Nadja (Breton)

romanzo scritto da André Breton

Nadja è un romanzo autobiografico dello scrittore e teorico del movimento surrealista André Breton uscito presso Gallimard nel 1928, e in edizione rivista dall'autore nel 1963. In italiano nella traduzione di Giordano Falzoni e con una nota di Lino Gabellone, è uscito nella collana "Einaudi Letteratura" nel 1972, quindi nella "Nuovi coralli" nel 1977, e nella "Letture", con prefazione di Domenico Scarpa nel 2007, presso Einaudi[1].

Nadja
Titolo originaleNadja
AutoreAndré Breton
1ª ed. originale1928
1ª ed. italiana1972
Genereromanzo
Sottogeneresentimentale
Lingua originalefrancese

Il libro, definito da Maurice Blanchot "libro sempre futuro"[2], racconta dell'incontro tra lo scrittore e Léona Delcourt (1902-1941), che si fa chiamare Nadja, avvenuto la prima volta il 4 ottobre 1926 a Parigi e comprende fotografie e disegni, tra le quali, le enigmatiche immagini della città di Parigi realizzate da Jacques-André Boiffard, programmi di teatro, opere e disegni, e i ritratti di Paul Éluard, Benjamin Péret, Robert Desnos Nancy Cunard, l'attrice Blanche Derval (1885-1973), l'indovina Madame Sacco, lo psichiatra Henri Claude (1869-1945) e l'autore stesso.

Con tono da inchiesta realistica, ripresa direttamente dalla vita[3] il racconto si divide in tre tempi:

  • chi sono io? sorta di introspezione auto-analitica e poetica
  • il calendario degli incontri tra 4 e il 13 ottobre 1926 e le impressioni che la ragazza suscita (anche in incontri successivi, fino al suo internamento in manicomio), in una sorta di seconda domanda: chi vive?
  • una riflessione successiva e delirante sul senso di scrivere su questo incontro e su altro, con la conclusione che "la bellezza sarà CONVULSA o non sarà"[4].

In una lettera a Jean Paulhan del 2 dicembre 1939, Breton esprime il desiderio di rilegare sotto la stessa copertina Nadja con Les Vases communicants (1932), e L'Amour fou (1937), per rendere manifesto il legame che li unisce[5].

  1. ^ ISBN 88-06-48314-5 ISBN 978-88-06-18902-0
  2. ^ cfr. la postfazione di Lino Gabellone all'ed. italiana 1977, p. 145.
  3. ^ "Soggettività e oggettività si scambiano, nel corso di una vita umana, una serie di assalti dai quali il più delle volte la prima esce ben presto duramente provata", scrive nella premessa aggiunta all'ed. 1963, op. cit., p. 6.
  4. ^ ivi, p. 141.
  5. ^ Notizia ripresa da Marguerite Bonnet, curatrice di André Breton, Œuvres complètes, I, Paris: Gallimard ("Bibliothèque de la Pléiade)", 1988, p. 1560.

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