La Giostra dell'orso è una riedizione moderna dell'antico palio dei berberi che si tiene nella città di Pistoia fin dal XIII secolo ogni 25 luglio, giorno dedicato al patrono della città san Jacopo.

Storia della giostra

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La venerazione dei pistoiesi per san Jacopo vien fatta risalire ai tempi delle scorrerie saracene e sembra che proprio per essere stata salvata da una scorreria per sua intercessione, Pistoia lo eleggesse a protettore nell'866. Nel 1174 fu fondata l'opera di san Jacopo, incaricata della conservazione della cappella di San Jacopo e di organizzare le manifestazioni civili e religiose in onore del santo. L'antico palio era così importante e sentito nella città che solo per gravi motivi (guerre, epidemie, ecc.) veniva talvolta soppresso. Generalmente le violenze venivano sospese e Boccaccio descrive la festa del 1348, l'anno della peste. Addirittura nel 1464 l'opera di San Jacopo stabilì che per nessuna ragione, anche in tempo di peste, si dovesse omettere di far correre il palio. La popolazione partecipava anche in maniera massiccia ma era esclusa dalla organizzazione e gestione dei festeggiamenti, riservate alle famiglie nobili e patrizie.

Una deliberazione comunale del 1514, presa per contestazioni sulle "mosse e le riprese dei barberi", ci attesta che la corsa si correva da una pietra miliare sulla via Lucchese alla chiesa di Santa Maria Cavaliera, situata a fianco del palazzo comunale. Si trattava dunque di un percorso rettilineo e misurava probabilmente circa tre chilometri. Dopo la costruzione del bastione mediceo di porta Lucchese il palio fu disputato lungo la via dello Spianato, l'attuale Corso. Nel 1788 un palio fu corso, in tondo, sul prato di san Francesco. Durante gli anni le regole e il percorso nel quale veniva fatto hanno subito molti cambiamenti ma la formula della corsa rimase fino allo scoppio della prima guerra mondiale.

Nel 1947 la tradizione del palio fu ripresa e cambiò denominazione nell'attuale giostra dell'orso, in onore all'animale araldico rappresentato nello stemma cittadino (a Pistoia chiamato "il micco"), e si ripeté ogni anno nella suggestiva cornice di piazza del Duomo fino al 1957, anno in cui venne nuovamente interrotta. La tradizione della giostra ritorni ad affacciarsi a Pistoia nel 1975 quando il comitato cittadino e i 4 rioni della città decidono di far ricominciare a correre i cavalli in piazza del Duomo. La giostra dell'orso, da quella data, è sempre stata disputata (tranne in due occasioni) e non ha subito grandi cambiamenti salvo spostare la gara dal pomeriggio alla sera per rendere più suggestiva la competizione cavalleresca. Nel 2014 per ordine del sindaco Samuele Bertinelli a seguito della morte di due cavalli è stato deciso di sospendere per almeno un anno la manifestazione che è stata ripresa, dopo un referendum cittadino sul suo mantenimento, nell'anno 2016. Il regolamento ha subito pesanti modifiche consistenti, perlopiù, nell'inserimento di stringenti limitazioni della velocità e nell'introduzione di un tempo minimo per tornata.

Festeggiamenti in onore di San Jacopo

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La gara equestre vera e propria viene preceduta da alcune manifestazioni che nei giorni immediatamente precedenti e nella giornata medesima animano la città e danno il via ai festeggiamenti per il santo patrono.

Vestizione della statua di San Jacopo

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I festeggiamenti in onore del santo abbracciano aspetti della tradizione civica e culturale della città stessa, oltre che la dimensione più prettamente religiosa di cui la Vestizione rimane, dagli inizi del 1900, una delle cerimonie di maggior rilievo.

Il 16 luglio, nella piazza di fronte alla cattedrale di Pistoia, si compie la cerimonia della vestizione della statua di San Jacopo; tale evento consiste nel mettere un grosso mantello di lana rossa sulla statua che troneggia sulla cattedrale del duomo. Il "mantellino" rosso assume un'accezione tutta simbolica ed è legato ad una vicenda che la tradizione orale non ha smesso di tramandare nel corso dei secoli di cui è protagonista il santo.

