Requiem

messa secondo il rito liturgico della Chiesa cattolica celebrata in memoria del defunto
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Il requiem è una messa secondo il rito liturgico della Chiesa cattolica eseguita e celebrata in memoria del defunto. Viene celebrata come servizio funebre, in particolare nel caso di funerali solenni, e nel giorno dei defunti, che vengono commemorati il 2 novembre. Secondo la religione cattolica le messe offerte in memoria dei defunti che si trovano in Purgatorio possono abbreviare la loro permanenza di espiazione, a favore di un più celere passaggio al Paradiso.

Autografo del Requiem K 626 di Wolfgang Amadeus Mozart: l'inizio del Dies Irae

L'uso, molto popolare, della parola requiem deriva dalle parole iniziali dell'Introito: «Requiem aeternam dona eis, Domine, et lux perpetua luceat eis.» («L'eterno riposo dona loro, Signore, e splenda ad essi la luce perpetua.») Il rito delle esequie nella liturgia cattolica differisce dalla messa di tutti i giorni anche perché vengono omesse alcune parti, mentre è prevista la sequenza Dies irae.

Testi del messale

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I testi della Messa da Requiem presenti nell'attuale Messale Romano (riformato dopo il Concilio Vaticano II), sono solo in parte quelli che, nel corso dei secoli, hanno ispirato molti grandi compositori. Sono invece integralmente presenti nel Messale promulgato da papa Giovanni XXIII nel 1962 (spesso detto "tridentino"), utilizzato per la celebrazione della Messa nella forma straordinaria del rito romano.

Introito

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(LA)

«Requiem aeternam dona eis, Domine, et lux perpetua luceat eis; Te decet hymnus Deus in Sion, et tibi reddetur votum in Jerusalem: exaudi orationem meam, ad te omnis caro veniet.»

(IT)

«Dona loro eterno riposo, o Signore, e splenda ad essi la luce perpetua. A Te si deve lode, o Dio, in Sion, a Te si sciolga il voto in Gerusalemme: a Te, che ascolti la preghiera, viene ogni mortale.»

Kyrie eleison

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Come nell'Ordinario della messa.

Graduale

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(LA)

«Requiem aeternam dona eis, Domine, et lux perpetua luceat eis; In memoria aeterna erit iustus ab auditione mala non timebit.»

(IT)

«Dona loro eterno riposo, o Signore, e splenda ad essi la luce perpetua. Il giusto sarà sempre ricordato, non temerà annunzio di sventura.»

(LA)

«Absolve Domine animas omnium fidelium defunctorum ab omni vinculo delictorum, et gratia tua illis succurrente mereantur evadere iudicium ultionis, et lucis aeternae beatitudine perfrui.»

(IT)

«Assolvi, Signore, le anime di tutti i fedeli defunti da tutti i vincoli dei loro peccati, possano meritare di evitare il giudizio finale per la tua grazia, e godano beati della luce eterna.»

Sequenza

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(LA) «

Dies irae, dies illa
solvet saeclum in favilla,
teste David cum Sybilla.

Quantus tremor est futurus,
quando judex est venturus,
cuncta stricte discussurus.

Tuba mirum spargens sonum
per sepulchra regionum,
coget omnes ante thronum.

Mors stupebit et natura,
cum resurget creatura,
judicanti responsura.

Liber scriptus proferetur,
in quo totum continetur,
unde mundus judicetur.

Judex ergo cum sedebit,
quidquid latet apparebit,
nil inultum remanebit.

Quid sum miser tunc dicturus,
quem patronum rogaturus,
cum vix justus sit securus.

Rex tremendae maiestatis,
qui salvandos salvas gratis,
salva me, fons pietatis.

Recordare Jesu pie,
quod sum causa tuae viae,
ne me perdas illa die.

Quaerens me sedisti lassus,
redemisti crucem passus;
tantus labor non sit cassus.

Juste judex ultionis,
donum fac remissionis
ante diem rationis.

Ingemisco tamquam reus,
culpa rubet vultus meus:
supplicanti parce, Deus.

Qui Mariam absolvisti,
et latronem exaudisti,
mihi quoque spem dedisti.

Preces meae non sunt dignae,
sed tu, bonus, fac benigne,
ne perenni cremer igne.

Inter oves locum praesta,
et ab haedis me sequestra,
statuens in parte dextra.

Confutatis maledictis,
flammis acribus addictis,
voca me cum benedictis.

Oro supplex et acclinis,
cor contritum quasi cinis,
gere curam mei finis.

Lacrimosa dies illa,
qua resurget ex favilla
judicandus homo reus.
Huic ergo parce, Deus.

Pie Jesu Domine,
dona eis requiem!
Amen!

»
(IT) «

Giorno d'ira, quel giorno
distruggerà il mondo nel fuoco,
come affermano Davide e la Sibilla.

Quanto terrore ci sarà,
quando verrà il giudice,
per giudicare ogni cosa.

Una tromba che diffonde un suono meraviglioso
nei sepolcri di tutto il mondo,
chiamerà tutti davanti al trono.

La morte e la natura stupiranno,
quando la creatura risorgerà,
per rispondere al giudice.

