Propaganda (libro)

Propaganda è un saggio pubblicato nel 1928 da Edward Bernays, considerato uno dei padri fondatori delle moderne relazioni pubbliche. In questo libro, Bernays analizza il ruolo della propaganda nella società dei consumi moderna e le sue applicazioni nell'influenzare le masse e l'opinione pubblica. Egli esplora l'idea che la manipolazione dell'opinione pubblica sia una parte necessaria del funzionamento democratico e che i leader politici, i governi e le imprese abbiano bisogno di strumenti per guidare e modellare le convinzioni delle persone.[1] L'opera è famosa per il suo approccio innovativo all'uso della comunicazione di massa per influenzare il pensiero e il comportamento, e per il suo legame con il concetto di "ingegneria del consenso". Bernays sviluppa queste idee partendo dai principi della psicologia delle folle di Gustave Le Bon e dalla teoria freudiana della psiche, attraverso l'insegnamento dello zio, Sigmund Freud. Il saggista americano Walter Lippmann fu il mentore non riconosciuto di Bernays e il suo lavoro The Phantom Public influenzò notevolmente le idee espresse in Propaganda un anno dopo.[2] Questo libro contribuì a consacrare Bernays come il "padre delle relazioni pubbliche ".[3]

Propaganda
Titolo originalePropaganda
AutoreEdward Bernays
1ª ed. originale1928
Editio princepsHorace Liveright
Generesaggio
Lingua originaleinglese
Preceduto daVerdict of Public Opinion on Propaganda
Seguito daThis Business of Propaganda

Sinossi

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I capitoli da uno a sei affrontano la complessa relazione tra psicologia umana, democrazia e aziende. Bernays sostiene che una minoranza intelligente e dominante, attraverso la propaganda e la gestione strategica delle informazioni, può orientare la maggioranza meno informata. Egli giustifica la manipolazione dell'opinione pubblica come uno strumento necessario per mantenere ordine nella società democratica, dove i cittadini non possono essere pienamente informati su ogni questione.[4] “L’ingegneria del consenso” delle masse sarebbe, secondo l'autore, vitale per la sopravvivenza della democrazia.[5] Spiega Bernays:[6]

«La manipolazione cosciente e intelligente delle abitudini e delle opinioni organizzate delle masse è un elemento importante della società democratica. Coloro che manipolano questo meccanismo invisibile della società costituiscono un governo invisibile che è il vero potere dominante del nostro paese. Siamo governati, le nostre menti sono plasmate, i nostri gusti formati, le nostre idee suggerite, in gran parte da uomini di cui non abbiamo mai sentito parlare.»

Bernays estende questo argomento anche all'ambito economico, descrivendo come positivo l'impatto della propaganda al servizio del capitalismo.[7][8]

«Una singola fabbrica, potenzialmente in grado di rifornire un intero continente con il suo particolare prodotto, non può permettersi di aspettare che il pubblico chieda il suo prodotto; deve mantenere un contatto costante, attraverso la pubblicità e la propaganda, con il vasto pubblico, per assicurarsi la domanda continua che renderà redditizia la sua costosa fabbrica.»

Bernays descrive come una "minoranza invisibile" o élite eserciti il potere reale nella società, controllando l'opinione pubblica attraverso l'uso della propaganda. Egli ritiene che questa élite abbia una responsabilità nel guidare la società verso il progresso e attribuisce grande importanza al potere che si concentra nelle mani dei "produttori di propaganda", come lui stesso si autodefinisce. Egli sostiene che "i pensieri e le azioni degli individui di oggi non sono altro che un surrogato compensativo di quei desideri che l'uomo è stato obbligato a reprimere col tempo".[9] Bernays suggerisce che la propaganda può diventare sempre più efficace e influente attraverso la scoperta delle motivazioni più nascoste alla base delle scelte comportamentali delle masse, e introduce il concetto di "ingegneria del consenso",ovvero la capacità di creare consenso popolare su determinate idee o azioni, utilizzando tecniche psicologiche e mezzi di comunicazione di massa. Bernays propone questa pratica come un’arte necessaria e benigna, se condotta correttamente, per gestire la complessità sociale e l'economia capitalistica.

