Jiang Qing
«Comprendo fin troppo bene quello che avete detto. Quello che state facendo è gettare fango su di me, sul presidente Mao Zedong e sulla Grande rivoluzione culturale proletaria, a cui hanno partecipato centinaia di migliaia di persone... Nasconderete anche questo?»
Jiang Qing[1] (江青S, Jiāng QīngP, Chiang Ch'ingW; Zhucheng, 14 marzo 1914 – Pechino, 14 maggio 1991), pseudonimo di Lǐ Shūméng (李淑蒙), è stata l'ultima moglie di Mao Zedong e dirigente del Partito Comunista Cinese negli anni della Rivoluzione culturale. Specialmente dalla stampa occidentale, fu spesso chiamata Madame Mao.
Jiang Qing | |
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Jiang Qing il 19 ottobre 1976 | |
Consorte del Leader supremo della Cina | |
Durata mandato | 1º ottobre 1949 – 9 settembre 1976 |
Capo di Stato | Mao Zedong |
Predecessore | Carica istituita |
Successore | Han Zhijun |
Consorte del Presidente della Repubblica Popolare Cinese | |
Durata mandato | 27 settembre 1954 – 27 aprile 1959 |
Presidente | Mao Zedong |
Predecessore | Carica istituita |
Successore | Wang Guangmei |
Dati generali | |
Partito politico | Partito Comunista Cinese |
Università | Università Nazionale di Qingdao |
Firma |
Biografia
modificaOrigini e incontro col PCC
modificaLǐ Shūméng nacque il 14 marzo 1914 a Zhucheng, nella provincia dello Shandong; suo padre, Li Dewen, avrebbe preferito un maschio, pertanto non considerò mai Shumeng come sua figlia primogenita, ma piuttosto come un'"anticipazione" di un figlio maschio. Cresciuta nelle case dei ricchi signori presso cui sua madre faceva la cortigiana, era conosciuta per essere una ragazza che non teneva mai a freno i propri istinti ed era solita esprimere la propria opinione anche in situazioni svantaggiose.
A poco più di vent'anni, dopo essersi sposata con un ricco uomo d'affari, Jiang lo abbandonò e fuggì a Shanghai, dove intraprese la carriera di attrice. Lì si iscrisse all'università per studiare teatro e letteratura. In quel periodo assunse lo pseudonimo teatrale Lán Píng (蓝苹, letteralmente "mela blu"). Interpretò spettacoli come La casa di bambola, Dio della libertà, Sangue sulla montagna del lupo, Il vecchio signor Wang e altri. Al contempo si avvicinò agli ideali del marxismo-leninismo e cominciò a considerare la possibilità di unirsi al Partito Comunista Cinese.
A soli 23 anni, Jiang lasciò il palcoscenico e si recò nella roccaforte comunista di Yan'an, dove entrò alla scuola di Partito. A Yan'an conobbe Mao Zedong, su indicazione del suo amico Kang Sheng, e i due si innamorarono. Mao era ancora sposato con He Zizhen e i due non poterono sposarsi prima del 1939, né apparire in pubblico insieme.
L'ascesa
modificaJiang seguì il marito per tutto il corso della rivoluzione cinese e, dopo la fondazione della Repubblica Popolare, lavorò al Ministero della Cultura. Si fece notare quando criticò aspramente i dirigenti come Liu Shaoqi, che volevano introdurre misure economiche tese a indebolire le fattorie e le industrie collettive. Nello stesso tempo si occupò di introdurre e implementare la cultura rivoluzionaria, in contrapposizione alla vecchia cultura borghese. Questa sua attività le sarebbe stata utile durante la Rivoluzione culturale.
Nel 1966 Jiang venne cooptata nel Gruppo per la rivoluzione culturale come vicedirettrice; nel 1969 venne eletta membro del Politburo del PCC dopo il IX Congresso del Partito. Fu da qui che ella formò la futura "Banda dei Quattro" con Zhang Chunqiao, Yao Wenyuan e Wang Hongwen. Venne rieletta dal X Congresso, questa volta con un'influenza ancora maggiore, grazie al ruolo chiave giocato durante le deposizioni di Liu Shaoqi e Lin Biao.
