IMAM Ro.41
L'IMAM Ro.41 era un caccia monomotore biplano prodotto dall'azienda italiana Industrie Meccaniche Aeronautiche Meridionali Spa negli anni trenta ed utilizzato principalmente dalla Regia Aeronautica dal 1935 nel ruolo di addestratore nelle proprie scuole di volo.
IMAM Ro.41 | |
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Un IMAM Ro.41 monoposto fotografato alla Scuola militare di volo di Foligno nel 1938 | |
Descrizione | |
Tipo | aereo da caccia aereo da addestramento |
Equipaggio | 1/2 |
Progettista | Giovanni Galasso |
Costruttore | IMAM Agusta AVIS |
Data primo volo | 16 giugno 1934 |
Data entrata in servizio | luglio 1935 |
Data ritiro dal servizio | 1952[1] |
Utilizzatore principale | Regia Aeronautica |
Altri utilizzatori | Luftwaffe Ejército del Aire Aeronautica Militare |
Esemplari | 743[1] |
Costo unitario | £. 207 100 (£. 212 100 bip.) |
Dimensioni e pesi | |
Lunghezza | 6,00 m (monoposto) 6,90 m (bip.) |
Apertura alare | 8,81 m |
Altezza | 2,68 m |
Superficie alare | 19,50 m² |
Peso a vuoto | 1 010 kg (1 028 kg bip.) |
Peso max al decollo | 1 265 kg (1 288 kg bip.) |
Propulsione | |
Motore | un radiale Piaggio P.VII C.45 |
Potenza | 390 CV (287 kW) a 4 500 m |
Prestazioni | |
Velocità max | 322 km/h a 5 000 m (317 km/h bip.) |
Velocità di stallo | 98 km/h (100 km/h bip.) |
Velocità di crociera | 254 km/h |
Velocità di salita | a 3 000 in 4 min 59 s |
Corsa di decollo | 228 m (258 m bip.) |
Atterraggio | 130 m (218 m bip.) |
Autonomia | 568 km (375 km bip.) |
Tangenza | 7 750 m |
Armamento | |
Mitragliatrici | 2 × Breda-SAFAT calibro 7,7 mm |
i dati sono estratti da Dimensione Cielo, Vol. 10, Scuola-Collegamento[2] | |
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Storia del progetto
modificaAll'inizio degli anni trenta il Ministero dell'aeronautica si trovò nell'esigenza di rinnovare la flotta di caccia in dotazione alla Regia Aeronautica, basati fino ad all'ora sui Fiat C.R.20 che stavano per giungere alla fine della loro carriera operativa. La IMAM, società appena acquisita dalla Società Italiana Ernesto Breda, affidò il compito di disegnare un velivolo che potesse rispondere alla richiesta all'ingegnere Giovanni Galasso, il quale, con l'aiuto dell'Ing. Pietro Callerio, del P.I. Otello Bucarelli e del P.A. Arturo Ferrara, progettò un biplano leggero monoposto caratterizzato dall'ala superiore con configurazione a gabbiano, il Ro.41.
Il prototipo, equipaggiato con un motore Piaggio P.VII, venne portato in volo per la prima volta dal pilota Nicolò Lana il 16 giugno 1934[1] dalla pista dell'aeroporto di Napoli-Capodichino[2] il quale attestò le buone caratteristiche di base del velivolo, apprezzandone l'agilità e la velocità di salita. Al primo prototipo ne seguì un secondo, MM.281, che venne testato il 31 gennaio 1935 davanti alla commissione esaminatrice della Regia Aeronautica e che venne preso in carico dalla stessa alla fine delle prove.
Il terzo prototipo venne realizzato nei mesi successivi ed equipaggiato con un motore Piaggio P.VII C.45 dotato di compressore a due stadi e capace di erogare una potenza pari a 390 CV alla quota di 4 000 m. Quest'ultimo rappresentava lo sviluppo definitivo e presentato per l'ultima valutazione la commissione ritenne il progetto maturo per la produzione in serie. Il Ministero emanò quindi un ordine per l'iniziale fornitura di 50 esemplari (MM.2907-2956), il primo dei quali venne assegnato ai reparti operativi entro la fine dell'anno.
Al momento dell'entrata in produzione però il Ministero aveva già espresso il parere che il nuovo Fiat C.R.32 fosse più adatto a ricoprire il ruolo del predecessore, comunque riconoscendo la bontà del progetto presentato dall'azienda napoletana ritenne di riassegnare il ruolo del Ro.41 a quello di addestratore da utilizzare nelle proprie scuole di volo di 1° periodo, affiancando e gradatamente sostituendo gli oramai superati Breda Ba.25, e per l'allenamento acrobatico.
Nel 1937 all'originario monoposto venne affiancata anche la versione biposto, più adatta alla formazione dei piloti.[1] Esteticamente identica alla prima a parte la presenza del secondo abitacolo risultava anche leggermente più lunga di 90 cm.
