Mutilazioni politiche nella cultura bizantina

La mutilazione era un comune metodo di punizione per i criminali nell'Impero bizantino, ma aveva anche un ruolo nella vita politica dell'impero[1]. Alcune deturpazioni praticate presentavano anche una logica pratica secondaria. Accecando un rivale, non solo lo si limitava nella sua mobilità, ma gli si rendeva quasi impossibile condurre un esercito in battaglia, quindi un aspetto importante per il controllo dell'impero. La castrazione era anche utilizzata per eliminare potenziali avversari. Nell'impero bizantino, un uomo castrato non era più un uomo, ma un mezzo morto, una "vita che era per metà morte"[2]. La castrazione eliminava anche ogni possibilità che eventuali eredi potessero minacciare l'imperatore o i suoi eredi al trono. Altre mutilazioni erano il taglio del naso (rinotomia) o l'amputazione degli arti.

Raffigurazione dell'accecamento di Leone Foca il Vecchio dopo la sua ribellione fallimentare contro Romano Lecapeno, immagine tratta dalla cronaca Madrid Skylitzes.

Fondamento logico

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La mutilazione dei rivali politici da parte dell'imperatore era considerata un modo efficace per eliminare dalla linea di successione una persona che era vista come una minaccia. Gli uomini castrati non erano visti come una minaccia, poiché non importava quanto potere avessero, in quanto non potevano in ogni caso salire al trono; numerosi eunuchi furono quindi insediati in uffici importanti della corte e nell'amministrazione bizantina. Nella cultura bizantina, l'imperatore era un riflesso dell'autorità celeste. Poiché Dio era perfetto, anche l'imperatore doveva essere senza macchia; qualsiasi mutilazione, in particolare le ferite facciali, escluderebbe un individuo dal prendere il trono[3]. Un'eccezione fu Giustiniano II (ὁ Ῥινότμητος, "il naso tagliato"), a cui fu tagliato il naso (greco- rinocopia) quando fu deposto nel 695 ma fu di nuovo in grado di diventare imperatore nel 705[4].

L'idea dell'accecamento come punizione per i rivali politici traditori fu stabilita nel 705, anche se l'imperatore Foca lo usò anche durante il suo dominio, diventando una pratica comune da Eraclio I in poi[5]. La castrazione come punizione per i rivali politici venne utilizzata molto tempo dopo, diventando popolare nel X e XI secolo. Un esempio è quello di Basilio Lecapeno, figlio illegittimo dell'imperatore Romano I Lecapeno, che fu castrato da giovane. Egli guadagnò abbastanza potere per diventare parakoimomenos e per essere un efficace primo ministro per tre imperatori successivi, essendo impossibilitato ad assumere il trono da solo[6][7]. L'ultimo a usare questo metodo volontariamente fu Michele VIII Paleologo, anche se alcuni dei suoi successori furono costretti a riutilizzarlo dai sultani ottomani.

