Organismo di certificazione

L'Organismo di certificazione (spesso abbreviato con OdC[1]) è una organizzazione (legalmente costituita[2]) che certifica la conformità dei sistemi di gestione o dei prodotti o del personale a specifiche norme di riferimento.

Un Organismo di certificazione diviene un Organismo notificato nell'Unione europea quando ottiene, in generale a seguito di specifico accreditamento[3], l'abilitazione dell'Autorità governativa nazionale ad operare su almeno una Direttiva o Regolamento dell'Unione europea.[4]

La notifica è un atto formale di comunicazione alla Commissione europea (ed agli altri Stati membri dell'Unione) da parte delle autorità dello Stato membro della UE, cui l'organismo o il laboratorio appartengono, che consente a questi ultimi di essere riconosciuti dalle autorità degli altri Stati membri e ne permette l'inserimento nel database ufficiale NANDO (New Approach Notified and Designated Organisations).[5]

Il contratto

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Il processo di certificazione è inquadrato attraverso un contratto tra le parti che ha come oggetto, appunto, l'erogazione del servizio di certificazione e il rilascio del relativo certificato di conformità. Solitamente, il contratto è su base triennale. Qualsiasi sia il tipo di certificazione, l'organismo di certificazione è un fornitore le cui fatture sono pagate dall'organizzazione auditata e la trattativa è una negoziazione commerciale di libero mercato[6][7]. Per queste ragioni il contratto che lega l'organismo di certificazione con il soggetto la cui attività viene certificata ha una causa analoga a quella del contratto di licenza di marchio condizionato a requisiti di prestazione, laddove l'uso del marchio (almeno denominativo) consiste nella facoltà, attribuita al soggetto la cui attività è stata certificata, di affermare ai terzi che secondo un organismo di certificazione egli rispetta certi standard (ISO UNI EN ecc.) . Gli auditor, invece, sono addetti che hanno un rapporto lavorativo di subordinazione o di prestazione d'opera con l'organismo di certificazione. Essendo l'attività degli organismi di certificazione regolata dal contratto, essa si esplica in rapporti di tipo privatistico, ne consegue che le cosiddette certificazioni rilasciate dall'organismo di certificazione hanno natura giuridica di atti privati dichiarativi e non costituiscono certificazioni di diritto amministrativo.

Tipi di certificazione

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Sistemi di gestione

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L'Organismo di certificazione verifica che l'organizzazione operi conformemente ai requisiti degli standard gestionali in relazione a specifici aspetti, quali ad esempio:

Prodotto

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L'Organismo di certificazione verifica che i prodotti messi in commercio siano conformi a norme specifiche emanate per ogni singolo prodotto. In maniera equivalente, esiste anche la certificazione dei prodotti intangibili ovvero i servizi. Questo tipo di certificazione attesta, sulla base di verifiche ispettive ed eventuali campionamenti, che il produttore sia in grado di realizzare un bene (o un servizio) conforme a determinate caratteristiche specificate. La certificazione di prodotto riguarda anche le opere (strutture edili, impianti, edifici, strade, infrastrutture, progetti, ecc.) o i servizi (prodotti immateriali).

Da alcuni anni, nella Comunità europea, ogni prodotto agroalimentare regolamentato, ovvero DOP, IGP, STG (vino, formaggio, salume, ecc.), così come quelli a "marchio bio" deve essere sottoposto ad un piano di controllo ben preciso, monitorato unicamente da Organismi di certificazione, ai sensi dei Regolamenti (CE) N. 509/2006[9], (CE) N. 510/2006[10], (CE) N. 834/2007[11], (CE) N. 491/2009[12]; questi sono tipicamente enti specializzati nel settore agroalimentare.

In questo caso (marchi DOP/IGP/STG di prodotti agricoli, prodotti Bio) le direttive UE li designano nominalmente organismi di controllo (OdC)[13]. In Italia gli organismi sono autorizzati come enti di controllo dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (MiPAAF) ma solo se specificatamente accreditati da ACCREDIA secondo la norma ISO 17065.[14]

Marcatura CE

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Al fine di consentire la libera circolazione dei prodotti sul mercato interno dell'Unione Europea, il Parlamento ed il Consiglio dell'Unione Europea hanno emesso Direttive e Regolamenti che disciplinano le modalità di controllo dei prodotti stessi all'origine, affidando la responsabilità al fabbricante e l'esecuzione di prove e controlli ad Organismi di certificazione e laboratori notificati.

