Santísima Trinidad y Nuestra Señora del Buen Fin

Il galeone Santísima Trinidad y Nuestra Señora del Buen Fin, comunemente designato El Poderoso, fu una nave mercantile che compì alcune traversate di andata e ritorno dalle Filippine al Messico.[2][3]

Santísima Trinidad y Nuestra Señora del Buen Fin
Descrizione generale
Tipogaleone di Manila
CantiereReal Astillero di Bagatao
Entrata in servizio1751
Destino finaledemolito dopo il 1763
Caratteristiche generali
Dislocamento1.375 t
Lunghezza51,5 m
Larghezza15,2 m
Pescaggio10,1 m
Armamento velicomisto (quadre e latine)
Armamento
Armamento60 cannoni
dati tratti da Todoababor[1]
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Il galeone Santísima Trinidad y Nuestra Señora del Buen Fin fu impostato presso il cantiere navale di Bagatao (isola di Luzon), su ordine del governatore e capitano generale delle Filippine, il tenente generale della Marina Francisco José de Ovando y Solís, per sostituire il Nuestra Señora de Covadonga catturato da George Anson.[4] La nave, costruita nel 1751, aveva un dislocamento di 1 375 tonnellate, era lungo 51,5 m, largo 15,2 m e aveva un pescaggio di 10,1 m.[1] Il costo fu di 229 852 pesos e il nuovo galeone era armato con 60 cannoni.[1][2]

Il suo grande volume di carico (200 tonnellate),[3] i difetti di costruzione e le modifiche effettuate nel 1757 per ridurne il dislocamento, rendevano la nave poco manovrabile.[1] Per il suo primo viaggio fu armato di soli 50 cannoni e salpò a metà del 1751 sotto il comando del generale Francisco Ustáriz, con il capitano Juan de Araneta come suo comandante.[1] Senza alcuna intoppo il galeone tornò nelle Isole Filippine nella primavera del 1752.[1] Tra il 1753 e il 1761 si alternò alla patache Nuestra Señora del Rosario y San Juan Bautista, detta El Filipino, nei viaggi verso la Nuova Spagna.[1]

Una delle traversate più dure fu quella effettuata nel 1755 sotto il comando del generale Felipe María Rodríguez de la Madrid, marchese di Villamediana, e come comandante il capitano Pedro Antonio Cossio.[1][5] Salpato da Cavite il 23 luglio 1755, il viaggio durò cinque mesi e cinque giorni, durante i quali morirono 82 persone e altre 155 si ammalarono, su un totale di 32 ufficiali, 315 membri dell'equipaggio e 17 passeggeri.[3] [1][6] Tra i defunti, deceduto il 9 dicembre, vi era il precedente governatore delle Filippine, Francisco José de Ovando y Solís, marchese di Ovando, che stava tornando in Spagna, e suo figlio di otto giorni, nato durante il viaggio.[3][7] Il suo corpo, dopo aver ricevuto gli onori regolamentari, viene gettato in mare, avvolto in un sudario e appesantito da una palla di cannone, il giorno successivo alle nove del mattino nei pressi del Golfo della California.[3][7] Il galeone arrivò ad Acapulco, dopo una lunga sosta a San José del Cabo, il 27 febbraio 1756, e ritornò poi nelle Filippine senza incidenti.[3][1][6]

Il 1 agosto 1762, senza essere a conoscenza dello scoppio della guerra con la Gran Bretagna, il Santísima Trinidad y Nuestra Señora del Buen Fin salpò da Cavite verso la Nuova Spagna.[1][8] A causa della data tardiva, i forti venti lo trattennero nella baia di Manila.[1][8] Già in mare aperto affrontò diverse tempeste e il 24 settembre perse l'albero maestro, decidendo di ritornare a Cavite a causa di diverse falle e con l'equipaggio stanco e malato e diverse vie d'acqua aperte nello scafo.[3][1] Il comandante era ignaro che Manila era caduta in mani britanniche dopo una dura battaglia.[8] Il 28 settembre fu avvistato Capo Espiritu Santo e il comandante decise di entrare nel porto di Palapag, ma il pilota si rifiutò di effettuare la manovra nel buio della notte, e il galeone fece così rotta verso il porto di Bagatado, a Luzon.[8]

Nella notte del 29 ottobre, il galeone fu scoperto dal vascello britannico da 60 cannoni Panther, al comando del capitano Hyde Parker, e dalla fregata Argo, armata con 28 cannoni e al comando del capitano Richard King, entrambe navi della Royal Navy in forza alla squadra del viceammiraglio Sir Samuel Cornish.[8] Un primo attacco portato dalla fregata Argo fu respinto ed essa decise di attendere l'arrivo del vascello.[8] All'alba del 30 settembre il combattimento riprese e vennero sparati più di mille colpi di cannone da 24 e 18 libbre.[8] Dopo quattro ore di combattimento il Santísima Trinidad y Nuestra Señora del Buen Fin si arrese.[1] Era armato solo con 5 cannoni da 8 libbre e 4 cannoni da 4 libbre, anche se lo stesso Cornish afferma che trasportava solo 13 cannoni e di questi solo 5 erano installati.[1] Fu portato in Gran Bretagna, arrivando al porto di Plymouth nel 1763.[3][1][2] La sua vendita fece guadagnare ai due capitani 30 000 sterline (su un totale di 600 000 sterline), una fortuna a quei tempi. Non si sa cosa accadde alla nave dopo la vendita, ma probabilmente fu demolita.

Bibliografia

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  • (ES) Juan de la Concepción, Historia general de Philipinas. Tomo XII, Manila, Hermano Balthasar Mariano, 1792.
  • (ES) Francisco Santiago Cruz, Le nao de China, México, D.F, Editorial Jus, 1962.
  • (ES) Cesáreo Fernández Duro, Armada Española desde la unión de los reinos de Castilla y de Aragon. Tomo 6, Madrid, Est. Tipográfico “Sucesores de Rivadeneyra”, 1900.,, México, 1968.
  • (ES) Cayetano Hormaechea, Isidro Rivera e Manuel Derqui, Los galeones españoles del siglo XVII, Tomo I, Barcelona, Associació d'Amics del Museu Marítim de Barcelona, 2012.
  • (ES) Cayetano Hormaechea, Isidro Rivera e Manuel Derqui, Los galeones españoles del siglo XVII, Tomo II, Barcelona, Associació d'Amics del Museu Marítim de Barcelona, 2012.
  • (ES) William Little Schurtz, El galéon de Manila, Madrid, Ediciones de Cultura Hispánica, 1992.
  • (ES) Francisco Ortiz de la Tabla Ducasse, El marqués de Ovado, gobernador de Filippinas, Sevilla, Escuela de Histudios Hispeno Americanos, 1974.
Periodici
  • (ES) José María Silos Rodríguez, El Viaje de 1755 del galeón Santísima Trinidad, in Revista de Historia Naval, n. 88, Madrid, Instituto de Historia y Cultura Naval, 2005, ISSN 0212-467X (WC · ACNP).

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