Gazzetta Piemontese (Regno di Sardegna)

giornale ufficiale del Regno di Sardegna

La Gazzetta Piemontese fu il giornale ufficiale del Regno di Sardegna.

Gazzetta Piemontese
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StatoRegno di Sardegna (bandiera) Regno di Sardegna
Linguaitaliano
Periodicitàquotidiano
Generegiornale ufficiale
Formato(dal 1814): 32 cm.
(dal luglio 1848): 43 cm.
Fondazionedicembre 1796
Chiusura1861
 
Prima pagina della «Gazzetta Piemontese» del 5 marzo 1848, giorno della pubblicazione dello Statuto Albertino.

La sua storia può essere divisa in due periodi:

Periodo 1796-1800

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Nel dicembre 1796 il governo sabaudo decise di revocare il privilegio di stampa ai pochi professionisti che all'epoca stampavano gazzette a Torino e di fondare un giornale ufficiale. Nacque così la «Gazzetta piemontese», la cui redazione fu affidata al segretario di Stato Vincenzo Valsecchi[1].

Il giornale attraversò indenne sia il primo periodo napoleonico (1797-1799) sia la restaurazione austro-russa (1799-1800). Fu soppresso con il ripristino del dominio francese, attraverso un decreto della Commissione esecutiva del 26 ottobre 1800, fortemente restrittivo della libertà di stampa.

Periodo 1814-1860

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Il giornale fu rifondato dopo la dissoluzione del Regno d'Italia napoleonico e il ritorno della dinastia sabauda. Fu stampato a Torino dal 2 agosto 1814 (numero 1) al 3 gennaio 1860 nella tipografia D. Pane. Inizialmente fu trisettimanale; nel 1834 passò da trisettimanale a quotidiano. Dopo l'emanazione dello Statuto Albertino (marzo 1848), dal 1º luglio 1848 fu aggiunto al titolo il completamento "Giornale ufficiale del Regno". Dal 1849 al 1857 fu diretta da Guglielmo Stefani, che successivamente diede vita all'agenzia di stampa che prese il suo nome (Agenzia Stefani). Il 4 gennaio 1860 la «Gazzetta Piemontese» cambiò nome in «Gazzetta ufficiale del Regno di Sardegna», che a sua volta il 17 marzo 1861, con l'unità d'Italia, cambiò nome in «Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia», giornale ufficiale del Regno d'Italia.

  1. ^ Storia di Torino. Dalla città razionale alla crisi dello stato d'antico regime, pag. 960. Valsecchi svolse l'incarico almeno fino al dicembre del 1798.

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