Verrà aperto il libro,
nel quale tutto è contenuto,
in base al quale il mondo sarà giudicato.

Non appena il giudice sarà seduto,
apparirà ciò che è nascosto,
nulla resterà ingiudicato.

E io che sono misero che dirò,
chi chiamerò in mia difesa,
se a mala pena il giusto è tranquillo?

Re di tremenda maestà,
tu che salvi per tua grazia,
salva me, o fonte di pietà.

Ricordati, o Gesù buono,
che sono il motivo della tua via,
non perdermi, in quel giorno.

Cercandomi ti sedesti stanco,
mi hai salvato morendo in croce;
fa' che tanta fatica non sia inutile.

O giudice che punisci giustamente,
donami la remissione dei peccati
prima del giorno del giudizio.

Piango perché sono colpevole,
il mio volto arrossisce per la colpa:
risparmia chi ti supplica, o Dio.

Tu che hai assolto Maria Maddalena,
e hai esaudito il ladrone,
hai dato speranza anche a me.

Le mie preghiere non sono degne,
ma tu, buono, fa' benignamente,
che io non bruci nel fuoco eterno.

Dammi un posto tra gli agnelli,
allontanami dai capri,
ponendomi alla tua destra.

Condannati i maledetti,
gettati nelle vive fiamme,
chiama me tra i benedetti.

Prego supplice e prostrato,
il cuore contrito come cenere,
abbi cura della mia sorte.

Giorno di lacrime, quel giorno,
quando risorgerà dalle braci
l'uomo reo per essere giudicato.
Ma tu risparmialo, o Dio.

Signore Gesù buono,
dona loro riposo!
Amen!

»

Offertorio

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(LA)

«Domine, Iesu Christe, Rex gloriae, libera animas omnium fidelium defunctorum de poenis inferni et de profundo lacu. Libera eas de ore leonis, ne absorbeat eas tartarus, ne cadant in obscurum; sed signifer sanctus Michael repraesentet eas in lucem sanctam, quam olim Abrahae promisisti et semini eius.»

(IT)

«Signore Gesù Cristo! Re di gloria! Libera le anime di tutti i fedeli defunti dalle pene dell'inferno e dalla fossa profonda! Liberale dalla bocca del leone, affinché non vengano inghiottite dal Tartaro, e non cadano nell'oscurità: ma l'alfiere san Michele le porti nella luce santa, che un tempo hai promesso ad Abramo e alla sua stirpe.»

(LA)

«Hostias et preces tibi, Domine, laudis offerimus; tu suscipe pro animabus illis, quarum hodie memoriam facimus. Fac eas, Domine, de morte transire ad vitam. Quam olim Abrahae promisisti et semini eius.»

(IT)

«A te, o Signore, offerte e preghiere offriamo con lodi. Ricevile in favore di quelle anime, delle quali oggi facciamo memoria: falle, o Signore, passare dalla morte alla vita, che un tempo hai promesso ad Abramo e alla sua stirpe.»

Sanctus e Benedictus

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Come nell'Ordinario della Messa.

Agnus Dei

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«In Missis Defunctorum non dicitur miserere nobis, sed ejus loco dona eis requiem, et in tertio additur sempiternam

Testo come nell'Ordinario della messa, con le invocazioni miserere nobis modificate in dona eis requiem, e dona nobis pacem in dona eis requiem sempiternam ("Dona loro la pace (eterna).")

Communio

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«Lux aeterna luceat eis, Domine, cum sanctis tuis in aeternum, quia Pius es. Requiem aeternam dona eis, Domine; et lux perpetua luceat eis.»

«Splenda ad essi la luce perpetua, Signore, con i tuoi santi in eterno, poiché tu sei Pietoso. L'eterno riposo dona loro, Signore, e splenda ad essi la luce perpetua.»

Il Requiem nel rito parigino

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Il rito parigino ha una Messa per i defunti che presenta alcune differenze con il Requiem del rito romano:

  • una lieve variazione di testo nell'introito: Exaudi Deus orationem meam al posto di Exaudi orationem meam;
  • differenza nel graduale;
  • omissione del Dies irae;
  • cinque differenze di testo nell'offertorio Domine Jesu Christe.

Il testo del Requiem secondo il rito parigino si ritrova in molte composizioni musicali francesi; non mancano neppure esempi di commistione fra i due messali. Tracce del messale parigino sono ancora presenti nei Requiem della fine del XVIII secolo e dell'inizio del XIX secolo.[1]

Il Requiem nel rito ambrosiano

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Anche il rito ambrosiano presenta alcune differenze con il Requiem del rito romano:

  • omissione del Dies irae come nel rito parigino;
  • alcune differenze di testo tra cui la più significativa è l'assenza del "christe eleyson" come nella liturgia orientale

È curioso notare che il Requiem di Verdi (autore che pure conosceva il rito ambrosiano, composto in onore di Manzoni che pure frequentava assiduamente questo rito) dopo varie vicissitudini e compromessi fu rappresentato a Milano secondo la tradizione del rito romano.

  1. ^ Jack Eby, A Requiem Mass for Louis XV: Charles d'Helfer, Francois Giroust and the Missa pro defunctis of 1775, in Oxford Journal for Early Music, May 2001, pp. 225-227

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