Leone Caloteto (in greco Λέων Καλόθετος?, Léon Kalóthetos; fl.1315 – 1363) era un governatore provinciale dell'Impero bizantino.

Caloteto era originario di Chio, dove viene menzionato per la prima volta nel 1315.[1] All'epoca, l'isola era un possedimento della famiglia genovese degli Zaccaria, che la deteneva de iure come feudo dell'imperatore bizantino, ma praticamente come dominio indipendente.[2] Nel 1328, Caloteto fuggì dall'isola e si unì all'imperatore Andronico III Paleologo a Didymoteicho. Insieme progettarono il recupero di Chio da parte dei Bizantini. Aiutata da una rivolta della popolazione locale e dal tradimento di Benedetto II Zaccaria, fratello del sovrano dell'isola Martino Zaccaria, una flotta bizantina riconquistò l'isola nel 1329. Martino Zaccaria fu catturato e Caloteto fu insediato come nuovo governatore dell'isola.[1][3]

Caloteto era un vecchio amico di Giovanni VI Cantacuzeno, il più intimo amico e principale consigliere di Andronico III. Di conseguenza, quando scoppiò la guerra civile tra Cantacuzeno e la reggenza di Giovanni V Paleologo, fu licenziato per ordine di Alessio Apocauco e sostituito con Caloiane Civo.[1] Fuggito per unirsi a Cantacuzeno, è attestato nel 1345 con il grado di protosebastos, come inviato del mega stratopedarchēs Giovanni Vatatze.[1] Ricompare nel 1349, quando è garante di un trattato con la Repubblica di Venezia a Costantinopoli.[1] Dal 1348 al 1363 è nominato governatore della Vecchia Focea. Nel 1357 fu coinvolto nella vicenda del principe ottomano Halil, catturato dai pirati greci e tenuto prigionia a Focea. Caloteto rifiutò le richieste dell'imperatore Giovanni V di liberare Halil, fino a quando non ricevette in cambio 100000 Hyperpyron.[1][4] In questo periodo, Caloteto ricopriva il grado di panhypersebastos.[1]

  1. ^ a b c d e f g PLP 10617.
  2. ^ Nicol (1993), p. 171.
  3. ^ Nicol (1993), pp. 171–172.
  4. ^ Nicol (1993), p. 261.

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