Saalburg

è il forte coorte, parte del Limes Germanicus, ed è la fortezza romana più completamente ricostruita in Germania

Saalburg è il sito archeologico di un castrum romano, ubicato in Germania, sul crinale del Taunus, a nordovest di Bad Homburg, nell'attuale land dell'Assia. Il castrum, che era destinato a ospitare una coorte, faceva parte del complesso del Limes germanico-retico, la linea di fortificazione romana che si sviluppava lungo la frontiera delle province germaniche.

Saalburg
La Porta praetoria, e la cinta muraria..
Periodo di attività90 - 260 d.C.
Unità presentiauxilia

Saalburg, collocato appena fuori della strada principale, all'incirca a metà strada tra Bad Homburg e Wehrheim, è, tra i forti romani della Germania, quello che ha beneficiato della ricostruzione più completa. Dal 2005, quale costituente del limes germanico superiore, fa parte di un complesso riconosciuto come Patrimonio dell'umanità dall'UNESCO[1]. Nel sistema di numerazione attualmente adottato per il limes, è identificato dal codice ORL 11 (ORL sta per Obergermanisch-Raetischer Limes, nome tedesco del Limes germanico-retico).

Storia della ricerca

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Le prime ricognizioni del sito furono condotte tra il 1853 e il 1862, sotto l'egida della Società antiquaria di Nassau e la direzione di Friedrich Gustav Habel (1793–1867)[2]. Ma il grande impulso all'archeologia delle antichità provinciali romane in Germania si ebbe nel 1892, quando la Reichs-Limes-Kommission (Commissione imperiale per il limes romano), allora presieduta da Theodor Mommsen, si diede a investigare sul tracciato del Limes germanico nella sua interezza, e a individuare l'ubicazione di tutti i suoi forti. Nel progredire di questo immenso progetto, durato decenni, esplorazioni intensive di Saalburg e delle zone circostanti furono portate avanti dagli archeologi incaricati di indagare su questo tratto del limes, Louis Jacobi (1836–1910) e suo figlio, Heinrich Jacobi (1855–1946) che successe al padre. Nel 1897, il Kaiser Guglielmo II, seguendo un suggerimento di Louis Jacobi, ordinò una ricostruzione del forte di Saalburg basata proprio sui dettagliati risultati degli scavi dal Jacobi[3]. Il risultato fu che il castrum di Saalburg divenne il forte romano meglio ricostruito dell'intero limes.

Il forte ospita anche il SaalburgMuseum, una delle più importanti istituzioni dedicate allo studio del Limes germanico (l'altra è il Limesmuseum di Aalen[4]). Dal 1967, e fino al 1993, il museo fu diretto dal celebre archeologo Dietwulf Baatz, le cui numerose pubblicazioni stimolarono l'interesse per l'archeologia delle antichità provinciali romane, diffondendolo ben oltre la ristretta cerchia degli specialisti.

Ubicazione

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  Bene protetto dall'UNESCO
Confini dell'Impero romano
  Patrimonio dell'umanità
 
TipoCulturali
Criterio(ii) (iii) (iv)
PericoloNon in pericolo
Riconosciuto dal2005
Scheda UNESCO(EN) Frontiers of the Roman Empire
(FR) Scheda

Fin dall'epoca preistorica, rotte commerciali come la Lindenweg (o Linienweg) collegavano la pianura del Reno-Meno con il bacino di Usingen, centro di popolamento attivo fin dal Neolitico. Queste vie commerciali avrebbero seguito un itinerario dalla bocca del Nidda, presso Höchst, in direzione nord attraverso il crinale del basso Taunus, al pari della moderna strada federale B 456. La collocazione lungo le maggiori vie di comunicazione comporta quasi sempre un'importanza strategica; non sorprende, quindi, che il passo montano attraverso Saalburg fosse già stato fortificato dalle truppe romane durante le campagne di Domiziano contro i Chatti (anni 81-96 d.C.): in quell'occasione furono realizzate due semplici recinzioni in terra (Schanzen A e B), ubicate tra il forte restaurato e la via moderna.

