Ommastrephidae

famiglia di molluschi

Gli Ommastrefidi (Ommastrephidae Steenstrup, 1857)[1] sono una famiglia di calamari che comprende cinque sottofamiglie, 11 generi e oltre 20 specie. Sono ampiamente distribuiti a livello globale e rappresentano una delle principali risorse della pesca commerciale per l'alimentazione umana. Una specie in particolare, Todarodes pacificus, costituisce circa la metà del pescato mondiale di cefalopodi ogni anno.[2]

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Ommastrefidi

Todaropsis eblanae
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumMollusca
ClasseCephalopoda
OrdineOegopsida
FamigliaOmmastrephidae
Steenstrup, 1857

Alcuni membri degli Ommastrefidi sono noti per la loro capacità di «volare» grazie alla propulsione a getto, motivo per cui sono comunemente chiamati «calamari volanti».[3]

Descrizione

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Scanalature del sifone in due sottofamiglie di Ommastrefidi

Gli Ommastrefidi comprendono calamari di dimensioni che vanno da piccole a molto grandi, con lunghezze del mantello che variano dai 9 cm (Hyaloteuthis pelagica)[4] fino a 1,5 m (Dosidicus gigas, noto come calamaro di Humboldt).[5] Il mantello si restringe verso la parte posteriore e presenta grandi pinne terminali.[6] Una caratteristica distintiva della famiglia è la cartilagine di chiusura del sifone a forma di «T» rovesciata.[7][6] Inoltre, possiedono un gladio snello, a forma di piuma, con una struttura conica cava chiamata cono primario. Organi luminosi (fotofori) sono presenti lungo la testa e il mantello dei membri della sottofamiglia Ommastrephinae.[7][6]

 
Il gladio di Illex illecebrosus

Le braccia degli Ommastrefidi hanno due file di ventose. Le estremità ingrossate dei tentacoli (le clave) presentano quattro file di ventose, con l'eccezione del genere Illex, che ne ha otto. Gli uncini sono assenti. Nei maschi, una delle braccia ventrali si sviluppa in un organo sessuale secondario chiamato ectocotile.[2]

Tutti gli Ommastrefidi sono predatori attivi. Le loro braccia e tentacoli sono dotati di denticoli affilati, utilizzati per afferrare e portare le prede alle loro bocche dotate di becco.[8] Sono nuotatori molto forti, e alcune specie sono note per «planare» fuori dall'acqua per sfuggire ai predatori.[7]

Le paralarve degli Ommastrefidi sono facilmente riconoscibili per avere i tentacoli fusi, formando una sorta di «proboscide». Questa struttura si divide gradualmente in due tentacoli man mano che le paralarve crescono, separandosi completamente quando raggiungono una lunghezza del mantello di 5-10 mm.[7][8]

Distribuzione e habitat

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Gli Ommastrefidi si trovano generalmente in acque pelagiche, ma possono anche essere presenti in habitat neritici.[7] Sono distribuiti a livello globale, popolando gli oceani di tutto il mondo.[2][8]

Tassonomia

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Illex illecebrosus
 
Dosidicus gigas
 
Ommastrephes bartramii
 
Martialia hyadesii
 
Todarodes pacificus

La famiglia comprende 25 specie, suddivise in 11 generi e 5 sottofamiglie:[1]

  1. ^ a b (EN) WoRMS - World Register of Marine Species - Ommastrephidae Steenstrup, 1857, su www.marinespecies.org. URL consultato il 13 novembre 2024.
  2. ^ a b c John H. Wormuth, Ommastrephidae: Flying Squids (PDF), in P. Jereb e C. F. E. Roper (a cura di), Cephalopods of the World: An annotated and illustrated catalogue of cephalopod species known to date. Vol. 2, Myopsid and Oegopsid Squids, vol. 2, n. 4, Food and Agriculture Organization of the United Nations, 1976, pp. 9-10.
  3. ^ K. Muramatsu, J. Yamamoto, T. Abe, K. Sekiguchi, N. Hoshi e Y. Sakurai, Oceanic squid do fly, in Marine Biology, vol. 160, n. 5, maggio 2013, pp. 1171-1175, DOI:10.1007/s00227-013-2169-9.
  4. ^ K. N. Nesis, Cephalopods of the world, Neptune City, NJ, T. F. H. Publications, 1982, pp. 351.
  5. ^ M. Glaubrecht e M. A. Salcedo-Vargas, The Humboldt squid Dosidicus gigas (Orbigny, 1835): History of the Berlin specimen, with a reappraisal of other (bathy-)pelagic gigantic cephalopods (Mollusca, Ommastrephidae, Architeuthidae), in Zoosystematics and Evolution, vol. 80, n. 1, 2004, pp. 53-69, DOI:10.1002/mmnz.20040800105.
  6. ^ a b c John H. Wormuth, The biogeography and numerical taxonomy of the oegopsid squid family Ommastrephidae in the Pacific Ocean, in University of California Press, 1976, pp. 9-10, ISBN 978-0-520-09540-3.
  7. ^ a b c d e Richard E. Young, Michael Vecchione e Martina A. Compagno Roeleveld, Ommastrephidae Steenstrup 1857. Version 27 June 2010., su tolweb.org, The Tree of Life Web Project, 2010. URL consultato il 5 gennaio 2012.
  8. ^ a b c K. L. Lamprell, J. M. Healy, A. M. Scheltema, K. Gowlett-Holmes e C. C. Lu, Zoological Catalogue of Australia, Vol. 17.2, Mollusca: Aplacophora, Polyplacophora, Scaphopoda, Cephalopoda, CSIRO Publishing, 2001, p. 274, ISBN 978-0-643-06707-3.

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