Robert Zellinger de Balkany

imprenditore francese

Robert Zellinger de Balkany (o più semplicemente Robert de Balkany) (Iclod, 4 agosto 1931[1]Ginevra, 19 settembre 2015[2][3][4]) è stato un imprenditore francese di origine ungherese.

Robert Zellinger de Balkany

Biografia

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Robert Zellinger de Balkany era figlio di Aladar Zellinger-Balkányi,[5] nato l'11 luglio 1900 a Biucimi (Ungheria), appaltatore di opere pubbliche naturalizzato francese nel 1956.[6]

Robert de Balkany ha studiato architettura negli Stati Uniti e ha poi abbracciato la carriera di sviluppatore immobiliare, come suo padre.

Ha scoperto negli Stati Uniti il nuovo concetto di grandi centri commerciali e ha deciso di importarlo in Francia. Nel novembre 1969 ha aperto il suo primo grande complesso di questo tipo, Parly 2, nella periferia occidentale di Parigi, a Le Chesnay; combina un centro commerciale e un enorme complesso residenziale in condominio.[7] Questo progetto ha riscosso grande successo e la società fondata da Robert de Balkany, SCC - Shopping Center Company, declinerà tale concetto non solo nella regione di Parigi (Rosny 2, Vélizy 2, Evry 2, Ulis 2), bensì anche in altre città francesi (La Part-Dieu a Lione, ecc.) e in vari paesi europei e del Medio Oriente.[8]

Robert de Balkany ha profondamente trasformato l'urbanistica dell'Île-de-France. È con Claude Balik, suo architetto preferito,[9] all'origine di numerosi progetti immobiliari e architettonici innovativi per la loro dimensione e la qualità della loro progettazione: Elysee 1 ed Elysee 2 nel 1963 con 1 450 appartamenti a La Celle Saint Cloud, parco Montaigne a Fontenay-le-Fleury, nonché il più grande condominio d'Europa Parly 2 e Grigny 2 (tra il 1968 e il 1978)[10] con 7 500 appartamenti, accanto al centro commerciale omonimo. Successivamente, Balkany si è rivolto alla realizzazione e gestione di diversi centri commerciali in Francia, in Europa e nel resto del mondo.

 
La tomba di Zellinger de Balkany e suo padre nel cimitero di Saint-Georges a Ginevra, Svizzera.

Nel 1957 Robert de Balkany ha sposato in prime nozze Geneviève, figlia dell'ambasciatore André François-Poncet,[11] dalla quale ha divorziato nel 1966. Nel 1969 si sposa con Maria Gabriella di Savoia, figlia dell'ultimo re d'Italia Umberto II. Divorziano nel 1990.

  1. ^ (FR) Pierre Marie Dioudonnat, Encyclopédie de la fausse noblesse et de la noblesse d'apparence, Sedopols, 1994, p. 668, ISBN 978-2-904177-17-0. URL consultato il 22 settembre 2015.
  2. ^ E' morto Robert De Balkany: era il "re" dei Centri commerciali, su corrierequotidiano.it, 20 settembre 2015. URL consultato il 22 settembre 2015 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2015).
  3. ^ (ES) María Eugenia Yagüe, Muere Robert de Balkany, el 'rey' de los centros comerciales, in El Mundo, 21 settembre 2015. URL consultato il 22 settembre 2015.
  4. ^ (FR) Décès de Robert Zellinger de Balkany, su noblesseetroyautes.com, 21 settembre 2015. URL consultato il 22 settembre 2015 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2015).
  5. ^ Robert Zellinger de Balkany, su geneall.net. URL consultato il 22 settembre 2015.
  6. ^ (FR) Joseph Valynseele e Denis Grando, A la découverte de leurs racines. Généalogie de 85 célébrités, Parigi, Intermédiaire des chercheurs et des curieux, 1988, ISBN 978-2-901065-03-6.
  7. ^ Un centro commerciale dello stesso tipo, Cap 3000, è stato aperto nell'ottobre 1969 proprio vicino a Nizza; più piccolo, non è associato a un complesso residenziale.
  8. ^ (FR) SCC - Historique, su scc-network.com. URL consultato il 22 settembre 2015.
  9. ^ (FR) Christian de Brie e Pierre Charpentier, Dossier F... comme fraude fiscale, Parigi, A. Moreau, 1975, p. 175, OCLC 416456778. URL consultato il 22 settembre 2015.
  10. ^ (FR) Henri Deligny, Chirac ou la fringale du pouvoir, A. Moreau, 1977, p. 205. URL consultato il 22 settembre 2015.
  11. ^ (FR) Jean-Marie Mayeur (a cura di), Les parlementaires de la Seine sous la Troisième République, Vol. 1 - Études, Parigi, Publications de la Sorbonne, 2001, pp. 34-35, ISBN 978-2-85944-432-7, OCLC 491056064. URL consultato il 22 settembre 2015.

Bibliografia

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Collegamenti esterni

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