«I governi, siano essi monarchici, costituzionali, democratici o comunisti, dipendono per il successo dei loro sforzi, dal consenso dell’opinione pubblica e, di fatto, il governo può governare solo in virtù del consenso dell’opinione pubblica. Lo stesso vale per le industrie, i servizi pubblici, i movimenti educativi e tutti i gruppi che rappresentano qualsiasi concetto o prodotto, siano essi idee maggioritarie o minoritarie: si ha successo solo grazie all’approvazione dell’opinione pubblica. Questo fa dell’opinione pubblica il partner nascosto di ogni grande opera.»

Un'altra parte significativa del libro è dedicata all'applicazione della propaganda nel mondo del marketing e della pubblicità commerciale, nonché nel contesto della politica. Bernays spiega come le aziende possano sfruttare la propaganda per vendere prodotti e come i governi possano usarla per ottenere il supporto pubblico su temi nazionali e internazionali.

Gli ultimi cinque capitoli ribadiscono ampiamente i concetti espressi in precedenza nel libro e forniscono casi di studio su come utilizzare la propaganda per promuovere efficacemente i diritti delle donne, l'istruzione e i servizi sociali.[1]

«Le pubbliche relazioni sono necessarie alle iniziative sociali. E poiché il servizio sociale, per sua natura, può continuare solo grazie al sostegno volontario dei cittadini ricchi, è obbligato a ricorrere continuamente alla propaganda. I leader del servizio sociale sono stati tra i primi ad utilizzare consapevolmente la propaganda nel suo senso più moderno. Il grande nemico di ogni tentativo di cambiare le abitudini degli uomini è l’inerzia, che è fra i fattori più limitanti per lo sviluppo di ogni civiltà. Il nostro atteggiamento verso le relazioni sociali, verso l’economia, verso la politica nazionale e internazionale, prosegue nel solco degli atteggiamenti del passato e li rafforza con la forza della tradizione.»

Impatto

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Propaganda ha avuto un impatto notevole nel campo delle relazioni pubbliche, del marketing, della pubblicità (anche ingannevole) e della comunicazione politica. Bernays, nel suo lavoro di consulente per grandi aziende e politici, ha utilizzato molte delle idee esposte nel libro per influenzare il comportamento dei consumatori e degli elettori. Lo studioso di relazioni pubbliche Curt Olsen sostiene che il pubblico accettò ampiamente la visione "solare" della propaganda offerta da Bernays, un'accettazione che venne erosa solo in luce dei devastanti esiti della seconda guerra mondiale.[10] L'opera ha sollevato dibattiti sul ruolo della propaganda nella società democratica, sollevando preoccupazioni su questioni etiche e sulla potenziale manipolazione del pubblico. Molti critici sostengono che Propaganda abbia contribuito alla crescita di una cultura consumistica e alla creazione di strategie persuasive occulte che sfruttano le debolezze psicologiche delle persone.[10] Scrittori come Marvin Olasky invece giustificano Bernays, dipingendolo come paladino della democrazia moderna ed accettando le sue élite "invisibili" come l’unica alternativa contro il controllo autoritario delle masse.[11]

I concetti delineati in Propaganda di Bernays e in altre opere hanno permesso lo sviluppo del primo "modello bidirezionale" delle relazioni pubbliche, utilizzando elementi delle scienze sociali per orientare meglio l'opinione pubblica.[3] Bernays giustificò le relazioni pubbliche come professione sottolineando come nessun individuo potesse avere il monopolio della verità.[3] Secondo l'esperto di relazioni pubbliche Stuart Ewen, "Ciò che Lippmann ha esposto in termini generali e astratti, è stato da Bernays ripreso in termini specifici e pratici ".[12] Nonostante le controversie, il libro è stato e continua ad essere un riferimento fondamentale per chi studia le tecniche di comunicazione e persuasione, le relazioni pubbliche e il marketing. L’approccio analitico di Bernays e le sue teorie innovative hanno aperto la strada alla moderna industria delle pubbliche relazioni e della pubblicità, influenzando profondamente la comunicazione politica e commerciale del XX e XXI secolo. Le sue tecniche sono ormai elementi fondamentali per la creazione di elementi cruciali nella società contemporanea come ad esempio il personal brand o le campagne politiche .[13]

