Il redditometro è uno strumento di accertamento sintetico del reddito, che consente al fisco italiano una determinazione indiretta del reddito complessivo del contribuente, basata sulla capacità di spesa del medesimo. Istituito nel 1973, il redditometro è stato codificato in norma primaria nel 2015 dal governo Renzi ed abrogato nel 2018 dal governo Conte I.[1]

Indice di capacità contributiva

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Attraverso il redditometro, l'Agenzia delle entrate prende come riferimento il possesso o la disponibilità di taluni beni che sono sintomo (indicatori) di capacità contributiva e associa agli stessi un certo reddito, utilizzando appositi coefficienti e dati tratti da un decreto ministeriale del Ministero dell'economia e delle finanze. Così facendo, individua una sorta di reddito "congruo" in relazione al mantenimento di ogni bene. I singoli redditi associati ai beni vengono cumulati, con opportuni aggiustamenti di decurtazione, dando vita al reddito sintetico complessivamente accertato in capo al contribuente.

Qualora il reddito individuato risulti maggiore rispetto a quello dichiarato, e lo scostamento sia superiore a 1/5, l'amministrazione finanziaria sarà legittimata a emettere un avviso di accertamento, basato proprio su tale rideterminazione sintetica del reddito. La ratio è, in sostanza, che se il contribuente ha potuto permettersi certe spese, avrà dovuto pur finanziarle in un certo modo, che il fisco presume essere la percezione di redditi in nero.

Spetterà a questo punto al contribuente dimostrare che il mantenimento dei beni che risultano in suo possesso è finanziato da redditi esenti (e come tali non suscettibili di dichiarazione), da smobilizzi patrimoniali, da elargizioni del coniuge o genitore o, in generale, offrire qualunque giustificazione che escluda la percezione di redditi non dichiarati al fisco.

Indice di arricchimenti illeciti

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Il tentativo di utilizzare il medesimo meccanismo contro una singola categoria di persone, per acquisire elementi sulla commissione di illeciti, è stato respinto in sede di votazione dell'emendamento 3.12 al disegno di legge "delega al governo recante disposizioni per un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita" (1058): era uno strumento per verificare «arricchimenti illeciti ai danni dell'erario da parte di chi ricopre, o abbia ricoperto negli ultimi venti anni, cariche pubbliche elettive o incarichi di rilievo nelle pubbliche amministrazioni, basato su un confronto del patrimonio del soggetto con tutti i redditi»[2].

  1. ^ Redditometro, cos’è, come funziona e da quanto esiste? Lo stop di Meloni, la polemica, la questione tecnica, su Corriere della Sera, 23 maggio 2024. URL consultato il 25 maggio 2024.
  2. ^ Legislatura 17ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 181 del 04/02/2014.

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