Steatite

tipo di roccia metamorfica
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La steatite è una roccia metamorfica somigliante alla giada, anche se con un aspetto maggiormente polveroso. È conosciuta anche col nome di:

  • pietra saponaria, per via della presenza di talco; è un componente di alcune qualità di talchi preparati per l'industria cosmetica e farmaceutica.
  • pietra ollare, o ollite, da olla, ovvero pentola, pignatta, vaso, ciotola, a sua volta dal latino volla, bollire, bollente[1], poiché si presta alla cottura di liquidi e cibi ad alte temperature.
  • gesso di Briançon, poiché ricavato dalle montagne della zona omonima, anche se risulta molto più duro del normale gesso (che è, invece, un solfato di calcio).
Steatite
CategoriaRoccia metamorfica
Minerali principalitalco, magnesite, dolomite
Minerali accessoriclorite, anfibolo, epidoto, albite, mica
Tessituralepidoblastica
Coloreverde, bianco, crema, nero, rosso
UtilizzoArti plastiche, industria cosmetica, farmaceutica, costruzione di stufe

Caratteristiche

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Roccia a struttura minutamente squamosa, costituita quasi esclusivamente da minerali del gruppo delle cloriti, detta anche pietra ollare, perché la sua facile lavorabilità al tornio la rende adatta a farne pentole, nonché vasi e altri oggetti, si rinviene in grossi banchi in Valtellina e a Chiavenna.

Solitamente appare di colore verde, ma esistono varianti bianche, crema, nero, bluastro e rosso. Nel nord Italia è diffusa nei colori rosso, bluastro o verde chiaro e si trova spesso associata ad affioramenti di rocce ofiolitiche tipiche del basso Piemonte, della Valmalenco (e più in generale della Valtellina) e dell'entroterra della Liguria. È una variante del talco, del quale condivide numerose caratteristiche, tra cui la finezza della polvere residua della lavorazione. Questa polvere è scivolosa al tatto, dacché l'etimologia del nome, che proviene dal greco steàzein, "rendere grasso", o da stèatos, genitivo di stèar, "grasso".

La steatite, diffusa quasi in ogni continente del globo, si compone di

La presenza di talco la rende estremamente lavorabile, i restanti componenti le assicurano la compattezza e la durabilità. È difatti una roccia metamorfica molto tenera, derivata dal fatto che il minerale talco in essa contenuto ha una durezza nella scala di Mohs pari a 1.

La steatite viene utilizzata da secoli da tutti i popoli per vari scopi, data sia la facilità di modellarla, anche con strumenti metallici relativamente semplici, sia quella di polirla, levigarla per renderla lucida e "finita". La lavorabilità e durabilità permise agli scultori di creare oggetti artistici, oggetti di culto e numerose altre opere, tra cui sigilli cinesi oggi visibili al museo Guimet a Parigi. Manufatti in steatite sono stati rinvenuti nelle tombe dei faraoni, negli iglù, nei templi e palazzi della Cina e dell'India e in quasi ogni altro angolo del globo.

Venduta a peso dai fornitori di arti plastiche, si presenta in forma di grossi blocchi allungati che variano dai 20 ai 50 cm, di cui, data la frangibilità del materiale, è opportuno controllare l'integrità.

La steatite è resistente al fuoco e non si deteriora alle alte temperature. Ha una conducibilità termica circa 8-10 volte maggiore rispetto al materiale refrattario. Il peso specifico è circa due volte quello dei mattoni refrattari tradizionali e il calore specifico è circa due volte e mezzo più alto. Quest'ultima caratteristica la rende particolarmente adatta alla costruzione delle stufe in maiolica e di stufe in genere. Anche nei climi più freddi era sufficiente accenderle ogni due giorni. In Finlandia alcune stufe erano tanto preziose da venire tramandate di padre in figlio e da influenzare i criteri di costruzione della casa, che non di rado veniva riedificata attorno alla stufa in caso di ristrutturazioni.

A tutt'oggi è un materiale affidabile, amato e usato da artisti, costruttori di stufe e fuochi, piastre calde, produttori di cosmetici o medicinali.

La presenza di talco, con il pericolo di inquinamento da asbesto, pone la pietra in stato di osservazione per possibile rischio di asbestosi, a causa della polvere respirata in fase di lavorazione.

La steatite veniva anche usata per le pietre litografiche.

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