La marcatura CE viene apposta dal fabbricante (o dall'importatore) del prodotto a seguito dell'esito positivo delle prove o dei controlli effettuati dall'organismo notificato e assicura che il prodotto rispetti i minimi di sicurezza per consentirne l'uso in uno qualunque degli Stati membri della UE senza essere sottoposto ad ulteriori controlli.

La marcatura CE non è una sorta di certificazione (volontaria) di prodotto facoltativamente conseguibile. La marcatura CE è un adempimento, a carico del fabbricante o dell'importatore UE, obbligatorio per legge e attiene a requisiti di sicurezza dell'utilizzatore: prestazioni e livello qualitativo del bene rientrano in un'eventuale certificazione di prodotto (questa si volontaria) che può essere rilasciata solo da un organismo accreditato. Confondere queste due situazioni costituisce un falso e potrebbe essere sanzionato in sede civile e penale (o, per aziende certificate ISO 9001, motiverebbe l'apertura di una non conformità rispetto al regolamento di certificazione).

Personale

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L'Organismo di certificazione verifica che il personale (persone fisiche) possieda caratteristiche di istruzione, esperienza, capacità e formazione (in una sola parola: le competenze) idonee a svolgere determinate attività professionali. Tra le professioni tra cui è più diffusa la certificazione vi sono quelle di auditor, saldatore, project manager, consulente/esperto di gestione aziendale, addetti agli impianti elettrici. Al termine dell'iter, un professionista, oltre a essere "semplicemente" qualificato, sarà anche certificato.[15]

Un settore ove le certificazioni professional sono assai diffuse è quello dell'ICT, sia quelle rilasciate dai produttori di soluzioni o tecnologie che da organismi indipendenti, spesso accreditati (ruoli e competenze sono articolate in grande quantità)[16].

Con l'avvento in Italia del sistema dualistico delle professioni la certificazione del personale operante nelle professioni non regolamentate avrà un nuovo impulso e uno sviluppo maggiore.[17]

La legge n. 4/2013 sulle professioni non regolamentate riconosce alle associazioni degli appartenenti a tali professioni, e solo ad esse, il ruolo di garanzia dell'utenza, tra cui la sussistenza della qualificazione professionale dei propri aderenti; ciò posto la c.d. "certificazione UNI personale" è una possibilità, ma non un obbligo, di accertamento delle competenze dell'appartenente a professioni non regolamentate che è rimessa all'autonomia associativa.

Questa legge n.4/2013 nel momento in cui riconosce l'ammissibilità della "certificazione UNI personale" per le professioni non regolamentate, non appare coerente con la natura giuridica della libera professione intellettuale (sia ordinistica che non regolamentata) per come delineata dagli art.2230 e seguenti c.c., poiché, ai sensi di queste disposizioni, caratteri essenziali della libera professione sono l'autonomia dei mezzi intellettuali di cui si vale il libero professionista -implicata dalla prevalenza dell'elemento personale sull'elemento aziendale e organizzativo- (art. 2232 c.c.), l'assenza di vincolo di subordinazione con un committente (2222 c.c. richiamato dall'art 2230 c.c.), la stabilità del decoro (2233 co.2) mentre le certificazioni UNI personali, per loro natura precarie (hanno una scadenza e sono soggette a rinnovo) onerose (si ottengono con dei corsi a pagamento) vincolate agli standard (spesso sovranazionali) fissati da organismi privati, appaiono incompatibili con la dimensione di indipendenza intellettuale e individualità tipica della libera professione, essendo modellate in realtà sulle esigenze dell'impresa (che è soggetto economico ben diverso dal libero professionista). Anche per queste ragioni, sul versante delle professioni ordinistiche, appare irragionevole rispetto al dato normativo del codice civile, lo sviluppo di attività di promozione di "certificazioni Uni personali" aventi ad oggetto attività ricadenti in alcune competenze attribuite per legge a professioni regolamentate e proposte agli iscritti ai relativi ordini o collegi (ad es. per la norma UNI 11558 sulla certificazione di “Valutatore Immobiliare", laddove l'estimo civile ricade già nella competenza legale di alcune professioni regolamentate).