Prodotto principalmente negli stabilimenti napoletani della IMAM, fu costruito su licenza anche dalla Agusta, che continuò a produrli anche nel dopoguerra, e dalla AVIS di Cameri. Gli esemplari totali, realizzati nei tre stabilimenti nel periodo 1935-1949, alla fine risultano 743, tra i quali 510 monoposto e 233 biposto.[1]
Impiego operativo
modificaItalia
modificaAllo scoppio della seconda guerra mondiale, la Regia Aeronautica lo aveva principalmente già relegato al ruolo di addestratore nelle scuole di volo italiane ma le esigenze belliche ne reintegrarono l'originario ruolo di caccia. Assegnato in pochi esemplari al 50º Stormo basato a Tobruk, operò nel teatro nordafricano dal luglio 1939 essenzialmente per sopperire alla mancanza di velivoli più efficienti costretti a terra per manutenzione. In quelle poche occasioni venne utilizzato in missioni di protezione ai centri abitati ed aeroporti, trovandosi a sostenere qualche sporadico combattimento.[1]
Al termine del conflitto i velivoli sopravvissuti vennero utilizzati nelle scuole di volo della rifondata Aeronautica Militare fino alla fine della loro vita operativa.
Spagna
modificaIl Ro.41 venne inizialmente impiegato nel ruolo di caccia durante la guerra di Spagna dai volontari italiani arruolatisi nell'Aviazione Legionaria a supporto delle forze franchiste. Alcuni degli esemplari vennero impiegati nelle scuole di caccia spagnole dal 1937 e rimasero a fianco della neocostituita Aviación Nacional fino alla fine del conflitto. Con la fine delle ostilità e la fondazione dell'Ejército del Aire, il Ro.41 finì la sua carriera operativa con i colori ispanici nel 1950.
Versioni
modifica- Ro.41
- versione da caccia monoposto affiancata successivamente dalla versione biposto da addestramento.
- Ro.41bis
- versione monoposto da caccia caratterizzata dalla minore apertura alare, realizzata in un unico esemplare.
Utilizzatori
modifica- operò con qualche esemplare dopo l'armistizio di Cassibile.[1]
- Spagna
Esemplari attualmente esistenti
modificaBenché fosse stato prodotto in un consistente numero di esemplari nessuno di questi è giunto completo ai giorni nostri. Tuttavia esistono due progetti che hanno la finalità di esporre un Ro.41 in una struttura museale.
In Italia, il Museo storico dell'Aeronautica Militare, già in possesso di alcune parti originali, ha avviato una collaborazione con la sezione romana del GAVS per il riassemblaggio e la ricostruzione delle parti mancanti del Ro.41, il quale è per ora esposto parzialmente ricostruito presso la propria struttura.
Parallelamente in Spagna è in corso la realizzazione di una replica.
Il Ro.41 nei media
modificaIl Ro.41 è protagonista per qualche sequenza nel film I 3 aquilotti del 1942, interpretato tra gli altri da un Alberto Sordi alle prese con le prime esperienze cinematografiche, dove si vede impegnato in alcuni duri atterraggi da parte dei piloti.[3]
Note
modifica- ^ a b c d e f g Mauro Antonellini. IMAM R0 41 in Mauro Antonellini.com.
- ^ a b Brotzu e Cosolo 1977, p. 39.
- ^ Paolo Severin, A volte bisogna soffrire (PDF), su Paolo Severin, http://www.paoloseverin.it. URL consultato il 1º ottobre 2009.
Bibliografia
modifica- Emilio Brotzu, Gherardo Cosolo (a cura di), Dimensione Cielo, Aerei Italiani nella 2ª Guerra Mondiale Vol.10, Scuola-Collegamento, Roma, Edizioni dell'Ateneo & Bizzarri, settembre 1977, pp. 39-52.
- Gregory Alegi. "C'era una volta... il Ro. 41", Ali Antiche nr. 10 (luglio - settembre 1988), pag. 16.
Altri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su IMAM Ro.41
Collegamenti esterni
modifica- Mauro Antonellini, IMAM R0 41, su Mauro Antonellini.com, http://www.mauroantonellini.com/joomla/. URL consultato il 1º ottobre 2009 (archiviato dall'url originale il 13 agosto 2009).
- IMAM Ro 41, su Aeronautica Militare, http://www.aeronautica.difesa.it/default.asp, 11 giugno 2003. URL consultato il 1º ottobre 2009.
- (ES) IMAM RO.41, su telefonica.net. URL consultato il 1º ottobre 2009 (archiviato dall'url originale l'11 maggio 2010).
- (EN) Maksim Starostin, Meridionali (Romeo) Ro.41, su Virtual Aircraft Museum, http://www.aviastar.org/index2.html. URL consultato il 1º ottobre 2009.
- (RU) Ro.41, su Уголок неба, http://www.airwar.ru. URL consultato il 1º ottobre 2009.