Giovedì santo

Giovedì precedente la Domenica di Pasqua
Voce principale: Triduo pasquale.

Con la denominazione di giovedì santo nella quasi totalità delle confessioni cristiane si indica il giovedì precedente la Domenica di Pasqua. Tale giovedì:

  • nell'anno liturgico romano della Chiesa cattolica è inoltre denominato in latino Feria Quinta in Cena Domini (in italiano "Giovedì della Cena del Signore")[1];
  • nella Chiesa ortodossa viene indicato con la denominazione di "Santo e Grande Giovedì'".
Giovedì santo
L'Ultima Cena di Duccio di Buoninsegna
TipoReligiosa
Data33 d.C.
PeriodoAnnuale
Celebrata inPaesi con comunità cristiane
ReligioneCristiana
Oggetto della ricorrenzaUltima cena
Ricorrenze correlateSettimana santa; Pasqua
Tradizioni religioseSanto Sepolcro
Tradizioni culinarieDifferenti in base al Paese
Altri nomiFeria Quinta in Cena Domini, Santo e Grande giovedì, Giovedì del mandato

Nomi nelle varie lingue

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Allestimenti per il Giovedì Santo nella Chiesa Arciconfraternale della Santissima Trinità e delle Anime del Purgatorio di Gallipoli

La nozione del giovedì santo ha anche un uso civile, tanto che in Danimarca e in Norvegia è una ricorrenza cristiana civilmente riconosciuta: una situazione simile si verifica in Spagna dove però civilmente è una festività parziale. Per tutte queste ragioni la nozione di giovedì santo è presente in varie lingue, in alcune delle quali mantiene una denominazione corrispondente a giovedì santo mentre in altre la denominazione non è corrispondente. Di seguito un elenco:

lingua nome significato letterale
ceco Zelený čtvrtek giovedì verde
croato Veliki četvrtak grande giovedì
francese Jeudi saint giovedì santo
friulano Joibe Sante giovedì santo
inglese Holy Thursday, Maundy Thursday giovedì santo, giovedì del mandato[2]
olandese Witte Donderdag giovedì bianco
picardo Judi saint giovedì santo
piemontese Giòbia Sant giovedì santo
polacco Wielki Czwartek grande giovedì
portoghese Quinta-Feira Santa, Quinta-Feira de Endoenças giovedì santo, giovedì di indulgenze
rumena Joia Sfântă, Joia Mare giovedì santo, grande giovedì
siciliano Jovidìa Santu
Jioviri Santu (nel trapanese)
giovedì santo
slovacco Zelený štvrtok giovedì verde
sloveno Veliki Četrtek grande giovedì
spagnolo Jueves Santo giovedì santo
svedese Skärtorsdagen giovedì rosa
tedesco Gründonnerstag giovedì verde
ungherese Nagycsütörtök grande giovedì

Data del giovedì santo

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Data del giovedì santo, 2000-2020
Anno Chiesa cattolica Chiesa ortodossa
2000 20 aprile 27 aprile
2001 12 aprile
2002 28 marzo 2 maggio
2003 17 aprile 24 aprile
2004 8 aprile
2005 24 marzo 28 aprile
2006 13 aprile 20 aprile
2007 5 aprile
2008 20 marzo 24 aprile
2009 9 aprile 16 aprile
2010 1º aprile
2011 21 aprile
2012 5 aprile 12 aprile
2013 28 marzo 2 maggio
2014 17 aprile
2015 2 aprile 9 aprile
2016 24 marzo 28 aprile
2017 13 aprile
2018 29 marzo 5 aprile
2019 18 aprile 25 aprile
2020 9 aprile 16 aprile

Il giovedì santo è una ricorrenza mobile in quanto collegata con la Domenica di Pasqua, per cui la data varia di anno in anno anche se cade sempre nei mesi di marzo o di aprile. Normalmente la Domenica di Pasqua non cade nella stessa data per tutte le confessioni cristiane, per cui normalmente anche il giovedì santo non cade nella stessa data per tutte le confessioni cristiane. Siccome, in ordine alla data della Pasqua e quindi del giovedì santo, le confessioni cristiane più numerose sono solite essere divise in due gruppi, nei due elenchi seguenti si fa riferimento alla confessione cristiana più rappresentativa del proprio gruppo, ossia la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa:

Nella Chiesa cattolica

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Nel giovedì santo si ricorda l'istituzione dell'Eucaristia e del ministero ordinato, come pure la consegna ai discepoli del comandamento dell'amore (Gv 13,34). Per queste ragioni nel giovedì santo viene celebrata la Giornata sacerdotale.

Il giovedì santo è caratterizzato soprattutto dalla messa nella Cena del Signore: in questo giorno non si può celebrare la Messa secondo altri formulari. La santa Comunione può essere distribuita solo nella Messa, crismale o in Cena Domini, ma agli infermi può essere distribuita in qualunque ora del giorno.

Questo giorno è diviso tra il tempo di Quaresima e il tempo del Triduo Pasquale: è sia l'ultimo giorno di Quaresima che il primo giorno del Triduo Pasquale, ma in modo tale che i due tempi non si sovrappongano: infatti, la Quaresima termina prima che inizi la messa in Cena Domini, con il cui inizio comincia contestualmente il Triduo Pasquale. Invece, prima della riforma liturgica, questo giorno era per intero sia il terzultimo giorno di Quaresima che il primo giorno del triduo sacro.

