Pietro Lauro
Pietro Lauro, conosciuto anche come Pietro Lauro Modonese o Pietro Lauro da Modona (Modena o dintorni, 1510 circa – Venezia, 1568 circa) è stato un traduttore, scrittore e divulgatore scientifico italiano. Pur essendo gran parte delle sua vita a noi oscura, fu uno dei poligrafi italiani più conosciuti del Cinquecento, spandendo la sua produzione in traduzioni dal latino, dal greco e dallo spagnolo di opere di autori classici, stranieri e protestanti di qualsiasi tema, come filosofia, architettura, medicina, giardinaggio, agronomia, scienze biologiche, storia, teologia e astronomia, nonché la scrittura di poemi cavallereschi sullo stile di quelli spagnoli, come il Polendo, sua Magnum opus in questo senso.
Nonostante le critiche mosse già da autori suoi contemporanei alle sue traduzioni, giudicate troppo letterali e rozze, a lui si deve il merito di aver ultimato la traduzione in volgare italiano di uno dei testi più diffusi del suo secolo, ovvero i Colloquia familiaria di Erasmo da Rotterdam.
Biografia
modificaGiovinezza
modificaSulla vita di Lauro si hanno scarse notizie e i dati confermabili della sua biografia risultano essere pochi.[1][2] Si suppone che sia nato intorno al 1510,[1][3][4] forse da una famiglia di umili origini.[2] L'unica menzione sulla sua giovinezza è testimoniata da un'affermazione di Lodovico Castelvetro, suo contemporaneo e conterraneo, riportata poi per iscritto da Girolamo Tiraboschi:[5][6]
«Io non so certo chi sia o chi possa essere questi, che si fa chiamare Pietro Lauro da Modona; ma mi posso bene verisimilmente immaginare, che sia del contado di Modona, e che fosse frate, il quale spogliandosi l’abito s’abbia mutato il nome proprio e della famiglia, conciosiacosaché in Modona, o nel contado non si dica Lauro, ma Meloro.»
Per quanto possa essere preziosa questa testimonianza, sembra essere confutata dalle informazioni oggi a nostra disposizione,[7] ma anche lo stesso Tiraboschi ne mette in dubbio alcune suggestioni, come quella che egli possa aver preso i voti.[8] La sua formazione molto probabilmente non fu accurata, così come non fu continua;[7] potrebbe aver completato gli studi universitari possibilmente a Bologna o a Padova, ma il suo nome non figura negli Acta graduum di quei due atenei.[1][9] Tenendo in considerazione i suoi lavori di divulgazione scientifica nell'area medica, si può pensare che abbia seguito corsi di medicina all'università, ma anche questa possibilità non è comprovata da fonti attendibili.[1] Quasi certo è che come molti dei futuri accademici nati negli anni '10 del Cinquecento come Lodovico Dolce, Anton Francesco Doni, Girolamo Ruscelli e Niccolò Franco, Lauro entrò in contatto con le opere di Erasmo da Rotterdam. Alcune delle opere che molto probabilmente giunsero a lui sono gli Adagia, il De conscribendis epistolis e il De duplici copia verborum ac rerum.[10]
Primo periodo veneziano
modificaCome altri letterati italiani, Lauro fu attratto dall'offerta lavorativa dall'industria tipografica veneziana,[1][3] stabilendosi nella città lagunare forse all'inizio degli anni Quaranta.[1][3] Tuttavia, la sua prima opera, stampata nella medesima città, riporta la data del 1539: si tratta del Petri Lauri Mutinensis Preludium ad copiam dicendi, ubi et obiter muliebre ingenium mobile et uarium, porut [sic] copia dicendi potuit, exprimitur, di cui oggi soppravive, inserito in un volume miscellaneo, un'unica copia conservata alla Biblioteca Apostolica vaticana.[11] Si tratta, per stile ed impostazione, di un testo didattico, forse aggregato nel corso della pratica d’insegnamento;[12] da ciò forse deriva l'affermazione di Castelvetro:[6]
«Costui dunque sosteneva miseramente la sua vita, con tener scuola privata, e insegnando le prime lettere a’ fanciulli in Venezia, [...]»