Secondo tale versione, che ha il sapore più di leggenda che non di fatto realmente esistito, San Jacopo prima di darsi alla vita spirituale faceva il sensale di cavalli ed acquistava i cavalli al mercato rimandando il pagamento al sopraggiungere della stagione calda. In occasione della festa del luglio, momento di incontro tra gli abitanti della città e quelli della campagna, un creditore gli si avvicinò sicuro di poter riscuotere ma il santo si fece trovare tutto imbacuccato di un pastrano rosso fingendosi intirizzito dal freddo, rimandando in questo modo nuovamente il pagamento "a tanta calura".

Di questa storia si è perso il contesto di riferimento ma il mantello rosso è diventato un emblema di riconciliazione tra la campagna e la città, il legame tra due mondi diversi ed in passato in conflitto tra loro, ma soprattutto, attraverso il colore rosso, il simbolo del martirio e della festa insieme, la fusione tra il mondo laico ed il mondo ecclesiastico.

La mantellina rossa posta sulle spalle del Santo indicavano il periodo di franchigia per ladri e lestofanti che potevano liberamente partecipare alla festa, come avviene a Caltagirone con l'esposizione della bandiera rossa della franchigia per i mafiosi.

La vestizione di San Jacopo, o semplicemente "la vestizione" come comunemente viene definita dai pistoiesi, è stata sempre curata dal comune di Pistoia in seguito al decreto di riforma della "Comunità Civica di Pistoia" emanato nel 1777 da Pietro Leopoldo, Granduca di Toscana, che sanciva la cooperazione diretta tra comune e ordine ecclesiastico riguardo al patrimonio dell'opera di San Jacopo di Pistoia. L'ultimo testimone della vestizione ad opera del comune è stato Rolando Margelli, oggi ottantenne ex dipendente del Cantiere Fabbricati, che per alcuni decenni, fino al 1978, ha vestito il santo salendo per la scala a chiocciola posta alla sinistra dell'altare che arriva direttamente alla statua.

Dal 1979 alla vestizione collabora il corpo dei vigili del fuoco. Due pompieri salgono sull'autoscala fino alla base della cuspide della facciata della cattedrale e posano il mantello sulla statua del santo. Tale cerimonia avviene in una cornice che si riallaccia a tradizioni passate come quella di decorare la facciata del duomo con fiori, frutta, verdura, tralci di vite, ramoscelli di melo, uva e mele. Tali decorazioni ricordano gli addobbi sacri usati dai Della Robbia durante il Rinascimento.

Corteggio storico-religioso in onore di San Jacopo

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Durante la mattina del 25 luglio, un corteo di tuma storico riproduce l'antica e solenne processione della vigilia di San Jacopo, alla quale partecipavano un tempo tutti i suoi cittadini validi di Pistoia, le associazioni delle arti e mestieri, le rappresentanze dei comuni del territorio, il clero regolare e secolare, il vescovo, le pubbliche magistrature cittadine e le autorità comunali pistoiesi. Essa è denominata Processione dei ceri.

L'attuale percorso del corteo storico si svolge lungo il perimetro della prima e più antica cerchia di mura urbane, delineando l'area tradizionale del centro amministrativo e religioso di Pistoia, rimasto tale dal Medioevo fino ad oggi, con tutti gli edifici pubblici più rappresentativi: la cattedrale e il suo campanile, che è anche torre civica di origine longobarda, l'antico Palazzo dei Vescovi, il battistero, il palazzo del tribunale ed il palazzo del comune.