La Messa in Cena Domini è seguita dall'adorazione del Santissimo Sacramento deposto all'Altare della reposizione.

Nella Chiesa ortodossa

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Nella Chiesa ortodossa in questo giorno viene ricordata l'Ultima Cena, detta anche Mistica Cena, come pure la consegna ai discepoli del comandamento dell'amore (Gv 13,34).

L'ufficiatura di questo giorno inizia con il Mattutino, celebrato secondo il Tipico "alla settima ora della notte" (cioè alle due di notte), ma anticipato generalmente al mercoledì sera. Dopo l'inizio consueto del Mattutino quaresimale, si canta tre volte un tropario che depreca il tradimento di Giuda, e quindi subito si legge il Vangelo dell'Ultima Cena secondo Luca (Lc 21,37-22,39). Dopo il salmo 50, il Mattutino prosegue come di consueto con il canone di S. Cosma di Maiuma che canta poeticamente le tematiche del giorno, le Lodi e le toccanti stichire finali che meditano il tradimento e la prossima consegna di Cristo.

Nel primo pomeriggio, o al mattino del Giovedì stesso secondo la prassi, si cantano le Ore e il Vespro, immediatamente seguito dalla Divina Liturgia di S. Basilio. Durante questo Vespro, le cui stichire ancora una volta parlano del tradimento, si leggono tre profezie: dall'Esodo (19,1-19), da Giobbe (38,1-23) e da Isaia (50,4-11, uno dei "carmi del servo sofferente"). Durante la Liturgia, al posto dell'Inno Cherubico, come pure al posto del Communio e del canto dopo la Comunione, si canta tre volte il noto tropario Della tua mistica cena (da cui è tradotta l'antifona ambrosiana Coenae tuae mirabili).

Τοῦ Δείπνου σου τοῦ μυστικοῦ σήμερον, Υἱὲ Θεοῦ, κοινωνόν με παράλαβε· οὐ μὴ γὰρ τοῖς ἐχθροῖς σου τὸ μυστήριον εἴπω· οὐ φίλημά σοι δώσω, καθάπερ ὁ Ἰούδας· ἀλλ᾿ ὡς ὁ Λῃστὴς ὁμολογῶ σοι· Μνήσθητί μου, Κύριε, ἐν τῇ βασιλείᾳ σου.

Ве́чери Твоея́ та́йныя днесь, Сы́не Бо́жий, прича́стника мя приими́; не бо враго́м Твои́м та́йну пове́м, ни лобза́ния Ти дам, я́ко Иу́да, но я́ко разбо́йник испове́даю Тя: Помяни́ мя, Го́споди, во Ца́рствии Твое́м.

Della tua mistica cena oggi, o Figlio di Dio, accoglimi partecipe: non rivelerò difatti il tuo mistero ai nemici, né ti darò un bacio come Giuda, ma come il Ladrone ti confesso: Ricordati di me, o Signore, nel tuo regno.

Nelle cattedrali e nei monasteri, dopo la preghiera dietro l'ambone al termine della Liturgia, si celebra anche l'Ufficio della Lavanda dei piedi, un meraviglioso dramma sacro. L'abate o il vescovo si reca nel nartece della chiesa, dove sono preparati gli scanni per 12 preti, o 12 monaci nei monasteri; qui vengono letti un salmo, alcuni tropari, una litania diaconale e una preghiera. Quindi, il diacono legge il racconto della Lavanda dei piedi dal Vangelo di Giovanni, mentre il clero compie i gesti corrispondenti alle parole del Vangelo che vengono via via cantate. Il diacono si ferma nella lettura quando inizia il dialogo tra Gesù e Pietro, che viene recitato dall'abate e dal chierico più anziano tra quelli a cui i piedi vengono lavati, il quale impersona Pietro. Terminato il dialogo, il vescovo o l'abate stesso conclude la lettura del Vangelo, quindi legge una preghiera e asperge tutti i presenti con l'acqua usata per la lavanda. Quindi, tornato il clero in altare, si conclude come di consueto la Liturgia.

Dopodiché i fedeli possono consumare l'ultimo pasto, semifestivo poiché sono permessi l'olio e il vino, prima di iniziare il digiuno completo che accompagnerà le cerimonie del Venerdì Santo e della Passione di Cristo.

Rievocazioni

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Tra le rievocazioni del giovedì santo, si possono ricordare quelle de:

 
Foto d'epoca della processione del Giovedì Santo di Marsala - scena di Gesù sulla via del Calvario
  1. ^ Tale denominazione deriva dalla titolazione presso alcuni libri liturgici come ad es. la Liturgia delle Ore secondo l'uso Serafico.
  2. ^ In inglese il giovedì santo prende il nome dal latino mandatum, comandamento. Ciò è in riferimento al comandamento nuovo istituito dal Signore Gesù Cristo nell'ultima cena, come attestato in (Giovanni Gv 13,34, su laparola.net.).

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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