Iter di certificazione

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La certificazione, per un sistema di gestione, viene emessa a seguito di un audit (di certificazione) iniziale, preceduto da un esame della documentazione predisposta dall'azienda. L'audit iniziale viene solitamente eseguito in due fasi separate, denominate stage 1 e stage 2; la verifica di stage 1 (che normalmente si focalizza sull'esame documentale) verte sull'accertare le condizioni minime per poter proseguire (e relativi tempi) con la fase 2. Lo stage 2 deve (come le valutazioni di sorveglianza) sempre essere eseguito presso il sito. L'audit di stage 1 può essere eseguito nuovamente, o meno, al rinnovo della certificazione o in caso di estensione della stessa.

Nel corso della valutazione vengono verificate le evidenze della gestione aziendale, anche tramite interviste al personale e osservazione dei processi aziendali. A seguito della valutazione, possono essere riscontrate delle anomalie (tecnicamente: non conformità in sigla NC) fra quanto attuato dell'organizzazione e la norma di riferimento e/o dalle procedure definite dall'organizzazione, a seguito delle quali l'organizzazione attua azioni volte a risolvere la non conformità. In alcuni casi l'Organismo di certificazione può decidere di eseguire una verifica supplementare per accertare l'effettivo superamento della non conformità. Infatti, le non conformità sono solitamente classificate per gravità tra NC maggiori e NC minori. Esistono poi le cosiddette osservazioni che sono o proposte di miglioramento oppure piccole sbavature che non pregiudicano la conformità sostanziale di un determinato punto norma o attività.

Le certificazioni di prodotto e del personale seguono invece iter diversi da caso a caso.

Se previsto dalla norma tecnica di riferimento o dal disciplinare di certificazione, per la certificazione di prodotto possono essere prelevati campioni dei prodotti da certificare per sottoporli a prove in laboratorio, scelti o meno dall'organismo di certificazione.

Dopo la certificazione, l'Organismo di certificazione pianifica degli audit periodici di sorveglianza e, nel caso della certificazione di prodotto, prelievi di prodotti (normalmente annuali) per verificare il mantenimento della conformità alla norma. Anche nel corso delle verifiche di sorveglianza (solitamente annuali) possono essere riscontrate delle non conformità che l'organizzazione deve impegnarsi a risolvere. Nella maggior parte dei casi il mantenimento della certificazione prevede un periodico rinnovo (generalmente triennale, come nel caso dei sistemi di gestione) con una ripetizione dell'audit iniziale al fine di ri-certificare l'oggetto di certificazione (audit di rinnovo o re-audit). Esistono poi gli audit straordinari (anche detti audit di follow-up) eseguiti qualora la o le non conformità rilevate (in gergo "aperte") fossero particolarmente gravi o numerose: in questi casi occorre effettuare una valutazione aggiuntiva, successiva all'audit che ha rilevato tali anomalie, onde poter "chiudere" le non conformità.

Quando la norma di riferimento cambia di edizione allora occorre eseguire l'audit di transizione (che materialmente può essere eseguito anche durante un audit già programmato oppure essere ad hoc). L'audit di estensione è, invece, un audit il cui obiettivo è estendere la certificazione ad altri prodotti/servizi, sedi, processi/attività. Anche questo può essere ad hoc oppure coincidere con uno già programmato (rinnovo o sorveglianza).

Poiché la certificazione di una determinata organizzazione, o prodotto o persona, può essere soggetta a pressioni (ad esempio commerciali), le attività dell'Organismo di certificazione devono essere sorvegliate da un organo che rappresenti le parti interessate alla certificazione stessa, che decide, in maniera paritetica tra le parti, se l'OdC sia sufficientemente indipendente e rilasci certificazioni senza alcuna discriminazione o favoritismo indebito, tutelando così la credibilità delle certificazioni emesse. Questa ed altre caratteristiche di funzionamento degli Organismi di certificazione sono stabilite dalle norme di accreditamento sotto indicate.

Qualsiasi sia l'oggetto della certificazione, al termine dell'iter l'organismo rilascerà un certificato di conformità (che preciserà la norma rispetto alla quale si è eseguito l'audit).[18]

Termini come "visita", "ispezione" (o "ispettore") seppur molto utilizzati nella pratica non sono corretti (i termini normati sono "audit", "auditor" o "valutatore").

