Prunus amygdalus

specie di pianta
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Il mandorlo (Prunus amygdalus Batsch, 1801) è un albero da frutto appartenente alla famiglia delle Rosacee[1]. La mandorla ne è il seme.

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Mandorlo
Mandorlo in fiore
Classificazione filogenetica
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Superrosidi
(clade)Rosidi
(clade)Eurosidi
(clade)Eurosidi I
OrdineRosales
FamigliaRosaceae
SottofamigliaAmygdaloideae
TribùAmygdaleae
GenerePrunus
SpecieP. amygdalus
Classificazione classica
DominioEukaryota
RegnoPlantæ
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
OrdineRosales
FamigliaRosaceae
SottofamigliaPrunoideae
GenerePrunus
SpecieP. amygdalus
Nomenclatura binomiale
Prunus amygdalus
Batsch, 1801
Sinonimi

Amygdalus communis
L.
Prunus dulcis
(Mill.) D.A.Webb

Nomi comuni

mandorlo

Origine e storia

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Il mandorlo è riverito in molte culture ed è citato molte volte nella Bibbia: tra l'altro il mandorlo è presente in Siria e Israele. Il nome ebreo shaqed (שָׁקֵד) significa laborioso o vigilante, dato che il mandorlo è uno dei primi alberi a fiorire in Israele, di solito all'inizio di febbraio, in coincidenza con il Tu BiShvat (ט״ו בשבט ṭū bišḇāṭ), una festività ebraica anche chiamata "Capodanno degli alberi".

Fin dall'antichità, il mandorlo è stato un simbolo di promessa per la sua precoce fioritura, che simboleggia l'improvvisa e rapida redenzione di Dio per il Suo popolo dopo un periodo in cui sembrava lo avesse abbandonato; si veda ad esempio Geremia 1,11-12[2]. Nella Bibbia il mandorlo è citato dieci volte, a cominciare da Genesi 43,11[3], dove le mandorle sono menzionate come uno dei "prodotti più scelti del paese".

Il mandorlo cresce nel Mediterraneo orientale e nel Levante; i mandorli sono stati coltivati inizialmente proprio in questa regione. Venne introdotto in Sicilia dai Fenici dalla Grecia (i romani lo chiamavano "noce greca"), dopodiché si diffuse in Francia, Spagna e quasi tutti i paesi del Mediterraneo. Il frutto del mandorlo selvatico contiene glucoside amigdalina, che si trasforma nel mortale acido cianidrico in seguito a danni al seme. Dopo la coltivazione e l'addomesticamento, le mandorle divennero commestibili: senza dubbio venivano arrostite per eliminarne la tossicità.

Invece le mandorle domestiche non sono tossiche; Jared Diamond ritiene che una mutazione genetica abbia determinato la scomparsa del glucoside amigdalina; questi esemplari mutanti sono stati coltivati da antichi agricoltori. Secondo alcuni studiosi, le mandorle furono uno dei primi alberi da frutto a essere coltivati grazie "all'abilità dei frutticoltori a selezionare i frutti. Così a dispetto del fatto che questa pianta non si presta alla propagazione tramite pollone o tramite talea, esso doveva essere stato addomesticato perfino prima dell'invenzione dell'innesto."[4] I mandorli domestici appaiono nella prima parte dell'Età del bronzo (3000-2000 a.C.). Un esempio archeologico di mandorlo sono i frutti trovati nella tomba di Tutankhamon in Egitto (circa 1325 a.C.), probabilmente importati dal Levante.

