Ivor Guest, I barone Wimborne

imprenditore e politico britannico

Ivor Bertie Guest, I barone Wimborne (Dowlais, 29 agosto 1835Canford Manor, 22 febbraio 1914), è stato un imprenditore e politico britannico, deputato conservatore alla Camera dei comuni.

Ivor Guest, I barone Wimborne
Caricatura di Lord Winborne, di Théobald Chartran, Vanity Fair del 23 settembre 1882
Barone Wimborne
In carica1880 –
1914
PredecessoreNuova creazione
SuccessoreIvor Guest, II barone Wimborne
Nome completoIvor Bertie Guest
Altri titoliBaronetto di Dowlais
NascitaDowlais, 29 agosto 1835
MorteCanford Manor, 22 febbraio 1914 (78 anni)
Luogo di sepolturaCanford Magna Parish Church
DinastiaGuest
PadreSir John Josiah Guest
MadreLady Charlotte Bertie
ConsorteCornelia Spencer-Churchill

Biografia

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Ivor Guest nacque a Dowlais, villaggio gallese nei pressi di Merthyr Tydfil, da una famiglia dell'alta borghesia inglese. Il padre era Sir John Josiah Guest, ingegnere magnate dell'acciaio creato baronetto. La madre era Lady Charlotte Bertie, attiva negli affari e in campo letterario (tradusse il Mabinogion). Il secondo nome, Bertie, gli derivò dalla famiglia materna, i Bertie conti di Abingdon.

Grazie alla ricchezza e alle relazioni familiari venne presto introdotto in ambiti esclusivi. Compì i suoi primi studi presso la Harrow School, nel Middlesex. Passò quindi al prestigioso Trinity College dell'Università di Cambridge e nel 1856 ottenne il "Master of Arts".[1][2]

Carriera

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Succedette al padre nel titolo di baronetto di Dowlais pochi mesi prima della sua morte, nel 1852[1]. A quei tempi l'impresa di famiglia, la Dowlais Ironworks, era il maggior produttore di acciaio del mondo[3]. Ivor Guest in qualità di figlio maggiore si dedicò quindi alla conduzione dell'impresa familiare.

Guest fu cornetta nel Dorsetshire Yeomanry il 20 aprile 1858[4] e fu promosso a tenente l'11 marzo 1867[5].

Ai tempi era considerato un inguaribile snob ed un arrampicatore sociale, tanto da venir fatto oggetto di satira dai periodici dell'epoca, come Vanity Fair, che lo soprannominarono the paying Guest (letteralmente "l'ospite a pagamento", cioè l'inquilino)[6]. Nel 1879 rifondò i campi di real tennis di Canford[7].

Ottenne l'ufficio di Alto Sceriffo di Glamorgan in 1862 e fu sindaco di Poole (1896-1897). Su iniziativa di Disraeli, il 30 aprile 1880 fu creato barone Wimborne di Canford Magna, nella Contea del Dorset[8], (coronando l'ambizione di entrare a far parte della nobiltà inglese) ed ebbe la carica di Aldermanno del Dorset[1].

Parlamentare Tory fin dal 1874, prese parte alla secessione causata dalle misure protezionistiche volute da Joseph Chamberlain e da allora sedette alla Camera dei Lord come liberale[9].

Matrimonio

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Sposò, il 25 maggio 1868, Cornelia Spencer-Churchill (17 settembre 1847-22 gennaio 1927), figlia di John Spencer-Churchill, VII duca di Marlborough, fu perciò zio acquisito di Sir Winston Churchill[1]. Ebbero nove figli:

Morì il 22 febbraio 1914 presso la residenza di Canford Manor, nel Dorset[9], e gli succedette il figlio Ivor Churchill Guest, II barone Wimborne, I Barone Ashby St Ledgers, in seguito creato visconte Wisborne. Il suo testamento fu convalidato nell'aprile 1914, allorché l'ammontare del patrimonio venne provvisoriamente stimato in 250.000 sterline.

  1. ^ a b c d thePeerage.com
  2. ^ ACAD - A Cambridge Alumni Database, su venn.lib.cam.ac.uk. URL consultato il 18 giugno 2010 (archiviato dall'url originale il 14 giugno 2012).
  3. ^ John, Angela V., Guest, Sir (Josiah) John, first baronet (1785–1852), in Oxford Dictionary of National Biography, Oxford University Press, 2004, ISBN 9780198614111
  4. ^ (EN) The London Gazette (PDF), n. 22130, 23 April 1858.
  5. ^ (EN) The London Gazette (PDF), n. 23231, 19 March 1867.
  6. ^ Robert Blake, William Roger Louis (a cura di), Churchill, Oxford University Press, 2002, p. 15, ISBN 978-0-19-820626-2. URL consultato il 18 giugno 2010.
  7. ^ Canford Tennis Club, su canfordtennisclub.co.uk. URL consultato il 18 giugno 2010 (archiviato dall'url originale il 25 aprile 2011).
  8. ^ The London Gazette del 27 aprile 1880
  9. ^ a b 1911encyclopedia.org Archiviato il 19 luglio 2008 in Internet Archive.

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