Ma anche qui, il Tiraboschi si conferma scettico:[6]
«[...] egli ha cercato di giovare a'buoni studj, e non dee perciò essere abbandonato trall'ignobil turba de'rozzi pedanti.»
Lauro probabilmente non era un semplice grammatico, che si limitava all'insegnamento dei rudimenti di latino a dei bambini o ragazzi, ma un vero e proprio professore (anche di greco antico) che impartiva lezioni a uno stadio più avanzato.[3][13] Accanto a questa attività didattica, egli affiancava altre attività remunerative, al fine di mantenere la sua numerosa famiglia (di cui abbiamo notizie dalle sue lettere), come scrittore su commissione o anche copista (al Civico Museo Correr è presente una sua copia a mano del Comentari delle cose turchesche).[13] Ma fu l'attività di volgarizzatore di testi classici quella che lo rese più famoso: tra il 1542 e il 1568 vi furono prolifiche iniziative imprenditoriali per stampare in italiano volgare testi in latino o greco, principalmente da parte di tipografi veneziani, che si avvalsero dell'opera di curatori come Gabriele Giolito de' Ferrari.[1][3] A Venezia, Lauro è inoltre ricordato come maestro di scuola in documenti del 1561, il cui impiego è testimoniato anche da una lettera indirizzatagli da Lucrezia Gonzaga di Gazzuolo nel 1552.[13]
Prime traduzioni
modificaLauro esordì come traduttore nel 1542, concludendo la prima trasposizione in volgare dell'Oneirocritica di Artemidoro di Daldi per Giolito, intitolata Dell'interpretatione de sogni, dedicata a Diego Hurtado de Mendoza y Pacheco, ambasciatore spagnolo a Venezia. Ancora oggi, alcune edizioni utilizzano questa versione, basandosi sulla ristampa del 1547. Seguì poco dopo il De' notevoli et utilissimi ammaestramenti dell'agricoltura, traduzione dei Geoponica, opera bizantina allora attribuita all'imperatore Costantino VII Porfirogenito, oggi a Cassiano Basso, vissuto tra i secoli VI e VII. Dopo questi primi lavori, che come confermano gli esami delle prefazioni risultano essere frutto di una sua personale iniziativa nella scelta dei testi, Lauro venne notato da altri tipografi, come Michele Tramezzino, che gli affidò la traduzione della Chronica dell'astronomo tedesco Johannes Carion. Questi testi storico-annalistici ebbero un grande successo all'epoca e Lauro, sempre per Tramezzino, ne tradusse un altro l'anno seguente, ovvero il Catalogo de gli anni et Principi de la creatione de l'huomo sin a 1540 dal nascere di Christo di Valerius Anshelm.
