Il grande Caruso

film del 1951 diretto da Richard Thorpe

Il grande Caruso (The Great Caruso) è un film biografico sulla vita di Enrico Caruso, diretto nel 1951 da Richard Thorpe.

Il grande Caruso
Mario Lanza nei panni di Enrico Caruso
Titolo originaleThe Great Caruso
Paese di produzioneStati Uniti d'America
Anno1951
Durata109 min
Rapporto1,37:1
Generebiografico, drammatico, musicale
RegiaRichard Thorpe
SoggettoDorothy Caruso
SceneggiaturaWilliam Ludwig
ProduttoreJoe Pasternak
Casa di produzioneMetro-Goldwyn-Mayer
FotografiaJoseph Ruttenberg
MontaggioGene Ruggiero
Effetti specialiWarren Newcombe
MusicheJohnny Green
ScenografiaEdwin B. Willis
CostumiHelen Rose e Gile Steele
TruccoWilliam Tuttle
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Nato in una povera famiglia nella Napoli del 1873, Enrico Caruso comincia presto a cantare, facendo parte di un coro. Alla morte della madre, il giovane Enrico segue il suo consiglio nel continuare nella strada del canto, ma non riesce ad andare oltre le esibizioni in un Caffè locale. Abbandona il canto per lavorare nel mulino del signor Barretto; qui conosce la figlia, Musetta, del quale si innamora, ma è costretto ad abbandonare il lavoro a causa della contrarietà del padre. Lasciato l'incarico si dedica completamente nell'intensa carriera del canto. Aiutato e accompagnato dagli amici Gino e Fucito, ottiene discreti successi in varie capitali europee. Il suo debutto al Convent Garden di Londra gli permette di conoscere il tenore Alfredo Brazzi, il quale diventerà il suo agente. Egli lo porta a fare tournée oltreoceano: il suo debutto al Metropolitan di New York non ottiene però un successo immediato. Caruso non gode delle simpatie di Park Benjamin, l'impresario del teatro, tanto che quando duetta con Louise Heggar, protetta di Benjamin, questi lo confronta sfavorevolmente col precedente tenore, Jean de Reszke, e tenta di persuadere Giulio Gatti Casazza a sostituirlo. Ma Reszke applaude Caruso, il quale gode anche della simpatia di Dorothy, figlia di Benjamin. Non passa molto prima che Caruso venga riconosciuto come il miglior tenore del mondo. In seguito Caruso sposa Dorothy, seppur contro la volontà del padre di lei. Dalla loro unione nasce la figlia Gloria. Passano degli anni: durante una tournée in Canada, Caruso viene colpito da una infezione alla gola causata dall'uso di etere, e alla fine di una trionfale esibizione, si accascia e muore.

Produzione

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Prodotto dalla Metro-Goldwyn-Mayer, oltre a Mario Lanza la produzione si avvalse di un ampio numero di icone liriche del Metropolitan, tra cui i soprani Dorothy Kirsten, Teresa Celli, Lucine Amara, Marina Koshetz e Jarmila Novotná, il mezzosoprano Blanche Thebom, il baritono Giuseppe Valdengo e il basso Nicola Moscona. Alcune registrazioni per la colonna sonora del film vedono il duetto tra Mario Lanza e il soprano Elaine Malbin.

Questo fu il penultimo film prodotto sotto la supervisione di Louis B. Mayer, cofondatore della Metro-Goldwyn-Mayer (l'ultimo fu Show Boat, 1951), prima della battaglia delle deleghe che lo vide coinvolto e che gli causò la rimozione da capo della società a favore di Dore Schary (Mayer diresse la MGM per 27 anni, Schary per appena 6).

Distribuzione

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Distribuito in tutti i Paesi dalla stessa Metro-Goldwyn-Mayer, uscì negli Stati Uniti il 10 maggio 1951; in ottobre in alcuni drive-in statunitensi il biglietto per la visione di Il grande Caruso comprendeva anche quella di L'oro delle montagne. In Italia uscì nell'aprile del 1952.

