della ferrovia di Baghdad correva ormai attraverso tre diversi paesi: la Turchia, la Siria e l'Iraq.

Per il completamento del tracciato mancavano circa 485 chilometri, ma la costruzione fu sospesa per un lungo periodo di tempo, durante il quale i tratti non serviti dalla ferrovia furono coperti con mezzi di trasporto su gomma.

Zona di occupazione francese

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Alla fine della guerra, nella spartizione dei territori dell'ex Impero ottomano la Francia si trovò ad occupare, oltre la Siria, anche la parte meridionale dell'Anatolia. Decise di affidare la gestione delle linee ferroviarie di queste regioni a due società.[11]

La "Società ferroviaria Damasco-Hamas e prolungamenti" (Société du Chemins de fer Damas – Hama et Prolongements) gestiva i tratti ferroviari, allocati prevalentemente in Siria, dove fu deciso di lasciare i requisiti tecnici preesistenti, compreso, ove presente, lo scartamento ridotto.

La "Società ferroviaria per la Cilicia e la Siria del Nord" (Société du Chemin de fer Cilicie - North Syrie) gestiva i tratti ferroviari, allocati prevalentemente in Turchia, dove fu deciso invece di adottare lo scartamento normale. I percorsi di competenza andavano da Pozanti nel Tauro a Nusaybin, sempre in territorio turco. La società gestiva, tenuto conto delle diramazioni che raggiungevano Mersin (49 km), Alessandretta (59,6 km) e Mardin (25 km), complessivamente 821 chilometri. Con il trattato di Ankara del 1921 la società assunse il nome di "Società di gestione della ferrovia Pozanti - Aleppo - Nusaybin e prolungamenti" (Société d'Exploitation des Chemins de fer Bozanti - Alep - Nissibie et Prolongements, BANP).[11]

Infine, nel 1933, questa società fu definitivamente sciolta ed al suo posto subentrarono, sebbene in modo parziale, le Ferrovie dello Stato turche (TCDD).

Turchia

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Cenup Demiryolları (Società Ferroviaria del sud
Linea ferroviaria Fevzipasa-Narli-Ganziatep-Karkamis

Con il trattato di Losanna nel 1923 fu stabilito che la ferrovia di Baghdad sarebbe stata la linea di confine tra la Siria e la Turchia lungo la direttrice che da Karkamış (in Siria Dscharablus) va a Nusaybin. Lungo questo percorso, tutti gli insediamenti, comprese le stazioni, si trovavano sul lato sud e quindi la Siria si trovò avvantaggiata, in quanto li trovò già insediati sul proprio territorio.[21] La Turchia fu costretta a ricostituire sul tracciato nuovi insediamenti e luoghi di reception sul proprio territorio che furono così denominati:

  • Karkamış (Islahiye) (per la parte siriana: Dscharablus (Jarabulus)
  • Akçakale (per la parte siriana: Tel Abyad)
  • Sayali (per la parte siriana: at-Tu'aim)
  • Ceylanpınar (per la parte siriana: Ras al-Ain)
  • Şenyurt (Kızıltepe) (per la parte siriana: Al-Darbasiyah)

Operativamente questo risultato risultò del tutto insoddisfacente perché i collegamenti Islahiye-Meydan Elbaz e Achterin-Çobanbey, all'interno del territorio turco, furono rallentati e condizionati dal traffico di transito in territorio siriano. Solo dopo 40 anni il problema venne risolto con la costruzione all'interno del territorio turco di nuove tratte, che erano così articolate:

Nel 1924 il governo turco decise di acquistare la Ferrovia anatolica, che era gestita da società private. Subito dopo la stessa Ferrovia anatolica acquisì dalla Anadolu-Baghdad Demiryolları la parte iniziale della ferrovia di Baghdad fino a Yenice. Nel 1933, come visto in precedenza, il tratto lungo il confine turco-siriano era stato acquistato dalle Türkiye Cumhuriyeti Devlet Demiryolları (Ferrovie dello Stato turche) ed era stato utilizzato, nella parte iniziale, il percorso Adana - Fevzipasa (nel distretto di Islahiye). Il resto del precedente tracciato da Çobanbey a Nusaybin era stato integrato nella Cenup Demiryolları (CD), Società ferroviaria del sud.[11] Anche questa società nel 1948 fu acquistata dalla Türkiye Cumhuriyeti Devlet Demiryolları (Ferrovie dello Stato turche) (TCDD), che così ebbe sotto il suo controllo tutta la parte della ferrovia di Baghdad che transitava nel territorio della Repubblica di Turchia.

