Peppino De Filippo

attore, comico e drammaturgo italiano (1903-1980)

Peppino De Filippo, a volte chiamato anche solo Peppino, all'anagrafe Giuseppe De Filippo (Napoli, 24 agosto 1903Roma, 27 gennaio 1980), è stato un attore, comico e drammaturgo italiano.

Peppino De Filippo nel 1959

È stato uno dei più importanti e apprezzati attori comici italiani, in ruoli sia di protagonista sia di coprotagonista. Grande popolarità ebbe la sua presenza accanto a Totò in molti film di successo degli anni cinquanta e sessanta.

Biografia

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«Fare piangere è meno difficile che far ridere. Per questo, teatralmente parlando, preferisco il genere farsesco. Io sono sicuro che il dramma della nostra vita di solito si nasconde nel convulso di una risata provocata da un'azione qualsiasi, che a noi è sembrata comica.»

 
Peppino (il più piccolo), insieme ai genitori e ad Eduardo e Titina, in una foto dei primi del Novecento
 
Peppino insieme al fratello Eduardo durante i funerali di Luisella, figlia di Eduardo, nel 1960

Figlio naturale del commediografo Eduardo Scarpetta e di Luisa De Filippo, nonché fratello di Eduardo e Titina, nacque a Napoli nella casa di via Bausan n. 28/O, con attuale ingresso da via Vittoria Colonna n° 10/a, da lui dettagliatamente descritta, sulla scorta della memoria infantile, nel libro autobiografico Una famiglia difficile.[3] [4] Trascorse i primi cinque anni d'infanzia a balia a Caivano[5] e si esibì sui palcoscenici sin da bambino. Nel 1909, a soli sei anni, debutta sulle tavole del palcoscenico del teatro Valle di Roma nella commedia Miseria e Nobiltà di E. Scarpetta, in cui riveste il ruolo del piccolo Peppiniello, figlio di Felice Sciosciammocca. Intanto studia pianoforte e continua a recitare saltuariamente da solo o con i fratelli. Viene poi inviato nel collegio di Chierca dove rimane per due anni controvoglia. Allo scoppio della prima guerra mondiale i tre fratelli scritturati nella compagnia di Vincenzo Scarpetta girano l'Italia centro-meridionale, fermandosi al teatro Mercadante e al Fiorentini di Napoli. Nel 1920 Peppino entra a far parte della compagnia di prosa Molinari al teatro Nuovo dove ha il piacere di conoscere Totò. Lavora poi nella compagnia dialettale di Francesco Corbinci al teatro Partenope nel ruolo di "generico" con la sorella Titina che è invece prima attrice. Successivamente passa nella compagnia di riviste di Francesco Amodio sempre nel ruolo di "generico". Dal 1923 al 1925 presta servizio militare nei Bersaglieri presso il 9° Reggimento. Dopo esperienze con diverse compagnie teatrali, sempre in ruoli da 'generico', nel 1931 fondò con i fratelli la Compagnia Teatro Umoristico: i De Filippo. Fu un'esperienza di grande successo, con tournée in tutta Italia, nuove commedie, critiche entusiaste e teatri sempre pieni. Tuttavia nel 1944, per dissidi con il fratello Eduardo (dovuti anche alla relazione che Peppino aveva iniziato con Lidia Maresca, che divenne poi la sua seconda moglie[6]), Peppino lasciò la compagnia. Questa separazione gli permise di trovare un suo stile come autore, distinguendosi da Eduardo per il tono delle sue commedie, più leggero.[7] Anche come attore ebbe modo di mostrare la sua versatilità in interpretazioni come quella de Il guardiano di Harold Pinter, diretto da Edmo Fenoglio nel 1977 con Ugo Pagliai e Lino Capolicchio, e quella di Arpagone ne L'avaro di Molière. Sempre nel 1977 Peppino pubblicò, per l'Editore Marotta, l'autobiografia Una famiglia difficile.

Oltre al teatro, lavorò come attore anche per il cinema, realizzando con Totò diversi film e dando vita a una delle più celebri e acclamate coppie comiche del cinema italiano; i due attori, infatti, avevano una straordinaria intesa e capacità di compensarsi e Peppino De Filippo può considerarsi senza dubbio il partner migliore di Totò, al punto che nel suo caso il termine "spalla" sarebbe senz'altro riduttivo.[8] Questa serie di film, formata fra gli altri da Totò, Peppino e i fuorilegge, La banda degli onesti e Totò, Peppino e la... malafemmina, fu coronata da un vasto successo di pubblico, sebbene non venissero ugualmente considerati dalla critica dell'epoca.

Lavorò anche con grandi registi, come Fellini e Lattuada, in Luci del varietà e nell'episodio Le tentazioni del dottor Antonio, inserito in Boccaccio '70.