Casi di deturpazione

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Vittima Data Deturpazione Dettagli Nota
Alessio Filantropeno 1295 Accecato Governatore del thema di Tracia, insorse contro Andronico III Paleologo, ma fu catturato dai soldati lealisti e accecato [8]
Anastasio di Costantinopoli 743 Accecato Per aver sostenuto l'usurpazione di Artavasde contro Costantino V, fu accecato [9]
Artavasde 743 Accecato Artavasde e i suoi figli Niceforo e Niceta furono accecati per la sua fallimentare insurrezione contro Costantino V durante la crisi dell'iconoclastia [10]
Sisinnios 743 Accecato Strategos della Tracia, sostenne Costantino V contro Artavasde ma fu accecato dopo la vittoria del primo a causa dei sospetti di cospirazione per conquistare il trono stesso [11][12]
Antioco, Davide, Teofilatto di Iconio, Cristoforo, Costantino, Teofilatto il kandidatos, e altri undici 766 Accecati Governatori provinciali e funzionari di corte di alto rango, membri di un gruppo di diciannove perone che cospirarono contro Costantino V. Il complotto fu scoperto e i suoi membri sfilarono pubblicamente all'Ippodromo il 25 agosto 766. I due capi, i fratelli Costantino e lo strategios Podopagouros, furono giustiziati, mentre i restanti furono accecati ed esiliati, e ogni anno agenti imperiali venivano inviati per affliggere loro cento frustate. [13]
Giovanni Atalarico 637 Naso e mani amputati Amputazione effettuata dopo aver tentato di rovesciare suo padre, Eraclio I; il suo co-cospiratore, Teodoro, ricevette la stessa punizione e fu anche esiliato e gli fu in più amputata una gamba. [14]
Bardane il Turco 803/804 Accecato Condusse una rivolta senza successo contro Niceforo I il Logoteta e si arrese. Accecato mentre era in isolamento in un monastero, probabilmente per ordine di Niceforo. [15]
Bardas Foca 1026 Accecato Accusato di aver complottato contro Costantino VIII [16]
Pseudo Diogene 1095 Accecato Impostore e pretendente, guidò un'invasione cumana della Tracia contro Alessio I Comneno [17]
Filippico Bardane, Teodoro Myakes, Giorgio Bouraphos 713 Accecati Una ribellione delle truppe del thema di Opsikion riuscì a far entrare un certo numero di uomini in città dove furono in grado di accecare Filippico in uno stabilimento balneare il 3 giugno 713. Fu seguito una settimana dopo dal patrikios Teodoro Myakes e una settimana dopo dal Conte dell'Opsikion, il patriki Giorgio Bouraphos [18]
Callinico I 705 Accecato Supportò la deposizione di Giustiniano II e fu accecato quando questo tornò al potere nel 705 [19]
Costantino VI 797 Accecato Imperatore che fu accecato dai sostenitori di sua madre, Irene d'Atene. Costantino morì per le sue ferite poco dopo, portando Irene a essere incoronata imperatrice regnante.
Simbatio, Basilio, Greogorio e Teodosio 820 Castrati I figli di Leone V l'Armeno, che fu deposto il giorno di Natale nell'820, da Michele II l'Amoriano. Furono esiliati a Proti, castrati e confinati in un monastero come monaci. [20]
Leone Foca il Vecchio 919 Accecato Si ribellò contro l'ascesa al potere di Romano Lecapeno, ma fu catturato e accecato [21]
Costantino Aspiete 1190/1 Accecato Sospettato di aver tramato una rivolta contro Isacco II Angelo perché distribuì in ritardo lo stipendio alle sue truppe [22]
Leone II Foca, Niceforo Foca 971 Accecato Complottò per aizzare una rivolta contro Giovanni I Zimisce [23]
Niceforo 792 Accecato Zio di Costantino VI, fu accecato, mentre ai suoi quattro fratelli vennero tagliati le lingue, dopo che i tagmata cospirarono per metterlo sul trono all'indomani della battaglia di Marcellae [24][25]
Alessio Mosele 792 Accecato Generale dell'Armeniakon, fu accecato a causa del loro rifiuto di riconoscere Irene d'Atene come imperatrice e co-sovrana di Costantino VI [24]
Costantino Diogene 1028–1034 Accecato Generale popolare, fu accecato a causa di un presunto complotto contro Romano III Argiro [26]
Niceforo Briennio il Vecchio 1078 Accecato Niceforo si era ribellato a Michele VII nel 1077 e continuò la sua ribellione contro Niceforo III Botaniate. Sconfitto e catturato da Alessio I Comneno con la battaglia di Kalavrye, fu accecato. [27]
