Principato di Taranto

dominio feudale all'interno dei Regni di Sicilia e poi di Napoli, esistito dal 1088 al 1465
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Il Principato di Taranto (1088-1465) fu un principato normanno di cui Taranto divenne la capitale.

Principato di Taranto
Principato di Taranto - Stemma
Principato di Taranto - Localizzazione
Principato di Taranto - Localizzazione
Il Principato di Taranto, verde scuro, all'interno del Regno di Sicilia nel 1154.
Dati amministrativi
Lingue parlateLatino e greco
CapitaleTaranto
Dipendente da Regno di Sicilia
(1130-1282),
Regno di Napoli
(1282-1465)
Politica
Forma di governoPrincipato
Nascita1088
Fine1465
Territorio e popolazione
Territorio originaleItalia meridionale
Evoluzione storica
Preceduto da Ducato di Puglia e Calabria
Succeduto da Regno di Napoli

Il primo reggente fu il figlio di Roberto il Guiscardo, Boemondo I d'Antiochia, che ottenne il titolo in seguito a una disputa di successione: il padre, dopo aver ripudiato la prima moglie Alberada, madre di Boemondo, prese in moglie Sichelgaita. Con quest'ultima ebbe un figlio, Ruggero Borsa, che designò come suo successore al ducato di Puglia, mentre a Boemondo furono assegnate le conquiste di oltremare[1] durante una dieta di Conti avvenuta nel 1081, prima che Roberto partisse per la spedizione contro Alessio Comneno Imperatore d'Oriente[1].

Nel 1085, dopo la morte a Cefalonia del padre Roberto, al ritorno in Puglia, avvenuto dopo aver cooperato brillantemente ai successi paterni in Dalmazia, rivendicò i diritti di primogenitura, contro al fratello Ruggiero, quindi si levò in armi, occupando Oria e racolse i suoi seguaci tra Taranto e Otranto. Ruggiero non scese in campo, anzi prevenendo maggiori offese gli cedette alcuni suoi domini, assegnandoli nel maggio 1086 Taranto, Otranto, Gallipoli ed altre terre, raggiungendo un primo accordo[1].

Nel settembre 1087 Boemondo tornò in guerra contro il fratello Ruggiero, presso Fragnito vicino a Benevento[1] e successivamente, vedendo allargarsi il conflitto, lo zio di entrambi, Ruggero, conte di Sicilia riuscì a stipulare un nuovo accordo con Boemondo che ottenne una estensione dei territori sino alla Terra di Bari, di qui fu costituito il primo nucleo del Principato[2].

Il Principato di Taranto, durante i suoi 377 anni di storia, fu talora un potente dominio feudale dipendente del Regno di Sicilia (e più tardi del Regno di Napoli), altre volte si ridusse a mero titolo, spesso concesso all'erede al trono o al marito d'una regina regnante.

Estensione del Principato

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Nel 1086 i territori ceduti a Boemondo corrispondevano, oltre alla città di Taranto, ai territori della contea di Conversano e gran parte del Salento, tranne Lecce e Ostuni[3]. Nel corso degli anni il Principato di Taranto fu più volte smembrato, sia perché i suoi Principi, per ricompensare dei servigi resi loro da cavalieri, donavano parte dei loro domini, sia perché i Sovrani napoletani, timorosi della potenza a cui era giunto il Principato, ne sottraevano dei territori che donavano ad altri baroni.
Dopo il 1399, infatti, con la titolarità del Principato passata a Raimondo Orsini Del Balzo, i domini del Principato si sommarono a quelli della Contea di Lecce, della contea di Soleto ed alcune baronie e signorie in Terra di Lavoro e Terra di Bari.

1399-1406 1414-1421 1421-1446 1446-1459 1459-1462
Taranto Taranto Taranto Taranto Taranto
Ginosa Ginosa Ginosa Ginosa Ginosa
Martina Franca Martina Franca Martina Franca Martina Franca Martina Franca
Mottola Mottola Mottola Mottola Mottola
Palagiano Palagiano Palagiano Palagiano Palagiano
Castellaneta Castellaneta Castellaneta Castellaneta Castellaneta
Francavilla Fontana Francavilla Fontana Francavilla Fontana Francavilla Fontana Francavilla Fontana
Oria Oria Oria Oria Oria
Ostuni Ostuni Ostuni Ostuni Ostuni
Gallipoli Gallipoli Gallipoli Gallipoli Gallipoli
Otranto Otranto Otranto Otranto Otranto
Ugento Ugento Ugento Ugento
Nardò Nardò Nardò Nardò
Massafra Massafra Massafra Massafra
Matera Matera Matera
Laterza Laterza Laterza
Pulsano Pulsano Pulsano Pulsano
Leporano Leporano Leporano Leporano
Avetrana Avetrana Avetrana Avetrana
Castellana Castellana Castellana Castellana
Polignano Polignano Polignano Polignano
Casarano Casarano Casarano Casarano
Poggiardo Poggiardo Poggiardo Poggiardo
Surano
Giurdignano Giurdignano Giurdignano Giurdignano
Scorrano Scorrano Scorrano Scorrano
Nociglia Nociglia Nociglia Nociglia
Gioia del Colle Gioia del Colle
Venosa
Noci Noci

Principi di Taranto

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Stemma degli Altavilla di Sicilia.
 
Emblema degli Angiò, principi di Taranto.
  1. ^ a b c d Il Principato di Taranto nella enciclopedia italiana, estratto dalla Rassegna"Taranto" Luglio - Dicembre 1937 - XVI, Taranto, p. 1. Ospitato su Biblioteca civica di Taranto Pietro Acclavio.
  2. ^ De Blasiis, I, in op. cit., III, Napoli, 1873.
  3. ^ F. Porsia e M. Scionti, Taranto, collana Le Città nella storia d’Italia, Bari-Roma, Laterza, 1989, p. 34, ISBN 88-420-3454-1, SBN CFI0168790.
  4. ^ Giovanni Antonucci, Per la storia del Principato di Taranto (PDF), su rmoa.unina.it, Mesagne (Brindisi), A. Nitti, 1999, p. 3. URL consultato il 27 gennaio 2022.
  5. ^ (DE) Matthias Thumser, Die Frangipane - Abriß der Geschichte einer Adelsfamilie im hochmittelalterlichen Rom, su perspectivia.net, collana Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken, vol. 71, p. 162. URL consultato il 27 gennaio 2022.

Bibliografia

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  • O. Casanova, Il Principato di Taranto e gli Angioini, Taranto, Cooperativa tipografica, 1908, SBN BRI0016170.
  • G. C. Speziale, Storia militare di Taranto negli ultimi cinque secoli, rist. 1979 [Bari 1930], SBN CFI0465808.
  • G. M. Monti, La condizione giuridica del Principato di Taranto, Bari, Tipografia Cressati, 1928, SBN BRI0017140.
  • Autori varî, Il Principato di Taranto dai Normanni agli Angioini, Manduria (Taranto), Industria grafica Tiemme, 1994, SBN TA10000905.
  • Luigi Madaro, Le origini del Principato di Taranto, Alessandria, Industria Grafica O. Ferrari & Co., 1926, SBN BRI0018125.

Voci correlate

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  NODES
Intern 2
Note 2
OOP 2
os 20