Tra il 1543 e il 1545, Lauro si fece conoscere in diversi campi della letteratura specialistica, traducendo da latino e greco opere di svariati generi. Interessante risulta la pubblicazione volgarizzata della raccolta storica Della guerra troiana: si trattava dell'edizione italiana della fortunata silloge pseudoantica Auctores vetustissimi, pubblicata nel 1498 dal domenicano Annio da Viterbo; nel 1550 fu riproposta rimaneggiata come I cinque libri de le antichità de Beroso sacerdote caldeo. Quindi vennero attuate anche altre traduzioni da storici greci, come il De i fatti del Magno Alessandro re di Macedonia, risultato della traduzione dell'Anabasi di Alessandro di Arriano, a cui seguirono di Flavio Giuseppe il De l'antichità giudaiche (Antichità giudaiche) e l'Historia d'Egesippo di San Girolamo; ancora con testi di agricoltura, come Le herbe, fiori, stirpi, che si piantano ne gli horti di Charles Estienne, e un testo di medicina tratto dal Corpus Hippocraticum, Opere utilissime in medicina di Polibio illustre medico. Del 1546 è invece la traduzione del De re aedificatoria di Leon Battista Alberti, intitolata I dieci libri de l'architettura. Oltre alle lingue classiche, nel primo periodo della sua attività Lauro volgarizzò anche dallo spagnolo. Di queste, le più importanti riguardarono opere letterarie di puro intrattenimento, come la Historia del valorosissimo cavallier della Croce e De l'ufficio del marito, come si debba portare verso la moglie di Juan Luis Vives.[14]
Di notevole importanza storica in questo periodo sono i volgarizzamenti di due opere poi messe all'Indice dei libri proibiti: l'unica traduzione italiana completa del De inventoribusrerum dell'umanista urbinate Polidoro Virgili (bandito nel 1557), comparsa come De l'origine e de gl'inventori de le leggi, costumi, scientie, arti, et di tutto quello che a l'humano uso conviensi e dei Colloquii famigliari di Erasmo.[15]
Secondo periodo veneziano
modificaNon si hanno quindi più notizie di Lauro, forse per via di una sua assenza da Venezia, fino al 1550, quando pubblica il già citato Beroso sacerdote caldeo; a questo testo fa subito seguito l'anno seguente una traduzione non completa dei Moralia di Plutarco, intitolata Le piacevoli et ingeniose questioni di Plutarcho. Infine, nel 1552, Tramezzino pubblicò il primo libro De le lettere di m. Pietro Lauro modonese, ristampato nel 1553; nel 1560 ne venne pubblicato un secondo libro, senza indicazione della stampatore ma riconducibile a Comin da Trino.
È grazie a queste lettere se possiamo sapere dei suoi numerosi contatti con alcuni esponenti dell'umanesimo italiano: sia persone residenti a Venezia, come Lazzaro Bonamico, Natale Conti e Sebastiano Erizzo, sia di altre città della penisola come Luca Contile. Altre sono inviate ai suoi editori o a teologi, di cui la maggior parte ai frati domenicani del convento della Basilica dei Santi Giovanni e Paolo, in cui prese i voti anche Remigio Nannini. Circa la metà delle lettere sono indirizzate a stranieri, la maggior parte tedeschi, che conferma la sua frequentazione di ambienti riformati. I contenuti degli scambi epistolari spaziano da questioni di morale, alla politica, ma anche all'economica, alle arti, alla vita privata e ai comportamenti sociali.[16]
Spagnolo, teologia e libri di cavalleria
modificaNel 1555 tornò a lavorare per Giolito, specializzandosi per lui nella traduzione dallo spagnolo di testi teologici e devozionali: due esempi sono le pubblicazioni delle traduzioni dagli scritti di Antonio de Guevara come l'Oratorio de religiosi, et esercitio de virtuosi (1555) e La seconda parte del libro chiamato Monte Calvario (1556), entrambi più volte ristampati negli anni seguenti per la loro popolarità.[16] Si trattava di lavori su commissione, proseguiti con il Tutte l'opere del reverendo padre fra Luigi di Granata da Luis de Granada, conosciuto anche come la Ghirlanda spirituale, della quale tradusse tre volumi, apparsi nel 1568 ma frutto del lavoro di alcuni anni. Lo straordinario successo commerciale che visse questa raccolta in territorio italiano è testimoniato dalle più di dieci ristampe, in vari formati della stessa edizione; ciò evidenzia l'abilità imprenditoriale di Giolito nel cogliere le aspettative del mercato. Per questa raccolta, Lauro collaborò con altri traduttori, e fu l'ultima opera pubblicata con una sua traduzione.[17] Tra i suoi interessi di questo periodo vi fu il filone cavalleresco, con traduzioni quali il Cavallero del Sol di Pedro Hernández de Villaumbrales in Il cavallier del Sole nel 1557 e la Historia di Valeriano d'Ongaria dal Valerián de Hungría di Dionís Clemente, stampato in due libri dall'editore Bosello tra 1558 e 1559. A questi seguì la Historia delle gloriose imprese di Polendo figliuolo di Palmerino d'Oliva, pubblicata da Giglio nel 1566. Nonostante nell'incipit si legga che si tratti di una traduzione da un originale spagnolo, è risaputo che questo testo sia opera di Lauro stesso: egli si proponeva di continuare la fortunatissima serie del Palmerin de Olivia, iniziata in Spagna nel 1511.[18]
Testi medici e morte
modificaTra 1556 e 1559 si cimentò nelle traduzioni di testi di medicina e alchimia: il Tesauro di Euonomo Filatro de rimedii secreti, manuale per la distillazione di medicamenti, pubblicato sotto pseudonimo da Conrad Gessner, con una notevole serie di illustrazioni silografiche. Vennero poi il De' secreti di natura o Della quinta essentia libri due di Raimondo Lullo e il De cose minerali et metalliche nel 1557, seguito da Niccolò Mutoni, Il luminare maggiore, utile e necessario a tutti li medici, et speciali… con un breve commento di Iacopo Manlio e dallo spagnolo l'operetta di Luis Lobera de Ávila Libro delle quatro infermità cortigiane, che sono catarro, gotta, artetica, sciatica, mal di pietre et di reni, dolore di fianchi et mal francese, et altre cose utilissime.