Niceforo Diogene 1094 Accecato Niceforo era il figlio di Romano IV Diogene e di Eudocia Macrembolitissa; l'imperatore Alessio I Comneno lo fece accecare dopo averlo accusato di tradimento [28]
Romano IV Diogene 1072 Accecato Andronico Doukas fece accecare Romano IV Diogene dopo averlo ingannato per dimettersi da imperatore [29]
Eraclio II 641 Naso tagliato Spodestato, sfigurato ed esiliato dai sostenitori di Costante II [30]
Teofilatto, Staurakios e Niceta (il futuro patriarca Ignazio I) 813 Castrati Figli di Michele I Rangabe, furono castrati dopo la sua abdicazione da Leone V l'Armeno [31]
Giustiniano II Rinotmeto 695 Naso tagliato Spodestato, sfigurato ed esiliato dai sostenitori di Leonzio [4]
Alessio Comneno 1182 Accecato, forse castrato De facto reggente per Alessio II Comneno, rovesciato dall'usurpatore Andronico I Comneno
Giovanni IV Lascaris 1261 Accecato Fatto imperatore a sette anni, fu rovesciato e accecato a undici anni [32]
Basilio Lecapeno 920–944 Castrato Da bambino fu castrato per essere un figlio illegittimo dall'imperatore Romano I Lecapeno [6]
Martina 641 Lingua tagliata Rovesciata dal trono, fu sfigurata ed esiliata dai sostenitori di Costante II [30]
Simbazio l'Armeno 866/867 Un occhio cavato, braccio destro tagliato Ribellatosi con Giorgio Peganes contro Michele III che allevava Basilio I il Macedone come co-imperatore [33]
Giorgio Peganes 866/867 Accecato, naso tagliato Ribellatosi con Symbatios l'Armeno contro Michele III che allevava Basilio I il Macedone come co-imperatore [34]
La famiglia di Giovanni l'Orfanotrofo 1041 Castrato Michele V castrò tutti i membri maschi della famiglia di Giovanni l'Orfanotrofo [2]
Giovanni l'Orfanotrofo 1043 Accecato Considerato una minaccia, fu accecato dal patriarca di Costantinopoli Michele I Cerulario [26]
Prousianos 1029 Accecato Dopo un presunto complotto contro Romano III Argiro, fu accecato [26]
Teodoro 637 Naso, mani e una gamba amputati Mutilato per essere stato un co-cospiratore nel tentativo di Athalarichos di rovesciare Eraclio [14]
Isacco II Angelo 1195 Accecato Accecato e deposto da suo fratello Alessio III Angelo
Leonzio 698 Accecato Accecato e deposto da Tiberio III e successivamente ucciso da Giustiniano II nel 705
Basilio Sclero 1027/1028 Un occhio cavato Punito per aver cercato di fuggire dal suo esilio sulle Isole dei Principi [35]
  1. ^ Rautman (2006), p. 30.
  2. ^ a b Ringrose (2003), p. 62.
  3. ^ Longworth (1997), p. 321.
  4. ^ a b Ostrogorskij (2014), pp. 122-123.
  5. ^ Každan (1991), p. 297.
  6. ^ a b Norwich (1993), p. 167.
  7. ^ Talbot e Sullivan (2005), p. 143.
  8. ^ Nicol (1993), p. 124.
  9. ^ Milman (1867), p. 370.
  10. ^ Garland (2006), p. 9.
  11. ^ Rochow (1994), p. 30.
  12. ^ Mango e Scott (1997), p. 581.
  13. ^ Mango e Scott (1997), p. 605.
  14. ^ a b Niceforo I, p. 73.
  15. ^ Kountoura-Galaki (1983), pp. 213-214.
  16. ^ Každan (1991), p. 1666.
  17. ^ Skoulatos (1980), pp. 75-77.
  18. ^ Mango e Scott (1997), p. 533.
  19. ^ Kiminas (2009), p. 44.
  20. ^ Treadgold (1988), p. 224.
  21. ^ Treadgold (1997), pp. 474-476.
  22. ^ Savvides (1991), p. 77.
  23. ^ Každan (1991), p. 1667; Treadgold (1997), pp. 507-508.
  24. ^ a b Garland (1999), p. 83.
  25. ^ Mango e Scott (1997), p. 643.
  26. ^ a b c Garland (1999), p. 162.
  27. ^ Každan (1991), pp. 330-331; Skoulatos (1980), pp. 222-223.
  28. ^ Holmes (2005), p. 222.
  29. ^ Norwich (1993), p. 357.
  30. ^ a b Teofane Confessore, p. 41.
  31. ^ Treadgold (1988), pp. 188-189.
  32. ^ Hackel (2001), p. 71.
  33. ^ PmbZ, Symbatios (#7169).
  34. ^ PmbZ, Georgios Peganes (#2263).
  35. ^ Lilie et al. (2013).

Bibliografia

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Fonti primarie

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Fonti secondarie

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Voci correlate

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