Petroica rosea
La petroica pettorosa (Petroica rosea Gould, 1840) è un uccello della famiglia dei Petroicidi originario dell'Australia sud-orientale[2].
Tassonomia
modificaCome tutti i Petroicidi, noti anche come pettirossi australiani, la petroica pettorosa non è affatto imparentata né con il pettirosso europeo né con quello americano, ma appartiene al parvordine dei Corvida, che comprende molti Passeriformi tropicali e australiani, come i Pardalotidi, i Maluridi e i Melifagidi, oltre, naturalmente, ai Corvidi. Le specie australiane del genere Petroica, al quale essa appartiene, sono note comunemente come Red Robins («pettirossi rossi») per distinguerle dai cosiddetti Yellow Robins («pettirossi gialli») del genere Eopsaltria. La petroica pettorosa è stata descritta per la prima volta dall'ornitologo John Gould nel 1840, che attribuì a essa un epiteto specifico derivato dal latino roseus («rosa»)[3]. Le analisi effettuate sul DNA nucleare e mitocondriale delle specie australiane del genere Petroica suggeriscono che la petroica pettorosa e la petroica ventrerosa siano strettamente imparentate tra loro[4].
Descrizione
modificaGli esemplari adulti misurano circa 11 cm di lunghezza. Il maschio ha petto e addome di colore rosa, e testa, gola, dorso e coda grigio scuri, con fronte e superficie esterna della coda bianche. Non è presente alcuna barra alare bianca. La femmina è di colore uniforme: le regioni superiori sono grigio-marrone chiaro e quelle inferiori grigio-bianche, con piccole macchie bianche sulle ali e sopra il becco. Becco, zampe e occhi sono neri. Sia il maschio che la femmina emettono un richiamo che risuona come un tick[5].
Distribuzione e habitat
modificaLa petroica pettorosa vive nell'Australia orientale e sud-orientale, a est della Grande Catena Divisoria, da Rockhampton, attraverso le regioni orientali di Nuovo Galles del Sud e Victoria, fino all'Australia Meridionale sud-orientale. Non è presente, però, in Tasmania. È presente nelle foreste di sclerofille umide e nelle foreste pluviali, dove abita gole e vallate, e si disperde nelle foreste più secche durante i mesi freddi[6]. La petroica pettorosa è piuttosto vulnerabile all'avanzata degli insediamenti umani e alla deforestazione, e nelle aree dove le attività umane hanno maggiormente fatto sentire il loro influsso essa è scomparsa[7]. Alcune popolazioni si sono stabilite nelle aree di conservazione dei Corridoi Fluviali di Dandenong, Scotchmans e Gardiners, alla periferia orientale di Melbourne[8].
Biologia
modificaAlimentazione
modificaDa sola o in coppie, la petroica pettorosa tende a cercare il cibo tra le chiome degli alberi[5]. Il grosso della dieta è costituito da insetti e ragni, catturati prevalentemente in volo. Diversamente da altri Petroicidi, non torna mai sullo stesso ramo dopo avervi già catturato una preda[7]. Tra gli insetti catturati ricordiamo bruchi, vespe, cimici, cicale, Ligeidi, vari Coleotteri come Buprestidi, Crisomelidi, e curculioni, mosche e formiche[9].
Riproduzione
modificaLa stagione della nidificazione va da settembre a gennaio e ciascuna coppia può avere anche due covate. Il nido è costituito da una profonda coppa fatta di pezzi di muschio e felci, tenuta insieme e imbottita con tela di ragno, piume e peli, mentre l'esterno viene ricoperto con licheni. La struttura è generalmente situata alla biforcazione di un ramo di un grosso albero, a circa 10–20 m di altezza dal suolo. Le uova deposte, in numero di due o tre, sono di colore bianco sporco con sfumature bluastre, grigiastre o brunastre, e ricoperte da macchioline grigio-marrone scuro; misurano 17×13 mm[6]. Il nido può essere parassitato da cuculi pallidi (Cacomantis pallidus), cuculi di macchia (Cacomantis variolosus) e cuculi bronzati di Horsfield (Chrysococcyx basalis)[7].
Note
modifica- ^ (EN) BirdLife International 2012, Petroica rosea, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
- ^ (EN) F. Gill e D. Donsker (a cura di), Family Petroicidae, in IOC World Bird Names (ver 9.2), International Ornithologists’ Union, 2019. URL consultato il 7 maggio 2014.
- ^ D. P. Simpson, Cassell's Latin Dictionary, 5ª ed., Londra, Cassell Ltd., 1979, p. 883, ISBN 0-304-52257-0.
- ^ Kate Loynes, Leo Joseph e J. Scott Keogh, Multi-locus phylogeny clarifies the systematics of the Australo-Papuan robins (Family Petroicidae, Passeriformes), in Molecular Phylogenetics and Evolution, vol. 53, n. 1, 2009, pp. 212-19, DOI:10.1016/j.ympev.2009.05.012.
- ^ a b K. Simpson, N. Day e P. Trusler, Field Guide to the Birds of Australia, Ringwood, Victoria, Viking O'Neil, 1993, p. 174, ISBN 0-670-90478-3.
- ^ a b G. Beruldsen, Australian Birds: Their Nests and Eggs, Kenmore Hills, Qld, self, 2003, p. 339, ISBN 0-646-42798-9.
- ^ a b c P. J. Higgins e J. M. Peter (a cura di) 2002. Handbook of Australian, New Zealand and Antarctic Birds, Volume 6: Pardalotes to Shrike-thrushes. Oxford University Press, Melbourne.
- ^ Fauna in Monash Indigenous Reserve Corridors, su Monash City Council website. URL consultato il 2 maggio 2008 (archiviato dall'url originale l'11 maggio 2008).
- ^ R. D. Barker e W. J. M. Vestjens, The Food of Australian Birds: (II) Passerines, Melbourne University Press, 1984, p. 52, ISBN 0-643-05115-5.
Altri progetti
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- Wikispecies contiene informazioni su Petroica rosea
Collegamenti esterni
modifica- Petroica rosea, in Avibase - il database degli uccelli nel mondo, Bird Studies Canada.
- (EN) ITIS Standard Report Page: Petroica rosea, in Integrated Taxonomic Information System. URL consultato il 23 giugno 2012.