La disposizione nel corteo storico dei personaggi in costume si ispira a quanto risulta da documenti coevi; alla sfilata attualmente non partecipano il clero ed il vescovo di Pistoia, che invece restano in cattedrale per la funzione religiosa successiva. Il corteo si forma in Castel Cellesi, l'attuale Piazzetta Romana, e si snoda attraverso Piazza della Sala, via di Stracceria, via Roma, via Cavour, via Buozzi, via Curtatone e Montanara, via Abbi Pazienza, via delle Pappe, via Filippo Pacini, via Palestro, via Cavour, via Roma, fino a giungere in Pazza Duomo, dinanzi alla cattedrale, in questo ordine:

Corteo Storico-Religioso della Processione dei ceri
Gonfalone del Comune di Pistoia (Tre Valletti del Comune in Abiti Civili)
Gonfalone della Provincia di Pistoia
Gonfaloni delle Città Gemellate con la Città di Pistoia
Alfiere con Gonfalone Comitato Cittadino Giostra dell'Orso (In Abito Storico)
Tamburi e Chiarine
Sbandieratori
Alfiere Alfiere con Gonfalone Città di Pistoia Alfiere
Gonfaloniere della Città di Pistoia e Dama
Paggio con Chiavi della Città di Pistoia
Podestà della Città di Pistoia e Dama
Capitano del Popolo
Due Notabili del Comune di Pistoia
Quattro Priori delle Arti e Mestieri
Paggio Porta Insegna Familiare Paggio Porta Insegna Familiare
Famiglia CANCELLIERI Famiglia PANCIATICHI
Paggio Porta Insegna Familiare Paggio Porta Insegna Familiare
Famiglia CELLESI Famiglia TEBERTELLI
Paggio Porta Insegna Familiare Paggio Porta Insegna Familiare
Famiglia FABRONI Famiglia FORTEGUERRI
Paggio Porta Insegna Familiare
Famiglia VERGIOLESI
Personaggi Illustri Pistoiesi Messer Cino Da Pistoia
Madonna Selvaggia de'Vergiolesi Madonna Dialta de'Tedici

Seguono poi il corteo i quattro corteggi storici Rionali, in ordine di classifica della Giostra dell'Orso dell'anno precedente. Ogni corteggio storico rionale è così composto:

Chiarina Chiarina Chiarina
Rullante Rullante
Due Tamburi Imperiali Due Tamburi Imperiali
Alfiere con Insegna Compagnia Principale Rionale
Capitano degli Alabardieri Rionale recante un Cero
Due Paggi
Magistrato Rionale e dama
Due Ancelle al seguito

Seguono il corteo:

Alfiere con Madonna dell'Umiltà Alfiere con Madonna della Sapienza
Alfiere con Opa di San Jacopo
Quattro Operai di San Jacopo
Alfiere del Palio (Senza Palio)
Quattro Valletti con Ceri Votivi in Onore di San Jacopo

Cerimonia di ingresso in cattedrale

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Una volta arrivato davanti alla cattedrale, il corteo in formazione sosta dinanzi alle porte di accesso, che sono chiuse. Il corteo annuncia il suo arrivo con rulli di tamburo e chiede di entrare con tre squilli di tromba. Al segnale si aprono le porte della chiesa, il vescovo con in dosso paramenti solenni compare sul portone centrale ed esce sul sagrato per ricevere il corteo.

Questo si apre per lasciare passare il Gonfaloniere di Pistoia, preceduto dall'alfiere con il gonfalone del comune, il Podestà, i Priori delle Arti e Mestieri, i quattro Operai di San Jacopo preceduti dalle Insegne dell'OPA di San Jacopo ed accompagnati dai paggi con lo Speron d'Oro, dall'alfiere con il Palio di San Jacopo e dai valletti con i ceri. Essi avanzano e rendono omaggio al vescovo inginocchiandosi. Entrano poi all'interno, seguendo il vescovo per la navata centrale. Viene loro dietro il resto del corteo, ad eccezione dei soldati, che vengono congedati; per ultimi, da soli, entrano i quattro prigionieri liberati.

