Il monte Scott (in inglese Mount Scott) è un piccolo stratovulcano e un cosiddetto cono di scorie sul fianco sud-est del lago Crater, nel sud dell'Oregon, negli Stati Uniti.[3][4] Antico circa 420.000 anni, il suo punto sommitale è il più alto all'interno del parco nazionale del lago Crater e la decima vetta più elevata della catena delle Cascate che si sviluppa in Oregon.[5][6] Una piccola torre di avvistamento antincendi si erge sulla vetta, alla fine di un sentiero che sale secondo un percorso a zigzag a circa 460 m su per la montagna. Quest'ultima deve il suo nome al pioniere dell'Oregon Levi Scott, fondatore della città di Scottsburg.[7]

Monte Scott
Il monte Scott visto da sud-ovest
StatoStati Uniti (bandiera) Stati Uniti
Stato federato  Oregon
Altezza2 723[1] m s.l.m.
Prominenza917[2] m
CatenaCatena delle Cascate
Ultima eruzione420.000
Coordinate42°55′22.78″N 122°00′58.33″W
Mappa di localizzazione
Mappa di localizzazione: Stati Uniti d'America occidentali
Monte Scott
Monte Scott

Geologia

modifica

Il monte Scott eruttò una prima volta circa 420.000 anni fa ed è uno dei vulcani più antichi del complesso del monte Mazama.[8][9] Questo rilasciò principalmente lave andesitiche prima di spegnersi nel tardo Pleistocene.[10] Poiché relativamente lontano dai fianchi principali del Mazama, il cono sopravvisse alla colossale esplosione della montagna avvenuta intorno al 5700 a.C.[11] Con un'altezza di 2.723 m s.l.m., il monte Scott è il punto più alto del parco nazionale del lago Crater.[10][12][13][14][15] La maggioranza dei pendii inferiori è ricoperta da cenere, pomice e ghiaia disciolta, mentre la sommità è perlopiù ricoperta da scorie.[11][13]

Molte specie vegetali abitano le pendici del monte Scott. Le specie più comuni includono l'abete di Douglas (Pseudotsuga menziesii), il pino bianco occidentale (Pinus monticola), il conium, pino dalla corteccia bianca (Pinus albicaulis) e il pino contorto (Pinus contorta).[13][14] Tra i fiori di campo si annoverano Castilleja, penstemon, nontiscordardimé (Myosotis), erba cipollina (Allium schoenoprasum) e ranuncoli (Ranunculus).[13]

Attività ricreative

modifica

Esiste una via per la vetta del monte Scott che parte da Rim Drive ed è lunga circa 4 km. Il percorso ha molti tornanti e termina alla torre di avvistamento antincendio sulla vetta.[11][13][14] Il cammino si trova a un'altitudine di 2.342 m e il sentiero sale a circa 451 m fino alla sommità.[13][14]

Dalla vetta si possono vedere ammirare splendide vedute sul grande lago Crater, oltre che sul monte Thielsen, su Diamond Peak, sul monte McLoughlin, sul monte Shasta, sul lago Klamath Superiore e sul lago Diamond.[6][10][13][14]

Il lago Crater e i dintorni visti dal monte Scott
  1. ^ (EN) Mount Scott, su ngs.noaa.gov. URL consultato l'8 agosto 2021.
  2. ^ (EN) Mount Scott, Oregon, su peakbagger.com. URL consultato l'8 agosto 2021.
  3. ^ (EN) Crater Lake, su Smithsonian Institution. URL consultato l'8 agosto 2021.
  4. ^ USGS, Geological Survey Bulletin, U.S. Department of the Interior, 1949, p. 2640.
  5. ^ Wood e Kienle (1990), pp. 193-195.
  6. ^ a b Wuerthner (2003), p. 94.
  7. ^ (EN) Jacob Ray Gregg, Pioneer Days in Malheur County: Perpetuating the Memory of Prominent Pioneers and Preserving an Authentic History of the County, L.L. Morrison, 1950, p. 92.
  8. ^ (EN) Ellen Bishop, In Search of Ancient Oregon, Timber Press, 2003, p. 233, ISBN 978-0-88192-590-6.
  9. ^ (EN) Richard Hill, Volcanoes of the Cascades, Globe Pequot, 2004, p. 65, ISBN 978-0-7627-3072-8.
  10. ^ a b c Harris, Tuttle e Tuttle (2004), pp. 527–528.
  11. ^ a b c (EN) Mount Mazama and Crater Lake: Growth and Destruction of a Cascade Volcano, su pubs.usgs.gov. URL consultato l'8 agosto 2021.
  12. ^ (EN) Crater Lake, su USGS. URL consultato l'8 agosto 2021.
  13. ^ a b c d e f g (EN) Barbara Bond, 75 Scramble in Oregon, The Mountaineers Books, 2005, pp. 91–93, ISBN 978-0-89886-550-9.
  14. ^ a b c d e (EN) Art Bernstein, Hiking Oregon's Southern Cascades and Siskiyous, Globe Pequot, 2001, pp. 124–125, ISBN 978-1-56044-898-3.
  15. ^ (EN) Art Bernstein, Oregon Byways, Wilderness Press, 2003, p. 115, ISBN 978-0-89997-277-0.

Bibliografia

modifica

Altri progetti

modifica

Collegamenti esterni

modifica
  NODES
Intern 1
Note 2
os 12