Morì probabilmente a Venezia nel 1568 o negli anni immediatamente successivi.[18]
Punti d'incontro con la Riforma
modificaGli interessi eterodossi di Lauro sono probabilmente stati influenzati dal contatto con circoli riformati tedeschi (come intuibile dalle sue lettere), lasciando presagire anche interazioni con quelli dell'Italia settentrionale, confermati dalle deposizioni in alcuni processi per eresia. Ambrogio Cavalli, già elemosiniere di Renata di Francia, durante il processo dinanzi l'Inquisizione di Roma che lo avrebbe portato alla morte nel 1557 affermò:
In un altro processo, un imputato di nome Ettore Donati dichiarò che «In Venetia ho sentito dire che messer Lauro era infetto». In una lettera dell'11 novembre 1561, Giovanni Domenico Roncalli, figura di spicco dei filocalvinisti veneziani, nonché guida dei protestanti di Rovigo, promise al Lauro di integrare di 10 ducati la dote di una sua figlia nubile, a condizione che la ragazza andasse in moglie a un giovane che avesse «cognizione della vera fede». Roncalli ratificò l'impegno nel testamento rogato poco dopo, nello stesso 1561. Lauro fu in ottimi rapporti anche con Ortensio Lando: questi, vicino per un certo periodo a Lucrezia Gonzaga di Gazzuolo, la convinse a scrivere al poligrafo modenese.[15] Dati anche i sospetti e le accuse di eresia che la nobildonna e letterata suscitò nella sua vita,[19] alcune allusioni presenti nelle lettere di Lauro a «molti travagli i quai m'hanno tenuto in esercizio assai spiacevole» e a dei «casi miei» che hanno fatto preoccupare il corrispondente sono forse dettati da un timore di aver suscitato l'interesse dell'Inquisizione con il carteggio.[16]
Opere
modificaOpere originali
modifica- Petri Lauri Mutinensis Preludium ad copiam dicendi, ubi et obiter muliebre ingenium mobile et uarium, porut [sic]copia dicendi potuit, exprimitur. Venetiis, mensis Iunij, Giolito, 1539.
- De le lettere di m. Pietro Lauro modonese. Il primo libro. Con la tauola de i summarij di ciascuna lettera, Tramezzino, 1552.
- Delle lettere di messer Pietro Lauro. Libro secondo. Con la tauola de i summarij di ciascuna lettera, Comin da Trino, 1560.
- Historia delle gloriose imprese di Polendo figliuolo di Palmerino d'Oliua, & di Pompide figliuolo di don Duardo re d'Inghilterra. Pur hora tradotta dal spagnuolo in lingua italiana per m. Pietro Lauro, Giglio, 1566.
Traduzioni e volgarizzazioni
modifica
- Artemidoro Daldiano philosofo eccellentissimo Dell'interpretatione de sogni nouamente di greco in volgare tradotto per Pietro Lauro modonese, Giolito, 1542. Traduzione de Oneirocritica di Artemidoro di Daldi.