L'Iraq nel 1936 acquistò per 494.000 sterline inglesi dalla Gran Bretagna il tratto della ferrovia di Baghdad che andava da Samarra a Baghdad. La parte rimanente del tracciato, che andava da Tall Kushik al confine sirio-iracheno, a Sammarra, lungo 384 km, doveva essere ancora completata e fu inaugurata nel 1940.[11][22]

La fase finale della costruzione

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Nel 1936 le iniziative congiunte di Siria e Iraq consentirono di chiudere l'ultimo gap. Il 15 luglio 1940, finalmente, la linea ferroviaria era completamente agibile. Così, 52 anni dopo il rilascio della prima concessione, il Taurus Express poté transitare per l'intero tragitto, da Istanbul fino alla stazione di destinazione, Baghdad.[22]

Più tardi, la linea fu estesa a sud della città portuale irachena di Bassora. La ferrovia di Baghdad, alla fine, raggiunse l'obiettivo di collegare il Bosforo e il Golfo Persico. Tuttavia i rapporti tesi dei paesi attraverso i quali si snoda il tracciato ne hanno permesso il regolare e costante funzionamento soltanto in modo saltuario.

Inoltre, i lunghi tempi necessari per la sua realizzazione hanno ridotto sensibilmente l'importanza strategica ed economica dell'opera, la cui valenza è stata superata con l'uso di altri mezzi di trasporto.

I recenti sviluppi

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Stato di conservazione

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Al 2015, la maggior parte del percorso è ancora in condizioni accettabili.[23] Tuttavia, in Iraq e in parte della Siria la nuova situazione geo-politica creatasi con l'avvento dello Stato Islamico impedisce di avere notizie attendibili sullo stato delle cose. Le informazioni fornite sono insufficienti e i collegamenti in questi paesi esistono solo sulla carta.

Sembrerebbe, tuttavia, che le stazioni siano, in gran parte, conservate nel loro stato originale.

 
Itinerario del Taurus Express

In Turchia, dove il traffico è regolare, i tratti utilizzati per il trasporto di minerali pesanti, che vanno da Alessandretta Toprakkale a Narli e da Malatya a Divriği sono stati elettrificati.

Stato di funzionamento

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Taurus Express

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Taurus Express.

La nuova denominazione della ferrovia di Baghdad fu Taurus Express. La prima corsa si ebbe il 15 febbraio 1930. Tuttavia, in quel periodo, i passeggeri erano costretti, per la tappa del viaggio tra Nusaybin e Kirkuk, a trasferirsi in pullman forniti dalla Compagnie Internationale des Wagons-Lits. Da Kirkuk il viaggio continuava con la ferrovia a scartamento ridotto fino a Baghdad. Nel 1939 questo servizio veniva eseguito tre volte a settimana da Istanbul a Baghdad, con coincidenze per Teheran e Il Cairo.[24]

A causa di tensioni politiche, il treno transita dal 1982, solo come collegamento nazionale puro, tra Istanbul e Gaziantep,[24] ma una volta alla settimana prosegue fino ad Aleppo in Siria.[25] La connessione di Mosul, sospesa poco prima del 2002, era stata ripristinata il 16 febbraio 2010,[26] ma per gli eventi bellici è stata nuovamente sospesa.

Collegamenti con Siria e Iraq

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Nel 2002 la ripresa del collegamento diretto da Istanbul a Baghdad era stata decisa in un accordo tra le ferrovia turche e irachene, ma gli eventi bellici successivi ne hanno impedito, fino ad ora, l'attuazione.