Audit da remoto

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L'audit da remoto è un audit svolto non presso il sito ma mediante teleconferenza. Metodo già previsto e consentito dai regolamenti (usato soprattutto nel settore dei servizi), il ricorso all'audit da remoto ha avuto nel 2020 (a partire da marzo), in seguito alla Pandemia di COVID-19 e lockdown conseguente, un elevatissimo aumento.[senza fonte] In questo periodo è diventato di fatto l'unico modo per svolgere audit.

Accreditamento

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Per garantire l'omogeneità di comportamento e per la credibilità della certificazione, gli Organismi di certificazione devono operare secondo le indicazioni di specifiche norme:

  • UNI CEI EN ISO/IEC 17021:2011 per la certificazione dei sistemi di gestione
  • UNI CEI EN ISO/IEC 17065:2012 per la certificazione di prodotto (ha sostituito la EN 45011:1999 dal 15 settembre 2015)
  • UNI CEI EN ISO/IEC 17024:2004 per la certificazione del personale

Un ente indipendente verifica il comportamento degli Organismi di certificazione e, quando accerta che operano in conformità alle norme di riferimento, accredita l'Organismo di certificazione, sorvegliandone il comportamento nel tempo[19]. L'ente di accreditamento italiano è ACCREDIA.

L'accreditamento per la certificazione dell'etica sociale (SA 8000) è concesso, a livello internazionale, da SAAS (Social Accountability Accreditaton Services), organismo indipendente collegato a SAI che è invece proprietario della norma SA 8000.[20]

L'Organismo di certificazione non è accreditato genericamente ma specificatamente. Questo significa che è accreditato a rilasciare certificati di conformità solo rispetto a singole norme (o schemi di certificazione – cioè protocolli specifici che definiscono nel dettaglio le regole della certificazione) e, contemporaneamente, solo in determinati settori o sotto–settori (secondo la classificazione [5] IAF).[21][22] Tradizionalmente infatti, a parte gli enti più grandi, che sono multinazionali a tutti gli effetti, il mercato degli organismi di certificazione si è inizialmente sviluppato a partire da "verticalizzazioni" ovvero specializzazioni settoriali (navale, siderurgia, elettrico, meccanica, chimica, edile, agricoltura, servizi, ecc.) o territoriali, spesso come espressioni delle relative associazioni di categoria. Oppure, l'altra tipica genesi storica è stata l'estensione a questo servizio sviluppata da enti riconosciuti per le omologazioni di determinati prodotti (in primis elettrico, navale, apparecchiature di misura legale/macchine).

Come tra organizzazioni/persone certificate e organismi di certificazione esiste un contratto, così anche tra organismi di certificazione/laboratori accreditati ed ente di accreditamento esiste un accordo contrattuale rispetto al quale i soggetti accreditati pagano l'ente di accreditamento che rilascia un certificato di accreditamento ovvero di conformità rispetto alla norma e/o regolamento di accreditamento in oggetto.

Tra i diversi Organismi di certificazione e i diversi enti di accreditamento esistono accordi di mutuo riconoscimento, per assicurare riconoscibilità e validità delle certificazioni rilasciate, in genere in paesi diversi, tramite diversi accreditamenti.

Il Regolamento europeo (CE) 765/2008[23] stabilisce norme riguardanti l’organizzazione e il funzionamento dell’accreditamento[24] e definisce pertanto come funziona l’accreditamento, utilizzato su base obbligatoria o volontaria, in relazione alla valutazione della conformità, ma non impone una obbligatorietà dell'accreditamento per svolgere le attività di certificazione, ispezione e prova. Ne consegue che l'accreditamento non è di per sé obbligatorio per svolgere la funzione di Organismo di certificazione e sono solo le singole disposizioni cogenti (le leggi, i decreti oppure i bandi di gara della pubblica amministrazione) che prescrivono che l'azienda, il prodotto, processo, servizio, la figura professionale siano certificati da un organismo accreditato. Oltre tutto, prima di poter richiedere l'accreditamento in uno schema o in un settore preciso, l'organismo deve avere rilasciato un numero minimo di certificazioni che sono pertanto emesse fuori accreditamento. Ciò è dettato dai regolamenti di accreditamento[25] ed è un fatto del tutto fisiologico. Nei casi di certificazioni non accreditate il mercato e gli utilizzatori devono valutare il valore delle stesse sulla base dell'autorevolezza e reputazione (credibilità) dell'organizzazione che le ha rilasciate[26].