Controversie

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Subito dopo l'uscita del film il figlio e i nipoti di Enrico Caruso mossero una causa alla Metro-Goldwyn-Mayer e alla Coca-Cola chiedendo la defissione dei manifesti pubblicitari italiani del film poiché accompagnati dalla pubblicità della suddetta bevanda. Gli eredi del celebre tenore ritenevano che lo sfruttamento pubblicitario ledesse il nome e l'immagine pubblica del tenore.[1]

Botteghino

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Il grande Caruso fu un enorme successo commerciale. Secondo i dati della Metro-Goldwyn-Mayer incassò 4.309.000 di dollari negli Stati Uniti e in Canada e 4.960.000 altrove, dando luogo a un utile di 3.977.000 di dollari. Fu il più grande successo della casa produttrice dell'anno e il film più visto in Gran Bretagna nel 1951.[2]

Critica

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«Sfarzosa e a modo suo avvincente biografia made in Usa del più illustre cantante italiano, diretta dall'eclettico Ian Thorpe, una storia ampiamente romanzata e di discutibile credibilità, che ruota attorno a celebri romanze. Lo statuario, anche per immobilità, tenore Mario Lanza canta ventisette arie, contribuendo all'Oscar per il suono»

Discrepanze con la realtà

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Il film, pur seguendo i fatti fondamentali della vita di Caruso, è in gran parte romanzato. A causa di ciò la famiglia Caruso ha vinto una causa sulla Metro-Goldwyn-Mayer per danni d'immagine. Alcune discrepanze:

  • All'inizio del film, il giovane Caruso è mostrato nel fare gavetta da corista lirico a comprimario cantante, compreso il ruolo secondario di Spoletta nella Tosca di Puccini. Caruso non cantò mai in un coro d'opera, né cantò mai con un ruolo di sostegno. Quando la Tosca debuttò nel 1900, Caruso era già una stella nascente del mondo dell'opera e venne considerato dallo stesso Puccini per il ruolo del protagonista Cavaradossi, anche se la parte venne affidata a Emilio De Marchi. Caruso, tuttavia, interpretò il ruolo poco dopo la prima e Puccini dichiarò di non aver mai sentito la parte cantata in modo migliore.
  • Nel film Caruso fa il suo debutto americano al Metropolitan con l'Aida di Verdi ed è accolto con freddezza da parte del pubblico accompagnato da aspre recensioni della critica. In realtà il debutto di Caruso nel Rigoletto fu accolto calorosamente e diventò una delle opere favorite al pubblico e alla critica newyorkese.
  • Nella vita reale Caruso incontrò Dorothy, la sua futura moglie nel 1917. Nel film la incontra al momento del suo debutto al Metropolitan nel 1903.
  • Nel film Caruso sembra morire sul palco dopo una emorragia alla gola durante una rappresentazione della Martha al Metropolitan. Caruso soffriva di una malattia alla gola e subì un'emorragia durante una rappresentazione de L'elisir d'amore al Metropolitan a Brooklyn l'11 dicembre 1920, ponendo fine alla sua esibizione. La sua ultima esibizione è stata ne La Juive, sempre al Metropolitan, il 24 dicembre 1920. Morì di peritonite il 2 agosto 1921 a Napoli, dopo mesi di malattia e diverse procedure chirurgiche.

Colonna sonora

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Curiosità

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  • Il direttore d'orchestra Richard Hageman, che nel film recita la parte di Carlo Santi, conosceva realmente Enrico Caruso che diresse diverse volse al Metropolitan, incluso lo spettacolo di beneficenza per gli aiuti di guerra del 1918 ricreato nel film.
  • Anche Jesse L. Lasky, produttore associato del film, conobbe Enrico Caruso. Nel 1918, mentre era capo della Famous Players-Lasky Corporation, ingaggiò Caruso per recitare in Mio cugino e The Splendid Romance.

Riconoscimenti

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Collegamenti esterni

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