Il Forte

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Castrum.
  Lo stesso argomento in dettaglio: Limes germanico-retico.

Intorno al 90 d.C., a breve distanza dai due recinti, fu costruito un semplice forte in legno e terra destinato a ospitare un numerus. Il numerus era un'unità di truppe ausiliarie, costituita da due centurie, che poteva contare su circa 160 uomini. Alcune evidenze suggeriscono che il forte abbia avuto di stanza un numerus brittonum, cioè una unità dalla provincia di Britannia, ma questa circostanza non è stata completamente chiarita.

Nel tardo regno di Adriano, all'incirca nel 135, il forte dedicato ad alloggiare un numerus fu sostituito da un ben più esteso castrum, di 3,2 ettari, destinato ad alloggiare una coorte, unità composta da circa 500 uomini. Il nuovo castello fu riorientato per fronteggiare la città in crescita di Nida (ora Heddernheim)[5].

In origine, era munito di muri a secco in legno-pietra, che furono sostituiti, nella seconda metà del II secolo d.C. da muri in pietra e malta e da una rampa in terra (147 x 221 m). Il forte ricostruito è basato su questa terza e ultima fase architettonica, ma testimonianze della seconda fase sono visibili nella retentura, la parte retrostante del forte. Sempre a questa seconda fase appartiene anche il fossato difensivo, di cui è visibile sul luogo il parziale restauro.

 
Interno della sala delle adunate.

L'accampamento destinato alla coorte fu occupato dalla Cohors II Raetorum civium Romanorum equitata (una coorte (parzialmente) equitata composta da Reti provvisti della cittadinanza romana), unità di fanteria parzialmente equestre che poteva contare su 500 uomini, probabilmente sotto il comando del quartier generale legionario di stanza a Mogontiacum (l'attuale Magonza)[6]. La coorte sarebbe stata inizialmente acquartierata a Aquae Mattiacorum (Wiesbaden), e si sarebbe spostata dapprima nel forte di Butzbach (ORL 14) e infine a Saalburg.

Il forte sopravvisse in quella forma e con quell'occupazione fino alla caduta del limes germanico, avvenuta all'incirca nel 260. Nel periodo intercorso, il nome dell'unità è ripetutamente menzionato in iscrizioni in pietra, così come i nomi dei suoi comandanti.

Al principio del III secolo, la situazione lungo il limes divenne sempre più instabile. Nel 213, sotto il regno di Caracalla, una guerra preventiva condotta contro gli Alemanni e i loro alleati Chatti della Raetia e di Mogontiacum, affievolì, ma solo temporaneamente, la pressione germanica sul confine. Fu all'incirca nello stesso periodo che la città di Nida (capitale della civitas regionale) fu dotata di una cinta difensiva. Già intorno al 233, gli Alemanni invasero di nuovo il territorio romano; successive e più massicce invasioni ebbero luogo nel 254 e 260. Infine, tutte le aree a est del Reno andarono perdute durante la più grande crisi politica ed economica del III secolo. Nel corso di questi eventi, il forte di Saalburg appare esser stato abbandonato deliberatamente, senza alcuna azione militare.

Dopo l'abbandono del Limes germanico superiore, il forte fu usato come cava di materiali.

Archeologia e architettura

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Cortile interno dei Principia.

Il forte di Saalburg, nell'ultima fase architettonica, quella che oggi si può vedere ricostruita, quale accampamento di coorte tipico di questa parte del limes, si presenta come un rettangolo di 147 per 221 m, munito di quattro porte.

I circa 32.500 m² del suo interno erano racchiusi da un doppio fossato e da un muro difensivo in pietra e malta; la sua parte esterna era imbiancata e dipinta con un trompe-l'œil il cui motivo riproduceva una muratura di blocchi rettangolari di pietra intagliata. All'interno era posta una rampa di terra che accompagnava il muro in tutta la sua lunghezza, permettendo ai difensori di raggiungerne agevolmente la sommità. Gli angoli erano arrotondati e non sormontati da torri, ma ciascuna delle quattro porte era affiancata da due torri.

