Palazzo del Buon Ritiro

Palazzo reale scomparso di Madrid

Il palazzo del Buon Ritiro (in lingua spagnola Palacio del Buen Retiro) si trovava a Madrid ed era un grande palazzo progettato dall'architetto Alonso Carbonel (c. 1590–1660) e costruito su ordine di Filippo IV di Spagna come residenza secondaria e luogo di svago. Venne costruito in quello che era allora il limite orientale della città di Madrid. Oggi pochi resti dei suoi edifici e giardini formano il Parco del Retiro.

Palazzo del Buon Ritiro
Palazzo del Buon Ritiro nel 1637
Localizzazione
StatoSpagna (bandiera) Spagna
Comunità autonomaMadrid
LocalitàMadrid
Coordinate40°24′49.23″N 3°40′54.08″W
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Costruzione16331640
Stilebarocco
Usomuseo
Realizzazione
CommittenteFilippo IV
Palazzo del Buon Ritiro nel 1636–1637 (disegno del XVII secolo)
Palazzo e giardini del Buon Ritiro. Frammento della pianta di Madrid di Pedro Teixeira (1656)
Il Casón del Buen Retiro

Filippo IV amava occasionalmente abitare in alcune camere vicine al monastero di San Jerónimo el Real (vicino all'attuale luogo in cui si trova il Museo del Prado, che ha ricevuto il nome di quartiere reale). Per queste visite frequenti il cosiddetto "re del pianeta" potrebbe aver particolarmente apprezzato le passeggiate nell'annessa fattoria, proprietà del duca di Olivares, suo favorito e ministro.

Questi, con l'intenzione di fare un piacere al sovrano, fece progettare nel 1629 e iniziò a costruire nel 1630 una serie di edifici e padiglioni quale estensione del quartiere reale, che determinarono alla fine il palazzo del Buon Ritiro. L'edificio del palazzo non fu pianificato sin dall'inizio, ma la costruzione avvenne in un periodo di sette anni, fino al 1640, durante i quali vennero realizzati diversi nuclei. Una volta finito, il palazzo era composto da più di 20 edifici e da due grandi piazze aperte utilizzate per intrattenimenti di corte e vari altri usi. Il complesso del palazzo era circondato da una grande distesa di giardini e stagni, dandogli un carattere di piacevolezza.

Il re vi trascorreva solo pochi giorni all'anno, di solito in estate, ma decise di fornire al palazzo un livello artistico ornamentale che corrispondesse a quello del Real Alcázar di Madrid, la sua residenza principale. La mancanza di dipinti antichi sul mercato lo spinse a commissionare una serie di opere a Roma e Napoli, che richiesero la gestione di ambasciatori e di altri addetti. Molti di questi dipinti rimangono nel Museo del Prado; salienti sono i paesaggi di Claude Lorrain, Nicolas Poussin e Gaspard Dughet, scene bibliche e mitologiche di Massimo Stanzione, Artemisia Gentileschi e Paolo Finoglio assieme a numerosi quadri dell'antica Roma di Giovanni Lanfranco, tra gli altri artisti.

Per il Salón de Reinos (salone del palazzo, fino a data recentemente sede del Museo dell'esercito) venne commissionata una serie di dipinti commemorativi di trionfi militari spagnoli, compreso il dipinto di Diego Velázquez, La resa di Breda. Altri dipinti erano opere di Francisco de Zurbarán, Antonio de Pereda, Juan Bautista Maíno e Vicente Carducho.

Il palazzo rimase residenza reale fino al tardo XVIII secolo. Dopo l'incendio del Real Alcázar di Madrid del dicembre 1734, il palazzo del Buon Ritiro divenne sede principale della corte fino alla costruzione del nuovo Real Alcázar di Madrid, terminata nel 1764.

A causa della sua estemporanea progettazione e costruzione, il palazzo era di scarsa qualità, compresi i materiali utilizzati, e questa fu la causa della sua fine. Durante la Guerra Peninsulare, nel 1808 le truppe francesi situate a Madrid usarono il palazzo e i suoi annessi come caserme. Contenitori di polvere da sparo vennero conservati nei giardini e fu costruito un bunker per contenerli, causando danni irreparabili all'intera zona. Inoltre, gli edifici furono seriamente danneggiati, tanto che quando Isabella II cercò di iniziare il loro restauro, fu deciso che non si poteva fare altro che demolirli quasi totalmente.

Resti in epoca moderna

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Le principali tracce rimaste sono i giardini del Buon Ritiro, anche se questi non hanno alcuna somiglianza con il disegno originale dei giardini e comprendono solo la metà dell'entità originale. Rimangono altri due edifici, molto alterati dai loro originali spazi esterni, entrambi destinati a far parte del complesso del Museo del Prado:

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