Rignano Flaminio

comune italiano

Rignano Flaminio è un comune italiano di 10 107 abitanti della città metropolitana di Roma Capitale nel Lazio.

Rignano Flaminio
comune
Rignano Flaminio – Stemma
Rignano Flaminio – Bandiera
Rignano Flaminio – Veduta
Rignano Flaminio – Veduta
La via Flaminia antica
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Lazio
Città metropolitana Roma
Amministrazione
SindacoVincenzo Marcorelli (lista civica) dal 04-10-2021
Territorio
Coordinate42°12′N 12°29′E
Altitudine250 m s.l.m.
Superficie38,56 km²
Abitanti10 107[1] (31-10-2023)
Densità262,11 ab./km²
FrazioniCapannacce, Case Morolo, Montelarco, Santo Sisinio, Valle Spadana, Vallelunga, Pietrolo, Monte Canepina, Vallerano, Centro storico.
Comuni confinantiCalcata (VT), Capena, Civitella San Paolo, Faleria (VT), Magliano Romano, Morlupo, Sant'Oreste
Altre informazioni
Cod. postale00068
Prefisso0761
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT058082
Cod. catastaleH288
TargaRM
Cl. sismicazona 3A (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona D, 1 908 GG[3]
Nome abitantirignanesi
Patronosanti Vincenzo ed Anastasio
Giorno festivo22 gennaio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Rignano Flaminio
Rignano Flaminio
Rignano Flaminio – Mappa
Rignano Flaminio – Mappa
Posizione del comune di Rignano Flaminio nella città metropolitana di Roma Capitale
Sito istituzionale

Geografia fisica

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Origini del nome

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Il nome non deriva da Giano; e non venne chiamato giano, rignanus, rignano flaminio per la via Flaminia, via consolare romana.

Rignano Flaminio ha una storia antica ed è riconducibile a quella di Capena che sorgeva sul colle della Civitucola, ed era la capitale dei Capenati, fiorente popolazione italica che prosperava nel Lazio (Latium) prima dell'avvento di Roma; I Capenati avevano una propria lingua, simile al latino, affine all'etrusco e con influenze sabine. Il territorio capenate, si estendeva lungo la Valle del Tevere destra del fiume, tra le città di Falerii dei Falisci a nord, a sud-est con il Tevere e Cures Sabini, e a sud-ovest con la città Stato di Veio federata con la dodecapoli etrusca. Divenuto Ager Capenas dopo la conquista militare romana, pressappoco comprendeva gli attuali comuni di Capena, Civitella San Paolo, Morlupo, Fiano Romano, Nazzano, Ponzano Romano, Filacciano, Torrita Tiberina, Rignano Flaminio, Sant'Oreste, Castelnuovo di Porto e Riano.

Inizialmente legata a degli insediamenti abitativi agricoli, già rilevabili dal 400-300 a.C., sparsi nel territorio dei Capenati. Di certo si può ricondurre al 500 d.C. la chiesa dei SS. Abbondio e Abbondanzio, costruita nel possedimento della matrona romana Teodora, in onore degli omonimi martiri, ivi seppelliti. La chiesa divenne un popolare centro di venerazione e di culto. Nel 999 le reliquie furono traslate, da Ottone III, a Roma, insieme a quelle di Teodora, divenuta santa, nella chiesa di S. Adalberto sull'isola Tiberina. A Rignano, nel 972 aveva sostato l'imperatore Ottone I, dopo l'incoronazione a Roma, mentre nel 1159, vi morì Adriano IV, durante un viaggio verso Civita Castellana dove voleva rifugiarsi fuggendo da una sommossa ordita da alcuni consoli.

Di proprietà della chiesa di S. Maria in Trastevere, fu dato in enfiteusi, nell'anno 1116, a un avo di papa Savelli, Onorio III, divenendo successivamente proprietà della famiglia stessa, alla quale fu tolta da papa Alessandro VI Borgia, nel 1501. Di Rignano, allora nota come Arignano, era il marito della celebre Vannozza Cattanei, amante del papa Borgia.

Ai Savelli tornò dopo la caduta dei Borgia, sino al 1607, quando fu venduta ai Borghese e fu eretto a ducato. Dalla famiglia Borghese passò poi a quella dei Muti, per una permuta fatta nel 1633. Nel 1701 andò come dote di nozze alla famiglia Cesi e nel 1799, ereditariamente, alla famiglia Massimo.

Le chiese, le case che ancora formano il quartiere antico dei "Vicoli", la bombarda, ancora integra, posta accanto alla antica rocca dei Borgia, il sarcofago e la porzione dell'antica via Flaminia, visibile per un lungo tratto, parallelamente alla odierna consolare, sono le testimonianze ancora visibili di questa lunga storia, di cui Rignano è stata protagonista nei secoli.

Simboli

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Lo stemma e il gonfalone in uso sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 27 dicembre 1976.[4] Sullo stemma d'azzurro, è raffigurato sant'Anastasio, affiancato dalle lettere maiuscole S e A; il Santo, vestito con un piviale bianco, impugna con una mano un pastorale d'oro e con l'altra tiene una corona anch'essa dorata. Il gonfalone è un drappo partito di azzurro e di giallo.

Società

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Evoluzione demografica

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Abitanti censiti[5]

Infrastrutture e trasporti

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La stazione di Rignano Flaminio della ferrovia Roma-Civitacastellana-Viterbo si trova al centro del paese ed è servita dai treni COTRAL.

Tra le stazioni di Morlupo e Rignano si trovano le vecchie stazioni abbandonate di Murraccio (frazione di Morlupo) e Morolo (Case Morolo) che però non sono più in funzione da anni.

Fra il 1906 e il 1932 in luogo di tale stazione sorgeva una fermata della tranvia Roma-Civita Castellana, gestita dalla Società Romana per le Ferrovie del Nord (SRFN).

Ricade nel territorio comunale di Rignano Flaminio anche la stazione di Sant'Oreste, a servizio del comune confinante di Sant'Oreste.

Amministrazione

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Nel 1873 Rignano cambia denominazione in Rignano Flaminio.

Altre informazioni amministrative

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  1. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 agosto 2020 (dato provvisorio).
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Rignano Flaminio, decreto 1976-12-27 DPR, concessione di stemma e gonfalone, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato l'8 luglio 2022.
  5. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  6. ^ I Soci, su Consorzio Valle del Tevere. URL consultato il 29 marzo 2022.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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