Peccato mortale
Il peccato mortale è un atto grave e illecito, secondo la Chiesa cattolica e di alcune chiese protestanti, che condanna l'anima di una persona all'inferno dopo la morte. Questi peccati sono considerati "mortali" poiché costituiscono una rottura con la grazia salvifica di Dio: l'anima del peccatore diventa "morta", non solo indebolita.[1]
La frase è usata nella prima lettera di Giovanni:
«Se uno vede il proprio fratello commettere un peccato che non conduce alla morte, preghi, e Dio gli darà la vita; s'intende a coloro che commettono un peccato che non conduce alla morte: c'è, infatti, un peccato che conduce alla morte; per questo dico di non pregare. Ogni iniquità è peccato, ma c'è il peccato che non conduce alla morte.»
Dottrina cattolica
modificaNella teologia della chiesa Cattolica romana, il peccato mortale, a differenza del peccato veniale, deve soddisfare tutte le seguenti condizioni:
- il suo oggetto deve essere una materia grave, precisata dai dieci comandamenti;
- deve essere compiuto con piena consapevolezza o piena avvertenza;
- deve essere compiuto con deliberato consenso.[1]
Nel tardo XX secolo, dopo il Concilio Vaticano II, l'insegnamento cattolico-romano sul peccato mortale è stato oggetto di dubbi, in risposta ai quali papa Giovanni Paolo II ha ribadito l'insegnamento tradizionale con l'enciclica Veritatis Splendor. Nell'attuale Catechismo della Chiesa Cattolica si afferma:
«Il peccato mortale è una possibilità radicale della libertà umana, come lo stesso amore. Ha come conseguenza la perdita della carità e la privazione della grazia santificante, cioè dello stato di grazia. Se non è riscattato dal pentimento e dal perdono di Dio, provoca l'esclusione dal regno di Cristo e la morte eterna dell'inferno; infatti la nostra libertà ha il potere di fare scelte definitive, irreversibili. Tuttavia, anche se possiamo giudicare che un atto è in sé una colpa grave, dobbiamo però lasciare il giudizio sulle persone alla giustizia e alla misericordia di Dio.»
e che
«Le anime di coloro che muoiono in stato di peccato mortale, dopo la morte discendono immediatamente negli inferi.»
I peccati mortali, anche se rappresentano la morte dell'anima e quindi una interruzione della relazione di grazia con Dio, possono essere perdonati solo ed esclusivamente se confessati in vero spirito di penitenza e solo se ricevono l'assoluzione sacramentale (cioè il sacramento della Riconciliazione).
Vizi capitali
modificaTra i peccati mortali sono da annoverare quelli che secondo la tradizione sono i sette capitali, da intendere però più che altro come vizi, cioè attitudini malsane che possono portare a commettere il gesto peccaminoso in sé.
Note
modifica- ^ a b Catechismo della Chiesa Cattolica
- ^ I Gv 5,16-17, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
Bibliografia
modifica- Chiesa cattolica, Catechismo della Chiesa cattolica, Città del Vaticano, 1992 (ISBN 88-209-1888-9).
Voci correlate
modificaCollegamenti esterni
modifica- (EN) mortal sin, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Il peccato secondo il Catechismo della Chiesa Cattolica, su vatican.va.
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