Critiche e controversie

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L'approccio di Bernays alla propaganda ha suscitato polemiche sia ai suoi tempi che successivamente. Molti studiosi e critici hanno sollevato preoccupazioni etiche riguardo all'idea di manipolare l'opinione pubblica per il bene di una "minoranza illuminata". Alcuni vedono nel suo lavoro i semi di pratiche propagandistiche più sinistre, come quelle adottate dai regimi totalitari durante il XX secolo.

«Secondo le concezioni prevalenti negli Stati Uniti, non c'è alcuna violazione della democrazia se alcune corporazioni controllano il sistema di informazione: in effetti, questa è l'essenza della democrazia. Negli Annali dell'Accademia Americana di Scienze Politiche e Sociali, la figura di spicco dell'industria delle relazioni pubbliche, Edward Bernays, spiega che “l'essenza stessa del processo democratico” è “la libertà di persuadere e suggerire”, un processo che egli definisce “l'ingegneria del consenso”.»

Altri, invece, riconoscono il contributo di Bernays nel professionalizzare il campo delle relazioni pubbliche e nel portare alla luce il potenziale della comunicazione di massa come strumento per modellare il comportamento umano in contesti democratici e commerciali.

Edizioni e traduzioni

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Dal 1928, Propaganda è stato ristampato numerose volte ed è stato tradotto in varie lingue. L'opera è diventata un testo di riferimento in numerosi corsi universitari di comunicazione, pubblicità e scienze politiche. La sua influenza si estende ancora oggi, soprattutto nell'era dei media digitali, dove molte delle sue teorie sono considerate attuali per comprendere le dinamiche di persuasione attraverso i social media e le campagne politiche moderne. Le edizioni pubblicate in Italia sono 4:

  • Propaganda: come si manipola l'opinione pubblica e si fabbrica il consenso. Pref. Giorgio Bianchi. Traduzione di Giò Fumagalli e Fabrizio Roscelli. Milano: Ibex Edizioni, 2024
  • Propaganda. Come manipolare l'opinione pubblica. A cura di Raf Valvola Scelsi, traduzione di Giancarlo Carlotti. Milano: Shake Edizioni, 2020
  • Propaganda. L'arte di manipolare l'opinione pubblica. Traduzione di Andrea Roveda. Piano B Edizioni, 2018
  • Propaganda. Della manipolazione dell'opinione pubblica in democrazia. Traduzione di Augusto Zuliani. Roma: Fausto Lupetti Editore, 2008
  1. ^ a b Bernays.
  2. ^ Karl Rove & the Spectre of Freud’s Nephew by Stephen Bender, su archive.lewrockwell.com. URL consultato il 20 settembre 2024.
  3. ^ a b c Turow, 565.
  4. ^ Bernays, 20.
  5. ^ Bernays, 11.
  6. ^ Bernays, 9.
  7. ^ Bernays, 61.
  8. ^ Bernays, 57.
  9. ^ Bernays, 52.
  10. ^ a b Olsen.
  11. ^ Olasky
  12. ^ Tye, 98.
  13. ^ Tye, ix.

Bibliografia

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  • Edward Bernays (1928). Propaganda. New York: Horace Liveright. Versione digitale su HathiTrust
  • Marvin Olasky (1984). "Roots of Modern Public Relations: The Bernays Doctrine." Public Relations Quarterly.
  • Curt Olsen (July 2005). "Bernay vs. Ellul: Two views of propaganda". Public Relations Tactics 12(7), p. 28.
  • Joseph Turow (2011). Media Today: An Introduction to Mass Communication. New York, New York: Routledge.
  • Larry Tye (2002). The Father of Spin: Edward L. Bernays and The Birth of Public Relations. Picador.

Collegamenti esterni

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