Regina consorte

consorte di un monarca regnante

Una regina consorte è la moglie di un re regnante. Una regina consorte di solito condivide il rango e l'equivalente femminile dei titoli del marito, ma non i suoi poteri politici e militari[2]. Molte regine nella storia furono regine consorti (al contrario le regine regnanti, che ereditano il trono alla morte del precedente monarca e regnano per proprio diritto, sono molto meno numerose)[3].

Carlotta del Belgio, imperatrice consorte in Messico. È stata la prima donna a governare nelle Americhe[1]

La moglie di un re regnante è chiamata regina consorte.

Il marito di una regina regnante, al contrario, normalmente non è definito "re consorte", benché ciò fosse frequente nel passato dell'Europa per i mariti delle regine regnanti prendere il titolo di re (ad esempio Filippo II di Spagna in Inghilterra, Antonio di Borbone-Vendôme in Navarra, Enrico Stuart, Lord Darnley in Scozia, ecc.), venendo invece chiamato principe o principe consorte, come accaduto ai mariti delle regine del Regno Unito Vittoria ed Elisabetta II o al principe consorte Henrik di Danimarca[4].

Qualora qualche titolo diverso da quello di re sia detenuto dal sovrano, sua moglie viene indicata con l'equivalente femminile, come la principessa consorte o l'imperatrice consorte[2].

Nelle monarchie dove la poligamia è stata (come ad esempio Marocco e Thailandia) o è tuttora praticata (come ad esempio la nazione Zulu) il numero delle mogli varia. In Marocco, l'attuale re Mohammed VI ha rotto con la tradizione e ha dato a sua moglie Lalla Salma il titolo di principessa[5]. Prima del regno di re Mohammed VI, la monarchia marocchina non aveva un tale titolo. In Thailandia (come quasi ogni altra monarchia), la regina e il re devono essere di sangue reale[5]. Alle altre consorti del re sono attribuiti i titoli reali che conferiscono lo status. Altre culture mantengono tradizioni diverse sullo status regale. Un capo Zulu designò una delle sue mogli "Grande Moglie", che sarebbe l'equivalente di regina consorte.

Ruolo della regina consorte

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Teresa Cristina di Borbone-Due Sicilie, imperatrice consorte del Brasile

In generale, le consorti dei monarchi non hanno potere di per sé, anche quando la loro posizione è costituzionalmente o statutorialmente riconosciuta. Spesso, però, la regina consorte di un re defunto (la regina vedova o la regina madre) ha avuto le funzioni di reggente, mentre suo figlio, l'erede al trono, non poteva ancora accedervi a causa dei limiti d'età[3], ad esempio:

Accanto a questi esempi, ci sono stati molti casi di regine consorti che essendo scaltre o ambiziose statiste riuscirono a essere, anche se non ufficialmente, tra i principali consiglieri del re. In alcuni casi, la regina consorte è stata la forza principale dietro il trono di suo marito[6]; per esempio: Maria Luisa di Parma, moglie di Carlo IV di Spagna, Aleksandra Fëdorovna (Alice d'Assia), moglie e Imperatrice consorte di Nicola II di Russia, e la Regina Min, moglie e consorte di Re Gojong di Joseon (suo marito divenne Imperatore di Corea dopo la sua morte).

Governo congiunto

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Vi sono alcuni casi in cui una coppia di sposi ha governato congiuntamente.

Aragona e Castiglia

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Ferdinando II di Aragona e sua moglie Isabella, regina per proprio diritto come Isabella I di Castiglia, governarono i loro regni come un solo dominio. Ferdinando era anche chiamato Ferdinando V di Castiglia. Comunque, i due regni non sarebbero stati legalmente uniti fino a quando il nipote dei due monarchi, il futuro imperatore Carlo V d'Asburgo, ascese a entrambi i troni come Carlo I di Spagna[7].

Inghilterra, Scozia e Irlanda

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Il regno condiviso di Guglielmo III e Maria II d'Inghilterra fu il risultato di un cambiamento unico della legge di successione da parte del Parlamento d'Inghilterra. Quando Maria, figlia protestante ed erede presunta di Giacomo II, fu rimpiazzata nell'Ordine di successione per la nascita di un figlio maschio dalla regina consorte cattolica di suo padre, i Protestanti si sentirono provocati[8].

Il marito di Maria, Guglielmo d'Orange, Statolder della Repubblica protestante olandese e anche discendente di Giacomo I, fu invitato a salire sul trono del suo deposto suocero. Dopo che Giacomo II ebbe lasciato il paese, il Parlamento offrì la corona a Guglielmo e Maria congiuntamente.

La coppia rimase senza figli e Guglielmo regnò da solo dopo la morte di Maria II nel 1694. Alla sua morte, nel 1702, la carica di Statolder rimase vacante, mentre in Inghilterra la Regina Anna, sorella di Maria, divenne la nuova sovrana[8].

Esempi di regali consorti

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Regine consorti del passato

Regine consorti attuali

Poiché le regine consorti mancano di un numero ordinale con cui distinguerle, molti testi storici ed enciclopedie si riferiscono alle defunte consorti con il loro nome o titolo pre-matrimonio o da nubile, non con il titolo coniugale reale.

Quindi:

  1. ^ (EN) Carlota, The Belgian Princess Who Went Mad When She Became A Mexican Empress - Cultura Colectiva, su culturacolectiva.com, 22 gennaio 2023. URL consultato il 25 maggio 2024.
  2. ^ a b Lisa Hilton, Queens consort: England's medieval queens, collana A Phoenix paperback, Paperback ed, Phoenix, 2009, ISBN 978-0-7538-2611-9.
  3. ^ a b What is Queen Consort? What will be the role of Camilla?, in The Economic Times, 9 settembre 2022. URL consultato il 25 maggio 2024.
  4. ^ George Gordon Andrews, Prince Consort. Frank B. Chancellor, in The Journal of Modern History, vol. 4, n. 2, 1932-06, pp. 302–302, DOI:10.1086/235890. URL consultato il 25 maggio 2024.
  5. ^ a b Fanny Davis, The Ottoman lady: a social history from 1718 to 1918, collana Contributions in women's studies, Greenwood press, 1986, ISBN 978-0-313-24811-5.
  6. ^ (EN) Helen Watanabe-O’Kelly, Cultural Transfer and the Eighteenth-Century Queen Consort, in German History, vol. 34, n. 2, 2016-06, pp. 279–292, DOI:10.1093/gerhis/ghw002. URL consultato il 25 maggio 2024.
  7. ^ Ernest Belenguer, Ferdinando e Isabella. I Re Cattolici, Roma, Salerno Editrice, 1999.
  8. ^ a b Maureen Waller, Sovereign ladies: the six reigning queens of England, Murray, 2006, ISBN 978-0-7195-6628-8.

Voci correlate

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