  • Il valico di frontiera Islahiye / Maydān Akbis è agibile sia che con i treni merci, sia con due treni settimanali provenienti da Teheran, direzione Damasco.
  • Il valico di frontiera Çobanbey / Achterin, dopo 30 anni, è stato riaperto nel 2009. Il traffico passeggeri attraverso il valico di confine era fino al 2010 assicurato con due treni settimanali tra Aleppo e Gaziantep. Sempre a causa degli eventi bellici, il servizio non è ora assicurato.
  • Il valico di frontiera Nusaybin / Qamishli fu riaperto, dopo decenni di chiusura, sempre nel 2009. Serviva essenzialmente per il trasporto merci con treni tra Gaziantep (Turchia) e la Siria fino a Mosul (Iraq). Dopo il 2010 il valico, sebbene sia ancora aperto, risulta isolato e il traffico interrotto.
  • Il valico di frontiera di al-Yarubiyya / Tall Kushik tra la Siria e l'Iraq è utilizzato per il traffico merci, ma attualmente il traffico è interrotto.

Galleria d'immagini

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  1. ^ a b c d e f g Baghdad, Ferrovia di Baghdād, Vol. V, in Enciclopedia Italiana - Roma 1930 Fonte
  2. ^ Smith, Mark. A history of the Orient Express. Una cronologia dell'Orient Express... Fonte
  3. ^ Lothar Gall, et al.: Die Deutsche Bank: 1870-1995, Verlag C. H. Beck München 1995, pag. 252 ISBN 3-406-38945-7.
  4. ^ Francis Rawdon Chesney, E. B. Barke, Report on the Euphrates Valley Railway. Ed. Smith, Elder, 1857. London [1]
  5. ^ Gisela Graichen, Horst Gründer: Deutsche Kolonien – Traum und Trauma. Ullstein Buchverlag. Berlin 2005, Pag. 252
  6. ^ Marengo Claudio, La "Banque Ottomane" Fonte
  7. ^ Centini Lorenzo, Ferrovia Berlino - Baghdad, Un caso di cooperazione euroasiatica? In Eurasia, Rivista di studi geopolitici - 19 Febbraio 2014 Fonte Archiviato il 14 luglio 2015 in Internet Archive.
  8. ^ a b Morris Jastrow, Jr.D., Ph,. D. LL., The war and the Bagdad Railway. Pagg. 92-93 J. B. Lippincott Company - 1917. Philadelphia and London Fonte
  9. ^ Schöllgen: Instrument deutscher Weltmachtpolitik. 2003, Pag. 108 e seguenti.
  10. ^ Marschall von Bieberstein Adolf Hermann. Vol 22, in Enciclopedia Italiana. Roma 1934 Fonte
  11. ^ a b c d e f g h i Benno Bickel: Zeittafel Bagdadbahn. In: Jürgen Franzke (Hrsg.): Bagdadbahn und Hedjazbahn. Deutsche Eisenbahngeschichte im Vorderen Orient. Tümmel, Nürnberg 2003, ISBN 3-921590-05-1,pagg. 160–162.
  12. ^ Larry Allen, Il sistema finanziario globale. Dal 1750 ad oggi. Pag. 160. Pearson Italia S.p.a. Paravia Bruno Mondadori. 2002 Milano Fonte
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  14. ^ Lothar Gall et al.: Die Deutsche Bank: 1870–1995. C. H. Beck, München 1995, ISBN 3-406-38945-7, Pag. 76 e seguenti.
  15. ^ Wolfgang Korn: Mesopotamien. Wiege der Zivilisation. Stuttgart 2004, pag. 32 e seguenti.
  16. ^ www.bahnwelt.de - Lokomotiven und Triebwagen, su bahnwelt.de. URL consultato il 13 luglio 2015 (archiviato dall'url originale il 12 agosto 2013).
  17. ^ Enrico Galarico, La Germania e le origini della prima guerra mondiale, In Viaggio-in-Germania - Storia tedesca Fonte Archiviato il 2 aprile 2014 in Internet Archive.
  18. ^ Schöllgen: Instrument deutscher Weltmachtpolitik. 2003, pag. 110
  19. ^ Schöllgen: Instrument deutscher Weltmachtpolitik. 2003, pag. 111; Earle: Turkey, the Great Powers, and the Bagdad Railway. 1923, pagg. 259 e seguenti
  20. ^ Preissig & Klebes: Eisenbahnbau und Eisenbahnprojekte im Orient.1989. Pag. 56, e Müller: Syrien und die Hedschasbahn. 1989. Pag. 43
  21. ^ Müller: Syrien und die Hedschasbahn. 1989, pag. 43
  22. ^ a b Ettore Rossi, Completamento della " Ferrovia di Baghdad" o "Bosforo-Golfo Persico" e problemi ferroviari del vicino oriente. In "Oriente Moderno" - Anno 20, Nr. 11 (Novembre 1940), pp. 513-520, 564. Roma Published by: Istituto per l'Oriente C. A. Nallino Fonte
  23. ^ Robinson: World Rail Atlas and historical summary. 2006
  24. ^ a b Benno Bickel: Mit Volldampf durch die Wüste. Lokomotiv- und Betriebsgeschichte von Hedjazbahn und Bagdadbahn. In: Jürgen Franzke (Hrsg.): Bagdadbahn und Hedjazbahn. Deutsche Eisenbahngeschichte im Vorderen Orient. Tümmel, Nürnberg 2003, ISBN 3-921590-05-1, pagg. 139–143
  25. ^ Stefano Torelli Turchia e Siria sempre più vicine - 2010 - Arianna Editrice Fonte
  26. ^ OsservatorioIraq. Dopo quasi trent’anni, riaprono i collegamenti ferroviari Turchia-Iraq fonte Archiviato il 14 luglio 2015 in Internet Archive.