Mentre le attuali autorità prendono posto nel presbiterio sempre a destra, coloro che impersonano le antiche autorità comunali si siedono sotto il presbiterio, a destra; a sinistra, in posizione simmetrica, prendono posto in seconda fila, in piedi, i quattro prigionieri liberati, e in prima fila seduti, i quattro Operai di San Jacopo. L'araldo con il gonfalone del comune di Pistoia si va a porre a metà della scala di accesso al presbiterio, sulla destra, e simmetricamente sulla stessa scala, a sinistra, si colloca l'alfiere con il Palio di San Jacopo.

Solenne funzione liturgica in onore di San Jacopo

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Dinanzi all'altare maggiore, spostato sulla destra, è esposto su di una base il reliquiario di San Jacopo, in argento dorato (opera di oreficeria fiorentina della bottega di Lorenzo Ghiberti, inizi del XV secolo).

All'offertorio l'alfiere con il palio di San Jacopo si porta al centro della scalinata, di fronte all'altare maggiore; mentre l'alfiere inclina il gonfalone del comune di Pistoia verso il palio, in segno di onore. Si pongono dietro l'alfiere col palio i quattro operai di San Jacopo con l'offerta dei ceri.

L'alfiere col palio sale gli ultimi gradini, avanza verso il Vescovo, gli si inginocchia dinanzi per la benedizione del palio e poi va a disporsi nel presbiterio, a sinistra. A loro volta avanzano gli Operai di San Jacopo, si inginocchiano, offrono i ceri per la benedizione, tornano poi indietro ai loro posti. Durante la funzione i quattro alfieri dei rioni sono sistemati, due per parte, accanto ai pilastri della navata centrale, in prossimità del presbiterio.

Sorteggio ed abbinamento dei cavalieri

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Il sorteggio dei cavalieri da abbinare alle singole tornate della Giostra dell'orso viene effettuato, in cerimonia pubblica, nella sala maggiore del palazzo comunale, alla presenza del sindaco di Pistoia.

La Giostra dell'Orso

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La Giostra dell'Orso è una manifestazione equestre che viene disputata tra dodici cavalieri, tre per ognuno dei quattro rioni cittadini, che si scontrano tra loro a due a due per la conquista del palio o cencio.

La gara si compone di diciotto tornate, che vengono sorteggiate e stabilite la mattina del 25 luglio, nelle quali i cavalieri devono abbattere un bersaglio a forma di orso colpendolo con una lancia.

Il punteggio viene assegnato secondo questa modalità: tre punti a chi arriva primo e abbatte l'orso, un punto a chi arriva secondo e abbatte l'orso, zero punti a chi non colpisce l'orso.

Fino a qualche anno fa il cavaliere che arrivava primo sul bersaglio prendeva un punto anche se non colpiva il bersaglio, ma questa regola è stata tolta per prediligere la precisione alla velocità che spesso portava a far rischiare troppo a cavalli e cavalieri.

I punteggi acquisiti dai cavalieri nelle diverse tornate si vanno a sommare in base al rione di appartenenza e il rione che alla fine ottiene più punti vince la giostra e riceve il palio. In caso di più squadre in parità vengono corse delle ulteriori tornate di spareggio.

Oltre a contribuire alla vittoria del proprio rione i bersagli accumulati dai singoli cavalieri servono a raggiungere l'ambito premio dello sperone d'oro che viene assegnato al cavaliere che ha conquistato più punti alla fine della giostra.

I quattro rioni cittadini

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Pistoia è storicamente divisa in quattro rioni, individuati dalle quattro porte di accesso alla città. Ogni rione si compone di tre Compagnie del Popolo le quali, facendo capo alle maggiori chiese o parrocchie presenti nel territorio in questione, dovevano, in caso di assalto nemico, provvedere allo scopo difensivo e militare della città con fanteria equestre o semplici fanti pedestri. Per questo motivo ogni rione è caratterizzato da un vessillo Suburbano (che identifica il quarto di città interessato) e dai tre Vessilli della Compagnia del Popolo aderente alla porta.