Avvertenza

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Oltre alle certificazioni di cui sopra, sono comuni le certificazioni delle prove di laboratorio (esempio analisi chimico/fisiche) oppure quelle di taratura (della strumentazione di misura o dei materiali di riferimento). L'accreditamento che sovrintende tali certificazioni considera i laboratori, dal punto di vista "gerarchico", alla stregua degli organismi di certificazione, in quanto organismi rilascianti certificazioni che attestano determinate caratteristiche delle sostanze e materiali sottoposti a prova. L'ente che accredita i laboratori (sia prove che taratura) è lo stesso che accredita gli organismi di certificazione, ovvero ACCREDIA. La norma di riferimento per questo tipo di accreditamento è la ISO/IEC 17025 (Requisiti generali per la competenza dei laboratori di prova e di taratura). Essendo l'accreditamento (a fronte di questa norma) concesso con riferimento alle singole prove, un laboratorio può effettuare prove accreditate ma anche non accreditate: tali circostanze devono essere precisate nei certificati o attestati di prova.

È peraltro possibile che un laboratorio sia certificato ISO 9001 da un ente di certificazione; tale certificazione, che non deve essere confusa con l'accreditamento, non assicura la competenza del laboratorio ad effettuare le singole prove, ma solo che lo stesso è dotato di un sistema qualità conforme alla ISO 9001, eventualmente applicato alla sua attività per intero[27].

Pertanto, laboratori di prova o di taratura possono essere sia certificati che accreditati oppure o solo certificati o solo accreditati. Ma qualora il risultato della prova o della taratura debba avere validità riconosciuta (per contratto, per norma, per legge, per regolamentazione di settore, etc.) è solo l'accreditamento che garantisce il soddisfacimento dei requisiti previsti.

Associazioni di Organismi di certificazione

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Tanto a livello nazionale come a livello internazionale esistono associazioni e federazioni di organismi di certificazione che tutelano gli interessi dei loro associati rappresentandoli sia nei confronti degli organismi di accreditamento che nei confronti della Autorità nazionali.

Associazioni italiane

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Sono presenti in Italia alcune associazioni di categoria per Organismi di certificazione o più in generale per organismi di valutazione della conformità (Organismi di certificazione e di ispezione e laboratori di prova e taratura). Le principali sono:

  • ALPI - Associazione Laboratori e Organismi di Certificazione e Ispezione;[28]
  • AIOICI - Associazione Italiana Organismi Indipendenti Certificazione e Ispezione;[29]
  • Federazione CISQ - Federazione Certificazione Italiana Sistemi Qualità;[30]
  • CONFORMA - Associazione Organismi Certificazione Ispezione Prove Tarature;[31]
  • UNOA - Unione Nazionale Organismi Accreditati.[32]

