Retorbido

comune italiano

Retorbido (Ar Tùrbi in dialetto locale[5]) è un comune italiano di 1 543 abitanti della provincia di Pavia in Lombardia. Si trova nell'Oltrepò Pavese, presso lo sbocco in pianura della valle Staffora. Il comune è sito parte nella Pianura Padana e in parte sulle prime propaggini collinari.

Retorbido
comune
Retorbido – Stemma
Retorbido – Bandiera
Retorbido – Veduta
Retorbido – Veduta
La chiesa della Natività di Maria, realizzata nel XVII secolo[1]
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Lombardia
Provincia Pavia
Amministrazione
SindacoIsabella Cebrelli (lista civica) dall'8-6-2009
Territorio
Coordinate44°57′N 9°02′E
Altitudine169 m s.l.m.
Superficie11,67 km²
Abitanti1 543[2] (31-8-2024)
Densità132,22 ab./km²
FrazioniGarlassolo di Sopra, Malpensata, Murisasco, Spinosa
Comuni confinantiCodevilla, Rivanazzano Terme, Rocca Susella, Torrazza Coste, Voghera
Altre informazioni
Cod. postale27050
Prefisso0383
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT018121
Cod. catastaleH246
TargaPV
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[3]
Cl. climaticazona E, 2 685 GG[4]
Nome abitantiretorbidesi
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Retorbido
Retorbido
Retorbido – Mappa
Retorbido – Mappa
Posizione del comune di Retorbido nella provincia di Pavia
Sito istituzionale

Nel 972 ne venne confermato il possesso al monastero di San Pietro in Ciel d'Oro di Pavia, cui era stato donato dal re Liutprando; apparteneva alla contea di Tortona, ma nel 1164 entrò nei domini di Pavia, sotto la quale fu sede di podesteria. Aggregato successivamente al feudo di Voghera, assegnato nel 1412 ai Beccaria del ramo di Robecco e poi ai Dal Verme, fu staccato da Voghera passando ai Riario insieme a Fortunago e infine ai Beccaria di Montebello, estinti nel 1629. Il feudo di Retorbido, staccato da Montebello, fu allora venduto ai Corti di Pavia, cui rimase fino all'abolizione del feudalesimo.

Nel 1818 a Retorbido fu unito il soppresso comune di Murisasco, noto fin dal 1153 e già appartenente al feudo di Mondondone (Codevilla). A tale comune era già stato aggregato nel 1175 il comune di Garlassolo, anch'esso già parte del feudo di Mondondone (tale comune comprendeva solo parte dell'abitato di Garlassolo, per il resto frazione di Mondondone e ora Codevilla).

Fin dall'epoca umanistica si ritiene che Retorbido corrisponda all'antica città ligure di Litubium, nota dal seguente passo di Livio:

«Oppida Clastidium et Litubium, utraque Ligurum, et duae gentis eiusdem ciuitates Celeiates Cerdiciatesque sese dediderunt.»

Il citato Clastidium è Casteggio, a pochi chilometri da Retorbido. L'ipotesi è suggestiva ma manca ancora una prova definitiva, in particolare per l'assenza di reperti romani che possano provare una permanenza di Litubium dall'epoca preromana al medioevo, quando appaiono le prime testimonianze riferibili a Retorbido.

Il torrente Rile attraversava fino al XIX secolo l'abitato, che era in costante pericolo per le sue piene (nel 1815 una di esse aveva ucciso diverse persone). Fin da allora si pensò di deviarlo fuori dell'abitato, e l'opera (dopo un'ulteriore nefasta alluvione nel 1863) fu finalmente compiuta nel 1894, su progetto degli ingegneri Meardi e Garrone.

Simboli

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«D'azzurro, alla ruota da molino d'argento di quattro raggi; abbassato dal capo di rosso alle due stelle d'oro disposte in fascia. Ornamenti esteriori di Comune.[6]»

Il gonfalone è un drappo interzato in fascia di verde, di bianco e di rosso.

Monumenti e luoghi d'interesse

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Società

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Evoluzione demografica

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Abitanti censiti[7]

Tradizioni e folclore

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Secondo la tradizione del luogo[senza fonte]. Bertoldo, il sagace contadino protagonista di vari aneddoti popolari e del romanzo di Giulio Cesare Croce, sarebbe nato a Retorbido, nella frazione "Casa Bertuggia" (vedi bibliografia).

Durante la "sagra del Polentone", che si svolge da più di un secolo[8] nella seconda domenica di marzo, si assiste alla messa in scena del dialogo scherzoso fra Bertoldo e re Alboino sulla politica attuale. Vengono poi distribuiti gratuitamente polenta e salamini a tutti i presenti.

Infrastrutture e trasporti

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La stazione di Retorbido sorgeva lungo la ferrovia Voghera-Varzi, attiva fra il 1931 e il 1966.

Amministrazione

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Comunità montane

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Non fa più parte della comunità montana.

Il paese ha una squadra di calcio, l'US Retorbido, che attualmente milita in Terza Categoria. La società, vanta 7 promozioni in seconda categoria, l'ultima delle quali nella stagione 2018/19 con la vittoria del campionato girone C. A questi trionfi vanno aggiunti 1 campionato provinciale , 2 trofei nei tornei Juniores e 1 nel campionato Pulcini. L'anno di fondazione è il 1984. Presidente: Paolo Piccolla Vice presidente esecutivo: Alessandro Tanzi Capitano: Daniele Piccolla

È inoltre presente sul territorio una scuola di ballo riconosciuta dalla federazione nazionale, l’ASD Sabry Dance.

  1. ^ La parrocchiale di Retorbido, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana.
  2. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 agosto 2024 (dato provvisorio).
  3. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  5. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Torino, UTET, 2006, p. 630.
  6. ^ Comune di Retorbido – (PV), su araldicacivica.it. URL consultato il 15 settembre 2024.
  7. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
  8. ^ Storia della Sagra del Polentone di Retorbido, su arcaretorbido.it.

Bibliografia

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  • Dizionario geografico, storico statistico commerciale di S.M. il Re di Sardegna, G. Casalis, 1854, vol. VI, pag. 118 e pag. 440;
  • Lombardia, Luigi Veronelli, 1968, pag.275
  • Leggende lombarde, Mario Merlo, 1979

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Collegamenti esterni

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