Jiang diede un'implementazione decisiva alle Otto commedie modello, sostenendo la trasformazione della cultura (e, specificamente, del teatro) in cultura proletaria e rivoluzionaria. Le suddette otto commedie sarebbero diventate un punto cardine della rivoluzione culturale e viste come un simbolo della nuova cultura socialista. Dopo la morte di Lin Biao, nel 1971 Jiang Qing lanciò la campagna "Critichiamo Lin Biao critichiamo Confucio", conducendola in prima persona fino alla fine, nel 1974. In seguito si oppose alla riabilitazione di Deng Xiaoping, continuando a criticarlo anche quando il Comitato centrale ne accettò l'autocritica e giocando poi un ruolo fondamentale nella gestione della successiva campagna contro la destra, diretta proprio contro Deng.
La morte di Mao
modificaIl 2 settembre 1976 Mao si sentì male e venne trasferito all'ospedale 202 di Pechino. Il 5 settembre le sue condizioni erano critiche e il primo ministro Hua Guofeng richiamò Jiang Qing a Pechino per assistere il marito. Jiang assistette lungamente Mao, apparentemente arrivando quasi a impazzire di dolore. La mattina dell'8 settembre, notando che egli dormiva sempre sul fianco sinistro, chiese ai medici di spostarlo sulla schiena; essi obiettarono che egli poteva respirare solo stando sul fianco sinistro, ma Jiang volle spostarlo ugualmente. La respirazione di Mao si arrestò ed i medici dovettero ricorrere ad un respiratore. Il giorno successivo il presidente del Partito Comunista Cinese era già morto e il governo decise di rimuovere il sistema di supporto vitale.
La caduta e la morte
modificaIl 6 ottobre dello stesso anno, Jiang Qing e altri suoi collaboratori, fra cui la "Banda dei Quattro", vennero arrestati con l'accusa di avere organizzato delle milizie armate a Pechino e Shanghai per rovesciare il governo cinese. Jiang fu trasferita nel carcere di Qincheng, dove rimase per cinque anni. La sua fazione venne sconfitta durante l'XI Congresso del Partito, nel 1977.
Fra il 1981 e il 1982 a Pechino si tenne il processo contro la "Banda dei Quattro". La "corte speciale" stabilita dal governo cinese la accusò di essere responsabile delle efferatezze compiute durante la rivoluzione culturale, ma Jiang - che aveva rifiutato l'assistenza legale, preferendo difendersi da sola - obiettò sostenendo la legittimità del fenomeno e denunciando che i revisionisti erano tornati al potere con Deng Xiaoping e ora volevano cancellare la tradizione maoista. Ella venne denunciata dalla stampa come dirigente della cricca controrivoluzionaria Jiang Qing - Lin Biao. Nel 1981 Jiang fu condannata a morte, ma la sentenza fu commutata nel 1983 all'ergastolo.
Anche dal carcere, criticò il nuovo sistema cinese fondato sul "socialismo di mercato", dichiarando: «Questa non è la via del presidente Mao». Durante la prigionia, i medici le diagnosticarono un cancro alla gola; non è chiaro se il governo si rifiutò di aiutarla, o se lei stessa declinò le cure, comunque nel 1991 venne trasferita in ospedale; il 14 maggio il governo annunciò che si era suicidata impiccandosi nel bagno dell'ospedale.[2] Alcuni movimenti maoisti del mondo la onorarono come ultimo dirigente rivoluzionario cinese dopo la morte di Mao Zedong.
Note
modifica- ^ Nell'onomastica cinese il cognome precede il nome. "Jiang" è il cognome.
- ^ (EN) Nicholas D. Kristof, Suicide of Jiang Qing, Mao's Widow, Is Reported, in The New York Times, 5 giugno 1991. URL consultato il 27 aprile 2024.
Altri progetti
modifica- Wikiquote contiene citazioni di o su Jiang Qing
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Jiang Qing
Collegamenti esterni
modifica- Jiang Qing, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Jiang Qing, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010.
- (EN) Jiang Qing, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Opere di Jiang Qing, su Open Library, Internet Archive.
- (EN) Jiang Qing, su IMDb, IMDb.com.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 32804921 · ISNI (EN) 0000 0001 0602 5098 · LCCN (EN) n81120140 · GND (DE) 119367351 · BNF (FR) cb11945489k (data) · J9U (EN, HE) 987007263573805171 · NDL (EN, JA) 00623001 |
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