La nave dei folli (film)

film del 1965 diretto da Stanley Kramer

La nave dei folli (Ship of Fools) è un film del 1965 diretto e prodotto da Stanley Kramer.

La nave dei folli
Vivien Leigh e Alf Kjellin in una scena del film
Titolo originaleShip of Fools
Paese di produzioneStati Uniti d'America
Anno1965
Durata149 min
Dati tecniciB/N
Generedrammatico
RegiaStanley Kramer
Soggettodal romanzo di Katherine Anne Porter
SceneggiaturaAbby Mann
ProduttoreStanley Kramer
Casa di produzioneColumbia Pictures Corporation, Stanley Kramer Productions
Distribuzione in italianoCEIAD
FotografiaErnest Laszlo
MontaggioRobert C. Jones
Effetti specialiJohn Burke, Albert Whitlock, Farciot Edouart
MusicheErnest Gold
ScenografiaRobert Clatworthy, Joseph Kish
CostumiBill Thomas, Jean Louis
TruccoBen Lane
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Nel 1933, su una nave tedesca diretta da Veracruz a Brema, s'incrociano le vicende, drammatiche quanto grottesche, di un gruppo eterogeneo di passeggeri.

Il nano Glocken stringe amicizia con Löwenthal, un gioviale commerciante ebreo che a tavola viene fatto sedere in disparte, mentre di notte è costretto a condividere la cabina con un fervente nazista. Glocken entra in confidenza anche con Bill Tenny, un texano ossessionato dalle palle curve che non riusciva a battere quando giocava a baseball, e che cerca senza successo di fare conquiste femminili, venendo rifiutato persino da una delle ballerine mercenarie presenti a bordo.

Un vecchio in carrozzina cerca di convertire i passeggeri alla fede in Dio, ma un uomo grasso gli risponde con delle invettive, scatenando una rissa. Il nipote del vecchio vorrebbe i soldi necessari per essere accolto nel letto di una ballerina, ed infine glieli sottrae con la violenza.

David, un pittore sensibile alle miserie sociali, è in viaggio con la fidanzata, che però è attratta da lui solo fisicamente e rimane colpita dalle considerazioni pessimiste della signora Treadwell, una donna in là con gli anni, la quale rifiuta un giovane corteggiatore per poi scoprirsi disperatamente sola.

Il dottor Schumann, medico di bordo, s'invaghisce di una contessa assuefatta alla morfina, ma quando lei scende dalla nave non ha il coraggio di seguirla, anche perché il suo amico capitano glielo aveva sconsigliato, e il pentimento gli provoca un malore tale da farlo morire.

Produzione

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Scritto da Abby Mann, ispiratosi al romanzo omonimo (1962) di Katherine Anne Porter, è stato l'ultimo film dell'attrice Vivien Leigh.[1]

Critica

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Il Morandini commenta: «questo Grand Hotel galleggiante è il più famoso multimelodramma marinaresco nella storia di Hollywood, spesso in bilico sulla soap opera, ma anche ricco di riflessioni sulla condizione umana, e soprattutto di una bella galleria di personaggi [...]»[1].

Riconoscimenti

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  1. ^ a b Laura, Luisa e Morando Morandini, Il Morandini: dizionario dei film 2001, Zanichelli, Bologna, 2000, p. 857. ISBN 88-08-03105-5.

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