Il forte era orientato in modo tale che la porta praetoria (l'entrata principale) fosse rivolta a sud-sud-est, cioè non verso il limes, ma verso la città di Nida. La struttura centrale del forte era un largo principia, una piazza centrale circondata da abitazioni o uffici per gli ufficiali maggiori e affiancata da una sala munita di soffitto per le adunanze della guarnigione. La praetentura (la parte frontale del forte) conteneva il praetorium (la residenza del comandante del forte) a ovest della via praetoria, e un vasto horreum (magazzino per il grano) a est. Il resto dell'interno, oggi somigliante a un parco a prato e alberi, dovrebbe essere immaginato come occupato da altri edifici: stalle, magazzini, laboratori e, naturalmente, il vero quartiere militare, suddiviso in contubernia. Due di queste caserme destinate a ospitare le truppe sono state ricostruite nella parte sudorientale del forte.

  Per la disposizione generale e la terminologia architettonica dei forti romani, si rimanda alla voce Castrum
 
Porta principale. Fondazione e basamenti del vicus, visibile sulla sinistra.
  Lo stesso argomento in dettaglio: Vicus.

Saalburg non è soltanto il forte liminare romano più estesamente ricostruito, ma è anche l'unico ad avere il suo vicus, l'adiacente quartiere civile, parzialmente scavato e preservato. Le parti del vicus oggi visibili sono situate principalmente a sud del forte, su entrambi i lati della strada che lo collegava a Nida, capitale regionale e base di un'ulteriore guarnigione dietro il confine.

Il villaggio inizia immediatamente fuori dalla porta principale, laddove sono stati trovati i resti di una mansio (una stazione di sosta ufficiale) e, dietro di essa, le vestigia delle terme per i soldati. A questi resti, lungo la strada, fanno séguito basamenti e fondazioni (parzialmente ricostruite) di edifici residenziali e di un mitreo, un tempio dedicato a Mitra, una divinità il cui culto misterico era diffuso nell'esercito romano in età imperiale.

L'area delle terme era relativamente ampia e con un disegno sufficientemente elaborato da garantire tutte le principali caratteristiche delle terme romane. Aveva un apodyterium (lo spogliatoio), un frigidarium, due tepidaria, un calidarium e un sudatorium (sauna). Il complesso era riscaldato dal fuoco acceso nei praefurnia e tutte le stanze, eccetto lo spogliatoio e il frigidarium erano servite da un ipocausto, un sistema di riscaldamento a parete e a pavimento.

Gli archeologi ritengono che tutto il complesso costituito dal castrum e dal vicus, ospitasse fino a 2.000 persone, tra soldati (circa 500) e popolazione civile (circa 1.500).

Museo Saalburg

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L'horreum (granaio) ospita ora il museo del sito.

Sebbene sia conosciuto principalmente come parco archeologico e come museo, il sito assolve alcune funzioni di interesse scientifico, meno evidenti al comune visitatore.

La caratteristica che colpisce di più il visitatore moderno è la completa ricostruzione delle mura e delle porte, del Principia con il suo aedes (santuario contenente i signa militaria e gli stendardi), la sala delle adunate, l'horreum (magazzino delle provviste), i due contubernia ricostruiti, il praetorium parzialmente ricostruito.

L'horreum contiene un allestimento informativo, incentrato sugli aspetti culturali, storici, architettonici e militari della Germania romana. Il museo esibisce una ricca collezione di equipaggiamenti militari e domestici provenienti da Saalburg o da altri siti nell'area, oltre a una serie di modellini architettonici e topografici.

Oltre a questo, Saalburg, fin dalla sua ricostruzione, ha funzionato anche come rinomato centro di ricerca, che si interessa di archeologia delle antichità provinciali romane in genere, e del limes in particolare. Il cuore di questo centro è una libreria specializzata contenente 30.000 volumi e 2.200 diapositive. Il Saalburgmuseum organizza regolarmente colloquia e cura una propria collana di pubblicazioni accademiche.