Bibliografia

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  • Allen Larry, Il sistema finanziario globale. Dal 1750 ad oggi. Pearson Italia S.p.a. Paravia Bruno Mondadori. 2002 Milano
  • Bickel Benno, Zeittafel Bagdadbahn. In: Jürgen Franzke (Hrsg.): Bagdadbahn und Hedjazbahn. Deutsche Eisenbahngeschichte im Vorderen Orient. Tümmel, Nürnberg 2003
  • Gall Lothar, et al., Die Deutsche Bank: 1870-1995, Verlag C. H. Beck München 1995
  • Graichen Gisela, Horst Gründer, Deutsche Kolonien – Traum und Trauma. Ullstein Buchverlag. Berlin 2005
  • Jastrow Morris Jr.D., Ph. D. LL., The war and the Bagdad Railway. Pagg. 92-93 J. B. Lippincott Company - 1917. Philadelphia and London
  • Klebes G.: Eisenbahnbau und Eisenbahnprojekte im Orient 1989
  • Korn Wolfgang: Mesopotamia - la culla della civiltà. Theiss, Stoccarda 2004.
  • Müller J.: Syrien und die Hedschasbahn. 1989
  • Pongiluppi Francesco, The Energetic Issue as a Key Factor of the Fall of the Ottoman Empire, in "The First World War: Analysis and Interpretation" (edited by Biagini and Motta), Vol. 2., Cambridge Scholars Publishing, Newcastle, 2015, pp. 453–464.
  • Rawdon Chesney Francis, E. B. Barke: Report on the Euphrates Valley Railway. ED. Smith, Elder, 1857. London
  • Robinson N.: World Rail Atlas and historical summary. 2006
  • Rohrbach Paul: Die Bagdadbahn, Berlino 1902
  • Rossi Ettore: Completamento della " Ferrovia di Baghdad" o "Bosforo-Golfo Persico" e problemi ferroviari del vicino oriente. In "Oriente Moderno" - Anno 20, Nr. 11 (Novembre 1940) - Roma
  • Schöllgen G.: Instrument deutscher Weltmachtpolitik. 2003
  • Treccani G.: Enciclopedia Italiana - Istituto Poligrafico dello Stato - Roma - 1929 -1937
  • Vasapollo Luciano, Jaffe Hosea, Galarza Henrike: Introduzione alla storia e alla logica dell'imperialismo. Editoriale Jaca Book, 2005 - Milano

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