Il cavaliere, la morte e il diavolo
Il cavaliere, la morte e il diavolo è un'incisione a bulino (24,5x18,8 cm) di Albrecht Dürer, siglata e datata al 1513 e conservata, tra le migliori copie esistenti, nella Staatliche Kunsthalle di Karlsruhe.
Il cavaliere, la morte e il diavolo | |
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Autore | Albrecht Dürer |
Data | 1513[1] |
Tecnica | incisione a bulino su lastra di rame[2] |
Dimensioni | 15×10 cm |
Ubicazione | Staatliche Kunsthalle, Karlsruhe |
Descrizione e stile
modificaL'incisione fa parte del trittico detto Meisterstiche, con il San Girolamo nella cella e la celeberrima Melencolia I. Sebbene non legate dal punto di vista compositivo, le tre incisioni rappresentano tre esempi diversi di vita, legati rispettivamente alle virtù morali (“Il cavaliere, la morte e il diavolo”), teologiche (“San Girolamo”) ed intellettuali (“Melencolia I”); o le tre forme di vita contemplate dalla teologia, ossia la vita attiva (“Il cavaliere la morte e il diavolo”), la vita contemplativa (“San Girolamo”) e la vita spirituale (“Melencolia I”). Potrebbero però anche essere legate alle tre vie della salvezza o salus animae: la salvezza morale (“Il cavaliere la morte e il diavolo”), la salvezza religiosa (“San Girolamo”) e la salvezza intellettuale (“Melencolia I”).[1]
Il Cavaliere in particolare, così denso di simboli e allegorie, si ispira alla figura del soldato cristiano descritto nel Miles christianus di Erasmo da Rotterdam. Esso è chiuso nell'armatura della fede, che gli permette di avanzare impavido nonostante l'orribile morte, che tenta di spaventarlo mostrandogli una clessidra col tempo di vita che gli è rimasto, e il mostruoso diavolo, che lo segue impugnando un'alabarda, con le fattezze grottesche di un incrocio di animali cornuti.
Dettagli naturalistici denotano la perfetta padronanza di Dürer raggiunta nell'utilizzo del bulino: dall'effetto di prospettiva aerea nella lontana città sul picco, schiarita per effetto della foschia, ai vivaci ritratti del cane da caccia, della salamandra e della boscaglia.
In basso a sinistra, vicino al memento mori di un teschio, si trova una tabella con il monogramma dell'artista e la data di creazione dell'opera preceduta dalla lettera “S”, lettera che per Claudio Bonvecchio è stante per “Salus” (Salvezza).[2]
Il cavaliere, nella particolare e personale lettura che del quadro forniva Husserl, rappresenterebbe la fenomenologia.
Curiosità
modifica- Il filosofo Edmund Husserl ne teneva una copia nel suo studio.
Note
modifica- ^ a b Claudio Bonvecchio, p. 1.
- ^ a b Claudio Bonvecchio, p. 5.
Bibliografia
modifica- Costantino Porcu (a cura di), Dürer, Rizzoli, Milano 2004.
- Claudio Bonvecchio, IL CAVALIERE, LA MORTE E IL DIAVOLO: UNA ANALISI SIMBOLICA (PDF), in Metabasis, anno IV n° 7, Mimesis, maggio 2009, ISSN 1828-1567 . URL consultato il 15 giugno 2014 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Il cavaliere, la morte e il diavolo
Collegamenti esterni
modifica- (EN) Knight, Death and Devil, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
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