Fin dagli anni ottanta, Saalburg è occasionalmente sede di concerti di musica classica.

Dintorni

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Ricostruzione del limes a nord di Saalburg.

Ad appena 200 m circa a nord della porta retrostante (porta decumana), il limes corre in direzione est-ovest[7]. In questa zona, una porzione della fortificazione del confine (fossato, terrapieno e palizzata) non è stata ricostruita.

Come per gran parte della sua estensione nell'area del Taunus, il limes nei pressi di Saalburg è notevolmente ben conservato e può essere agevolmente seguito attraverso il paesaggio. Fossato e massicciata sono per lunghi tratti facilmente distinguibili, e molte delle vecchie torri di guardia sono parzialmente conservate o sono individuabili come piccole montagnole. Pertanto, il castrum di Saalburg è un buon punto di avvio per un'ulteriore esplorazione del limes.

La seguente tabella riepiloga le emergenze archeologiche del limes locale nel cui contesto è inserito Saalburg, tra i Kleinkastelle (piccoli forti) di Heidenstock a sudovest e Lochmühle a nordest:

ORL[8] Name Descrizione/stato attuale
KK[9] Kleinkastell (piccolo forte) Heidenstock piccolo forte in pietra a singola porta, di circa 440 m², probabilmente della metà del II secolo;
mura parzialmente conservate, parzialmente ben visibile sul terreno
Wp 3/59[10] Roßkopf 2 montagnole di pietre chiaramente visibili presso la eponima montagna Roßkopf
Wp 3/60 Einsiedel fondazioni conservate; resti di una cisterna
Wp 3/61 Auf dem Kieshübel fondazioni preservate e conservate di due torri in pietra,
tracce di due torri in legno
Wp 3/62 Am Hollerkopf resti scarsamente visibili di una torre in pietra
Wp 3/63 Weißestein montagnola di una torre in pietra con fondazioni parzialmente conservate
ORL 11[11] Cohort Fort Saalburg vedi sopra
Wp 3/68 Am Fröhlichemannskopf fondazioni visibili di una torre in pietra,
ubicazione a malapena visibile di una torre in legno
Wp 3/69 Am Bennerpfad fondazione conservata di una torre in pietra
KK Kleinkastell Lochmühle piccolo forte in pietra, a porta singola, di circa 400 m² . Metà del II secolo;
visibile il rilievo del terreno

Presso il forte Saalburg, è stata eretta una copia del Colonna di Giove (Jupitersäule)[12] di Magonza[13].

Saalburgbahn

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La ricostruzione del forte alla fine del XIX secolo e all'inizio del XX, ha portato a un'impennata nell'interesse della popolazione locale, compresi i visitatori diretti alla Spa di Bad Homburg. Per permettere un comodo accesso, la compagnia tramviaria di Bad Homburg aveva realizzato un binario di collegamento diretto, il Saalburgbahn. Dopo la floridezza conosciuta nell'ante prima guerra mondiale, la compagnia fu negativamente colpita dall'inflazione post bellica e da un massiccio calo dei visitatori della Spa. Alla fine, quindi, il servizio fu soppresso e ora rimangono solo la stazione in disuso e scarse tracce della massicciata[14].

Oggigiorno il forte può essere raggiunto, con cadenza oraria, grazie a un bus di collegamento proveniente da Bad Homburg.

