Monte Cocusso
Il monte Cocusso (Kokoš in sloveno) è un rilievo montuoso al confine tra Italia e Slovenia.[1][2]. È il monte più alto del Carso triestino[3].
Monte Cocusso | |
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Stati | Italia Slovenia |
Regione | Friuli-Venezia Giulia |
Provincia | Trieste |
Altezza | 672 m s.l.m. |
Catena | Alpi Dinariche |
Coordinate | 45°38′42.36″N 13°53′34.44″E |
Altri nomi e significati | (SL) Kokoš |
Mappa di localizzazione | |
Etimologia
modificaNei secoli passati le popolazioni locali si riferivano al Monte Cucusso in svariati modi. Gli abitanti di Basovizza lo soprannominarono Maček ("Gatto"), intravedendoci una somiglianza con un grande felino dagli occhi incandescenti (spesso venivano accesi due falò sulla Velika Groblja e nei pressi dello Jirmanec). A Corgnale (Lokev), un paese in Slovenia a pochi chilometri dall'Italia, prese piede il toponimo di Ožeg ("Bruciato", dallo sloveno vžgati, ossia accendere), in seguito ad un incendio che si sviluppò sul versante settentrionale e si estese fino alle porte del centro abitato. La gente di Grozzana, infine, chiamava la montagna Golina, dallo sloveno Gol ("Spoglio").[4] Il versante orientale era infatti sassoso, privo di alberi e vegetazione arbustiva.
Sulle carte Josephinische Landes Aufnahme[5] la zona del monte Cocusso ha segnati i toponimi:
- Berg Monte Kokos, Jermantze = Jirmanec, Berg Hora (ovvero Gora) = Obrovnik
- Berg Tusti Verh (tolsti = grasso) = Vel. Gradišče.
Alcuni autori, come lo sloveno Boris Čok, riportano che dall'oronimo Golina deriverebbe l'attuale nome Cocusso. Golina sarebbe stato tradotto, per assonanza ma con scarsa perizia, in Gallina, successivamente ritradotto in Kokoš (Gallina in sloveno) e infine italianizzato toponomasticamente in Cocusso.[6]
Certamente più attendibile è la spiegazione fornita da Dante Cannarella,[7] noto divulgatore scientifico e autore di numerose pubblicazioni su Trieste e il Carso. Cocusso è un toponimo moderno, forma italiana di Kokus, che nelle lingue slave non ha alcun significato ma è semplicemente l'eufonia slovena del preesistente Concusso, privato di una lettera giacché nella grammatica slovena la n non può precedere la c. Il primo toponimo fu quindi Concusso (con la n), già riscontrabile nelle mappe del XVII secolo e in questa forma ancora in uso nei primi decenni del XX secolo.[8][9].
Il toponimo Kokoš è presente già nelle prime carte militari Austroungariche del 1790. Nel Trattato di pace fra l'Italia e le Potenze Alleate del 1947 apparve per la prima volta la dicitura Cocusso (senza la n).[1] Da allora, tutti i documenti e le pubblicazioni ufficiali citano il monte come Cocusso, accettando così la versione slovena che ha tolto la n dal nome originale Concusso, il cui etimo viene ricondotto alla comune radice cuc, oppure kuk (vetta),[10] presente in antichi idiomi preromani[11]. Il toponimo Kuk oppure Kovk o Kouk è presente in Slovenia in varie località.
Morfologia
modificaIl punto più elevato (672 m s.l.m., 45°38′39.58″N 13°53′42.54″E ) coincide con la linea di demarcazione alla progressiva 79/23[12] ed è la massima elevazione della provincia di Trieste. Altre sommità del Cocusso sono:
- in territorio italiano, la Velika Groblja (662 m s.l.m., 45°38′25.58″N 13°53′41.17″E ), un tumulo funerario di pietre risalenti all'età del bronzo, punto trigonometrico e panoramico;[13]
- in territorio sloveno, la cima Kokoš (663 m s.l.m., 45°38′42.36″N 13°53′34.44″E ), in prossimità della linea di demarcazione alla progressiva 79/20;[14]
- in territorio sloveno, lo Jirmanec (670 m s.l.m., 45°38′39.48″N 13°54′00.72″E ), ove è situato il rifugio Planinska koča na Kokoši;[15]
- in territorio sloveno, lo Žleb (655 m s.l.m., 45°38′33.36″N 13°54′20.88″E ).[16]
La dorsale prosegue in direzione Est scendendo fino a quota 627 m s.l.m. (45°38′25.08″N 13°54′50.4″E ), sella che viene considerata il limite fisico tra il Cocusso, le sue elevazioni satelliti e il Castellaro Maggiore (Veliko Gradišče, 742 m s.l.m., 45°38′24.36″N 13°55′42.96″E ).[17]
Il monte Cocusso è raggiungibile tramite i sentieri CAI 3 e 28 che, da Basovizza, da Grozzana oppure da Pesek, conducono alla cima Jirmanec, raccordata con numerosi sentieri o carrarecce anche dai versanti sloveni.