- Costantino Cesare De notevoli et vtilissimi ammaestramenti dell’agricoltura di greco in volgare tradotto per Pietro Lauro modonese, con la tavola di tutto ciò che nell’opera si comprende, Giolito, 1542. Traduzione dei Geoponica di Cassiano Basso.
- Chronica di Giouanni Carione con mirabile artificio composta, nellaquale comprendesi il computo de gli anni, i mutamenti ne i regni e nella religione, et altri grandissimi successi. Nuouamente tradotta in uolgare per Pietro Lauro modonese, Tramezzino, 1543. Traduzione della Chronica di Johannes Carion.
- Il disprezzo del mondo opera bellissima et vtile e necessaria a cadauno christiano nouamente di latino in volgar tradotta, per Pietro Lauro modonese con la tauola de tutte le materie e capitoli che sono ne l’opera, Comin da Trino, 1543. Traduzione del De miseria humanae conditionis di Lotario dei conti di Segni.
- Ditte Candiano della guerra Troiana. Darete Frigio della rovina Troiana. Declamatione di Libanio Sofista. Marsilio Lesbio dell’origine d’Italia, e de i Tirreni. Archiloco de tempi. Beroso dell’antichità. Manethone de i re d’Egitto. Methastene Persiano del giudicio de tempi, et annuali historie de Persiani. Quinto Fabio Pittore dell’Aurea età, e dell’origine di Roma, Valgrisi, 1543. Traduzione degli Auctores vetustissimis di Annio da Viterbo.
- Polydoro Virgilio di Urbino De la origine e de gl' inuentori de le leggi, costumi, scientie, arti, et di tutto quello che a l'humano uso conuiensi, con la espositione dil Pater nostro, ogni cosa di latino in volgar tradotto da Pietro Lauro modonese, conla tauola di ciò che si contiene ne l’opera, Giolito, 1543. Traduzione del De inventoribusrerum di Polidoro Virgili.
- Arriano di Nicomedia, chiamato nuouo Xenofonte de i fatti del Magno Alessandro re di Macedonia. Nuouamente di greco tradotto in italiano per Pietro Lauro modonese, Tramezzino, 1544. Traduzione dell'Anabasi di Alessandro di Arriano.
- Lutio Giunio Moderato Columella De l'agricoltura libri XII. Trattato de gli alberi del medesimo, tradotto nuouamente di latino in lingua italiana per Pietro Lauro Modonese, Tramezzino, 1544. Traduzione del De re rustica di Lucio Giunio Moderato Columella.
- Giosefo De l'antichita giudaiche. Tradotto in italiano per m. Pietro Lauro modonese, Cesano, 1544. Traduzione dell'Antichità giudaiche di Flavio Giuseppe.
- Historia d'Egesippo tra i christiani scrittori antichissimo de le ualorose imprese fatte da giudei ne l'assedio di Gierusaleme, e come fu abbattuta quella città, e molte altre del paese, breue somma del medesimo di quanto è compreso ne l’opera. Tradotta di latino il italiano per Pietro Lauro modonese, Tramezzino, 1544. Traduzione da San Girolamo.
- Catalogo de gli anni et principi da la creatione de l'huomo, sin'à 1540 dal nascere di Christo, opera quanto dir si possa utilissima, per Valerio Anselmo Raid composta, e nuouamente di latino in uolgare tradotta, per Pietro Lauro modonese, Tramezzino, 1544. Secondo il Tiraboschi si tratterebbe piuttosto di un’opera originale del Lauro.[20]
- Historia del valorosissimo Cavallier de la Croce, che per sue gran prodezze fu a l’imperio de Alemagna soblimato. Tratta nuovamente da l’idioma spagnuolo in lingua italiana, Tramezzino, 1544. Traduzione del Lepolemo di Alonso de Salazar.
- Opere vtilissime in medicina di Polibio illustre medico, descepolo & successo d'Hippocrate Coo, tradotte nuouamente di greco in italiano, per Pietro Lauro modonese, Comin da Trino, 1545. Traduzione delle opere di Polibio.
