Pier Maria Rosso di San Secondo

drammaturgo e giornalista italiano (1887-1956)

Pier Maria Rosso di San Secondo (Caltanissetta, 30 novembre 1887Camaiore, 22 novembre 1956) è stato uno scrittore, drammaturgo e giornalista italiano.

Pier Maria Rosso di San Secondo

Biografia

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Targa commemorativa sulla casa natale di Rosso di San Secondo a Caltanissetta

Don Pier Luigi Maria Rosso, nobile dei conti di San Secondo,[1] nasce il 30 novembre 1887 a Caltanissetta da una famiglia di antica nobiltà siciliana, i Rosso. I genitori sono don Francesco (1853-1913) e donna Emilia Genova (1861-1913) figlia del palermitano cavalier Gabriele Genova.[2][3]

Studiò presso il liceo classico Ruggero Settimo di Caltanissetta; in seguito, si trasferisce a Roma per iscriversi alla facoltà di giurisprudenza. La sua poetica è caratterizzata dal lirismo e da una visione pessimista del rapporto tra l'uomo e la società, con personaggi spesso segnati dalla solitudine e da un certo contrasto tra passione e razionalità.[4] Spesso questo contrasto è simbolicamente ricercato da San Secondo nel confronto tra il Nord, caratterizzato da una vita razionale, concreta e grigia, e il Sud caratterizzato dal sogno mitico, dai colori passionali della vita.[5]

Tra le sue opere più importanti si ricordano La sirena ricanta, suo esordio in teatro nel 1908, e Marionette, che passione! del 1917, opera che accese l'interesse di Luigi Pirandello, il quale spinse affinché l'opera fosse rappresentata. La storia di Marionette, che passione! è incentrata sull'incontro casuale di tre personaggi, incapaci di dare un senso alla propria esistenza. I tre si riveleranno alla fine non diversi da marionette, esseri totalmente in balia delle proprie passioni. Un'opera drammatica, grottesca, che alcuni definiranno legata al pirandellismo.[5][6][7] Secondo Gaetano Savatteri, la grandezza di Rosso di San Secondo venne messa in ombra proprio dalla figura di Pirandello.[8][9]

In seguito al grande successo di Marionette che passione!, Rosso di San Secondo scrisse altre opere teatrali, fra cui La bella addormentata del 1919, L'ospite desiderato del 1921, Tra vestiti che ballano del 1927, Il ratto di Proserpina[10] del 1954, Una cosa di carne, Il delirio dell'oste Bassà, Amara.[11][12] Scrisse anche testi di narrativa, come le novelle della raccolta Ponentino del 1916 e il romanzo La fuga (1917). Ricevette nel 1934 il premio Mussolini per la letteratura dalla Reale Accademia d'Italia.[11] Collaborò anche alla sceneggiatura di alcune pellicole.[13]

La casa editrice Salvatore Sciascia di Caltanissetta, con il patrocinio del Comune, ha pubblicato l'opera omnia di diciotto romanzi assemblati in sedici volumi e sei raccolte di novelle del romanziere.[14]

Pier Maria Rosso di San Secondo è sepolto nel cimitero monumentale degli Angeli a Caltanissetta.[15][16]

A Rosso di San Secondo sono intitolate la scuola media di Capezzano Pianore nel comune di Camaiore e vie in diverse città: a Caltanissetta, a Padova (nel rione San Gregorio Magno), ad Alcamo.

 
in una immagine poco nota

Romanzi

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  • La fuga, Milano 1917
  • La morsa, ivi 1918
  • La festa delle rose, ivi 1920
  • Le donne senza amore, Roma 1920
  • La donna che può capire capisca, Milano 1923

Racconti

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  • Ponentino, Milano 1916
  • Io commemoro Loletta, ivi 1919
  • La mia esistenza d'acquario, Roma 1919
  • Palamede, Remigia ed io, ivi 1920
  • C'era il diavolo o non c'era il diavolo?, Milano 1929
  • Luce del nostro cuore, ivi 1932
  • Marionette, che passione!, Milano 1918
  • La bella addormentata, Roma 1919
  • Per fare l'alba, 1919
  • Amara, 1919
  • Primavera, Roma 1920
  • L'ospite desiderato, Milano 1921
  • La roccia e i monumenti, 1923
  • Lazzarina tra i coltelli, 1923
  • La danza su di un piede, 1923
  • L'avventura terrestre, Milano 1925
  • Una cosa di carne, ivi 1925
  • Il delirio dell'oste Bassà, ivi 1925
  • Notturni e preludi, ivi 1926
  • Le esperienze di Giovanni Arce, filosofo, Roma 1926
  • Tra vestiti che ballano, Milano 1927
  • Febbre, ivi 1927
  • Canicola, ivi 1927
  • Il ratto di Proserpina, 1933
  • La fidanzata dell'albero verde ed altre commedie, ivi 1935
  1. ^ SIUSA - Rosso di San Secondo Pier Maria, su siusa.archivi.beniculturali.it. URL consultato il 4 maggio 2022.
  2. ^ Atto di nascita, su dl.antenati.san.beniculturali.it.
  3. ^ Albero Genealogico, su familysearch.org.
  4. ^ Rósso di San Secóndo, Pier Maria, su Treccani, 28 luglio 2023. URL consultato il 13 febbraio 2024.
  5. ^ a b Dialectics of Modernity, su Dialectics Of Modernity. URL consultato il 13 febbraio 2024.
  6. ^ Rosso di San Secondo, Piermaria, su IBS. URL consultato il 13 febbraio 2024.
  7. ^ Maria Chiara Provenzano, La marionetta e il volto, in Il castello di Elsinore, 22 dicembre 2019, pp. 61–72 Paginazione, DOI:10.13135/2036-5624/11.
  8. ^ pagina_tipoi_base, su index. URL consultato il 13 febbraio 2024.
  9. ^ (ES) Paolo Puppa e Paolo Puppa, La morte in scena: Rosso di San Secondo (Marionette, che passione! e Lo spirito della morte) (Teatro) (Italian Edition): 9788870428292, su IberLibro. URL consultato il 13 febbraio 2024.
  10. ^ Ruggero Jacobbi, di quest'opera, disse che esprimeva "un ampio gesto di nostalgia e di amore verso l'isola natia, in ciò che essa contiene di aggrovigliata tradizione misterica ed esoterica, naturalistica e dionisiaca, pitagorica e cristiana": Salvatore Ferlita, IL ROMANZO DI KORE EROS E TENEBRE, UN MITO SICILIANO, La Repubblica Palermo, 22 dicembre 2010.
  11. ^ a b ROSSO DI SAN SECONDO, Pier Maria, su Treccani, 28 luglio 2023. URL consultato il 13 febbraio 2024.
  12. ^ Rosso di San Secondo, su Strada degli Scrittori, 14 ottobre 2016. URL consultato il 13 febbraio 2024.
  13. ^ Scrittori di Caltanissetta: i Migliori Autori e Poeti Nisseni., su Libri-Online.net, 15 marzo 2023. URL consultato il 13 febbraio 2024.
  14. ^ Deleo, Rosanna, Intervista all'editore Giuseppe Sciascia, 2005. URL consultato il 10 settembre 2011 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2009).
  15. ^ I luoghi di Pier Maria Rosso di San Secondo, su Strada degli Scrittori, 18 ottobre 2016. URL consultato il 13 febbraio 2024.
  16. ^ Cimitero monumentale degli Angeli, su Visit Valle dei Templi, 9 ottobre 2020. URL consultato il 13 febbraio 2024.

Bibliografia

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Collegamenti esterni

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