Associazioni internazionali

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  • CEOC International - International Confederation of Inspection and Certification Organisations;[33]
  • IIOC - Independent International Organisation for Certification;[34]
  • IQNet - The International Certification Network.[35]
  1. ^ In inglese: Conformity Assessment Bodies (CABs). L'acronimo inglese è reso CAB in italiano, cioè al singolare: Organismo di valutazione della Conformità (Conformity assessment Body - CAB).
  2. ^ Impresa privata in forma societaria (che è la situazione prevalente), associazione senza fini di lucro o parte di un'organizzazione governativa.
  3. ^ Copia archiviata, su accredia.it. URL consultato l'11 ottobre 2016 (archiviato dall'url originale il 12 ottobre 2016).
  4. ^ Per esempio il Regolamento (UE) 305/2011 "prodotti da costruzione."
  5. ^ European Commission - This website provides information on the EU's enterprise policy, entrepreneurship, business support, innovation, standardisation and e-business.
  6. ^ Nel caso di enti pubblici il servizio di certificazione deve essere acquistato mediante gara.
  7. ^ Simone Peruzzi, Liberare la qualità, Maggioli Editori, 2013.
  8. ^ Si precisa che la certificazione del sistema di gestione qualità di un'organizzazione non ha niente a che vedere con le caratteristiche di qualità del prodotto o del servizio (cosa che, invece, riguarda l'eventuale certificazione di prodotto).
  9. ^ Regolamento (CE) N. 509/2006 del Consiglio del 20 marzo 2006 relativo alle specialità tradizionali garantite dei prodotti agricoli e alimentari [1]
  10. ^ Regolamento (CE) N. 510/2006 del Consiglio del 20 marzo 2006 relativo alla protezione delle indicazioni geografiche e delle denominazioni d’origine dei prodotti agricoli e alimentari [2]
  11. ^ Regolamento (CE) N. 834/2007 del Consiglio del 28 giugno 2007 relativo alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici e che abroga il regolamento (CEE) n. 2092/91 [3]
  12. ^ Regolamento (CE) N. 491/2009 del Consiglio del 25 maggio 2009 che modifica il regolamento (CE) n. 1234/2007 recante organizzazione comune dei mercati agricoli e disposizioni specifiche per taluni prodotti agricoli (regolamento unico OCM) [4]
  13. ^ Per retaggio storico, alcuni disciplinari di taluni prodotti identificano come enti di controllo non organismi di certificazione ma camere di commercio.
  14. ^ sito Accredia Archiviato il 7 aprile 2014 in Internet Archive.
  15. ^ Ovviamente, deve esistere una norma rispetto alla quale certificare una certa categoria di personale.
  16. ^ Certificazione IT: norme di riferimento, linee guida e consigli, su cybersecurity360.it.
  17. ^ Accredia: La certificazione delle figure professionali (gen. 2013) Archiviato il 28 marzo 2014 in Internet Archive.
  18. ^ I certificati hanno una scadenza, pertanto occorre sempre verificarne la validità
  19. ^ Cos'è l'accreditamento (dal sito ACCREDIA) Archiviato il 17 ottobre 2011 in Internet Archive.
  20. ^ http://www.saasaccreditation.org/related-bodies SAAS & SAI
  21. ^ Copia archiviata (PDF), su iaf.nu. URL consultato l'11 ottobre 2016 (archiviato dall'url originale il 10 gennaio 2017).
  22. ^ Questo, in pratica, significa che un ente può essere accreditato per una norma applicata in un certo settore ma non per la stessa norma in altri settori o non essere accreditato per una norma diversa
  23. ^ Regolamento (CE) n. 765/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio del 9 luglio 2008 che pone norme in materia di accreditamento e vigilanza del mercato per quanto riguarda la commercializzazione dei prodotti e che abroga il regolamento (CEE) n. 339/93
  24. ^ Art. 1
  25. ^ Copia archiviata, su accredia.it. URL consultato l'11 ottobre 2016 (archiviato dall'url originale il 12 ottobre 2016).
  26. ^ Infatti, talune attività (ad esempio la formazione delle persone nel mondo dell'informatica con il rilascio delle relative "certificazioni"), pur non regolamentate, sono riconosciute dal mercato perché le organizzazioni cui fanno capo, solitamente non accreditate, godono di credibilità in forza del nome (IBM, Microsoft, Google, SAP, Oracle, ecc). In altri settori e attività, vale l'analogia.
  27. ^ Questo capita abbastanza spesso tra i piccoli costruttori o commercianti di strumentazione di misura e apparecchiature di prova o collaudo: se sono solo certificati ISO 9001, il loro rapporto di taratura non è un certificato di taratura. Invece, le medio-grandi aziende hanno anche il laboratorio interno accreditato
  28. ^ ALPI, su Alpi Associazione. URL consultato il 27 novembre 2020.
  29. ^ AIOICI Archiviato il 25 ottobre 2007 in Internet Archive.
  30. ^ CISQ
  31. ^ CONFORMA
  32. ^ UNOA
  33. ^ CEOC, su ceoc.com. URL consultato l'11 ottobre 2016 (archiviato dall'url originale l'11 ottobre 2016).
  34. ^ IIOC
  35. ^ IQNet

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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  • ACCREDIA, accreditamento organismi di certificazione; qui si trova una banca dati delle certificazioni e degli organismi di certificazione accreditati in Italia.
  • (EN) EA - European Accreditation, network europeo per l'accreditamento
  • (EN) IAF - International Accreditation Forum, network internazionale per l'accreditamento
  • (EN) SAI - Social Accountability International, accreditamento della certificazione etica
  • AIOICI: Associazione Italiana Organismi Indipendenti Certificazione e Ispezione; riunisce 15 organismi di certificazione
  • Federazione CISQ: Federazione indipendente, riunisce undici importanti organismi di certificazione italiani
  • UNOA: Unione Nazionale Organismi Accreditati; ultima nata, riunisce nove organismi di certificazione
  • ALPI: Associazione Laboratori e Organismi di Certificazione e Ispezione
  • CONFORMA Associazione Organismi Certificazione Ispezione Prove Tarature
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