- Colloqui famigliari di Erasmo Roterodamo ad ogni qualità di parlare & spetialmente a cose pietose accomodati. Tradotti di latino in italiano, per m. Pietro Lauro modonese, Valgrisi, 1545. Traduzione dei Colloquia famigliari di Erasmo da Rotterdam.
- Di Carlo Stefano le herbe, fiori, stirpi, che si piantano ne gli horti, con le uoci loro più proprie et accomodate. Aggiuntoui un libretto di coltiuare gli horti, tradotto in italiano per Pietro Lauro modonese, Valgrisi, 1545. Traduzione del Seminarium, et plantarum fructiferarum praesertim arborum quae post hortos conseri solent di Charles Estienne.
- Di Carlo Stephano seminario over plantario de gli alberi che si piantano con i loro nomi et de’ frutti parimente. Aggiuntoui l'arbusto, il fonticello, e'l spinetto, de l'istesso autore. Tradotti in lingua italiana, per Pietro Lauro modonese, Valgrisi, 1545. Traduzione del Seminarium, et plantarum fructiferarum praesertim arborum quae post hortos conseri solent di Charles Estienne.
- Vineto di Carlo Stefano nel quale brevemente si narrano i nomi latini antichi, et volgari delle viti, e delle uve. Raccolto ogni cosa da gli antichi scrittori, e accomodat’a questo nostro uso di hoggi di, Valgrisi, 1545. Traduzione del Vinetum di Charles Estienne.
- Dell'vfficio del marito verso la moglie, dell'istitutione della femina christiana, uergine, maritata, o uedoua, & dello ammaestrare i fanciulli nelle arti liberali. Opera veramente non pur diletteuole ma anco utilissima, Valgrisi, 1546. Traduzione del De institutione feminae Christianae di Juan Luis Vives.
- I dieci libri de l’architettura di Leon Battista de gli Alberti fiorentino, huomo in ogni altra dottrina eccellente, ma in questa singolare; da la cui prefatione breuemente si comprende la commodità, l’utilità, la necessità, e la dignità di tale opera, e parimente la cagione, da la quale è stato molto a scriverla: Novamente da la latina ne la Volgar lingua con molta diligentia tradotti, Valgrisi, 1546. Traduzione del De re aedificatoria di Leon Battista Alberti.
- Le piaceuoli et ingeniose questioni di Plutarcho, trattate in varii et diuersi conuiti d'huomini di raro intelletto de la Grecia, nuouamente tradotte in uolgare per Pietro Lauro Modenese, Comin da Trino, 1551. Traduzione dei Moralia di Plutarco.
- Oratorio de religiosi, et esercitio de virtuosi composto dal reverendo monsignor don Antonio di Gueuara. Di nuouo tradotto di spagnuolo in italiano per Pietro Lauro, Giolito, 1555. Traduzione del Oratorio de religiosos y exercicio de virtuosos compuesto por el illustre señor don Antonio de Guevara di Antonio de Guevara.
- Tesauro di Euonomo Filatro de rimedii secreti. Lib. fisico et medicinale, et in parte chimico et economico, cerca' l preparare i rimedij, et sapori diuersi, sommamente necessario a tutti i medici, et speciali. Aggiontoui molte, et diuerse figure de fornaci. Tradotto di latino in italiano, per m. Pietro Lauro, Sessa, 1556. Traduzione del De secretis remediis di Conrad Gessner.
- La seconda parte del libro chiamato monte Caluario che espone le sette parole, che disse Christo in sù la Croce. Composto dall' illustre sig. don Antonio di Gueuara, vescouo di Modognetto. Tradotto nuouamente di spagnuolo in italiano per m. Pietro Lauro. Con tre tauole, la prima è de'capitoli, la seconda delle autorità, figure et profetie, esposte dall'autore, et la terza delle cose notabili, che in tutta l'opera si contengono, Giolito, 1556. Traduzione del La segunda parte del libro llamado Monte Calvario. Compuesto por el reverendíssimo señor don Antonio de Guevara de buena memoria, obispo que fue de Mondoñedo di Antonio de Guevara.