Descrizione

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Due varietà di mandorli - San Giovanni Rotondo

Il mandorlo è un albero piccolo, caducifoglie e latifoglie, alto fino a 5-7 metri. Il mandorlo ha crescita lenta ed è molto longevo, può diventare plurisecolare. Presenta le radici a fittone e fusto dapprima diritto e liscio e di colore grigio, successivamente contorto, screpolato e scuro, le foglie, lunghe fino a 12 cm, sono lanceolate e picciolate; i fiori bianchi o leggermente rosati, con un diametro fino a 5 cm, hanno 5 sepali, 5 petali, 40 stami (disposti su tre verticilli) e un pistillo con ovario semi-infero. I fiori sbocciano all'inizio della primavera: è tra le fioriture più precoci e dove il clima sia mite, anche tra gennaio e febbraio. Il frutto è una drupa contenente la mandorla, cioè il seme con guscio legnoso ricoperto da un mallo verde. Le mandorle si raccolgono in settembre-agosto a seconda delle cultivar.

Distribuzione e habitat

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Il mandorlo è nativo dell'Asia sud-occidentale. La forma domestica può maturare i frutti anche al nord delle Isole Britanniche.

 
Fiori di mandorlo.

Coltivazione

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L'albero viene coltivato per il suo seme, la mandorla[5]. Di alcune varietà di mandorlo si utilizzano anche il legno e gli endocarpi che, ridotti in cenere, vengono sfruttati nell'industria dei saponi e delle liscivie. Dopo la raccolta, la mandorla viene pulita dal mallo che ricopre il guscio legnoso e fatta asciugare al sole; l'essiccazione consente la conservazione, anche per lunghi periodi, e la commercializzazione.

Alcune delle varietà sono autosterili, quindi per avere la fruttificazione occorre impiantare, o avere presenti, almeno due varietà diverse per l'impollinazione. Precisazione: due piante innestate con la stessa varietà sono lo stesso clone e quindi non sono varietà diverse. Alcune varietà sono parzialmente autofertili e con una sola varietà la produzione sarebbe limitata, quindi si avvantaggiano comunque dell'impollinazione incrociata (entro qualche decina di metri tra altre varietà).

 
Un'illustrazione del mandorlo.

Varietà

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A seconda delle caratteristiche della mandorla, si distinguono le seguenti varietà:

  • amara, i cui semi contengono acido cianidrico;
  • dulcis, i cui semi sono utilizzati nell'alimentazione, nell'industria dolciaria e per l'estrazione dell'olio di mandorla officinale;
  • fragilis (o sticciamani), con seme dolce, ma endocarpo non legnoso.

Elenco di alcune cultivar più comuni (quelle tardive fioriscono a marzo):

  • autofertili a fioritura tardiva: Filippo Cea, Genco, Tuono, Supernova
  • autosterili a fioritura tardiva: Ferragnes, Fra Giulio, Falsa Barese
  • altre: Fascionello, Ferraduel, Jordanolo, Pizzuta d'Avola

Avversità

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Le principali avversità che colpiscono il mandorlo sono costituite da insetti e funghi. Gli insetti più importanti sono la cimicetta (Monosteira unicostata), la campa (Malacosoma neustria) e il coleottero Anthonomus amygdali; le patologie da funghi più importanti sono l'Armillaria, il Corineo delle drupacee, il Cancro delle drupacee e la Moniliosi.

Dai frutti si ottiene una sostanza farinosa utile come detergente cutaneo e come ammorbidente delle mani, contiene molta vitamina E. È possibile ricavare anche un olio protettivo cutaneo.[6]

Il mandorlo è una pianta mellifera, ma si produce il miele solo in alcune aree del meridione dove è più presente la pianta; inoltre la fioritura precoce (gennaio-marzo) delle piante consente di raccogliere il miele solo in aree non troppo fredde, quindi dove le api possono bottinare anche durante la fioritura.

 
Fiori di mandorlo
  1. ^ (EN) Prunus amygdalus, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 15/11/2022.
  2. ^ Geremia 1,11-12, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  3. ^ Genesi 43,11, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  4. ^ Zohary and Hopf, Domestication, p. 187
  5. ^ Rita, Mandorlo: Coltivazione e Cura dell'albero delle mandorle, su L'eden di Fiori e Piante.
  6. ^ "Le piante medicinali", di Roberto Michele Suozzi, Newton&Compton, Roma, 1994, pag.85

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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