Flora e fauna
modificaLa vegetazione è caratterizzata prevalentemente da ampi boschi di pini neri. Sul versante occidentale, a 550 m s.l.m. si trova una particella sperimentale di abete di Cefalonia, piantata dai forestali austriaci nel 1884. Poco sopra, a quota 643 m s.l.m., è presente un centinaio di abeti rossi, piantati nel 1936.[13][18] Il versante meridionale ospita la tipica boscaglia carsica di carpini neri. Notevoli alcuni alberi di grosse dimensioni, tra cui un imponente tiglio selvatico (circonferenza 353 cm) e un isolato faggio (circonferenza 273 cm).[19]
I boschi del Monte Cocusso sono l'habitat di molte specie animali. Spicca per diffusione il capriolo che, con circa trenta capi ogni cento ettari, raggiunge una delle densità più elevate in Italia. Abbonda il cinghiale, potenzialmente dannoso per le coltivazioni, la volpe e lo scoiattolo. Più difficili da incontrare sono la lepre, il tasso e la donnola. Dalla prospiciente Val Rosandra, si spinge fino al Cocusso il corvo imperiale e il notturno gufo reale. Comune è la gazza, la ghiandaia, la poiana, l'upupa, il picchio verde e rosso nonché numerose specie di corvidi. Uccelli non stanziali, ma segnalati con una certa frequenza, sono l'aquila reale, il falco pecchiaiolo e il biancone.[20] Occasionalmente sono stati avvistati orsi[21][22] e, più raramente, lupi.[23]
Nei pressi di Basovizza, la landa carsica alle pendici del Cocusso è stata oggetto di un recupero finalizzato al reinserimento del pascolo.[24]
Luoghi d'interesse
modifica- Tra le elevazioni Kokoš e Velika Groblja, si trova un cippo confinario in pietra (45°38′37.1″N 13°53′56.51″E ), risalente al 1818, che divideva la Città di Trieste dalla Signoria di Schwarzenegg e dalla Signoria di San Servolo.[25]
- Sulla pendice nord-ovest slovena del monte Cocusso, nel periodo dell'ex Jugoslavia era stata eretta un'enorme scritta in pietra inneggiante a Tito. Più volte cancellata e ripristinata,[26] nel 2004 fu oggetto di scontro istituzionale tra Provincia di Trieste e Repubblica di Slovenia. Oggetto della diatriba fu l'opportunità di mantenere tale scritta, per alcuni «esaltante il responsabile politico e morale della tragica occupazione militare di Trieste nel maggio del 1945», per altri un ricordo del «ruolo che Tito svolse durante la lotta di liberazione dall'occupazione fascista».[27]
- Vicino al monte Cocusso, tra l'abitato di Pesek e quello di Draga, si trovano i ruderi di un'antica ghiacciaia (jazera) (414 m s.l.m., 45°37′46.38″N 13°53′10.85″E ), un tempo utilizzata per la produzione e la conservazione del ghiaccio.[28][29]
Escursioni
modifica- Il Cocusso è una meta assai frequentata da gitanti, escursionisti, sportivi e ciclisti in mountain bike. Ospita regolarmente alcune manifestazioni agonistiche, tra cui il Kokoš Trail[30] e la Gorskega teka na Kokoš.[31]. A cavallo tra 2011 e 2012, si è svolta la 111 giorni del Kokoš, sfida non agonistica che premiava il maggior numero di ascensioni individuali in un arco temporale di 111 giorni.[32]
Galleria d'immagini
modifica-
Monte Cocusso (versante meridionale di Basovizza)
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Monte Cocusso (versante settentrionale)
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Monte Cocusso (versante occidentale)
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Velika Groblja
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Rifugio Planinska koča
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La ghiacciaia (jazera) di Draga
Note
modifica- ^ a b Decreto-legge 28 novembre 1947, n. 1430, in materia di "Esecuzione del Trattato di pace fra l'Italia e le Potenze Alleate ed Associate, firmato a Parigi il 10 febbraio 1947"
- ^ (EN) Charles Irving Bevans, Treaties and other international agreements of the United States of America, 1776-1949, Washington, U.S. Government Printing Office, 1970. URL consultato il 4 aprile 2013.
- ^ Il Carso, secondo la Partizione delle Alpi, è la sezione 22 del sistema alpino, mentre secondo la Suddivisione Orografica Internazionale Unificata del Sistema Alpino (SOIUSA), appartiene al sistema dinarico.
- ^ (SL) Čok, pp. 108-110.
- ^ Prime carte militari rilevate sul terreno, del 1780, ristampate dall'Accademia slovena delle scienze e delle arti (SAZU) di Lubiana nel 1997.
- ^ (SL) Čok, p. 108.
- ^ Dante Cannarella, Il Monte Cocusso, Trieste, Edizioni Italo Svevo, 1994, pp. 72-73. URL consultato il 18 aprile 2013.
- ^ Nicolò Cobolli, Guida dei dintorni di Trieste: cenni geografici e geologici, Trieste, Società Alpina delle Giulie, 1909.