 
Peppino De Filippo nei panni di Gaetano Pappagone

Per la televisione inventò il personaggio di Pappagone, presentato nella trasmissione Scala reale, un umile servitore, al servizio del Cummendatore Peppino De Filippo, in cui convergono le tipiche maschere del teatro napoletano (Pulcinella e Felice Sciosciammocca), inventore di un gergo particolare ed esilarante. I suoi piriché, ecquequà, carta d'indindirindà entrarono nel parlato comune, divenendo modi di dire diffusissimi. Alla fine del 1979 si ebbero le sue ultime partecipazioni televisive, quando, già malato, condusse il varietà televisivo Buonasera con..., coadiuvato dalla collaborazione del figlio Luigi. Del programma televisivo incise anche la sigla, dal titolo La gallina, pubblicato su 45 giri.

Morì a Roma all'età di 76 anni il 27 gennaio 1980 nella clinica Sanatrix, a causa di una cirrosi epatica. Il funerale, per sua volontà, si celebrò nella cappella interna del cimitero del Verano; fu poi sepolto nella tomba di famiglia.[9] Alcuni anni dopo il III Municipio capitolino, Monte Sacro, lo ricorderà con una targa apposta al civico 761 del palazzo di via Nomentana dove aveva vissuto. Nel 2014 una lapide commemorativa è stata posta a Napoli, in via Ascensione n. 6.[10]

Vita privata

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Sposato tre volte, dalla sua prima moglie Adele Carloni ebbe un figlio, Luigi, che ha continuato con successo fino alla morte l'attività paterna riproponendo in scena molti suoi lavori teatrali. In seconde nozze sposò l'attrice e soubrette Lidia Maresca (attiva con il nome d'arte Lidia Martora), sorella di Marisa Maresca, dopo una convivenza trentennale nel 1971, poche ore prima della morte dell'attrice.[11] Nel 1977 sposò Lelia Mangano, sua partner in compagnia.

  • Trampoli e cilindri, (un atto in lingua napoletana) (1927)
  • Un ragazzo di campagna, originariamente rappresentato con il titolo Tutti uniti canteremo (farsa in due parti) (1931)
  • Don Rafele 'o trumbone, (commedia in un atto) (1931)
  • Spacca il centesimo, (commedia in un atto) (1931)
  • Miseria bella, (farsa in un atto) (1931)
  • Una persona fidatissima, (farsa in un atto) (1931)
  • Aria paesana, (storia vecchia uguale per tutti in un atto) (1931)
  • Amori e balestre!, (farsa in un atto in lingua napoletana) (1931)
  • Sto bene con l'elmo, (commedia in un atto unico) (1931)
  • Cupido scherza e spazza, (farsa in un atto in lingua napoletana) (1932)
  • Quale onore, (farsa in un atto) (1932)
  • Caccia grossa, (un atto ironico romantico) (1932)
  • Cinque minuti dopo, (atto unico) (1932)
  • Uno, due e tre - Hop...là (atto unico) (1932)
  • A Coperchia è caduta una stella, (farsa campestre in due parti) (1933)
  • La lettera di mammà, (farsa in due parti in collaborazione con Maria Scarpetta) (1933)
  • Quaranta ma non li dimostra, (commedia in due parti in collaborazione con Titina De Filippo) (1933)
  • Il ramoscello d'olivo, (farsa in un atto) (1933)
  • I brutti amano di più, (commedia romantica in tre parti) (1933)
  • Lorenzo e Lucia, (commedia in tre atti) (1934)
  • Liolà (dalla novella di Luigi Pirandello, trasposta in lingua napoletana) (1935)
  • Un povero ragazzo, (commedia in tre atti e quattro quadri) (1936)
  • Il compagno di lavoro, (un atto in lingua napoletana) (1936)
  • Il mio primo amore (atto unico dei fratelli De Filippo, radiotrasmesso) (1937)
  • Bragalà paga per tutti!, (un atto in lingua napoletana) (1939)
  • Il grande attore, (commedia in un atto) (1940)
  • Una donna romantica e un medico omeopatico, (da una commedia - parodia in cinque atti di Riccardo di Castelvecchio, riduzione in tre atti in lingua napoletana) (1940)
  • ...di Pasquale del Prado, (rifacimento in tre atti di Lo chicos crescen di Darthes e Damiel) (1941)
  • Prestami cento lire, (atto unico di A. Vacchieri, versione napoletana di Peppino) (1941)
  • Non è vero... ma ci credo, (commedia in tre atti) (1942)
  • I casi sono due, (commedia in tre atti) (1945)
  • Quel bandito sono io!, (farsa in tre atti e quattro quadri) (1947)
  • L'ospite gradito!, (tre atti comici) (1948)
  • Quel piccolo campo..., (commedia in tre atti) (1948)
  • Per me come se fosse!, (commedia in due parti e quattro quadri) (1949)
  • Carnevalata, (un atto) (1950)
  • Gennarino ha fatto il voto, (farsa in tre atti) (1950)
  • I migliori sono così, (farsa in due parti e otto quadri) (1950)
  • Pronti? Si gira!, (satira buffa in un atto) (1952)
  • Pranziamo insieme!, (farsa in un atto) (1952)
  • Io sono suo padre!, (commedia in due parti e quattro quadri) (1952)
  • Pater familias, (commedia in un atto) (1955)
  • Noi due!, (commedia in un atto) (1955)
  • Un pomeriggio intellettuale, (commedia in un atto) (1955)
  • Dietro la facciata, (commedia in un atto) (1956)
  • Le metamorfosi di un suonatore ambulante, (farsa all'antica in un prologo, due parti e cinque quadri, con appendice e musiche di Peppino De Filippo) (1956)
  • Il talismano della felicità, (farsa in un atto) (1956)
  • La collana di cento noccioline, (commedia in un atto) (1957)
  • Omaggio a Plauto, (un atto) (1963)
  • Tutti i diavoli in corpo, (un atto) (1965)
  • L'amico del diavolo, (commedia in tre atti) (1965)
  • Come finì don Ferdinando Ruoppolo (1969)