  1. ^ UNESCO World Heritage
  2. ^ Archäologisches Institut der Universität Köln Archiviato il 18 gennaio 2008 in Internet Archive. zur Forschungsgeschichte der Saalburg und zum Zustand des Saalburg-Archives.
  3. ^ "Possa il forte romano sulla cima del Taunus, ricostruito seguendo quanto più da vicino le tecniche dei Romani, quale monumento al potere e alla ricca influenza culturale dei dominatori di un tempo, instillare nei visitatori la consapevolezza del carattere dei tempi che furono, risvegliarne il senso della storia e ispirarli a ulteriori ricerche" Citazione da un discorso tenuto dal Kaiser Guglielmo II in occasione della posa della prima pietra per i Principia, l'undici ottobre 1900 (da Hartwig Schmidt: Wiederaufbau (Architekturreferat des Deutschen Archäologischen Instituts. Denkmalpflege an archäologischen Stätten Band 2). Theiss, Stuttgart 1993, ISBN 3-8062-0588-4, p. 216.
  4. ^ Sito ufficiale del Limesmuseum di Aalen Stadt Aalen - Museen - Limesmuseum Aalen Archiviato il 12 novembre 2004 in Internet Archive..
  5. ^ Georg Wolff: Die südliche Wetterau in vor-und frühgeschichtlicher Zeit. (Mit einer archäologischen Fundkarte). Herausgegeben von der Römisch-Germanischen Kommission des Kaiserlichen Archäologischen Instituts, pp. 5, 6, 72, 73, 75, 78-80, 90, 95. Ravenstein, Frankfurt am Main 1913.
  6. ^ Joachim von Elbe: Unser römisches Erbe. Umschau-Verlag, Frankfurt am Main, 1985. ISBN 3-524-65001-5
  7. ^ Taunus-Wetterau-Limes - Limesabschnitte (Taunus 2)
  8. ^ ORL = Numerazione conforme al sistema della Reichs-Limes-Kommission
  9. ^ KK = Kleinkastell (piccolo forte) privo di numerazione.
  10. ^ Wp = 'Wachposten' (torre di guardi. Il numero prima dello / indica la parte del confine (in questo caso, 3 indica il tratto di Taunus, e il numero successivo identifica ciascuna torre con un numer progressivo.
  11. ^ ORL XY = numero progressivo dei forti nel ORL
  12. ^ Jupitersäule o Jupitergigantensäule (colonna di Giove), indica una sorta di alta stele in arenaria dedicata a Giove che si ritrova di frequente nelle province germaniche.
  13. ^ Fritz Quilling: Die Juppitersäule des Samus und Severus. Das Denkmal in Mainz und seine Nachbildung auf der Saalburg. Engelmann, Leipzig 1918.
  14. ^ Frankfurter Verkehrsverbund/FVV-Informationen Nr. 1

Bibliografia

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  • Dietwulf Baatz: Saalburg (Taunus). In: Die Römer in Hessen. Nikol, Hamburg 2002, ISBN 3-933203-58-9
  • Dietwulf Baatz: Der Römische Limes. Archäologische Ausflüge zwischen Rhein und Donau. Gebr. Mann, Berlin 2000, ISBN 3-7861-2347-0
  • Margot Klee: Die Saalburg. Theiss, Stuttgart 1995. (Führer zur hessischen Vor- und Frühgeschichte 5), ISBN 3-8062-1205-8
  • Margot Klee: Der Limes zwischen Rhein und Main. Theiss, Stuttgart 1989, ISBN 3-8062-0276-1
  • Anne Johnson: Römische Kastelle des 1. und 2. Jahrhunderts n. Chr. in Britannien und in den germanischen Provinzen des Römerreiches. Zabern, Mainz 1987. (Kulturgeschichte der antiken Welt, Vol. 37), ISBN 3-8053-0868-X
  • Egon Schallmayer (ed.): Hundert Jahre Saalburg. Vom römischen Grenzposten zum europäischen Museum. Zabern, Mainz 1997, ISBN 3-8053-2359-X
  • Heinrich Jacobi: Kastell Nr. 11 Saalburg, Der obergermanisch-raetische Limes des Römerreiches, Series B, Vol. II, Frankfurt 1937 (la pubblicazione originale degli scavi)
  • Esistono più di 50 volumi del Saalburg Jahrbuch, un annuario che, con una certa discontinuità, si va pubblicando fin dal 1910, con contributi di specialisti dell'archeologia delle antichità provinciali romane
  • Il Saalburg-Schriften, dal 1995, presenta i risultati dell'archeologia del sito ad un pubblico non specialistico

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