Alla nascita della Giostra dell'orso nel 1947, dato che le conoscenze storiche di allora non permettevano di risalire alla corretta suddivisione in rioni della città, gli organizzatori si trovarono impossibilitati ad assegnare ad alcun rione i territori all'interno della prima cinta muraria. I residenti di questo quartiere, accomunati dal fatto di non possedere un'appartenenza territoriale ad uno dei quattro rioni, finirono per creare un "quinto" rione che non ha mai gareggiato ad alcuna edizione della Giostra. La situazione si è finalmente risolta in seguito a recenti studi (2005), grazie ai quali è stato possibile riscoprire gli originali confini dei quattro rioni e riportare la suddivisione della città ad un'autentica fedeltà storica.

Con il tempo, e con il susseguirsi delle manifestazioni la cittadinanza ha avvertito l'esigenza di creare un comitato cittadino super partes che anche oggi si prende cura dell'equità, della coordinazione e della gestione di tutte le fasi della giostra dell'orso.

Cervo bianco

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Cervo bianco
 
Vessillo Cervo bianco
Vessillo suburbano
 
Vessillo Chiesa S. Giovanni Fuorcivitas
Vessillo Chiesa S. Giovanni Fuorcivitas
 
Vessillo Chiesa S. Maria Presbiteri
Vessillo Chiesa S. Maria Presbiteri
 
Vessillo della terza compagnia
Vessillo della terza compagnia
Colori  Verde e bianco
Numero di vittorie15
Rione nemicoDrago
Rione rivaleLeon d'oro
Rione alleatoGrifone

Il Cervo bianco è il rione dell'antica Porta Lucensis, l'attuale Porta Lucchese. I colori che lo contraddistinguono sono il bianco e il verde.

La comunità suburbana di Porta Lucchese era il centro dell'attività manifatturiera della città. La massiccia presenza di fabbriche era dovuta a diverse ragioni: la natura del terreno, la presenza di numerosi corsi d'acqua, la facilità delle comunicazioni stradali. L'industria manifatturiera più importante era senza dubbio quella dei mattoni, la cosiddetta “Fornace”, proprio la presenza di quest'industria dette il nome di Fornaci ad un borgo della Comunità. Dalle facili comunicazioni stradali trassero notevoli guadagni anche gli alberghi, le taverne, le officine di fabbri e maniscalchi. In questa comunità vi erano anche numerose filande. Sulla collina di Giaccherino (monte Lunese) fu eretto nel 1444 un convento dei Francescani Minori Osservanti.

Drago
 
Vessillo Drago
Vessillo suburbano
 
Vessillo Chiesa S. Paolo Extra Muris
Vessillo Chiesa S. Paolo Extra Muris
 
Vessillo Chiesa S. Paolo Intra Muris
Vessillo Chiesa S. Paolo Intra Muris
 
Vessillo Chiesa S. Zelone
Vessillo Chiesa S. Zelone
Colori  Rosso e verde
Numero di vittorie23
Rione nemicoCervo bianco
Rione rivaleGrifone
Rione alleatoLeon d'oro

Il Drago è il rione dell'antica Porta Caldatica o Gaiardatica, l'attuale Porta Carratica o Porta Fiorentina. I colori che lo contraddistinguono sono il rosso e il verde.

Questa Porta era detta anche “Cortina di Porta Carratica” ed era, grazie alla configurazione pianeggiante del suo territorio, la Comunità nella quale l'agricoltura aveva un ruolo predominante per l'economia di tutta la città.

L'agricoltura ebbe sempre maggiore incremento con il passare degli anni fino a raggiungere il massimo sviluppo con l'introduzione delle leggi Leopoldine. Per questo motivo è sempre stata una delle campagne più abitate dell'intero Granducato di Toscana. Oltre all'agricoltura esistevano delle “fabbriche” di maniscalchi, di fabbricanti di carri, come anche botteghe di commestibili e di mercerie.

Grifone

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Grifone
 
Vessillo Grifone
Vessillo suburbano
 
Vessillo Chiesa S. Andrea
Vessillo Chiesa S. Andrea
 
Vessillo Chiesa S. Jacopo in Castellare
Vessillo Chiesa S. Jacopo in Castellare
 
Vessillo Chiesa S. Maria al Prato
Vessillo Chiesa S. Maria al Prato
Colori  Bianco e rosso
Numero di vittorie9
Rione nemicoLeon d'oro
Rione rivaleDrago
Rione alleatoCervo bianco

Il Grifone è il rione dell'antica Porta S. Andrea, oggi Porta al Borgo. I colori che lo contraddistinguono sono il bianco e il rosso.

