L'inauguratio era la cerimonia con la quale gli Auguri, dopo aver accertato il consenso divino, conferivano il carattere sacrale a persone o luoghi.[1]

L'inauguratio era prevista per il caso in cui si dovesse scegliere il nuovo Rex e, successivamente in epoca repubblica, il Rex sacrorum, come anche i flamini, ovvero i sacerdoti preposti al culto delle divinità romane.

La cerimonia era celebrata anche quando si trattava di sacralizzare il templum o un tempio dedicato ad una divinità.

La cerimonia seguiva un preciso cerimoniale, condotto dagli Auguri, che rivolgevano una preghiera agli dei, affinché inviassero segni che ne indicassero la volontà, favorevole o sfavorevole rispetto alla decisione che doveva essere assunta dagli uomini. Se i segni osservati dal sacerdote inaugurante erano ritenuti favorevoli, il decreto degli uomini aveva l'approvazione degli dèi e l'inauguratio era compiuta. [2]

Il Pontefice massimo aveva il potere di imporre l'inauguratio, nel caso in cui ritenesse insufficienti le ragioni addotte dagli Auguri per negarla.[3]

La cerimonia, quindi, aveva effetti di ordine giuridico, rafforzati dal carattere religioso con cui venivano adottati.

Seguiti moderni

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Depurato da elementi confessionali, anche nell'età contemporanea residua un momento introduttivo dell'assunzione di incarichi pubblici, come l'inauguration Day negli Stati Uniti, o del periodo di esercizio delle funzioni pubbliche, come l'inaugurazione dell'anno giudiziario in Italia.

  1. ^ Inaugurazione, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 21 febbraio 2023.
  2. ^ Tito Livio, Ab Urbe condita libri, I, 18.
  3. ^ Inauguratio, su penelope.uchicago.edu. URL consultato il 21 febbraio 2023.

Bibliografia

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Voci correlate

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