- Il cauallier del sole, che con l'arte militare dipinge la peregrinatione della vita humana ... Tradotto nuouamente di spagnuolo in italiano per messer Pietro Lauro, Sessa, 1557. Traduzione del Cauallero del Sol: Libro intitulado Peregrinacion de la vida del hōbre puesta en batalla debaxo d los trabajos q̄ sufrió el Cauallero dl Sol, en defensa d la razō di Pedro Hernández de Villaumbrales.
- Raimondo Lullo Maiorico filosofo acutissimo, et celebre medico De' secreti di natura, ò Della quinta essentia. Libri due. Alberto Magno sommo filosofo, de cose minerali, et metalliche. Libri cinque. Il tutto tradotto da m. Pietro Lauro, Sessa, 1557. Traduzione di varie opere di Raimondo Lullo.
- Libro delle quatro infermita cortigiane, che sono catarro, gotta, artetica, sciatica, mal di pietre, & di reni, dolore di fianchi, et mal francese, & d'altre cose utilissime, composto per l'eccellentissimo dottore Luigi Lobera di Auila ... Con vn trattato di esperienze certissime, & prouate. Tradotto di spagnuolo in italiano per m. Pietro Lauro, Sessa, 1558. Traduzione del Libro de las quatro enfermedades cortesanas (catarro o rheuma, la gota, la calculosis renal y la sífilis o mal de bubas, que era considerado el más cortesano de todos los males) di Luis Lobera de Ávila.
- Historia di Valeriano d'Ongaria nella quale si trattano le alte imprese di caualleria fatte da Pasmerindo re d'Ongaria per amor della ... prencipessa Alberitia, Bosello, 1558. Traduzione de La Crónica del muy alto príncipe y esforçado cavallero Valerián de Ungría di Dionís Clemente.
- Luminare maggiore, vtile et necessario a tutti li medici, & speciali, raccolto da Nicolo Mutoni medico da molti eccellentissimi medici con vn breue commento di Jacopo Manlio; et il lume & il tesoro de speciali. Nuouamente tradotti in lingua volgare per Pietro Lauro & da molti errori espurgati, Bariletto, 1559. Traduzione dei testi di Niccolò Mutoni.
- Leandro il Bello, Tramezzino, 1560. Traduzione di un testo castigliano, in passato considerata opera originale.
- Fiori di consolatione ad ogni fedel christiano necessarii, a passare l'onde di queste miserie humane, senza rimaner sommerso. Con i rimedi ad ogni infirmità spirituale composti delle sententie della Sacra Scrittura, & de' santi dottori catolici. Raccolti dal reuerendo padre fra Tomaso di Valenza, dell'ordine di San Domenico, et tradotti dallo spagnolo per m. Pietro Lauro Modonese, Giolito, 1562. Traduzione di testi di Tommaso di Villanova.
- Trattato dell'oratione et devotione, del r. p. fra Luigi di Granata... Nuovamente tradotto di spagnuolo in italiano da m. Pietro Lauro... E questo è il quarto fiore della nostra ghirlanda spirituale, Giolito, 1564. Traduzione di testi di Luis de Granada.
- Deuotissime meditationi per i giorni della settimana tanto per la mattina come per la sera. Composte dal r.p.f. Luigi di Granata dell'Ordine de' padri predicatori... Nuouamente tradotta da Pietro Lauro modonese ... Questo è il terzo fiore della nostra Ghirlanda spirituale., Giolito, 1568. Traduzione di testi di Luis de Granada.