Filmografia

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Peppino De Filippo in Sono stato io! (1937)
 
Con Alberto Sordi nel film Il segno di Venere (1955)
 
Con Totò nel film Totò, Peppino e la... malafemmina (1956)
 
Con Totò e Titina De Filippo in Totò, Peppino e i fuorilegge (1956)
 
Il film che consacrò il sodalizio della coppia "Totò-Peppino": La banda degli onesti (1956), Peppino (al centro) con Giacomo Furia e Totò
 
Peppino con Totò ed Enzo Petito in Chi si ferma è perduto (1960)
 
Ancora con Totò nel film Letto a tre piazze (1960)
 
Nel film Totò e Peppino divisi a Berlino (1962)
 
Peppino nel film Gli infermieri della mutua (1969)

Prosa radiofonica Rai

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Prosa televisiva Rai

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Discografia parziale

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Singoli

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Libri (parziale)

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  • Paese mio! Poesie e canzoni napoletane, Marotta, 1966.
  • Strette di mano, Marotta, 1974.
  • Una famiglia difficile, Marotta, 1977.
  • Pappagone e non solo..., Mondadori, 2003.

Riconoscimenti

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Onorificenze

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  1. ^ Peppino de Filippo, Intervista, 1976, Rai Teche
  2. ^ Citato in G. Manin, I fratelli De Filippo ancora faccia a faccia, Corriere della Sera, 25 gennaio 2000.
  3. ^ Carlo Raso, Golfo di Napoli. Guida Letteraria. Da Cuma a Sorrento in 43 itinerari, Sorrento, Di Mauro, 2007
  4. ^ https://www.vesuviolive.it/ultime-notizie/59374-napoli-le-case-nati-fratelli-de-filippo/
  5. ^ Sisto Sallusti, Dizionario biografico degli italiani (Treccani.it), De Filippo, Peppino (Giuseppe), su treccani.it. URL consultato il 2 ottobre 2012.
  6. ^ Giammusso Maurizio, Pellizzari Tommaso (Corriere della Sera), divorzio alla napoletana, su archiviostorico.corriere.it. URL consultato il 17 giugno 2011 (archiviato dall'url originale il 20 maggio 2011).
  7. ^ I fratelli De Filippo 'Eduardo, Peppino e quella lite coi fiocchi' - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it. URL consultato il 27 aprile 2019.
  8. ^ Joe Denti, Sentieri di celluloide n. 10 - Antonio De Curtis, in arte Totò, Simonelli electronic book.
  9. ^ Piero Perona, È morto Peppino De Filippo, se ne va la Napoli più estrosa, in Stampa Sera, 28 gennaio 1980, p. 9. URL consultato il 20 aprile 2022.
  10. ^ Una lapide ricorda la casa di Peppino De Filippo, in Corriere del Mezzogiorno, 26 giugno 2014.
  11. ^ " Massimo come papa' Peppino? Si', nei baffi "
  12. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.

Bibliografia

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  • Salvatore Tolino, Mostra storica permanente della Poesia, del Teatro e della Canzone Napoletana, Istituto Grafico Editoriale Italiano, 1999.
  • Pasquale Sabbatino e Giuseppina Scognamiglio (a cura di), Peppino De Filippo e la comicità nel Novecento, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 2005, ISBN 88-495-1058-6.
  • Pasquale Sabbatino e Giuseppina Scognamiglio (a cura di), Per Peppino De Filippo attore e autore, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 2010, ISBN 978-88-495-1792-7.

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