- ^ Gustavo Cumin, Cenni geografici sulla Carsia Giulia, Trieste, Società Alpina delle Giulie, 1929.
- ^ Sergio Ollivier, Gita sul Cocusso, la cima più alta della provincia di Trieste, in Il Piccolo, 28 febbraio 2006. URL consultato il 18 aprile 2013.
- ^ Dante Cannarella, Il Monte Cocusso, Trieste, Edizioni Italo Svevo, 1994, p. 73. URL consultato il 18 aprile 2013.
- ^ Legge 14 marzo 1977, n. 73, in materia di "Ratifica ed esecuzione del trattato tra la Repubblica italiana e la Repubblica socialista federativa di Jugoslavia, con allegati, nonché dell'accordo tra le stesse Parti, con allegati, dell'atto finale e dello scambio di note, firmati ad Osimo (Ancona) il 10 novembre 1975."
- ^ a b ASeC dei Corpi Forestali del FVG, p. 87.
- ^ (SL) Točka: Kokoš, in Pešpoti. URL consultato il 4 aprile 2013.
- ^ (SL) Planinska koča na Kokoši, in Planinsko društvo Sežana. URL consultato il 4 aprile 2013.
- ^ (SL) Čok, p. 109.
- ^ (SL) Točka: Veliko Gradišče, in Pešpoti. URL consultato il 4 aprile 2013.
- ^ AA.VV., L'imboschimento del Carso, Udine, Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, 1992. URL consultato il 4 aprile 2013.
- ^ Monte Cocusso (PDF), in Riserva Naturale della Val Rosandra. URL consultato il 4 aprile 2013.
- ^ ASeC dei Corpi Forestali del FVG, pp. 98-100.
- ^ Un orso immortalato vicino a Basovizza, in Il Piccolo, 23 luglio 2012. URL consultato il 4 aprile 2013 (archiviato dall'url originale il 27 luglio 2012).
- ^ Riccardo Tosques, Grozzana, incontro ravvicinato con l’orso, in Il Piccolo, 28 maggio 2012. URL consultato il 4 aprile 2013.
- ^ Due branchi di lupi di casa sul Carso, in Il Piccolo, 30 maggio 2011. URL consultato il 4 aprile 2013.
- ^ Il Pascolo sociale, nuova economia [collegamento interrotto], in Il Piccolo, 21 aprile 2011. URL consultato il 4 aprile 2013.
- ^ Luciano Emili, Il cippo fra i territori di Trieste, Duino e Schwarzenegg, in Il Piccolo, 03 marzo 2012. URL consultato il 4 aprile 2013.
- ^ Mauro Manzin, La scritta «Tito» rispunta sul monte Cocusso, in Il Piccolo, 22 marzo 2005. URL consultato il 4 aprile 2013.
- ^ Cesare Gerosa, «Tito» sul Cocusso, scontro Provincia-Slovenia, in Il Piccolo, 31 luglio 2004. URL consultato il 4 aprile 2013.
- ^ Dante Cannarella, Il Monte Cocusso, Trieste, Edizioni Italo Svevo, 1994, pp. 23-25. URL consultato il 22 aprile 2013.
- ^ ASeC dei Corpi Forestali del FVG, p. 85.
- ^ Kokoš Trail 2013, in A.S.D. Evinrude. URL consultato il 4 aprile 2013.
- ^ (SL) Gorskega teka na Kokoš 2012, in Društvo kraški tekači Sežana. URL consultato il 4 aprile 2013.
- ^ I 111 giorni del Kokoš (Cocusso), in Le Vie del Carso. URL consultato il 4 aprile 2013.
Bibliografia
modifica- Dante Cannarella, Itinerari carsici 14. Il monte Cocusso, Trieste, Italo Svevo, 1994.
- Associazione Sportiva e Culturale dei Corpi Forestali del Friuli Venezia Giulia, Boschi senza confini. Escursioni nelle foreste di Friuli Venezia Giulia, Slovenia e Croazia, Portogruaro, Ediciclo Editore, 2000, ISBN 88-85318-37-1.
- Fabio Fabris, Carso senza confini, Portogruaro, Ediciclo Editore, 2005, ISBN 88-88829-20-2.
- (SL) Boris Čok, V siju mesečine. Ustno izročilo Lokve, Prelož in bližnje okolice, Lubiana, Založba ZRC, 2012, ISBN 978-961-254-380-8.
- (SL) Josephinische Landesaufnahme 1763–1787 für das Gebiet der Republik Slowenien, su zimk.zrc-sazu.si. URL consultato il 28 gennaio 2020.
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Monte Cocusso
Collegamenti esterni
modifica- Il monte Cocusso da Pešpoti, su pespoti.si.
- Il monte Cocusso da Geopedia, su geopedia.si. URL consultato il 20 febbraio 2011 (archiviato dall'url originale il 20 giugno 2012).
- Mappe dei Sentieri del Carso di Trieste, su giacomocattaruzzi.it. URL consultato il 4 aprile 2013 (archiviato dall'url originale il 7 ottobre 2012).