- Tutte l'opere del r. padre fra Luigi di Granata dell'Ordine di san Domenico. Nelle quali con molto feruor di spirito, con gran dottrina, & con incredibile facilità, s'ammaestra un cristiano di quanto gli può far bisogno, dal principio della sua conversione fino alla perfettione. Nuouamente tradotte di spagnuolo in italiano da diuersi auttori, e con molta diligentia riviste, et adornate di postille, che mostrano le sententie più, Giolito, 1568. Traduzione di testi di Luis de Granada.[21]
Note
modifica- ^ a b c d e f g Dini, p. 119
- ^ a b Malaguti, p. 3
- ^ a b c d e Bombardini, p. 178
- ^ Campetella, p. 22
- ^ Malaguti, pp. 3-4
- ^ a b c Tiraboschi, p. 76
- ^ a b Malaguti, p. 4
- ^ Tiraboschi, p. 77
- ^ Malaguti, pp. 4-5
- ^ Malaguti, p. 5
- ^ Malaguti, pp. 11-12
- ^ Malaguti, p. 19
- ^ a b c Dini, pp. 119-120
- ^ Dini, p. 120
- ^ a b Dini, pp. 120-121
- ^ a b c Dini, p. 121
- ^ Dini, pp. 121-122
- ^ a b Dini, p. 122
- ^ Michela Valente, Il seme fecondo dell'eresia, in La Lettura, Milano, Corriere della Sera, 24 ottobre 2021, p. 7. URL consultato il 26 novembre 2024 (archiviato il 26 novembre 2024).
- ^ Tiraboschi, p. 80
- ^ Malaguti, pp. 137-146
Bibliografia
modifica- (ES) Monica Bombardini, El Polendo de Pietro Lauro: un heredero italiano de Palmerín, in Historias Fingidas, n. 2, Università degli Studi di Verona, 2014, pp. 173-183. URL consultato l'11 novembre 2024 (archiviato l'11 novembre 2024).
- (FR) Moreno Campetella, L’horticulture et le jardinage en France et en Italie au xvie siècle: le cas des manuels de techniques horticoles de Charles Estienne (1536) et des traductions italiennes de Pietro Lauro (1545), in Cahiers d’études italiennes, n. 27, Università di Grenoble, 2018, pp. 1-22. URL consultato l'11 novembre 2024 (archiviato il 29 dicembre 2023).
- Gabriele Dini, LAURO, Pietro, in Dizionario Biografico degli Italiani, VI, Istituto della Enciclopedia Italiana, 2005. URL consultato l'11 novembre 2024.
- Marta Malaguti, Pietro Lauro, traduttore dei Colloquia erasmiani, Università degli Studi di Roma "La Sapienza", 2012. URL consultato l'11 novembre 2024 (archiviato il 14 novembre 2024).
- Stefano Neri, «El Cautivo de la Cruz» L’infanzia dell’eroe fra romanzo cavalleresco e novela de cautivos nel Lepolemo (Valencia, 1521), in Monographica: El mundo ibérico e Italia, n. 7, Università degli Studi di Torino, 2007, pp. 36-50. URL consultato il 19 novembre 2024 (archiviato il 17 ottobre 2022).
- Girolamo Tiraboschi, LAURO PIETRO Modenese, in Biblioteca modenese ovvero notizie della vita e delle opere degli scrittori nati negli stati del duca di Modena, III, Modena, 1783, pp. 76-81. URL consultato il 15 novembre 2024.
- (ES) Giulia Tomasi, La investidura caballeresca: tradición y traducción de un pasaje iniciático en los libros de caballerías españoles del siglo XVI, in Revista de Filología Románica, n. 41, Università Complutense di Madrid, 2024, pp. 133-142. URL consultato il 17 novembre 2024 (archiviato il 27 agosto 2024).
Altri progetti
modifica- Wikisource contiene una pagina dedicata a Pietro Lauro
Collegamenti esterni
modifica- Gabriele Dini, LAURO, Pietro, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 64, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2005.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 89102278 · ISNI (EN) 0000 0004 4645 805X · SBN CFIV083214 · BAV 495/84412 · CERL cnp01096613 · LCCN (EN) n88607605 · GND (DE) 132740664 · BNE (ES) XX5598061 (data) · BNF (FR) cb12267853h (data) · J9U (EN, HE) 987007264341205171 · NSK (HR) 000470363 |
---|