La comunità di porta al Borgo era la più estesa delle quattro cortine. Una caratteristica della Comunità, che incise anche nel tessuto produttivo della zona, era la presenza di numerosissime gore, piccoli corsi d'acqua che furono costruiti artificialmente e attraverso i quali l'acqua, proveniente dall'Ombrone e dalla Brana, veniva sapientemente distribuita su tutto il territorio della città. Queste gore favorirono la nascita di numerose ferriere, cartiere, mulini, frantoi sviluppando anche l'agricoltura di tutto il territorio pistoiese. Nel territorio di Porta al Borgo esistevano sei ferriere, quattro distendini, due fabbriche di “instrumenti rurali”, una di ferro malleabile, sei cartiere, una polveriera, due filande. Porta al Borgo era ed è rimasta tutt'oggi la “zona industriale” della città.

Leon d'oro

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Leon d'oro
 
Vessillo Leon d'oro
Vessillo suburbano
 
Vessillo Chiesa S. Marco
Vessillo Chiesa S. Marco
 
Vessillo Chiesa S. Lunardo
Vessillo Chiesa S. Lunardo
 
Vessillo Chiesa S. Bartolomeo
Vessillo Chiesa S. Bartolomeo
Colori  Oro e rosso
Numero di vittorie7
Rione nemicoGrifone
Rione rivaleCervo bianco
Rione alleatoDrago

Il Leon d'oro è il rione della vecchia Porta Guidonis, attuale Porta san Marco. I colori che lo contraddistinguono sono l'oro e il rosso.

Confinante con le comunità di Porta al Borgo e Porta Carratica, il suo territorio si estendeva fino alla Badia a Taona nella zona montagnosa, e fino a Montale nella zona pianeggiante. Le principali manifatture di Porta San Marco erano due cartiere, che sfruttavano l'abbondante acqua della Bure e della Brana, una fabbrica di rame, una di ferri tondi a stampa, una ferriera, una polveriera, una fabbrica di “canne da schioppo” e diverse fornaci di mattoni e calcina. Per quanto riguarda l'agricoltura si era molto sviluppata la coltivazione del gelso, delle viti, degli olivi oltre alle piante da frutto.

Albo d'oro

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Di seguito l'albo d'oro della Giostra dell'orso. Va notato che:

  • la Giostra non fu disputata dal 1958 al 1974, nel 1986 e nel 1991;
  • nel 1984 si tenne una "Giostra del centenario" (4 settembre), in onore del centenario dell'autenticazione della reliquia di San Jacopo;
  • nel 2014 la Giostra fu sospesa durante l'ultima tornata a seguito dell'infortuni dei cavalli del Drago e del Grifone, poi soppressi.
Edizione Rione Speron d'oro Palio Autore Conchiglia d'Argento
1947   Leon d'oro non assegnato Piero Bongiovanni
1948   Drago   Ivo Giusti   Piero Bongiovanni
1949   Drago   Ivo Giusti   Piero Bongiovanni
1950   Drago   Renato Sforzi   Piero Bongiovanni
1951   Grifone   Ivo Giusti   Piero Bongiovanni
1952   Cervo bianco   Olastri   Piero Bongiovanni
1953   Drago   Renato Sforzi   Piero Bongiovanni
1954   Grifone   Ivo Fogli   Piero Bongiovanni
1955   Drago   Renato Sforzi   Piero Bongiovanni
1956   Cervo bianco
  •   Ciro Mabellini
  •   Alfredo Del Moro
  •   Alfio Branchetti
  Piero Bongiovanni
1957   Drago   Alfredo Del Moro   Piero Bongiovanni
1958-1974 non disputato
1975   Cervo bianco   Piero Soldani   Fabio Bacci
1976   Cervo bianco   Piero Soldani   Fabio Bacci
1977   Drago   Luciano Niccoli   Fabio Bacci
1978   Cervo bianco   Luciano Niccoli   Fabio Bacci
1979   Cervo bianco
  •   Renzo Badiani
  •   S. Ciampi
  Marisa Nerozzi Crisonà
1980   Grifone   Luciano Niccoli   Remo Gordigiani
1981   Drago   Roberto Pierattini   Paolo Tesi
1982   Drago
  •   Gino Culatore
  •   Giovanna Niccolai
  Alfredo Fabbri
1983   Drago   Gino Culatore   Marcello Lucarelli
1984   Grifone   Claudio Bartoletti   Umberto Buscioni
Giostra del Centenario
(1984)
  Cervo bianco non assegnato   Giancarlo Caramelli
1985   Leon d'oro   Mohamed Ragheb   Aladino Sforzi
1986 non disputato
1987   Leon d'oro   Roberto Pierattini   Siliano Simoncini
1988   Drago   Mario Giacomini   Vanni Melani
1989   Drago   Gino Culatore   Amerigo Folchi
1990   Drago   Gino Culatore   Edoardo Salvi
1991 non disputato
1992   Drago   Gino Culatore   Francesco Melani
1993   Drago   Gino Culatore   Cristina Palandri
1994   Cervo bianco   Alessio Giannini   Flavio Bartolozzi
1995   Cervo bianco   Riccardo Giuntini   Enzo Ghidini
1996   Cervo bianco   Alessio Giannini   Mirando Iacomelli
1997   Cervo bianco   Alessandro Frosini   Sergio Beragnoli
1998   Leon d'oro   Claudio Bartoletti   Ardelio Mucci
1999   Grifone   Claudio Bartoletti   Roberto Giovannelli
2000   Drago   Jonathan Bartoletti   Massimo Biagi
2001   Drago   Gino Culatore   Nevio Di Marco
2002   Cervo bianco   Alessio Giannini C. Del Sai
2003   Grifone   Luca Veneri Maria Teresa Esa Corsini
2004   Leon d'oro
  •   Leonardo Polli
  •   Alessio Giannini
Emma Noceris
2005   Drago
  •   Luca Veneri
  •   Alessio Giannini
Marco Rindori
2006   Drago
  •   Alessio Giannini
  •   Alessio Spinicci
Fabrizio Falai
2007   Drago   Riccardo Giuntini   Nevio Di Marco
2008   Grifone   Claudio Falsetti Peppino Biagioli
2009   Drago   Gino Culatore Luisa Scopigno - Istituto d'Arte "Policarpo Petrocchi" di Pistoia   Grifone
2010   Drago   Christian Cordari Chiara Florenzi - Istituto d'Arte "Policarpo Petrocchi" di Pistoia   Grifone
2011   Drago   Gino Culatore Nicola Nunziati   Leon d'oro
2012   Grifone
  •   Christian Cordari
  •   Luca Veneri
Paolo Gavazzi   Grifone
2013   Cervo bianco
  •   Alessandro Culatore
  •   Luca Veneri
  •   Rocco Betti
Nicola Nunziati   Grifone
2014 non assegnato Paola Imposimato   Cervo Bianco
2015 non disputata - - - -
2016   Grifone Federigo Santi
2017   Leon d'oro
  •   Chiara Grillini
  • Paolo Gavazzi
Paolo Gavazzi
2018   Cervo bianco
  •   Simone Gianni
Claudia Nerozzi
2019   Leon d’Oro
  •   Simone Gianni
Anna Nigro
2020 non disputata
2021
2022   Cervo bianco
  •   Simone Gianni
Anna Nigro
2023   Cervo bianco
  •   Alessandro Culatore
Ester Vannucci

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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  • Sito ufficiale, su giostradellorso-pistoia.it. URL consultato il 1º agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 1º agosto 2017).
  Portale Toscana: accedi alle voci di Wikipedia che parlano della Toscana
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